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Autore: Lyla    09/10/2004    5 recensioni
"Il rumore delle onde del mare raggiungeva rapidamente una ragazza che, seduta sotto un albero, cercava così di ripararsi dalla pioggia che cadeva copiosamente da ore interminabili e che non aveva accennato a scomparire. I tre soli che illuminavano il pianeta minacciavano di sparire presto oltre l'orizzonte, e il cielo era buio e minaccioso, reso ancora più oscuro dalle pesanti nuvole temporalesche. La ragazzina se ne stava lì, immersa nei suoi pensieri. Sembrava che fossero passati mille anni dall’ultima volta che lei aveva aperto gli occhi e respirato l’aria di un mondo ancora del tutto sconosciuto." E' una fanfiction che si svolge tra il primo e il secondo numero del fumetto, e ha come protagonista la coppia che preferisco: Cole e Calliope.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Calliope, Cole
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti

Ciao a tutti! Dopo due anni ho deciso di continuare la fanfiction perchè sembrava incompleta, e ci sarebbero tante cose da scrivere su questa coppia ^^ Spero che, anche se Kylion è finito da mesi, qualcuno possa gradire questa fanfiction!

Together

Capitolo uno

 

Il rumore delle onde del mare raggiungeva rapidamente una ragazza che, seduta sotto un albero, cercava così di ripararsi dalla pioggia che cadeva copiosamente da ore interminabili e che non aveva accennato a scomparire.

I tre soli che illuminavano il pianeta minacciavano di sparire presto oltre l'orizzonte, e il cielo era buio e minaccioso, reso ancora più oscuro dalle pesanti nuvole temporalesche. La ragazzina se ne stava lì, immersa nei suoi pensieri. Sembrava che fossero passati mille anni dall’ultima volta che lei aveva aperto gli occhi e respirato l’aria di un mondo ancora del tutto sconosciuto.

Era bagnata fradicia e desiderava ardentemente di avere qualcosa con cui asciugarsi i lunghi, ricci capelli rossi che le scendevano fino alle spalle e aveva fame. Come le mancava la Nave madre! Lì era nata ed era vissuta per sedici anni, protetta dalle insidie della vita, insieme ai suoi cinque compagni di viaggio, cinque adolescenti come lei…appena tre o quattro giorni prima i ragazzi erano giunti su questo pianeta senza nome a bordo della Colony 6, che era partita da Marte circa sedici anni prima, contenente gli embrioni degli esseri umani che entro e dopo 30 anni avrebbero dovuto svegliarsi dall’ibernazione ritrovandosi adulti e pronti all’esplorazione dello spazio ancora sconosciuto...ma c’era stato un imprevisto e il viaggio era durato soltanto 16 anni: così loro si erano svegliati appena adolescenti in seguito all’avaria improvvisa dell’astronave Colony 6, che aveva protetto i ragazzi (tre maschi e tre femmine) per anni e…li aveva costretti così ad un risveglio anticipato fermandosi su un pianeta del tutto sconosciuto, atterrando su un’isola deserta. O forse, piu’ che di un’isola, si trattava di un grande scoglio battuto dal vento e dalle onde.

Avrebbero dovuto ugualmente portare a termine la loro missione di esplorazione, contando solo su loro stessi e sulle loro conoscenze tecniche incomplete…I ragazzi avevano da poco lasciato l’isola deserta a bordo della Colony 6 (che poteva essere utilizzata anche in mare, grazie a una piccola modifica ad opera di Erin, l’assistente di rotta del gruppo) quando una tempesta aveva fatto in modo che la ragazza dai capelli rossi cadesse in acqua, separandola dai suoi compagni e ora lei si trovava seduta sotto un albero in attesa che il temporale avesse fine…Ma Calliope non era sola.

Quando era caduta in acqua, uno dei ragazzi si era precipitato a salvarla, incurante della violenza dei flutti e l’aveva stretta a sé per proteggerla coraggiosamente, ma un’onda li aveva travolti entrambi…ed era stato il buio. Almeno finché un pacifico animale marino era corso a dare loro una mano, e li aveva entrambi condotti sulla terraferma. L’aveva fatto soltanto per gratitudine.

Il giorno prima, il suo piccolo aveva corso il rischio di essere ucciso da Raiden, l’ufficiale militare, un tipo che gli altri ragazzi non riuscivano a trovare simpatico per via del suo modo di pensare immaturo, avventato e superficiale, ma Calliope gli aveva impedito in tempo di porre fine alla vita del piccolo animale marino. In fondo lei era la bioanalista di bordo e non le andava che venisse fatto del male a degli animali innocenti. La madre del piccolo aveva così dimostrato la sua gratitudine alla ragazza portandola in salvo su quella spiaggia desolata, insieme al ragazzo che si era tuffato in acqua per salvarla…il medico di bordo, un tipo amichevole di nome Cole.

Calliope smise di pensare per un attimo e si volto’ a guardarlo. Era seduto accanto a lei e guardava verso l’orizzonte con aria preoccupata.

