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Autore: JustNiki    23/08/2013    2 recensioni
E' realtà o semplicemente El vorrebbe che lo fosse?!
"Sei entrato nella mia vita in punta di piedi e te ne sei andato sbattendo la porta con forza"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ora resetta tutto. Questa non è una di quelle storie inventate.

È una storia vera e reale.

Reale come i pizzicotti che tuo fratello ti tira per farti un dispetto.

Reale come il profumo della carne alla brace il giorno di ferragosto.

Reale come le pallonate in faccia durante una partita di pallavolo.

Reale come l’acqua che violenta ma purificatoria ti scorre addosso durante una doccia.

 

 

 

3.00 am

El alzò la testa, aprendo nel frattempo gli occhi. L’ultima cosa che si ricordava era di averli chiusi.

Perché li aveva chiusi?

Ah, si! Perché le palpebre erano diventate pesanti. E perché le palpebre erano diventate pesanti?

Perché era ubriaca marcia. Già! Le capitava spesso da quando…. da quando….

Lentamente El si alzò. Era seduta con la schiena contro il muretto che c’era in giardino. Perché era seduta in giardino?

Ah si….

Perché c’era quella canzone in casa. E lei quella canzone non voleva sentirla. Non da ubriaca almeno. Da sobria poteva reggere il dolore e trattenere le lacrime che la invadevano non appena il primo sol suonato con il pianoforte dava inizio a quella canzone. Ma da ubriaca non ci sarebbe riuscita, così con le forze che le rimanevano si era rifugiata in quello che sembrava essere un angolino di pace e solitudine, lontano dai suoi amici che si stavano divertendo come pazzi in casa.

E loro?

Loro si stavano ancora scatenando. Alcuni erano andati in stanza, non per dormire…. Altri stavano ancora giocando alla dama alcolica.

<< Come fate ad avere il coraggio di bere ancora? >> chiese El, senza però badare alla risposta che le diedero.

Le sue gambe la portavano lontano dai suoi amici. La testa le girava e capiva poco o niente. La visuale era sfuocata ma le sue gambe andavano per la loro strada. Forse loro conoscevano la strada meglio di lei. Arrivata davanti alla porta di casa, prese la sua borsetta dall’appendiabiti.

<< Dove stai andando? >> le chiese la voce amica dietro di lei. Al che, El si girò, quasi fluttuando nell’aria, in direzione di Hanna. Non le disse niente. La guardò solamente dritta negli occhi per qualche istante. Hanna era solamente brilla e El non era più tanto ubriaca quindi non serviva dirsi niente. Si conoscevano da cinque anni quelle due. Ne avevano passate praticamente di tutte insieme e le parole erano superflue nei discorsi tra loro.

<< Ok. Mi raccomando si sincera con te stessa e non ti pentire a metà strada come tutte le altre volte. >> disse Han sorridendo all’amica.

 

 

 

 

 

3.30

Casa di TJ non era lontana dal luogo dell’after, ovvero da casa di Hanna ma durante quella camminata El era riuscita a pensare a molte cose.

E se lui non fosse stato in casa?

E se i suoi si fossero svegliati e l’avessero riconosciuta?

 Quando arrivò finalmente davanti al portone che separava il cortile della casa di TJ dalla strada, si maledì per essere arrivata fin lì! La gamba sinistra girò intorno alla destra pronta a fare inversione a U. Ma una volta poggiato il piede a terra un sussurro paralizzò El.

<< El?! >> Dio, come amava il modo in cui lui pronunciava il suo soprannome. Erano solamente due lettere ma pronunciate da lui avevano un suono diverso.  << Sei tu?! >> continuò TJ, notando che El non osava girarsi. Ma capì che era lei proprio grazie alla sua titubanza nell’affrontarlo. << Cosa ci fai qui?>>

“Forza El, devi farlo! L’hai promesso a te stessa! Non lo stai facendo perché sei ubriaca ma perché lo vuoi. Lo vuoi da circa due anni! “ le dice il suo cervello.

 

 

 

 

*2 anni prima

El si siede a fianco a Step. Mentre tutti gli altri sono seduti sulle panchine del parco solo lei e Step si siedono su quei giochi per bambini che fanno avanti e indietro e di solito hanno la forma di un cavallino. In quel parco ce ne sono tre. Due sono occupati e quello di fronte a El è vuoto. Ancora per poco. I ragazzi stanno parlando. Quella è la classica “serata pacco”, così la chiamano loro. È una serata in cui nessuno sa cosa fare e allora si ritrovano a guardarsi negli occhi, farsi delle canne, bere bottiglie di rum rubate dalle riserve dei loro genitori e parlare di argomenti filosofici e non. El e le sue amiche sono nuove a questo genere di cose, sono uscite si e no un paio di volte con quella compagnia, ma già gli piace. A El più che altro piace Step. È il classico musicista maledetto. Quel ragazzo misterioso, intelligente e attraente che finisce sempre col spezzarti il cuore, ma a El piace.

