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Autore: Pervinca Potter 97    24/08/2013    2 recensioni
Un Severus Snape di anni ventidue torna indietro nel tempo al settimo anno suo e di Lily. Il suo futuro però è molto diverso da quello che conosciamo, un futuro dove «Schifosa Mezzosangue» sono solo parole, parole mai state...
«Vi ha uccisi, Lily. Tu-Sai-Chi. Per colpa mia. Sono tornato già una volta qui per rimediare, ho distrutto i nostri rapporti incantando il me stesso passato, in modo che ti dicesse quelle parole. Ma nel presente nulla era cambiato: ti fidanzavi con Potter» una smorfia di disgusto gli increspò il volto «ma ti sposavi con me. Non devi farlo, Lily. Devi innamorarti di Potter. Se non ti sposi con me…i miei incubi peggiori non si realizzeranno come invece è successo, impedendomi poi di dormire. Senza la tua presenza la mia vita sarà vuota ed infelice, ma almeno tu…tu non sarai morta...»
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, James Potter, Lily Evans, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: James/Lily, Lily/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Essendomi iscritta su EFP nel 2008, alla fin troppo giovane età di undici anni, di cambiamenti in me stessa ne ho visti tanti.
I più soddisfacenti sono stati sicuramente quelli riguardanti la scrittura.
Per dimostrarlo anche a voi ho deciso quindi di restaurare e concludere una mia idea brillante e vecchia di due anni, pubblicata su questo sito il ventisette agosto e cancellata quest'oggi alle ore 2.19 del mattino, sotto il cielo di una Milano in tempesta.
Dubito di rincontrare le vecchie facce che mi avevano lasciato una recensione, esorto voi dunque, affascinanti e gentili nuovi lettori, ad accomodarvi e lasciarvi accompagnare per Hogwarts da Lily Evans. Una Lily Evans piuttosto pazza, come vi direbbe sua sorella. Ma pur sempre la donna di cui James e Severus si sono innamorati.
Una piccola nota sul titolo, poi smetto di rompere e vi faccio leggere, giuro.
La storia parla di problemi durante viaggi nel tempo, ed essendo una grande fan di Doctor Who ho ritenuto sostituire l'obbrobrioso e indicibile titolo della vecchia storia con questa definizione tipica del film e, andiamo, decisamente pheega.
Buona lettura.


Per Max.



Wibbly wobbly timey wimey
Prologo




Amo le domeniche ad Hogwarts, così è sempre stato, dalla prima settimana che ho trascorso qui. E non è per la mancanza di lezioni e la conseguente illusione di avere ancora una vita sociale.
Come sicuramente non è per le caramelle mou che Hagrid ha cura di farmi trovare sempre dentro la tazza a colazione. Non è neppure per il Quidditch e l'espressione da cucciolo ferito che James assume se la partita non implica i Gryffindor.
Che poi, più che cucciolo ferito mi sembra un cucciolo idiota, tipo neonato di chihuahua. Non mi sembra così difficile da capire che questo torneo lo si gioca una volta al mese, maledizione.
Sbuffo avvicinandomi ad una delle finestre più basse del castello, quelle che illuminano il corridoio d'ingresso. Riesco a specchiarmici per così ammirare ancora una volta la distesa di neve bianca alle mie spalle, creatasi stanotte e riuscita a coprire quasi totalmente la superficie già ghiacciata del Lago Nero.
Il freddo pungente riesce ad arrivare solo al mio naso, il cappello di James protegge i miei capelli da eventuali umidi fiocchi di neve.
È proprio l'indesiderato contatto della corrente gelida a ricordarmi perché amo le domeniche ad Hogwarts: giornate libere per godersi davvero le stagioni, che danzano attorno ai tuoi ritmi frenetici. Sorrido, avvicinando il dito al vetro, appannato per il mio caldo respiro.
Disegno dei piccoli cerchi. Il riflesso di una sbilenca figura si sta furtivamente avvicinando alle mie spalle, come per farmi una sorpresa. Le mie labbra si curvano in un inaspettato sorriso di sollievo.
Potter ed io abbiamo appena passato un pomeriggio gradevole, sul lago ghiacciato.
Abbiamo pattinato. Cioè, io ho pattinato. Lui è rimasto sulla neve, impegnato ad assemblare palle gigantesche con cui colpirmi.
Meno male che non è un Battitore.
Stavo quasi per andare a prenderlo di forza e trascinarlo sul ghiaccio, palle di neve incluse, quando ho visto...beh, e ho reputato fosse ormai giunta l'ora di salire.
