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Autore: Shirangel    26/02/2008    9 recensioni
Tom viene a conoscenza tramite il fratello di una nuova realtà: l'anoressia. Cercherà di aiutare Bill ad uscire da questa spirale di morte, ma la strada sarà lunga e difficile, e i molteplici ostacoli metteranno a dura prova l'affetto che lega i due gemelli.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anorexia

“Bill? Bill, ma dove sei?”

Tom Kaulitz girava accigliato per casa, chiamando a gran voce il gemello e rivolgendo di tanto in tanto occhiate torve alle anonime confezioni che aveva in mano. Le aveva appena trovate, per caso, rovistando nel cassetto di suo fratello alla ricerca di qualche spicciolo. Erano accuratamente nascoste in un scatola di cartone sigillate con del nastro adesivo, chiaro segno che dovevano restare segrete… a volte l’ingenuità di Bill era disarmante. Qualcosa con la minima parvenza di segretezza era la prima cosa dove Tom andava a curiosare. Covava sempre la speranza di trovare qualche segretuccio piccante del fratello, una minima prova per intaccare l’aria angelica e perfettamente innocente che il cantante riusciva a mantenere malgrado il look duro, giocando con le linee dolci ed armoniose del viso, definibile puro e casto, di una semplicità incantevole. Le varie battute di “caccia”di Tom non avevano portato a nulla, non aveva mai trovato qualche pecca sconosciuta nella santità (già scalfita, peraltro) del fratello, ma in fondo era comprensibile: lo conosceva come le sue tasche, ogni minimo segreto era condiviso da entrambi e delle sue scappatelle tutt’altro che candide ne era perfettamente a conoscenza. Ecco perché non si aspettava di trovare chissà cosa, niente di particolarmente eclatante o peccaminoso in quel maledetto comodino. Non si aspettava che cercando qualche moneta si sarebbe trovato faccia a faccia con una realtà decisamente scomoda. Magari un paio di profilattici, un reggiseno omaggio di qualche fan, slip reduci da una nottata con una ragazza… al limite dvd hard o roba simile. Insomma, cose con cui avrebbe potuto prenderlo in giro per qualche giorno, cose normali, che tutti almeno una volta avevano conservato nel proprio cassetto. Ma non quello. Quella roba era l’ultima cosa che si sarebbe aspettato. L’ultima cosa che avrebbe voluto scoprire.

Se quel giorno Tom Kaulitz aveva programmato un’uscita con gli amici, magari spendendo i soldi elemosinati dal fratello, senza troppo preoccupazioni o problemi di alcun genere, si era sbagliato di grosso. Se si aspettava un giorno normale si era fatto speranze destinate ad infrangersi. Ma d’altronde, come biasimarlo? Chi si sarebbe aspettato di trovare lassativi, diuretici e porcherie varie nel cassetto del proprio gemello?

•••´¯`•••´¯`•••

“Che vuoi Tom? Te l’ho già detto, non ti do un soldo questa volt… oh.” Bill, uscendo dal bagno, si ritrovò davanti suo fratello piantato nel corridoio, con i suoi dimagranti in mano ed un’aria che non prometteva nulla di buono. Il cantante si morse il labbro inferiore, a disagio, giocherellando con il bordo della manica tirando qualche filo ribelle che era uscito dalla cuciture.

“Una spiegazione. Ecco cosa voglio.”

“Mi dispiace, ma ora sono proprio di fretta, devo andare a…” la fatica di inventarsi una scusa plausibile gli fu risparmiata dal gemello, che allungò un braccio e gli bloccò la strada, facendolo retrocedere.

“Dimmi perché hai questa roba.”

“Sono cose che non ti riguardano.”

Il chitarrista perse le staffe, lo afferrò per la collottola e lo sbatté al muro, incurante del gemiti di protesta di Bill.

“Certo che mi riguarda, idiota! Sei mio fratello porca puttana!”

