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Autore: poetzproblem    24/08/2013    1 recensioni
La prima volta che accade, Rachel ha ventun anni. Sa che ricorderà per sempre quel momento con chiarezza, seduta sul divano a casa dei suoi padri. Uno sguardo nel futuro di Rachel.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finn Hudson, Quinn Fabray, Rachel Berry | Coppie: Finn/Rachel, Quinn/Rachel
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Acceptance/Remembrance'
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NDT: questa è una traduzione. Potete leggere l'originale qui oppure qui. Note alla fine della storia.

Disclaimer dell'autore: i personaggi di Glee non sono miei, mi piace solo giocarci...assolutamente senza trarne profitto.


Acceptance

by poetzproblem

 

For all sad words of tongue and pen,

the saddest are these,

'it might have been.'

~John Greenleaf Whittier

xox

La prima volta che accade, Rachel ha ventun anni. Sa che ricorderà sempre il momento con chiarezza, seduta sul divano a casa dei suoi padri—dei suoi padri, perché non possono ancora permettersi un posto tutto per loro. È una di quelle miti sere d'estate che ti colgono alla sprovvista dopo che il calore del tardo pomeriggio finalmente si dissolve e il suono delle risate dei bambini entra dalla finestra assieme al profumo del barbecue dalla griglia dei vicini che ancora indugia nell'aria.

È accaldata e appiccicosa a causa del braccio che Finn ha posato distrattamente attorno alle sue spalle, e la televisione proietta riverberi rossi e dorati sui muri bianchi. Lui lavora a tempo pieno al garage di Burt Hummel da due anni ormai—un lavoro che aveva dall'ultimo anno di liceo ma che ora è diventato una carriera. È riuscito a completare due anni di scuola professionale e ad ottenere un diploma—chi lo sapeva che ci si poteva diplomare in riparazioni di auto?—e Burt è abbastanza fiducioso da lasciargli un giorno gestire l'officina.

Rachel torce le mani in grembo, fissando l'anello di diamanti che ha indossato negli ultimi quattro anni—quello che Finn le ha regalato l'ultimo anno di liceo, con un sorriso speranzoso e la promessa che ne avrebbe comprato uno più grande non appena avesse risparmiato un po' più di denaro. Invece, una semplice fede d'oro si è accompagnata a quello stesso anello di diamanti tre anni fa. Hanno festeggiato l'anniversario il mese scorso.

Sorprendentemente, quel giorno non le era importato granchè delle dimensioni della pietra o del prezzo. L'unica cosa che le era importata era che era stata sul punto di ottenere il perfetto finale da fiaba con il suo perfetto coprotagonista maschile, cosa che aveva sempre desiderato da quando aveva quindici anni—aveva scelto di non pensare a tutte le rotture e ai ricongiungimenti che avevano sofferto mentre stavano insieme, o alla delusione di non essere riuscita ad entrare nella scuola dei suoi sogni a New York. In quel periodo, aveva messo tutto da parte—il sacrificio che aveva fatto per aiutare Kurt (che la primavera seguente l'aveva abbandonata per frequentare il Fashion Institute a New York) e rimanere con Finn (che aveva rinunciato ad arruolarsi nell'esercito ed era stato così ansioso di congiungere la propria vita alla sua). Si trattava solo di un anno, si era detta allora, solo dodici mesi in più e avrebbe di nuovo fatto domanda alla NYADA e a ogni altra scuola di New York City e lei e Finn si sarebbero trasferiti là assieme.

Quindi aveva ingoiato l'amaro sapore della bile mentre era rimasta a guardare i suoi compagni diplomati fare le valigie e partire per il college, alcuni di loro lì vicino, altri ad un continente di distanza. Solo un anno. Non c'era nulla di cui vergognarsi, aveva detto a chiunque fosse disposto ad ascoltarla. Sarebbe arrivata a Broadway in men che non si dica. Era solo un piccolo ritardo che le avrebbe formato il carattere. Dio sa che il suo carattere aveva ricevuto sufficiente formazione nel corso degli anni. Così aveva ingoiato il proprio orgoglio e si era iscritta per un anno al Rhodes State College. Non avevano un dipartimento per le arti teatrali, ma aveva fatto studi umanistici e aveva pianificato di portare quei crediti nella scuola di sua scelta a New York—fra appena un anno.

