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Autore: Gloria Bennet    23/08/2013    1 recensioni
Stefan è riuscito a uscire dalla cassa e, ora, si ritrova più vivo e libero che mai.
Perchè lo Stefan che c'era prima si è inabissato nel fondo dell'oceano, quello nuovo, invece, aspetta solo di tornare a vivere sulla terraferma.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Al chiaro di luna.




Un sognatore è uno che può solo trovare la sua strada al chiaro di luna,
e la sua punizione è che scorge l'alba prima del resto del mondo.
-Oscar Wilde-



 

Al chiaro di luna c'era un uomo.

 

E poco importava che non fosse veramente tale.

Perché lui era un vampiro, ma era più umano di qualsiasi altro uomo.

Il suo cuore era puro e scintillante come le stelle che abbracciavano la luna in cielo.

La sua anima era limpida e cristallina come l'acqua che scorreva sotto di lui, increspandosi in quelle onde che accarezzavano gli scogli.

Quelle increspature rappresentavano i suoi dubbi, le sue insicurezze, i suoi difetti.

Ma, quale mare è privo di imperfezioni?

I suoi occhi, verdi come gli alberi, i prati e l'erba osservavano con rinnovata gratitudine il panorama che lo circondava. Era vivo.

Dopo tutto ciò che gli era accaduto, era ancora lì a respirare, guardando il cielo e il mare.

La luna argentea vegliava su di lui e, guardandola, non poteva fare a meno di pensare a quando poteva solo immaginarsi la sua candida luce perché era sprofondato negli abissi più tetri dell'oceano.

Ora era libero e, quegli innumerevoli momenti trascorsi a immaginare la luna che lo illuminava nell'oscurità della sua prigionia, erano solo uno sbiadito ricordo. Un ricordo da dimenticare.

Ora poteva guardare ancora quel disco argenteo, poteva sentire la fresca brezza notturna accarezzargli la pelle e, nonostante fosse ormai parecchio dimagrito a causa della disidratazione, si sentiva più forte che mai.

Era cambiato.

Lo Stefan nella cassa era restato lì dentro, si era inabissato nell'oceano, lasciando cadere sul fondo il male che l'aveva attanagliato.

Il nuovo Stefan non era più vincolato da quelle catene.

Dalle catene dei dolorosi ricordi.

Il nuovo Stefan era libero. Era fuori dalla cassa.

Poteva sentire il freddo sulla pelle, la luce che lo scaldava col suo tepore, e soprattutto, aveva piena consapevolezza di se stesso, dei suoi sentimenti.

Stare così a lungo in solitudine l'aveva portato a capire, a comprendere la sua vita.

A trarre quegli insegnamenti che solo negli abissi si possono trovare.

Ora era più forte che mai.

Si sentiva invincibile.

Voleva ricominciare daccapo, voleva tornare a vedere il sole che sorge, la luna che cala.

Così, si era ritrovato lì.

Nel punto in cui tutto era finito e ricominciato, qualche mese prima.

Quando il suo doppelganger l'aveva intrappolato. Si trovava in quello stesso luogo, ma non lo temeva.

Non aveva più paura.

Soffrire in silenzio e in solitudine l'aveva fatto crescere.

Stare di fronte alle sue paure gli aveva permesso di affrontarle per vincerle definitivamente.

Perché non aveva combattuto da vampiro, aveva combattuto da uomo.

Fragile e corruttibile.

Si sarebbe potuto distruggere, senza sangue di cui nutrirsi, senza nessuno a confortarlo, invece, aveva resistito.

Pur nel dolore, pur nel silenzio e nella solitudine.

Aveva abbattuto i confini che lo limitavano, le catene che lo sopprimevano, era tornato alla luna.

Era tornato a se stesso.

L'autentico Stefan.

Lo Stefan umano.

Perché, quando ci ritroviamo a combattere, nudi e disarmati, vestiti solo dai nostri peccati, abbiamo due sole alternative: vincere, accettando le nostre debolezze o soccombere, lasciandoci sconfiggere per paura di affrontarle.

Stefan aveva vinto e poco importava che nessuno fosse lì, a gioire insieme a lui.

Perché stava bene, dopo troppo tempo.

Era rinato dopo più di 160 anni dalla sua vera nascita.

Presto sarebbe tornato dagli altri, ma per ora, voleva solo guardare la luna e il mare con i loro colori in perenne antitesi.

Prima di voltarsi e tornare a casa, si tuffò in acqua.

Impavido e valoroso come un eroe greco.

Probabilmente, un altro uomo non si sarebbe mai più voluto avvicinare all'acqua, dopo un'esperienza così terribile, ma lui era un uomo diverso dagli altri, era un eroe.

Ed aveva vinto.

Per questo, inspirò a pieni polmoni un'onda di aria fresca e si lasciò cadere nel mare con un tuffo soave e armonico da parere una danza della natura, dell'uomo che si congiunge a quella stessa natura che l'ha creato.

L'impatto con l'acqua fu delicato e forte, sentì l'acqua accarezzargli il corpo, rinfrescandolo di nuova vita e desideri da esaudire e vide l'oscurità della notte riflettersi sotto la superficie delle onde.

Questa volta, però, tornò in superficie, ritornando a respirare e a guardare la luna che lo sovrastava.

Quella luna argentea che aveva sempre vegliato su di lui come ogni fiaccola guida gli eroi verso la luce della gloria eterna.

 

Al chiaro di luna c'era un uomo ed era un eroe.

 

 

 

 

A/N

 

Ho voluto cogliere (o perlomeno, cercare di farlo) l'eroicità del personaggio di Stefan.

Quell'eroicità che sorge dalla sua tragicità.

Perché lui (purtroppo) è sempre soggetto alla sofferenza. Forse, perché anche quel fato crudele sa che solo un uomo come lui può resistere a certe sofferenze, può andare oltre il dolore e rinascere, tramutandolo in vita.

La sua forza, ciò che lo rende diverso e unico da tutti gli altri, è la sua umanità.

Il suo essere uomo, più di tutti.

E' per questo che lo amo.. e ho voluto dipingere quest'immagine “al chiaro di luna”.

Ascoltate la sonata con il medesimo nome di Beethoven, non ve ne pentirete:
http://www.youtube.com/watch?v=9-EMWgBgJmM

 

Un bacio e buonanotte ;*

Gloria

   
 
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