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Autore: Alex Wolf    23/08/2013    8 recensioni
Dal primo capitolo:
« Ma che cosa fai? Mettimi giù rampollo viziato!. »protestai nel mentre il mio sedere toccava il cuoio chiaro della sua sella.
« Quanto sei bisbetica. » borbottò salendo dietro di me e passando le sue mani attorno ai miei fianchi per prendere le redini.
« Togli quelle mani, guido io. » ringhiai afferrando d’impulso le redini e procurandomi una fitta alla spalla.
« Smettila. » mi riprese il principe scocciato levando le mie mani dalla giuda e riportandoci le sue. « E sta zitta. Hai già parlato troppo. » spronò il cavallo.
Risucchiai le guance e le labbra all’interno e le rilasciai andare con uno schiocco frustrato.
« Se dovrò viaggiare così, tanto vale che mi metta comoda. » borbottai appoggiando la mia schiena al suo torace e chiusi gli occhi. « Se ti metti a cantare qualche canzone in elfico ti strappo le labbra. » aggiunsi.
Non fatevi ingannare dalle apparenze, leggete e poi saprete dirmi che ne pensate ;)
Storia ispirata al film "la compagnia dell'anello"
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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When you let her go.
 





Preferisco sembrare cattiva che spiegare quanto sia ferita.
 
— (via wronghysteria)

 

 
 
 
 

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« Muoviti Gring, faremo tardi a Gran Burrone. » urlai divertita mentre spingevo il mio cavallo al galoppo.
 
Il fogliame dei boschi sfrigolava al vento, il sole autunnale scaldava le strade che battevamo. I miei capelli, oro al sole e cenere al buio, frustavano l’aria liberi.
La mia risata era l’unico suono presente nelle vicinanze oltre quello degli zoccoli dei cavalli e la voce scocciata del mio maestro che urlava:
 
« Vada piano, Eleonora. »
 
« Non posso Gring, sono ansiosa di sapere perché il re li ha convocati. » a dire la verità lo sapevo già il perché, ma non avevo mai potuto vederlo di persona.
 
 
La mia storia inizia così, o meglio continua.
Non sono una ragazza diversa da te che stai leggendo, provengo dal tuo mondo ma in qualche modo sono finita in uno dei miei libri preferiti, o forse nel film? Bha.
 
Le due cose si assomigliano tremendamente una volta che ci sei dentro.
 
Fatto sta che non so da quanto tempo ci sono dentro, forse, su per giù abbastanza tempo da compiere 17anni.
 E riguardo a Gring, bhe, lui si è associato a me in quanto la prima volta che ho messo piede nella terra di mezzo gli sono caduta sopra.
Comunque riprendiamo:
 
« Come fate a sapere che Re Elrond ha indetto un consiglio?. »
 
« Ho visto il film. » borbottai.
 
« Cosa?. »
 
« Le voci corrono, Gring. E io so coglierle. » dissi a voce alta quando qualcosa attirò la mia attenzione .
 
Nel fitto del bosco qualcosa stava facendo muovere le foglie più del dovuto e quel qualcosa aveva in mano un arco e ci stava puntando delle frecce contro.
 
« Gring, giù. » urlai nel mentre una freccia colpiva il ventre del mio cavallo.
 
Questo nitrì impennandosi e cadde a terra con me sotto.
Guaii per il dolore. L’uomo dalla barba ispida e brizzolata che viaggiava con me mi raggiunse, saltò dalla sella e impugnò la spada.
 
« Si muova Lady Eleonora, non c’è molto tempo da sprecare con quei così alle calcagna. » parò una freccia con la lama.
 
Grugnendo feci sgusciare la gamba sinistra fuori dal peso della carcassa e mi rimisi in piedi. Dal fodero che portavo attorno alla vita estrassi una spada e attesi che quei cosi si facessero avanti.
 
« Sa che cosa sono gli orchi, Eleonora?. » chiese Gring infilzandone uno.
La sua lama si cosparse di sangue scuro così come la mia.
 
« Erano elfi. » parlai col fiatone mentre schivavo un’altra freccia e impiantavo nel piede del mio nemico la lama.
 
L’essere aprì la bocca rivelando una fila di denti aguzzi che trafiggevano le labbra nere.
Feci una smorfia disgustata e continuai.
 
« Che hanno scelto la parte del male e sono stati tramutati in orride creature. »
 
« Vedo che ha studiato, da dove viene. »
 
« Si, si i film aiutano. » passai la lama sulla gola di un orco che si accasciò a terra e morì tra vari rantoli.
 