Solo che in qualche modo un anno era diventato quattro—con Finn che si prendeva sempre più responsabilità al garage e tirava fuori ottimi argomenti sul fatto che sarebbe stato meglio restare in Ohio per la loro educazione, risparmiando denaro prima di trasferirsi a New York—e ora è Rachel Berry-Hudson, appena laureata alla Ohio State University con un diploma in teatro e un'abilitazione all'insegnamento (perché non si sa mai). È strano come la vita riesca a mandare all'aria anche i piani meglio studiati. È da un po' che non parlano di New York, o almeno Finn non l'ha fatto, ma Rachel sta ancora facendo silenziosi progetti.

Fa un po' di capricci quando Finn sintonizza la tv su quel particolare canale, ma è solo scena. A dire la verità non vede l'ora di guardare esattamente come lui—ma per un motivo diverso. La vedono per un attimo quando la telecamera fa una carrellata sul pubblico, ma l'immagine appare e svanisce in un batter d'occhio. Solo quando la sua categoria viene annunciata la vedono davvero—Quinn Fabray, candidata per il premio alla migliore attrice protagonista in una serie drammatica. Finn esala un respiro di apprezzamento e lei cerca di non esserne irritata, perché Quinn è a Los Angeles a realizzare i propri sogni e quei sogni non includono più il loro comune fidanzatino del liceo.  

Se Rachel avesse un po' più di consapevolezza, si accorgerebbe di stare trattenendo il respiro proprio come suo marito—perché Quinn ha un aspetto fantastico. Naturalmente lo ha sempre avuto, ma è ancora la ragazza più bella che Rachel abbia mai visto. I suoi capelli, ora di nuovo lunghi, sono pettinati all'indietro e raccolti in un'elegante coda di cavallo, rivelando il suo volto meraviglioso e la snella colonna del suo collo. Il suo makeup è quasi perfetto, attira l'attenzione sui suoi zigomi alti e sulle labbra piene, mentre l'ombretto scuro attorno ai suoi occhi li fa sembrare più verdi di quanto Rachel ricordi. Il suo vestito è blu intenso con una profonda scollatura che abbraccia le curve dei suoi seni. Da adolescente Quinn non era mai stata così audace con il suo abbigliamento ma la bellissima donna che ora vedono sul loro schermo è una miscela di grazia e sex appeal da cui è impossibile distogliere lo sguardo.

Rachel trattiene il respiro mentre la busta viene aperta e le orecchie le ronzano per il sangue che le è salito alla testa quando viene annunciato il nome di Quinn. Accanto a lei il massiccio corpo di Finn sussulta e lo sente emettere un inintelligibile grido di gioia mentre il suo braccio si stringe attorno alle spalle di lei trascinandola più vicino. Lo sguardo di lui rimane incollato alla tv—su Quinn—ma Rachel presta a malapena attenzione alla sua reazione o all'espressione nostalgica del suo viso mentre, senza dubbio, ricorda tutte le possibilità che ha avuto e che ha sprecato con Quinn Fabray. No, non gli presta attenzione perché questa è completamente catturata dalla donna bionda sullo schermo.