L'idea della gara di velocità ha reso la fuga fulminea, sia quella da...beh, sia quella dai miei sentimenti.
Lo spirito Gryffindor di James mi ha persino concesso di vincere.
«E, signori e signore, la vincitrice di oggi è Lily...Evans!» grida, finalmente arrivato. Mi abbraccia da dietro. Ho sempre pensato che abbia un tono di voce un po' troppo alto.
Mi afferra la mano e mi conduce verso l'ingresso della scuola, spazzando con forti calci la neve davanti ai suoi piedi, in modo che possano camminare tranquillamente i miei. Lo ringrazio, sinceramente grata, per accorgermi che il mio allegro e logorroico amico James si è zittito.
Mi sento un po' come se fosse appena passata la cometa di Halley, prima di rendermi conto di non starmi comportando nel modo più simpatico, innervosita da...beh.
«Qualche problema James?» azzardo un sorriso, ricacciando inadatti pensieri nell'angolo più remoto della mia mente.
Potter è arrossito, il colore della sua pelle è pari a quello di una Ricordella.
«Sai Lily...» annaspa, dopo un paio di minuti «ormai è un annetto che, insomma...ci frequentiamo..»
Smetto di salire le scale per lanciare un breve sguardo a quanto mi circonda, e valutare tutte le possibili vie di fuga. Ma il disgraziato mi esorta a seguirlo ed improvvisamente mi ritrovo con lui in cima alla scalinata: solo il corridoio per la Sala Comune, in tutta la sua lunghezza e profondità, mi si presenta davanti.
Un corridoio da percorrere insieme ad un James Potter che mi sta per proporre un fidanzamento, fantastico.
So che dovrei essere felice, ma l'unica cosa che riesco a sentire è una tempesta interiore che mi sconvolge dalla testa ai piedi: non di ormoni, di disagio.
Mi chiedo quale altra ragazza al mondo reagirebbe così ad una proposta del genere da parte di James Potter, e la risposta è nessuna.
Nessuna apparte me, Lily Evans, da ormai un anno a questa parte meno normale che mai.
Sospiro: devo affrontarlo, è l'unica via di fuga che ho disposizione. Che poi, proprio fuga non è, considerando che...uff, dove sono gli altri Marauders quando servono?
"Cosa intendi dire?" sono le uniche parole che mi vengono in mente. No, non vanno bene, so benissimo cosa intende dopotutto. Certe volte sono così stup...
«Cosa intendi dire?»
«Piccola, è da tempo che io provo qualcosa per te...e da quando hai litigato con Snivellus insomma...questo qualcosa si è rafforzato...e...iniziando a frequentarci poi...»
Si ferma, per guardarmi negli occhi. Ha acquistato più sicurezza, brillano donandomi un'occhiata marrone intensa. Lo ammetto, sono molto belli.
Forse ha capito a cosa sto pensando perché mi rivolge un sorriso compiaciuto e sfrontato, uno di quelli tipicamente suoi. La sua voce tuttavia resta tremolante come la flebile fiamma di una candela.
«Io...credo che tu mi ricambi...l'ho letto nei tuoi smeraldi...»
Non riesco a smorzare una risatina nervosa. Mi sono aspettata evidentemente troppo dalla mente di Jamie. Chissà se potrà mai capire quanto ancora mi bruci sentire il nome di Severus storpiato "Snivellus", quanto ancora mi manc...
«Vuoi essere la mia ragazza Lily?»
James mi ha delicatamente preso anche l'altra mano, portandola tra le sue, e riportando me alla realtà.
Non c'è posto per Severus, adesso.
C'è posto solo per me e James Potter un ragazzo senza dubbio buono e migliore di lui.
Un ragazzo che mai mi chiamerà in quel modo.
Un ragazzo degno di essere il mio migliore amico e, perchè no, il mio fidanzato.
James Potter, chi l'avrebbe mai detto. James Potter, lo stesso ragazzo che nemmeno due anni fa mi ha mandato a monte il progetto di pozioni annerendomi persino i capelli.
Lo stesso James Potter che al primo anno mi ha farcito i pasticcini con caccole di troll.
«La risposta è si, James!» esclamo frettolosamente per togliermi dalla testa quei ripugnanti dolcetti verdi. La mia voce non è decisa quanto vorrei, ma poco importa.
Mi abbraccia e mi sento meglio. Gli abbracci sono teraupetici. Soprattutto se ricevuti dalle persone che si amano.