« Mi piacerebbe conoscere questo Film, di cui lei parla spesso. » infilzò l’ultimo assalitore e si voltò verso di me. « Sembra che sappia tante cose. »
 
« Oh si, scommetto che ti piacerebbe. » mi inginocchiai vicino al mio animale e raccolsi la sella e le briglie.
 
Altre urla arrivarono ai nostri timpani. Altri orchi sarebbero arrivati.
 
« Bene, giacché ci siamo annunciati con tanto clamore al mondo dovremmo trovare un’altra strada per attraversare le colline… » Gring indicò le dune verdeggianti avanti a noi e poi si rivolse a me con un sorriso perfido. « Certo sarebbe tutto molto più facile se tu volassi… »
 
Sgranai gli occhi color cioccolata.
 
« VOLARE?. » cantilenai. « Non posso volare, non ne sono in grado. Questo i film non lo insegnano. »
 
« E se invece avessi un piccolo aiuto?. »
 
Feci un passo indietro preoccupata. Non mi piaceva quell’aspetto del mio compagno di viaggio, no.
L’aria mi sferzò ancora i capelli e li gettò sul mio viso.
Il terreno si mosse un poco alzando una nube di fumo.
Chiusi gli occhi e quando li riaprii davanti a me trovai un essere grande come mai avevo visto.
 
Era un drago. Aveva squame azzurre e ali piumate, occhi celesti e quattro gambe forti e robuste. Una coda uncinata e una testa arricchita da corna. Il tutto in scala… bhe era grosso, molto grosso, troppo ecco tutto.
 
Ingoiai un fiotto di saliva mentre l’animale mi guardava circospetto mostrandomi le fauci.
 
« Non credo sia una buona idea. Gring. » mi accarezzai il braccio turbata. « Sul serio, non è una buona idea. »
 
L’uomo si passò una mano fra i capelli corti e ispidi e poi sorrise.
 
« Basterà sellarlo e sarà come andare su un cavallo. »
 
« Si ma il mio cavallo non aveva le corna, gli aculei e gli artigli. » fissai la bestia che si era sdraiata e aveva alzato il collo alla mia affermazione. « Senza offesa. »
 
Il drago sbuffò e ripoggiò il capo sulle zampe.
 
« Sarà facile, e poi non abbiamo molto tempo e gli orchi ci sono alle calcagna. »
 
Mi mordicchiai il labbro inferiore e alla fine cedetti.
Sellammo l’animale con velocità – i finimenti del mio cavallo, allargati al amssimo, si dimostrarono perfetti per la lucertola cresciuta – e Gring mi aiutò a montare.
 
« Come si giuda questo affare?. » chiesi mentre il drago avanzava verso una sporgenza, troppo alta.
 
« Ah, non lo so, scopritelo. » rise Gring.
 
« Appena sarò scesa ti ucciderò. » ringhiai.
 
Ma il mio urlo si disperse in quello troneggiante che il drago lanciò prima di scendere in picchiata nel precipizio.
Non ero mai stata così vicina al corso del fiume come allora.
L’animale virava con semplicità, e io mi scoprii felice di sentire il vento forte e il rumore delle ali che schioccavano nell’aria.
Il flusso dell’acqua sotto di noi si allontanò velocemente mentre l’essere saliva, turbinava fra le nubi e tornava giù verso il bosco, dove Gring cavalcava il suo amato stallone.
 
« Reggiti bene e abbi cura di te, mia piccola forestiera. » ruggì quando gli passammo sopra. « E’ stato un piacere per me seguirti. » fermò lo stallone nero e lo voltò dalla parte opposta. « Arrivederci. »
 
« Cosaaaa? No, no Gring aspetta, aspetta non so nulla su cosa devo fare con questo animale. » ma l’uomo si stava già allontanando e i suoi vestiti di pelle nera splendevano al sole. « Gringggggg! »
 
« Terrò quegli esseri lontano da voi!. » fu l’ultima cosa che gli sentii dire prima che scomparisse nel fitto della foresta.
 
Il drago virò violentemente dirigendosi verso le montagne.
 
Passai così l’ora più solitaria della mia vita, cullata dal battere d’ali rallentato di Titano – così avevo chiamato il drago blu – con la testa sopra il suo collo fresco e le mani gelate.
I miei occhi facevano fatica ad aprirsi, le mia guance erano fredde e rosse.
 