L'espressione di Quinn è congelata in un sorriso educato, come se si stesse aspettando di perdere e stesse tentando di apparire dignitosa, di non mostrare la propria delusione. A ventidue anni e al suo primo ruolo televisivo (è stata letteralmente scoperta in una caffetteria mentre era andata a fare visita a Santana Lopez a Los Angeles, durante le vacanze estive dopo il suo primo anno di college) non dovrebbe battere attrici più esperte nella corsa all'Emmy, specialmente non quando la sua prima nomination le è stata conferita di punto in bianco e ha sorpreso l'intera industria, ma Quinn Fabray è sempre riuscita ad arrivare in cima. L'uomo seduto accanto a lei—che le ricorda un po' troppo Sam Evans, è attraente, con capelli biondi e arruffati—passa un braccio attorno alle spalle di Quinn e si china su di lei per baciarle la guancia e solo allora la donna sembra rendersi conto di aver vinto. Il suo sorriso svanisce mentre la sua bocca si spalanca per lo shock e i suoi occhi si riempiono di lacrime. Si copre per un attimo il volto con le mani tremanti mentre si ricompone, ma poi un luminoso sorriso, dissimile da qualsiasi altro Rachel abbia mai avuto il privilegio di vedere sulle labbra di Quinn, è sbocciato sul suo viso quando si alza, e si fa strada con cautela fra i sedili e sul palcoscenico nel teatro riempito dagli applausi.

In piedi dietro il podio stringe la busta e la statuetta al petto, e fa un profondo respiro sorridendo tra le lacrime prima di cominciare il proprio discorso. Nuove lacrime scendono sulle sue guance pallide e inizia dicendo che non si è mai aspettata tutto questo, e che cinque anni prima non era nemmeno riuscita a vincere la corona di reginetta del ballo—il pubblico chiaramente pensa che stia scherzando e ride di conseguenza, ma Rachel è perfettamente consapevole di quanto Quinn sia seria.

“Davvero non lo merito—non avevo nemmeno preso in considerazione la possibilità di diventare un'attrice fino a…in realtà fino a qualche anno fa, e so di essere stata molto, molto fortunata che mi sia stata concessa questa opportunità. Ogni donna nominata qui oggi merita questo riconoscimento più di quanto io lo meriterò mai, ma non ho intenzione di restituirlo,” dice con un sorriso e tirando fuori un pizzico della ragazza odiosa che Rachel ricorda. Il pubblico ride.

“Sono così grata e onorata che mi sia stato conferito questo premio semplicemente per aver fatto qualcosa che amo, e voglio ringraziare Christopher per aver corso il rischio dandomi la parte di Lily. E David per avermi sostenuta e per avermi spinta ad essere una persona migliore. Ti voglio bene, tesoro.”

Rachel sente Finn irrigidirsi accanto a lei e il suo stesso stomaco si stringe a causa della vecchia familiare invidia che pensava di aver superato anni fa. Sullo schermo, Quinn sta ancora parlando, ringraziando il suo cast e sua madre (ma non suo padre o sua sorella), però Rachel la osserva senza ascoltare. Cosa c'è in questa donna di così accattivante? Perché è così difficile da dimenticare? L'invidia di Rachel ritorna con un'intensità furiosa.

E poi accade. L'attenzione di Rachel è catturata dalle ultime parole di Quinn e per un attimo dimentica di respirare.

“E infine, vorrei ringraziare Rachel Berry per avermi fatto capire che sono molto di più un bel faccino. Finalmente l'ho fatta giusta.”

Si accorge solo vagamente di Finn che si volta verso di lei aggrottando la fronte e mormorando,

“Ma che diavolo, Rachel?”

Lei non riesce a rispondere. La sua mano—quella che porta l'anello nuziale—sale fino a posarsi sul suo cuore che sta battendo all'impazzata mentre la sua mente è confusa dall'eccitazione. Quinn Fabray ha appena detto il suo nome su una tv nazionale perché milioni di persone lo sentano. Ci sono milioni di persone che guardano gli Emmy Award? Anche se sa che il suo (insignificante) ruolo nel successo di Quinn non è granchè—solo un aiuto per la domanda di ingresso a Yale e un video per un'audizione—ed è incredibilmente gelosa che Quinn abbia realizzato uno dei sogni che Rachel ancora desidera disperatamente per sé, non può fare a meno di sorridere alla consapevolezza che Quinn Fabray si ricorda ancora di lei.

