Titolo: Doppelgänger
Serie: D.Gray-man
Personaggi: Road Kamelot, Tyki Mikk, Allen Walker
Pairing: RoadxTykixAllen
Rating: Giallo
Note: One-shot, What if, Shonen-ai
« Doppelgänger »
“…giocare
con Tyki era così divertente…”
E’
una bella stanza, quella in cui vi trovate. Semplice ma accogliente,
confortevole e calda. Raramente durante i tuoi vagabondaggi hai avuto
l’occasione di poter alloggiare in un simile posto. Solitamente i ragazzi
si accontentano di qualcosa di molto più umile, fosse anche il vagone di
un treno in disuso, e Ease non si è mai lamentato in proposito.
Bravo
ragazzo, Ease.
Speri di
non ricevere mai l’ordine di eliminarlo. Sarebbe molto spiacevole.
Un po’ divertente, ammettilo.
«Ti
ricordi di quell’esorcista di cui mi parlavi?» la tua voce secca
interrompe il silenzio che vi circonda.
«Allen-kun?»
cinguetta lei in risposta.
«Huh.
L’ho incontrato»
Poi rimani
in silenzio, immobile sul letto. Smetti persino di respirare, e il fumo della
sigaretta filtra indisturbato verso il soffitto.
Lei
attende per un po’, scarabocchiando distrattamente sul quaderno dei
compiti. «Vero che è carino? ♥» sorride al solo pensiero,
ridacchiando tra se e se. Tu alzi la testa dal cuscino, con una smorfia che fa
inclinare pericolosamente la sigaretta. «Si, è carino»
«Carino
quanto?»
Con uno
sbuffo ti metti a sedere, lasciando che i piedi poggino per terra. Non credi
che Road abbia più voglia di studiare. Non credi che l’abbia mai
avuta.
«Abbastanza.»
«Guarda
che non te lo lascio, Tyki»
Sorride,
ma è seria.
Sorridi, e
sai che ha ragione. O almeno, non te lo lascerà facilmente.
«Allora
prestamelo.»
Ti scruta
per un attimo, forse incerta se crederti o meno.
«Solo
un po’, Road» cerchi di stuzzicarla, ma non ti riesce molto bene.
Ti è tornato alla mente il viso di quel
ragazzino così carino, e Road di sicuro non ti aiuta.
«Tyki….»
Ti
richiama con un miagolio, lasciando definitivamente perdere i compiti e
dedicandoti tutta la sua attenzione. Ti si siede sulla
gambe, circondandosi il collo con le braccia.
«Road…»
tu rispondi, ma più serio. Un po’ scocciato, forse, perché
sai che – non hai idea di come abbia fatto – ti ha appena fregato.
Con un sospiro le poggi una mano sulla schiena, in un gesto protettivo quando
inutile. Difatti ti avvicina una mano al viso, sfilandoti la sigaretta dalle
labbra, stringendola nel palmo senza neanche guardarla. Senti sfrigolare la
pelle e contatto con la cicca accesa e un odore di carne bruciata ti infastidisce
per un attimo, che però ignori. Poi la getta lontano
e ti abbraccia di nuovo, sfiorandoti le labbra con le proprie in un gesto senza
malizia. Aspetta che la guardi per stringerti a se, e il
quell’effimero contatto di bocche diventa qualcosa di più.
La guardi negli occhi, ma non la vedi. Stai ancora pensando all’esorcista
maledetto.
Poi
realizzi.
E in
quell’attimo il mondo divenne nero, mentre un tenue calore di mani ti preme sugli occhi. Il bacio rallenta, tornando ad essere uno
schiocco di labbra ogni tanto.
«Road,
le mani» sorridi, curioso.
La senti
ridere sommessamente, mentre posa una guancia contro la tua.
«Fai
finta che sia lui.»
Non riesci
a trattenere una mezza risata. «Oh, andiamo…»
«Forse
se dimostri che ti piace abbastanza potrei prestartelo»
«Forse
potrei prendermelo e basta»
Ti prepari
a ricevere una qualsiasi ripicca – un pizzicotto, un morso
– quando la senti sorridere. Si, la senti.
«Fai
finta che sia Allen-kun» ripete. E si china a baciarti il collo, facendo
scivolare lentamente le mani dai tuoi occhi. Che lasci chiusi.
«Sei più piccola di lui…» gli ridacchi
sulla spalla, guardandola di sottecchi.
«Aw…
andiamo, Tyki-pon…» le poggi le mani sui fianchi, stringendo appena
la presa. Lei torna sulla tua bocca, mangiandosi quello che stavi per
replicare.
«Alleeeeen…»
comincia a cantilenare tra una respiro e
l’altro.
E ti ritorna
alla mente lui, il suo viso, il suo nome - che quella sciocca ragazzina sta
cercando di inculcarti nel cervello nonostante ne sia così gelosa.
Le carezzi
i capelli, immaginandoli più lunghi, forse più morbidi, di un
profumo diverso che non riesci a ricordare. Senti le sue mani premerti contro
lo stomaco, e cerchi di figurartele un po’ più grandi, ma
più esitanti.
Ma quando
senti i pantaloni cedere di un po’ ti alzi in piedi, facendo attenzione
al piccolo corpo di lei, le cui gambe si intrecciandole alla tua vita.
Fai
qualche passo avanti, verso il tavolo dove poco prima stava scribacchiando.
«Road….»
«Hn….»
Ti
sorride, mischiando il suo respiro al tuo.
Le
sorridi, scuotendo appena la testa, come incredulo.
Poi la
poggi sulla superficie di legno, sgusciandole lontano di mezzo passo.
«Se
lo voglio, me lo prendo»
Le baci la
fronte con una smorfia, ti sistemi i pantaloni e le ficchi nelle mani i suoi
quaderni. «Ciao ciao, Road.»
«Ma…»
è confusa. «Tyki!»
«Ciao»
ripeti, invitandola con il tono ad andarsene.
Lei
corruccia lo sguardo, ma un attimo dopo scende con un piccolo salto dal tavolo.
Si sistema la minigonna spiegazzata con la stessa espressione confusa e
infastidita, che tu ricambi con un sorriso.
«Ciao»
borbotta prima di aprire la porta e uscire dalla stanza. Un lieve rumore di
passi si allontana con lei, e finalmente sei solo.
«Uhn…»
Scuoti la
testa, come prima, passandoti una mano tra i capelli, e sospiri.
Road era
davvero impossibile.
Allen
Walker si lasciò cadere a peso morto sul letto ad una piazza che gli era
stato assegnato per la note. Gli altri esorcisti
– Rabi, il vecchio Bookman e (brrr)
Kanda erano ancora al piano di sotto a mangiare. Lui aveva rifiutato
gentilmente l’invito del locandiere, e, con un sorriso e una buona scusa,
si era ritirato dalla scena.
Era
stanco.
Sospirò.
E quando si rese conto di essere ancora vestito, gemette. Si rialzò con
estrema fatica per togliersi la divisa dell’Ordine.
Sentì
un buon odore di tabacco e due braccia che lo afferravano con forza per la vita.
Un ciuffo di capelli neri gli sfiorò la guancia, sentì un buon
odore di tabacco e un voce dietro di lui.
«Bom
dia, Exorcista»
Un
po’ più lontano, da qualche altra parte, una Bambina sorride,
dondolandosi su un ombrello con una zucca parlante al posto del puntale, il
quale sembrava protestare vivamente. Lei gli schiaccia la testa con il tacco
della scarpa, ignorandolo.
Ride
ancora una vola, incrociando le manine dietro la schiena
Giocare con Tyki era così
divertente…
The End