“E allora?! Che cazzo te ne frega di me? Lasciami in pace, so badare a me stesso senza che tu mi faccia da balia!” in un improvviso scatto d’ira, il giovane si dimenò dalla stretta del gemello, allontanandosi da lui con rabbia. “Quello che faccio sono solo affari miei, Tom.” Quest’ultimo, senza nemmeno pensarci, gli mollò uno schiaffo sulla guancia, talmente forte da imprimere le cinque dita sulla pelle nivea e delicata del cantane. Bill lo guardò, incredulo e atterrito; in pochi secondi i suoi occhi dolci si riempirono di limpide lacrime che sgorgarono scivolando sul viso senza imperfezione alcuna del moro. Senza dire una parola corse fuori dalla stanza, e questa volta Tom non cercò nemmeno di trattenerlo: rimase lì, in piedi accanto al lavandino, turbato anche lui dal proprio gesto. Vittima di codardia e superbia, preferì non andare a cercarlo, si diresse in salotto e si gettò di peso sul divano, senza curarsi degli scricchiolii provenienti dall’ormai vecchio telaio del mobile.. Chiuse gli occhi e si massaggiò le tempie, sospirando pesantemente. Svogliato, si portò una mano alla tasca dei jeans extralarge per estrarne il cellulare di ultima generazione e avvisare gli amici con un sms che quel giorno non poteva uscire per problemi familiari: sperava capissero e non lo assillassero troppo. Per non rischiare, spense il telefonino e al suo posto afferrò il telecomando posto sul tavolino, deciso a trascorrere il tempo davanti alla tv fino a che Bill non si fosse fatto vivo. Ma le ore scorrevano e il gemello non accennava a uscire dalla sua stanza. Nervoso, Tom si accese una sigaretta senza staccare gli occhi dall’orologio. Quattro ore erano passate, e il cantante non era andato a chiedergli scusa, inoltre aveva saltato il pranzo e questo lo impensieriva ancora di più. Aveva notato che il gemello di recente mangiava meno del solito ma non se ne era preoccupato, preferendo addebitare la cosa allo stress, senza pensare a qualcosa di peggio. Dopo poco finì la sigaretta, così come le due successive, e la scatola di biscotti e la lattina di birra. Ormai anche la cena era andata a farsi benedire, neanche Tom aveva toccato cibo ma almeno lui si era fatto una bella colazione: il gemello invece si era limitato a una tazza di tè verde e pochi biscotti, sostenendo che la mattina non riusciva a prendere altro.

•••´¯`•••´¯`•••

Quando ormai fu chiaro che Bill non aveva la minima intenzione di passare sopra la questione, Tom brontolando e sbuffando salì le scale e arrivò davanti alla porta in mogano della stanza del gemello. Portò la mano alla lucida maniglia di bronzo, seguendone i rilievi con lo sguardo perso nel vuoto, intenzionato ad abbassarla senza troppi complimenti, ma dopo un attento momento di riflessione bussò leggermente. Seguì un leggero silenzio, interrotto poi dalla voce tremolante del ragazzo all’interno.

“C-chi è?”

“Sono io…”

“Vattene.” La voce d’un tratto dura colpì Tom al cuore. Era immensamente pentito dello schiaffo che gli aveva dato, ma aveva paura… paura di perdere la persona più importante della sua vita.

“Bill ti prego… mi dispiace veramente, non volevo farti male… scusa… ero solo molto preoccupato per te!” Non ci fu risposta. Tom, scoraggiato, stava per andarsene ma ad un tratto la porta si aprì lentamente e gli apparve suo fratello. Le molteplici lacrime avevano catturato l’intensa riga scura disegnata sulla palpebra del cantante, facendo colare una sottile striscia nera che macchiava la pelle candida della guancia, scavando il colore impresso dal leggero tocco di fard. I capelli, sempre così in ordine e di una bellezza surreale, ora erano scarmigliati e flosci, privi della proverbiale lucentezza. In quello stato la magrezza eccessiva del ragazzo risultava ancora più; a vederlo così Tom ebbe una stretta al cuore; senza riuscire a trattenersi abbraccio di impeto il gemello, lo strinse disperatamente come se volesse impedirgli di andarsene da lui, di incamminarsi sempre più in quel terribile vicolo senza uscita, in quel tunnel nero in cui già si era addentrato. Senza nemmeno accorgersene cominciò a piangere copiosamente, inondando di lacrime la felpa del gemello, che altro non poteva fare se non stringerlo a se. Per una volta, i ruoli si erano invertiti: toccava a Bill confortare il fratello, sempre così sicuro di se e forte.

“T-ti prego Bill… m-mangia…”

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Ok O___O non linciatemi vi prego! Questa è la prima ficcy che pubblico, spero che vi sia piaciuta... premetto che: I Tokio Hotel non mi appartengono. Questa storia non è scritta a scopo di lucro e nulla di ciò che è scritto è realmente accaduto. Soprattutto Bill non è anoressico -.-°° ma mi piaceva l'idea per sviluppare una FF... mi dispiace deludere le fan del Twincest (mi deludo da sola ç.ç) ma in questa ficcy non ce ne sarà... sicuramente NO lemon *me piange* però giusto un SANISSIMO affetto fraterno U___U questo me lo dovete accordare xD bene, spero in un commentino piccino picciò ^^ ciauz!

   
 
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