xox

La seconda volta che accade, Rachel ha ventiquattro anni ed è diventata l'insegnante di teatro al liceo William McKinley, oltre ad essere responsabile del glee club. Ha già guidato le (nuove) Nuove Direzioni alla vittoria alle Nazionali per due anni di seguito ed ora sono Campioni Nazionali chiamati a difendere il loro titolo per la seconda volta. Ha sempre saputo che le sue idee erano migliori di qualsiasi cosa Will Schuester potesse scrivere sulla sua lavagna bianca. Si è dimesso tre anni fa in circostanze misteriose, ma Rachel ha sentito voci secondo le quali alcuni genitori avevano espresso preoccupazione per il modo in cui Mr. Schue era coinvolto nelle vite dei loro figli. Nonostante il successo del club, le generose donazioni di alcuni ex studenti di successo sono l'unico motivo per cui il programma di musica e teatro esiste ancora al McKinley, nonostante i tagli di budget sempre più frequenti.

Finn guadagna abbastanza bene al garage, e lui e Rachel hanno messo da parte un discreto gruzzolo. È quasi un anno che stanno cercando di dare inizio a una famiglia, ma senza avere fortuna. Rachel piange da sola in bagno ogni volta che il test è negativo e cerca di non ricordare quell'unica volta due anni prima in cui inaspettatamente aveva visto il risultato opposto. Non riesce a dimenticare il sangue e il dolore che erano seguiti un mese più tardi e che avevano distrutto il suo mondo (e, quasi, il suo matrimonio). Si dice che Dio non la sta punendo adesso più di quanto abbia fatto allora e che certe cose semplicemente non sono destinate, ma lo sguardo d'accusa negli occhi di Finn diventa sempre più evidente ogni mese e parole di biasimo e di risentimento scorrono sempre più facilmente tra loro.

Finn sta facendo gli straordinari al garage, cercando di finire la nuova trasmissione della macchina del sindaco entro lunedì mattina, così Rachel è da sola sul divano davanti alla televisione a guardare il red carpet su E. Questa sera c'è la cerimonia per l'assegnazione dei Golden Globe e i suoi occhi stanno guardando con attenzione ogni persona sullo sfondo dietro Ryan Seacrest, in cerca di una familiare chioma di capelli dorati. In questo periodo Quinn Fabray è sulla bocca di tutti ad Hollywood, ed è stata nominata miglior attrice non protagonista per il suo ruolo—cosa davvero ironica—di figlia di un uomo gay la cui sessualità distrugge la sua famiglia. Rachel ha visto il film tre volte—due volte da sola perché le incessanti lamentele di Finn sul fatto che si stava annoiando le hanno rovinato la prima visione.

Trattiene il respiro quando vede un abito rosso perfettamente modellato su un corpo esile ed elegante, e guarda Quinn salire con grazia le scale, facendo un ampio sorriso.

Rachel si aggrappa ad ogni parola mentre Ryan le fa le solite inutili domande su chi stia indossando (Marchesa) e se davvero sta uscendo con uno dei suoi ex colleghi (lei sostiene che sono solo buoni amici). Ascolta Quinn parlare di quanto sia orgogliosa del suo film e Rachel sorride dolcemente, sentendosi egualmente orgogliosa di lei. Non si vergogna ad ammettere di aver seguito la carriera di Quinn, e sa che la sua ex compagna di scuola (amica/nemica, rivale in amore) è diventata un'accesa sostenitrice della comunità LGBTQ.

Rachel guarda la cerimonia, e il suo cuore batte più forte ogni volta che vede Quinn per un attimo seduta al suo tavolo. È seduta accanto allo stesso uomo biondo e attraente che Rachel ricorda di aver visto agli Emmy, solo che ora sa (grazie a un po' di stalking su internet) che è un'artista di Los Angeles, apparentemente molto gay, ma è quasi sempre lui ad accompagnare Quinn Fabray agli eventi. Quinn è ancora più misteriosa adesso di quanto non lo fosse a scuola e mantiene la propria vita estremamente privata.  