E io amo James Potter. Amo James Potter, amo James Potter, amo James Potter.
Chissà se a pensarlo ripetutamente e costantemente finirà per accadere sul serio.
Perché è quando si stacca e mi sorride che la farsa mi crolla addosso dandomi piena consapevolezza di quanto è appena successo.
Il fatto è che è tutto iniziato per una stupida vendetta andata a mal fine...e mi sono trovata sì a conoscer meglio Jamie e capire quante cose buone avesse pure lui, ma mi sono anche ritrovata a mettere a tacere il mio cuore. Più volte. Anche questo pomeriggio.
Il mio stupido cuore e i suoi angoli nascosti.
Un grido mi si strozza in gola. Improvvisamente ho più che mai voglia di stare un po' da sola.
«Ti amo, Lily!»
James è davvero felice, per quanto io non riesca neppure a sorridergli. La sua fulminea dichiarazione d'amore mi irrita: personalmente mi sono sempre promessa di aspettare, per certi paroloni.
Mi lascio sfuggire un "Anch'io" soffocato, incrociando le dita in tasca. Non è da me illudere le persone. Non mi piace farlo.
Ma a volte, se ti trovi all'inizio del corridoio per andare in Sala Comune e non puoi tornare indietro, mentire si rivela essere l'unica via d'uscita.
Raggiungiamo finalmente il ritratto della nostra Casa, mano per la mano.
Fat Lady sonnecchia un po', stanotte avrà fatto baldoria con chissà quali altri quadri.
«Panem.»
James è al settimo cielo, il suo volto sorridente sembra essersi contratto in una perpetua paralisi facciale.
L'irritazione provocata dalle sue parole lascia posto al senso di colpa.
«Ci vediamo più tardi? Devo, ehm...ripassare per Trasfigurazione...» sussurro appena entrati. Sembra non aver capito, sto per ripetermi quando annuisce distrattamente e corre verso il proprio dormitorio.
Ad avvisare Lupin Black e Pettigrew dell'acchiappo del secolo, probabilmente. Ed io, c'è qualcuno che dovrei avvisare della conferma della mia immane deficienza?
Mi siedo su una delle poltrone davanti al fuoco, che scoppietta piacevolmente. L'odore di legna bruciata ed il calore che emana mi rilassa.
Chiudo gli occhi e mi ritrovo a pensare a Severus. Non dovrei farlo, ma sembra proprio che non riesca ad evitarlo.
Sono passati quasi due anni, e non c'è giorno che non voglia fare pace.
Sono passati quasi due anni, e il solo vederlo mi fa star male.
Sono passati quasi due anni e non riesco, non riesco a dimenticare quello che provo per lui.
Stupida, stupida, sono una stupida. Lui mi ha già dimenticata, è andato avanti. Non ci teneva davvero a me, da chissà quanto prima di sbottare.
Mi sono innamorata di un uomo che non mi vuole, un uomo che probabilmente adesso sta dalla parte di Voldemort e che non esiterà ad uccidermi, quando sarò fuori di qui.
E frequentando James Potter non l'ho né ingelosito né suscitato qualcosa in lui.
Mi sono fatta semplicemente odiare di più, e tutto è perso per sempre.
Non c'è più posto per Severus Snape, nemmeno negli angoli più nascosti del mio cuore ormai, perché non voglio ancora capirlo?
Cado in un delicato ed insolitamente bel sonnellino senza sogni. È una pacca delicata sulla spalla a svegliarmi.
«Caposcuola Evans?»
Sbadiglio. Non sono mai stata una dal risveglio cattivo, e questo ragazzino del secondo anno me ne deve essere grata. Fossi stata Emmelince, probabilmente adesso non mi sorriderebbe così entusiasta.
«Ciao, Ermete. Hai bisogno?»
«I professori Slughorn e Dumbledore vogliono parlarti. Dicono che è importante, e aggiungono che riguarda un certo...Severiuz.»
Ermete ha parlato velocemente, ma ogni parola ha impiegati il suo tempo per penetrare nel mio cervello. L'ultima, è riuscita a scatenare letteralmente la baraonda.
«Severus, vorresti dire?» «Sìsì scusa, lui. Ti aspettano nello studio del Preside...» il tono concitato di Ermete diventa più dubbioso, il sopracciglio si inarca con fare interrogativo «...e Dumbledore ha aggiunto di dirle assolutamente che adora le arachidi caramellate.»
  
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