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Autore: _Atlas_    21/08/2013    2 recensioni
Sapeva che tutto sarebbe passato prima o poi, era normale essere provati appena quarantotto ore dopo aver rischiato di morire. Era normale voler assicurarsi che le persone intorno a lui non corressero alcun pericolo quando invece lui aveva guardato la morte dritto in faccia.
Posò un bacio sul dorso della mano che ancora teneva tra le sue e decise di alzarsi e di andare in laboratorio.

[Post-The Avengers / Iron Man 3]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Demons'
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Due mesi




"Signore, chiamo la signorina Potts?"

No, non stava succedendo.
Se la sarebbe cavata anche quella volta, ne era certo.
Oppure veva ragione Jarvis e quello era veramente un viaggio di sola andata? Era davvero rassegnazione quella che aveva sentito nella sua voce metallica?

"Tanto vale"

E che cosa le avrebbe detto? “Ti amo”? “Addio”? Cosa?
A quale scopo compiere una azione eroica se lui non l’avrebbe potuta rivedere?
A quale prezzo avrebbero vinto i Vendicatori?
Valeva davvero la pena salvare il mondo sacrificando se stesso?
Sì. Almeno per salvare lei.
Chiuse gli occhi e di nuovo si sentì cadere, precipitare verso il nulla e di nuovo quel maledetto silenzio.
 
 
 
 
 
"Signore, sto revisionando  i repulsori di volo che mi aveva chiesto di applicare alla Mark 42."

Venne riportato bruscamente alla realtà del suo laboratorio, quando l’orologio alla parete segnava le tre di notte.

"Ottimo J, continua."
Erano passati due mesi da quella prima notte passata interamente in laboratorio, eppure non era cambiato nulla.
All’ inizio aveva creduto di essere giustificato ad avere incubi e ad essere costretto a passare in bianco ogni singola notte, adesso invece non lo sapeva più e l’unica risposta che riusciva a dare un senso ai suoi comportamenti era che aveva il compito di proteggere qualcuno e di accertarsi che ovunque fossero le persone a cui teneva, non si trovassero in pericolo.
E se solo provava a chiudere gli occhi, precipitava. E lui non voleva precipitare, non quando aveva qualcuno da proteggere.
Come aveva fatto a non pensarci prima?
Da quando aveva svelato la sua identità, l’identità di un supereroe, era conscio che le persone accanto a lui non sarebbero state più completamente al sicuro perché c’era sempre qualcuno che mirava loro, per colpire lui. Ma allora era diverso, sapeva che era in grado di proteggerli perché sapeva di essere il migliore e che ce l’avrebbe fatta in ogni caso a prescindere i rischi e i pericoli. Pericoli che mai aveva avuto paura di affrontare.
Ora le cose erano cambiate.
Ora era coinvolto emotivamente e sentimentalmente ed era consapevole che se fosse successo qualcosa a lei lui non se lo sarebbe mai potuto perdonare.
Non dopo New York.
E allora erano iniziate le nottate in laboratorio, per sfuggire agli incubi e per creare qualcosa che avrebbe potuto dare maggiore sicurezza, a sé stesso e a lei.
Aveva avuto un’altra possibilità dalla vita e non poteva stare fermo a guardare.
 
"Tony, sei ancora qui? Sono le tre del mattino…"

Ebbe un sussulto.
Sapeva che aveva capito, sapeva che gli stava dando tempo, sapeva che non l’avrebbe più aiutato se avesse continuato così.
Ma l’ansia era troppa e dannazione, doveva proteggerla.
"Sì…finisco una cosa e poi...ora vengo. Tu va’ a dormire"
La vide sospirare e farsi sempre più vicina. Lei lo sapeva che era stata la sua salvezza?

Pepper si avvicinò a lui e, chinandosi, gli diede un bacio affettuoso sulla fronte  "Fai presto…"
E vide allontanarsi quegli occhi azzurri, quegli occhi blu come l’oceano e l’ansia tornò di nuovo a sovrastarlo.
"Jarvis, passiamo al progetto successivo."

   
 
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