Non rimane sorpresa quando Quinn vince il Golden Globe, e sa che probabilmente è sulla buona strada per ricevere l'Oscar il mese prossimo. Rachel sente il proprio stomaco stringersi per l'invidia, ma il sentimento non è affatto amaro come si aspetta che sia. Si è fatta il proprio letto e giace lì ogni notte, sveglia, pensando a quello che avrebbe potuto essere. Non è certo colpa di Quinn se Rachel ha preso alcune decisioni sbagliate—semplicemente ha sempre creduto che avrebbe avuto un'altra possibilità di avere tutto. Non aveva capito con quanta facilità quei momenti possono scivolare via e ogni decisione sembra portarla più lontano da dove desidera andare.

L'uomo biondo si alza e abbraccia Quinn con passione, baciandole la guancia e Matt Damon, che interpretava suo padre, fa lo stesso. Lacrime scendono sulle guance di Quinn e le sue mani tremano un po' mentre stringe con cautela il premio e sta in piedi di fronte al podio. Si asciuga le guance, sorride e scuote la testa, incredula.

“Come se non mi aveste già vista piangere abbastanza,” scherza, e risate sommesse riempiono la stanza. Con un'espressione di quieta meraviglia, Quinn abbassa lo sguardo sul Golden Globe che tiene tra le mani.

“Quando avevo quindici anni,” comincia, “la mia vita era molto simile a quella di Kylie,” spiega, riferendosi al ruolo che le ha fatto meritare il premio.

“All'apparenza avevo quella che sembrava una famiglia perfetta, ma in realtà c'erano tanti segreti che stavo—che tutti noi stavamo—mantenendo, e alla fine quei segreti ci hanno distrutti. Quindi per questo motivo questo è un ruolo in cui mi sono potuta identificare fin dall'inizio, ed anche perché sono stata tanto fortunata da avere nella mia vita così tante persone meravigliose che hanno sofferto attraverso il proprio coming out, o sono state costrette ad affrontare i pregiudizi e il bigottismo di quelli che non capiscono che l'amore è il dono più prezioso, non importa in che forma si presenti.”

Rachel sente un sorriso sbocciare sul proprio viso mentre ascolta la voce così familiare di Quinn parlare con tanta eloquenza, e non può fare a meno di ricordare come tutti loro abbiano visto Kurt soffrire sopportando il bullismo e le prese in giro, e le difficoltà di Santana Lopez ad accettare la propria sessualità.  

Applausi seguono le parole di Quinn, e la ragazza si lecca le labbra prima di cominciare a recitare la sua breve lista di persone da ringraziare. Rachel osserva gli occhi di Quinn scintillare sotto i riflettori, e sente il proprio cuore battere in modo irregolare per la felicità che prova per lei. E poi, lo sente di nuovo saltare un battito, mentre Quinn conclude il suo discorso dicendo, “Infine, voglio ringraziare Rachel Berry per avermi ispirata ad accettare questo particolare ruolo. Lei mi ha insegnato come dovrebbere essere l'orgoglio di avere una famiglia non convenzionale.”

Le dita di Rachel affondano nei cuscini del divano, mentre deglutisce attraverso il groppo che ha in gola. Ad essere completamente onesta, deve ammettere che la performance di Quinn l'ha toccata in modo decisamente personale, e si era chiesta se Quinn avesse pensato a lei mentre si era trasformata in Kylie. Comunque, Rachel non capisce perché Quinn la stia ringraziando di nuovo visto che non si vedono né si parlano da sette anni. Parte di lei si chiede se Quinn non lo stia facendo di proposito, se non stia rigirando il coltello del suo successo nel cuore di Rachel, ma più che altro crede che la ragazza sia assolutamente sincera.

