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Autore: AngelAnderson15    22/08/2013    2 recensioni
Gli Warbler sono al loro ultimo anno di liceo quando Thad Harwood diventa inaspettatamente taciturno, perso nei suoi pensieri e terrorizzato da tutto ciò che lo circonda per colpa delle violenze del patrigno omofobo. Thad, troppo spaventato per denunciarlo decide di tenere tutto nascosto ma Sebastian Smythe, il suo compagno di stanza, inizierà ad investigare su Thad e finirà ben presto ad innamorarsi di lui. Thad riuscirà ad abbandonare le sue difese per aprirsi a Sebastian e Sebastian saprà curare tutte le ferite di Thad senza far peggiorare la situazione?
E' la mia prima long quindi beh spero vi piaccia. Grazie a chi leggerà
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval, Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli | Coppie: Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Violenza
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Il ritorno.

P.O.V Sebastian

Per le vacanze estive ero tornato a Parigi, i tre mesi più lunghi della mia vita: la mia famiglia, neanche a dirlo,non mi aveva lasciato un minuto per riprendermi dal viaggio che mi era letteralmente saltata addosso,valigie incluse.

Dopo tre lunghi mesi di urla,scopate senza nome e sorelle costantemente mestruate ero quasi felice di tornare alla Dalton perchè,anche se c’èra meno libertà di “evadere”, non ci sarebbero state portatrici di vagina sclerotiche ad aspettarmi alzate agli orari più impensabili. Entrai nel dormitorio a testa alta, come sempre del resto, scostando malamente un gruppo di novellini per entrare nella mia stanza che, a quanto pare, era stata già occupata da Thad-sono-una-piattola-Harwood che fissava inebetito la finestra.

-Allora Harwood? Non vieni a salutare il tuo amato compagno di stanza?- lo schermii come a mio solito non ricevendo però nessuna risposta, Thad, al contrario di come mi aspettavo, restò nella stessa posizione sussurrandomi flebilmente, senza neanche guardarmi -Ciao Sebastian-. Lo guardai interrogativo,prima di buttare la mia valigia sul letto e andare a fare “conoscenza” con qualche nuovo acquisto della scuola,non avevo mica tempo da perdere con le piattole io.

Mezza notte passata,il mio corpo oscillava pericolosamente ma la mia testa era abbastanza lucida da impedirmi di cadere come un sacco di patate, la stanza era a malapena illuminata dalla piccola lampadina sul comodino e una sagoma scura che, solo dopo essermi quasi fatto prendere dal panico, riconobbi come Thad era ancora lì, seduto sul letto nella stessa identica posizione e gli occhi rivolti alla finestra

 -Dio Harwood, mi hai quasi fatto prendere un colpo- biascicai con la mente annebbiata cercando di rallentare il battito.

-Scusami, non volevo spaventarti- sussurrò appena con lo sguardo annebbiato, perso in un mondo di cui non facevo parte.

Fu Thad il primo a mettersi sotto le coperte, ancora vestito ,con una maglietta sformata e dei jeans. Qualcosa in quella piattola stava decisamente cambiando ,pensai prima di mettermi a dormire.

P.O.V Thad

Mi alzai di scatto, Sebastian era inginocchiato di fronte a me mentre un liquido informe mi scorreva sulle guance, ingenuamente pensai subito al sangue prima di capire che si trattava di lacrime.

-Brutto sogno?- il sussurro apprensivo di Sebastian mi fece desistere dal spostare malamente la sua mano dalla mia spalla -No- sussurrai secco cercando di allontanarmi il più possibile da lui senza però sembrare brusco.

-Come ti sei fatto quel taglio?- chiese accennando al piccolo pezzo di spalla ,martoriata dalle cicatrici, che la maglia aveva lasciato involontariamente scoperta -Non sono affari che ti riguardino- risposi a stento appiattendomi di più contro al muro.

Lo vidi abbassare gli occhi e ,ignorando il senso di colpa, mi ripetei che non potevo fare diversamente, lasciarmi vedere così fragile da lui era stato uno sbaglio da non rifare

-Volevo solo essere gentile- disse sprezzante tornando nel suo letto, lasciando un alone di vuoto intorno a me, così,ignorando ancora una volta il mio corpo che mi supplicava di avvicinare Sebastian e dirgli tutta la verità, mi rigirai nel letto, sperando che l’alba arrivasse presto e ringraziando mentalmente il blazer che copriva ,per mia fortuna, quasi ogni  parte del corpo.

P.O.V Sebastian

Guardai scocciato la sveglia che segnava le sei e mezzo del mattino mentre dei rumori soffocati arrivavano dal bagno,ero stato svegliato da quello spiraglio di sole impertinente che mi si era puntato dritto sulla faccia e di certo non ne ero contento. I rumori, che si rivelarono singhiozzi, non accennavano a smettere ma, ignorando lo stomaco che si strinse in una morsa soffocante, uscii dalla stanza per prendermi un caffè dicendomi tra me e me che non avrei potuto far nulla per Thad, rabbrividendo poco dopo per la consapevolezza di aver dimenticato di chiamarlo per cognome.

P.O.V Thad

Uscii dalla stanza, cercando di evitare di essere spintonato dai novellini o incrociare qualcuno che mi conoscesse. Fino a metà corridoio il mio “piano” funzionò fino a che non mi immobilizzai lì, in mezzo al corridoio. Uno specchio si era appena rotto.

Flash back -So che sei qui Thaddino, è inutile che ti nascondi-

Terrore, era quello tutto ciò che riuscivo a sentire

 -ESCI DANNAZZIONE- urlò subito dopo. Lo stavo irritando e lo sapevo benissimo così cercai di rimanere il più fermo possibile sobbalzando subito dopo sentendo le sedie schiantarsi contro il muro.

 –Devi ubbidire a tuo padre Thad- sussurrò mellifluo avvicinandosi pericolosamente al mio nascondiglio, non me ne accorsi neppure, uno scatto repentino e il mio polso fece uno strano rumore. Mi si annebbiò la vista mentre trattenevo le urla pensando solamente che lui adorava sentirmi urlare.

-Sai che non devi farmi arrabbiare- ,parole dette con rabbia animalesca,un pugno sullo specchio di fianco a noi che andò in mille pezzi, le schegge che mi ferivano il viso ma il peggio arrivò solo quando il vetro più affilato mi si piantò sulla schiena manovrato dalle sue braccia.

–Amo disegnare su di te- un rantolo uscii dalla mia bocca. Tutto quello era solo l’inizio.

Fine flash back –Thad?-una mano sulla spalla mi riportò bruscamente alla realtà mentre il professor Horan mi guardava stralunato -Va tutto bene?- la campanellà suonò, il primo giorno di scuola era ufficialmente iniziato.

  
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