« Devi stare attento Titano, se la memoria non mi inganna siamo vicino a Gran Burrone e ci potrebbero essere elfi armati ovunque. »
Come se mi avessero letto nel pensiero una freccia fischiò sopra la mia testa.
 
« Veloce Titano, veloce. » urlai guardando di sotto.
Eravamo pericolosamente vicini a terra e potevo scorgere un gruppo di elfi armati di archi fissarci e puntare di nuovo.
Un ragazzo biondo accarezzò e piume della sua arma e scoccò colpendo l’animale nel collo.
 
Titano ringhiò e ruggì scaraventandosi sugli attentatori con me al seguito. Tirai le redini più che potei e lo feci alzare da terra mentre soffiava fuoco dalle narici.
Non avevo mai visto spettacolo più bello e cruento di quello.
 
« Su Tatano, su. » urlai ancora incoraggiandolo ma gli elfi ci scoccavano frecce micidiali e una colpì anche me alla spalla.
 
Gradai lasciando andare le redini e crollai dalla groppa dell’animale.
 
Precipitai nel vuoto, sospesa fra terra e cielo. L’aria mi schiaffeggiava facendo scoccare i lembi della mia maglia e i miei capelli.
Quando toccai il suolo, con fragore, la freccia oltrepassò la spalla e il sangue zampillò sul bianco e sulla pelle dei miei vestiti. Respirai a fatica alzandomi barcollante e estrassi nuovamente la spada dal fodero anche se la spalla guaiva.
Da quando ero stata gettata nel mio film preferito non mi era mai capitato di dover usare una spada, e ringraziai Dio del fatto che da bambina avessi preso lezioni di scherma.
Attorno a me, dove prima crescevano alberi rigogliosi, ora c’era un buco vuoto e cenere cosparso di corpi feriti di elfi dai capelli biondi.
 
« Fatevi avanti. » sibilai impaurita.
 
Con la spada me la cavavo ma potevo parare frecce?.
 
« Io la metterei giù se fossi in voi. » mi consigliò un elfo facendosi avanti. L’arco tirato e una freccia pronta a partire.
 
Studiandone i lineamenti e cogliendo la sfumatura blu dei suoi occhi mi accorsi che quel ragazzo era estremamente uguale al principe di Bosco Atro.
 
« Voi siete Legolas Verdefoglia?. » abbassai la spada e mi lasciai cadere a terra portandomi una mano alla spalla. « Avevo sentito di meglio sul vostro conto, principe. Non credevo colpiste delle donne con le frecce. »
 Lui ripose l’arma e fece un passo avanti incuriosito.
 
« Voi come sapete il mio nome?. »
 
« Ci sono tante cose che so e che non dovrei sapere, Legolas, che ti farebbero paura. »
 
« Non mi dare del tu. » borbottò chinandosi su di me.
 
Lo trafissi con lo sguardo e sputai sui suoi stivali.
 
« Mi ferisci mentre sto andando al consiglio e pretendi che ti sia riconoscente? Non credo proprio che Re Elrond ne sarà contento.  »
 
« Conosci il re?.  » i suoi occhi si spalancarono.
 
« Fin troppo bene, e non sarà felice di vedermi così. »
 
Lui serrò le palpebre scosso e poi mi prese fra le braccia avvicinandosi al suo cavallo.
 
« Ma che cosa fai? Mettimi giù rampollo viziato!. »protestai nel mentre il mio sedere toccava il cuoio chiaro della sua sella.
 
« Quanto sei bisbetica. » borbottò salendo dietro di me e passando le sue mani attorno ai miei fianchi per prendere le redini.
 
« Togli quelle mani, guido io. » ringhiai afferrando d’impulso le redini e procurandomi una fitta alla spalla.
 
« Smettila. » mi riprese il principe scocciato levando le mie mani dalla giuda e riportandoci le sue. « E sta zitta. Hai già parlato troppo. » spronò il cavallo.
 
Risucchiai le guance e le labbra all’interno e le rilasciai andare con uno schiocco frustrato.
 
« Se dovrò viaggiare così, tanto vale che mi metta comoda. » borbottai appoggiando la mia schiena al suo torace e chiusi gli occhi. « Se ti metti a cantare qualche canzone in elfico ti strappo le labbra. » aggiunsi.

 
 
 
 




Hiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii.
First capter.
Primo capitolo. Che ne pensate? Orrido o no? Recensite e fatemi sapere cosa secondo voi potrei aggiungere o cambiare.

http://www.youtube.com/watch?v=yq4oK9jEI_M
  
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