Quando era arrivato il giorno del diploma erano state più che 'più o meno amiche' e anche se Quinn (e Kurt e Mercedes e tutti gli altri) pensava che Rachel stesse facendo un errore ad accettare la proposta di Finn, le aveva augurato buona fortuna, dicendole semplicemente “Ti prego, non permettere a tutto questo di tenerti lontana da New York. Mi aspetto di dividere il palcoscenico con te, un giorno.”

Rachel aveva assicurato a Quinn che l'avrebbe fatto. Un'altra promessa che non è riuscita a mantenere.

Essere ringraziata una volta da una giovane attrice televisiva che accetta un premio non è cosa degna di menzione, ma essere ringraziata di nuovo quando detta attrice vince un Golden Globe fa nascere qualche domanda. La prima viene posta durante un'intervista dopo la premiazione, da una giornalista carina ma un po' scialba.

“Ora, vorrei chiederle una cosa. Questa sera è la seconda volta che ringrazia Rachel Berry. Chi è e perché ha detto che l'ha ispirata ad accettare questo incredibile ruolo?” Un rossore leggermente più scuro del suo fondotinta sboccia sulle guance di Quinn. Abbassa lo sguardo mentre si morde il labbro inferiore e si torce nervosamente le dita in grembo prima di prendere un breve respiro e raddrizzare la schiena, scivolando senza sforzo nella disinvolta indifferenza che Rachel ricorda così bene dal liceo. “Rachel è un'altra di quelle persone meravigliose che ho avuto il privilegio di conoscere quando ero più giovane,” spiega Quinn vagamente, di nuovo composta e distaccata. “E ho usato alcuni dei ricordi che ho di lei perché mi aiutassero a modellare la Kylie che vedete verso la fine del film.”

“Quindi lei è, insomma, la vera Kylie?”

“No,” risponde Quinn in tono incolore. “Solo un piccolo pezzo di un personaggio molto complesso.”

Quinn cambia argomento con tanta facilità che la discussione su Rachel viene completamente lasciata cadere.

Ma non dimenticata—almeno non da Rachel, che passa un'altra ora immobile lì dov'è seduta, in uno stupefatto silenzio. Meravigliosa. Privilegio. Ricordi.

Il ricordo che Quinn ha di lei è l'unica pretesa di fama che Rachel può avere. Sente un così acuto senso di perdita—di nostalgia per quello che avrebbe potuto essere—che riesce a malapena a guardare Finn quando finalmente torna a casa. È stanco e sporco di grasso e chiede da mangiare e non nota il turbamento di sua moglie. Si toglie le scarpe e le lascia nel mezzo del pavimento e subito monopolizza la tv per guardare una partita di football che ha registrato sul DVR.

Rachel scivola in cucina per scaldare un po' di lasagna avanzata per suo marito, e crolla contro il banco con un singhiozzo. Questa è la sua  vita, adesso.

xox

La terza volta che accade Rachel ha ventisei anni, e se ne sta raggomitolata sotto una trapunta in una vecchia poltrona reclinabile in un minuscolo bilocale a New  York. È l'ultima domenica di febbraio e il riscaldamento fa i capricci, quindi Rachel sta indossando tre maglioni e il suo paio più caldo di pantaloni da ginnastica sopra i leggings. Sfrega le mani l'una contro l'altra sotto la trapunta per generare un po' più di calore e pensa a quanto sia strano non sentire i graffi e l'impaccio degli anelli che un tempo portava all'anulare della sinistra.  

