21/08/2013
4 recensioniA LITTLE PRESENT, FOR A BIG FRIEND
Lo guardai bene, un’altra volta. Non ci conoscevamo da chissà quanto tempo, ma per me era come un fratello. Mi aveva aiutato quando ne avevo bisogno, e io avevo aiutato lui. E ora ci trovavamo a York, insieme.
«Psst» il mio amico mi chiamò «Allora?» .
Io controllai a destra e a sinistra, facendo attenzione alle telecamere di sorveglianza.
«Via libera» sussurrai il più discretamente possibile.
Il mio amico annuì impercettibilmente, mentre apriva la zip del piccolo marsupio.
«Né Gray, che ne dici di quella tazza? E’ scontata!» esclamò innocentemente, indicando il souvenir.
«Mmh? Si, è carina» risposi con fare distaccato «Ma preferisco quella penna».
Io e il io amico ci scambiammo un fugace sguardo d’intesa prima del gesto che stavamo per compiere.
Io allungai il braccio verso il barattolo delle penne, mentre lui tese la mano verso la tazza di porcellana.
Lo scontro, sebbene voluto, fu inevitabile.
Il portapenne finì rovinosamente a terra, spargendo il contenuto per tutto il pavimento. Immediatamente mi chinai a raccoglierle, lasciandomi sfuggire una -falsa- esclamazione di dispiacere.
Con la schiena piegata, avevo coperto la piccola porzione di scaffale necessaria a fare quello che ci serviva.
Quando ebbi finito, il mio amico mi rivolse velocemente l’occhiolino, prima di dirigersi verso l’uscita del piccolo negozio di souvenir della città di York. Quando uscimmo, non scattò nessuna sirena.
Grazie al cielo, pensai fra me.
Camminammo ancora per qualche minuto in silenzio, apparentemente tranquilli, fino a raggiungere un parco.
Il mio amico mi guardò intensamente, e io ricambiai lo sguardo. Così com’era iniziata, la nostra ridarella non se ne voleva andare, così rimanemmo semplicemente sdraiati sull’erba soffice del parco a fissare quei due piccoli oggetti rubati. Quelle due meravigliose spille dell’amicizia che già adoravo.
«Pensa se ci beccavano allo Store di Leeds con la prima edizione del libro di Tolkien» ridacchiò il mio amico.
«Secondo te avranno capito che quei 60 pounds erano falsi?» ribattei io, sorridendo.
Mentre parlavamo, il mio amico mi passò una delle due spille, che appuntai sulla maglia.
«Né Gray, lo rifacciam…» quando non lo sentii finire la frase, mi girai verso di lui, perplesso, per scoprire che non c’era più.
Sospirai.
Il mio amico amava i rospi, non era certo un segreto. Certo, per una persona normale stravedere dietro ai rospi del laghetto del parco sarebbe sembrato ambiguo (o almeno così avrebbe detto Lucy) ma era pur sempre il mio migliore amico, e io gli volevo bene comunque.
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_Angoletto_dell’Autrice_
Piccola flash-fic dedicata a BeeGoblinwizard, perché in realtà lui crede che io lo sopporto, ma in realtà è lui che sopporta me e le mie stramberie fluffose e dolciose tutti i giorni.
Dato che lui mi ha dedicato una flash che in fondo in fondo ho capito solo io, ho scritto una flash che capirà bene solo lui. Certo, non sarà mai originale come la sua, ma è l’unica cosa che esce da questa mia testa bacata.
Mi rimane solo da ringraziarti ancora, perciò, Goblin, GRAZIE DI CUORE.
Ah, Cleopeta ti ammira sempre di più. Sappilo.
Aye, Sir!
FairyLucy94