Calliope avrebbe voluto parlargli, ma non poteva. Lo shock del risveglio anticipato di pochi giorni prima l’aveva resa muta, incapace di parlare, di dire qualsiasi cosa, ma non di pensare. In quel momento, la ragazza avrebbe voluto dirgli che era felice di trovarsi con lui e che erano stati fortunati a sopravvivere, ma si limitò a sorridergli timidamente e noto’ come la luce dei lampi lontani si riflettesse sul volto dell’amico, mettendone in risalto lo sguardo assorto e i suoi umidi capelli rosso fuoco.

I soli erano ormai sul punto di tramontare...sarebbero stati costretti a restare in quegli abiti fradici per ore e ore. Cole si volto’ verso Calliope e sorrise. "Sembra non volere finire mai," commentò, riferendosi al temporale. "Spero solo che Tanner e gli altri ci trovino al più presto," aggiunse il giovane medico di bordo della Colony 6.

Tanner avrebbe dovuto essere il comandante della loro spedizione, se loro fossero stati adulti. Ma anche se non lo erano ancora, lui stava svolgendo un buon lavoro, sforzandosi di tenere unito un gruppo di ragazzi cosi’ diversi tra loro.

Calliope annuì lievemente e si accorse che gli occhi a mandorla del suo compagno erano animati da una viva preoccupazione. "Se resteremo qui troppo a lungo ci prenderemo un raffreddore," disse Cole. "Ma non preoccuparti, anche se ci ammalassimo, mi prenderei ugualmente cura di te, questo e’ certo," commentò un attimo dopo, sorridendo incoraggiante, e Calliope fece lo stesso.

"Se quell’onda non ci avesse travolto all’improvviso mentre eravamo a mollo, a quest’ora saremmo con tutti gli altri. Chissà se anche loro si trovano qui in spiaggia," disse il ragazzo, come se stesse parlando da solo, ma Calliope sapeva che si stava rivolgendo a lei. Dopotutto si trovavano insieme sotto un albero durante una tempesta, ed era piacevole farsi compagnia in quel modo. "Tutta colpa di Raiden! Avrebbe dovuto aiutarci, finché era in tempo!" aggiunse Cole, e un improvviso lampo di rabbia gli illuminò lo sguardo.

Calliope gli si avvicinò, cercando di guardarlo con più gratitudine possibile, e Cole si volto’ a guardarla di rimando, sorridendo. Forse, se lui non si fosse gettato in acqua appena l’aveva vista cadere nei flutti, molto probabilmente Calliope sarebbe gia’ annegata. Invece era viva. Per merito suo. Non importava se Raiden li aveva visti in mare e non aveva cercato di salvarli.

Cole aveva capito che l’amica lo stava ringraziando per il suo gesto con l’unico modo che le era possibile: con l’intensità’ del suo sguardo. Lui ricambiò la sua occhiata, anche se con un certo imbarazzo. Dopotutto Calliope era cosi’ carina…Era difficile guardarla senza pensare il contrario.

Fin dal loro risveglio, i due ragazzi si erano subito trovati simpatici, e Calliope sapeva che avrebbe potuto contare su di lui in futuro. Era stato lui a scoprire che era muta, e le aveva detto con fare rassicurante che avrebbe ripreso a parlare in breve tempo e che non c’era di che preoccuparsi. Calliope aveva sperato che Cole avesse ragione.

Dopo uno dei soliti controlli ai quali la ragazza veniva sottoposta dal medico di bordo al fine di scoprire se ci fossero miglioramenti, pensando che lei non lo sentisse, Cole aveva detto chiaramente a Tanner che forse Calliope non avrebbe mai potuto parlare. Invece lei aveva ascoltato i loro discorsi di nascosto e ci era rimasta malissimo. Era corsa a rifugiarsi nella capsula ormai inutile che l’aveva ospitata per tanti anni…in cerca di conforto. Calliope sapeva che non avrebbe mai potuto essere come gli altri.

Cole le aveva mentito, quindi, dicendole che avrebbe parlato entro breve tempo. Ma lo aveva fatto per una sola ragione, e la ragazza se ne era resa conto più tardi. Le aveva mentito solo per risollevarle il morale, perché era un ragazzo sensibile e premuroso.

Il medico di bordo si era sempre mostrato gentile nei suoi confronti, e lei pensava che Cole fosse davvero un tipo in gamba, un amico fidato e insostituibile.

"Avrei voglia di andare a cercare un posto sicuro dove passare la notte, ma e’ meglio restare qui. Se ci muoviamo gli altri ci ritroveranno con piu’ difficoltà," disse il ragazzo all’improvviso, sorridendo lievemente, rabbrividendo nei vestiti bagnati, e Calliope annuì, tornando velocemente alla realtà. L’amico aveva ragione, sarebbero rimasti lì finché Tanner non li avesse trovati. Sempre che lui e gli altri membri della spedizione fossero giunti a loro volta sulla spiaggia…

Non c’era anima viva nei dintorni, escludendo Cole e Calliope. La pioggia continuava a scendere senza sosta, e un vento freddo spinse i ragazzi a spostarsi sotto un albero piu’ grande e piu’ robusto. Tuttavia i due non si allontanarono dalla zona.