È ufficialmente divorziata da cinque mesi, e la ferita fa ancora un po' male—ormai più al suo orgoglio che al suo cuore. Ha fallito nell'andarsene da Lima a diciassette anni, ha fallito nell'entrare in un buon programma di teatro musicale a New York, ha fallito nel diventare una madre e ha fallito come moglie. La scintilla che un tempo aveva percepito così intensamente tra lei e Finn si è spenta lentamente sotto il peso di troppi rimpianti trasformatisi in risentimento. Infantili aspettative di lieti fine sono svanite non appena i conti hanno cominciato ad accumularsi e loro due hanno dovuto imparare a fare compromessi e a sacrificarsi, a cambiare e a rivedere le loro priorità, mutilando piccoli pezzi di loro stessi fino a diventare poco più di due estreanei che condividevano i pasti e un letto.

Rachel dorme da sola adesso, ma lo sta facendo a New York City. E domani si alzerà per recarsi ai quartieri alti e insegnare le gioie della musica a ventitrè entusiasti, giovani performer, prima di prendere la metropolitana e raggiungere un piccolo teatro off Broadway per provare in attesa della prima. È un piccolo ruolo, solo dodici battute e una strofa in un numero di gruppo, ma è entusiasta di averlo. Stranamente, è Quinn che deve ringraziare.

La vittoria di Quinn al Golden Globe è stata solo un attimo e Rachel Berry era a malapena un debole segnale sul radar dei media—una mera curiosità. Quinn aveva avuto l'onore di essere stata candidata, ma non aveva vinto l'Oscar. Gli studenti di Rachel le avevano fatto dozzine di domande su Quinn Fabray—il che non era una novità, visto che sapevano già che la loro insegnante si era diplomata assieme a quella che ora è una celebre attrice—ma non ce l'aveva mai fatta a rivelare la vera ragione per cui Quinn era riuscita ad andarsene da Lima e lei no. L'amore sembra il motivo migliore del mondo quando hai diciassette anni, ma non così tanto quando ne hai ventiquattro e cerchi senza successo di ricordare perché ti eri innamorata.

Il momento era stato dimenticato, come spesso accade ai momenti, e la vita era andata avanti finchè le Nuove Direzioni non avevano vinto il loro terzo titolo nazionale consecutivo e uno scaltro reporter di New York aveva fatto la connessione tra Rachel Berry-Hudson e Quinn Fabray. Aveva scritto un innocuo articoletto sui campionati nazionali di canto coreografato e sulla direttrice vincente che aveva ispirato Quinn Fabray, pubblicato in un angolo di pagina sette del New York Times. Non aveva reso Rachel famosa, ma l'aveva fatta diventare ambita nel circuito del canto coreografato e le aveva procurato alcune offerte di lavoro—una delle quali, guardacaso, in un liceo di Manhattan. Non era il sogno che aveva sognato da bambina, ma ci andava più vicino di quanto fosse mai arrivata in sei anni.

Aveva voluto accettare l'offerta subito, cogliere l'occasione di trasferirsi finalmente a New York, ma Finn non voleva lasciare Lima, non dopo così tanti anni, non quando si erano sistemati tanto 'comodamente'. Qualcosa si era rotto dentro di lei. Aveva passato anni ad aggrapparsi alla speranza di un domani, mentre aveva osservato Finn adagiarsi nella sua confortevole mancanza di ambizione. Ma lei non si sentiva sistemata, e non era felice e non aveva intenzione di lasciar scivolare via un altro giorno, così aveva fatto le valigie ed era saltata su un aeroplano per New York senza suo marito.

C'erano stati pianti e urla e tentativi di farle cambiare idea, e altre vuote promesse, troppo poco, troppo tardi. C'era voluto più di un anno perché Finn firmasse i documenti di divorzio. Rachel era sulla buona strada per portare il suo nuovo coro alle nazionali e continuare la sua serie di vittorie. Aveva fatto delle audizioni quando poteva, permettendo alla minuscola fiamma del suo sogno di risvegliarsi ed ora eccola lì, finalmente, sul punto di debuttare nel suo primo spettacolo off-Broadway. Non le farà vincere un Tony, ma è sufficiente—per ora.