Poi arriva TJ. << Ciao ragazzi!>>  Tutti lo salutano. Tj si avvicina a El e si presenta poi si siede sul dondolo di fronte a lei e dopo un veloce scambio di sguardi è fatta. Tj è innamorato.

El, la settimana dopo già non ricorda più il nome di quel ragazzo strano che le si era seduto di fronte ma lui farà in modo che lei non se lo scordi mai più!

 

 

 

<< Sono qui perché avevo bisogno di parlarti! >> dice El, girandosi finalmente.

<< Con tutte le volte che io ti ho chiesto di parlare e tu mi ha detto che non avevi tempo dovrei andarmene! >> risponde TJ

El abbassa lo sguardo e nel frattempo si tortura le unghie delle mani. E sa che è ciò che TJ odio di più ma lei non lo fa volontariamente.

<< Smettila di farlo! >> dice TJ avvicinandosi a lei e prendendole il braccio così che lei non possa più torturarsi le unghie. << Te le rovini! >> aggiunge.

I loro corpi sono così vicini, eppure El non è attratta. Non è minimamente attratta. Ma il gesto premuroso di TJ è il motivo per cui lo sposerebbe immediatamente.

<< Sono due anni TJ! >> dice El

<< Lo so. >> risponde lui

<< Due anni che sei entrato nella mia vita! >> continua El << Ci sei entrato di soppiatto e te ne sei andato sbattendo con forza la porta. E sai cos’è successo?! Mi hai spaventata. Perché non mi aspettavo che tu fossi lì, dietro le mie spalle, pronto a sbucare fuori e sorridermi, prendermi per mano, farmi sentire unica e speciale, amarmi. Mi hai spaventata. E poi hai iniziato a pretendere che io dovessi sentirmi nel tuo stesso modo. Io sentivo qualcosa ma ero insicura. Mi raccontavo che fosse solo amicizia e ho iniziato a fidarmi di te. Poi tu hai tradito la mia fiducia perché mi hai messo di fronte ad una scelta. Noi o niente. La prima volta ho scelto niente e tu sei rimasto. L’ho fatto anche la seconda volta e te ne sei andato. Ma hai chiuso quella porta troppo forte e ora io sento ancora il rimbombo. Ti prego dimmi cosa devo fare. Dimmi se ti amo.>>

<< Me lo devi dire tu.>>

<< Tu meriti qualcuna meglio di me, lo sai?! Non meriti una ragazza con un disturbo bipolare, una famiglia distrutta, brutta, insicura ma con il peggior difetto al mondo: incapace d’amare.>>

<< Lo so! Ma t’insegno io!>> disse TJ chinando la testa in modo da far avvicinare le sue labbra a quelle di El, ferma impassibile fino a quel momento. Ma è El a togliere tutte le distanze tra loro.

 

 

 

 

10.00 am

 

<< Buongiorno splendore ubriaco!>> disse Hanna porgendo una tazza di caffè ad El ancora sdraiata sull’erba con la schiena contro il muretto del suo giardino. Aveva dormito fuori tutta la notte da quando aveva perso i sensi in giardino.

<> chiese dapprima intontita El << Ah! Buongiorno! >> continuò poi vedendo il sole splendere in cielo e Hanna di fronte che le porgeva la tazza. Poi realizzò. <>

<< Tj? >> chiese Han <>

 

 

 

Beh… forse non è poi così REALE.








* spazio autrice da strapazzo * 

Beh... che dire?! Spero che questa storia vi piaccia. Ha una vena autobiografica ( non sto parlando della sbronza colossale, anche se forse  anche quello è un elemento autobiografico ma in ogni caso ero troppo ubriaca per ricordarmi di esser stata ubriaca! wtf!?!??!? )

Fatemi sapere cosa ne pensate magari! =) Tipo.... fatemi sapere se fa talmente schifo che forse è meglio che la cancello da efp. Non so neanche perchè la sto caricando in realtà ma siccome l'avevo scritta mi sono detta " Perche non caricarla?! " 

Un bacioneeeeeeeee

   
 
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