Era rassicurante e piacevole, essere seduti uno accanto all’altro in una situazione scoraggiante come quella…I minuti passavano velocemente. Ad un certo punto, Cole si girò di nuovo verso l’amica.

"Hai fame?" le chiese premuroso e la ragazza si affretto’ ad annuire, fissandolo negli occhi. Non toccava cibo da tempo ormai, e Cole non aveva certo avuto l’occasione di portarsi dietro alcune reazioni proteiche che contribuissero a smorzare la loro sensazione di fame. Non c’era altra scelta. Dovevano cercare qualcosa da mangiare al piu’ presto.

"Bene, allora siamo in due! Vieni," commentò il giovane medico con un sorriso e si alzò, avviandosi verso quella che a prima vista sembrava essere una fitta distesa di alberi. Calliope lo seguì fiduciosa, chiedendosi se fosse normale il fatto che il vento soffiasse con tanta potenza. Si chiese quando avrebbe smesso di piovere in quel modo e lei sapeva che anche Cole stava pensando la stessa cosa. Entrarono insieme nella foresta, cercando di non addentrarvisi troppo.

Era freddo e buio, là dentro. Il rombo di un tuono improvviso fece sussultare Calliope. Senza pensare, la ragazza si strinse velocemente a Cole, il corpo invaso da gelidi brividi di paura. Il ragazzo rimase di sasso, per quel gesto del tutto inaspettato…Calliope era spaventata, ed era la prima volta che gli stava cosi’ vicina…

"Ehi, va tutto bene, era solo un tuono!" disse Cole con voce rassicurante, e le mise una mano sulla spalla, cercando di fare in modo che l’amica smettesse di tremare. Calliope alzò timorosamente il viso e si ritrovo’ a pochi centimetri da quello di Cole. I due si fissavano negli occhi con stupore, rendendosi conto di quanto fosse imbarazzante essere cosi’ vicini, lì in piedi, mentre il rumore della pioggia era l’unica cosa che rompeva il silenzio che era piombato tra i due ragazzi.

Calliope si rese conto che la mano di Cole era ancora posata sulla sua spalla e arrossi’ vivamente, indietreggiando. Il ragazzo si voltò da un’altra parte per un momento, in preda all’imbarazzo, ma torno’subito a sorriderle. In fondo non era successo niente. Calliope lo guardò per un momento con occhi grandi e straniti, ma gli sorrise a sua volta.

Era tutto ok. Non c’era nulla di cui preoccuparsi. Continuarono a camminare, fianco a fianco, immersi nei propri pensieri…

"Ci siamo!" esclamò il giovane medico all’improvviso, facendo sussultare Calliope ancora una volta, quindi corse pochi metri piu’ avanti, e la ragazza si affrettò a seguirlo, a passo veloce, chiedendosi cosa avesse visto.

Quando raggiunse Cole, vide che quest’ultimo era chino su una roccia immersa tra alcuni cespugli e la stava osservando con attenzione, scostandosi i capelli fradici dagli occhi. Calliope gli si accovacciò accanto e attese che lui dicesse qualcosa. La roccia era ricoperta da strani organismi simili a frutti e a dire il vero non avevano un brutto aspetto.

Forse erano anche commestibili…

"Hanno tutta l’aria di essere buoni…bene, adesso proviamoli," esclamò Cole, porgendo una manciata di frutti all’amica e Calliope si affrettò a raccoglierli senza timore. Era la bioanalista di bordo e la sua preparazione era completa. Era convinta che quello fosse cibo commestibile.

Mangiarono in silenzio. Il rumore della pioggia sembrò affievolirsi, e i due ragazzi infreddoliti pensarono con sollievo che forse il temporale stava finalmente giungendo al termine. Calliope rabbrividì e si alzò, facendo scorrere le mani lungo le braccia, come per diminuire la sensazione di freddo, ma ovviamente non era sufficiente.

Cole la guardò sorridendo. "Lo so, fa molto freddo qui…Lo sento anch’io. Non preoccuparti, adesso cercheremo un posto dove dormire. Ormai i soli sono tramontati, e non credo che Tanner e gli altri ci cercheranno di notte…Saranno stanchi, proprio come noi. Domani mattina torneremo alla spiaggia e li aspetteremo, che ne dici?" propose il ragazzo, aspettando un cenno di assenso da parte dell’amica.

Calliope lo fissò per qualche secondo, poi si rese conto che la sua idea non era male ed annuì sorridendo lievemente. Quindi Cole si alzò e si passò una mano tra i capelli bagnati, riflettendo. Dopo una manciata di secondi, il ragazzo si avviò cautamente nel fitto della giungla e Calliope lo seguì, sperando in cuor suo che avrebbero trovato un posto sicuro dove poter dormire.

  
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