Rachel viene strappata ai suoi ricordi quando sente quella voce familiare venire dalla tv. È la più importante serata di premiazione a Hollywood, e Quinn ha la sua seconda possibilità di vincere un Oscar, questa volta come miglior attrice protagonista. Meravigliosa come sempre in un elegante abito nero, Quinn sta in piedi con grazia regale sul tappeto rosso e parla brevemente del film e di quanto sia orgogliosa di avervi lavorato.

Non è un ruolo che Rachel si sarebbe aspettata di vedere Quinn interpretare—un'insegnante lesbica la cui sessualità viene rivelata contro la sua volontà e che per questo viene licenziata dal lavoro. Rachel sa che Quinn sostiene la comunità LGBTQ, ma questo film ha spinto una parte dei suoi fan a chiedersi se lei non sia semplicemente un'alleata. Rachel ride di quelle voci, perché lei sa meglio di chiunque altro quanto Quinn ami gli uomini. Un tempo hanno amato lo stesso uomo, dopotutto.

È nervosa quando la categoria di Quinn viene annunciata e immagina che sia così che Finn si sentiva quando guardava la squadra per cui faceva il tifo cercare di vincere una partita importante negli ultimi due minuti rimasti. È assolutamente ridicolo essere così coinvolti in qualcosa che non ha alcun effetto sulla sua vita, ma sinceramente…Quinn è stata derubata ai Golden Globe di quest'anno. Sarah Hyland è sopravvalutata.

Viene annunciato il nome di Quinn, forte e chiaro, ad un teatro pieno di applausi, e Rachel squittisce, seduta nella sua poltrona. Ormai ha (quasi) superato l'invidia ed ora è semplicemente orgogliosa di Quinn, e triste di aver perso i contatti—non solo con lei, ma con quasi tutti.  

Rachel non si aspetta di sentire il proprio nome nel discorso di Quinn per la terza volta. Non l'ha mai abbandonata l'idea che le prime due volte siano state una sottile forma di autocompiacimento—dopotutto, Quinn una volta l'aveva avvertita di come sarebbe stata la vita con Finn. Però, mentirebbe se dicesse che una parte di lei non sta sperando che Quinn continui, anche solo per prenderla in giro.

Quinn è assolutamente radiosa mentre tiene tra le mani l'Academy Award, e comincia ed interrompe il proprio discorso tre volte prima di ammettere, “Non ricordo nulla di quello che volevo dire.”

Riesce a riprendersi abbastanza da recitare una lista di nomi, i suoi colleghi, lo sceneggiatore e il regista, il suo amico, David, che ringrazia ogni volta. E poi accade, ecco le sue parole di congedo mentre solleva la statuetta, “Sono a metà strada, Rachel.”

L'applauso accompagna Quinn mentre si allontana dal palco e Rachel sente il proprio cuore stringersi. A metà strada? Un Emmy, un Oscar...a metà strada verso quell'EGOT che Rachel desidera con tanto fervore. Prova un vago senso di nausea, ora vorrebbe che Quinn Fabray si fosse completamente dimenticata di lei. Rachel si asciuga le lacrime traditrici che le scorrono sulle guance, spegne la televisione e butta da parte il telecomando, ricordando a se' stessa, con disprezzo, che Quinn non riuscirà mai a completare quell'EGOT perchè non è possibile che riesca a vincere un Grammy con quella sua tremula, a volte acuta, voce di contralto. Questo non la fa sentire meglio.

E non fa tacere il sussurro di ciò che avrebbe potuto essere.

xox

Note sparse

EGOT: il grande Slam dello spettacolo. Emmy, Grammy, Oscar e Tony, a rappresentare i quattro campi in cui un artista può eccellere: la televisione, la musica, il cinema e il teatro. Tra coloro che sono riusciti a completare l'EGOT (tra premi effettivamente vinti e premi alla carriera) abbiamo Mel Brooks, Whoopi Goldberg e naturalmente Barbra Streisand.

  
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