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Autore: slanif    24/08/2013    1 recensioni
Fan Fiction sui Dir en grey. Sulla DieShinya (con vaghi accenni alla KaoruToshiya...) con tanta stupidità di Die per voi! Buona lettura!
Genere: Angst, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Die, Shinya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bakasuke
di slanif

**

Il dannato suono della sveglia mi riporta alla realtà.
Che cazzo!
Stavo facendo un così bel sogno…
Di quelli erotici, porca puttana, di quelli che ti fanno venire nelle mutande.
C’ero quasi…
C’ero quasi…!
E invece adesso dovrò menarmelo da solo, in bagno!
Che palle!
Queste fatiche di prima mattina non sono proprio un toccasana!
Io mi stanco!
E dopo mi fa male il braccio!
E dopo chi lo sente quel rompi coglioni di Kaoru se non suono bene la chitarra?
Una volta urlava da talmente tanto tempo criticando il mio “essere sregolato, inaffidabile e svogliato, talmente pigro da non aver voglia nemmeno di suonare una chitarra” che gli stavo per rispondere che io una chitarra me l’ero già suonata (non so se mi spiego…), porca puttana, e che non tutti avevano la sua fortuna!
Non tutti hanno un fidanzato che ti aiuta a renderti soddisfatto!
Ci sono anche gli stronzi come me che se lo possono solo sognare di farsi fare dalla persona che ama quello che Toshiya fa a lui!
E che cazzo!
E’ veramente un rompi palle quando ci si mette!
E’ il meno frustrato di tutti ma è sempre e comunque il più incazzato!
Che Toshiya non glielo dia?

Intanto mi sono avviato in bagno, ho aperto l’acqua e mi sono infilato sotto lo scroscio bollente.
Sento i capelli appicciarmisi sulla fronte e la mia bocca socchiudersi ad intrappolare le gocce d’acqua.
Le mani mi scorrono sul corpo a sciacquarmi e carezzarmi.
Passano per il petto, per le braccia, per gli addominali e poi di nuovo su, ai capezzoli, che sfioro appena, quasi distrattamente, e poi giù, di corsa, in mezzo alle gambe, ad afferrare il mio orgoglio (modestamente, ha delle dimensioni davvero considerevoli… nessuno si è mai lamentato! Tutt’altro!)!
Merda…
Se ci penso ancora…
Se nella mia mente si proiettano di nuovo quelle labbra rosse, grosse, gonfie, che mi baciano ovunque, anche dove adesso c’è la mia mano; se rivedo quegli occhi nocciola fissarmi con sadica malizia e mi sembra quasi di percepire quei capelli biondi sul ventre che mi sfiorano e mi fanno il solletico e mi eccitano.
Se ancora ci penso…
Non riesco a trattenermi…
“Shinya…”…

Ovviamente sono in ritardo. C’è da chiedere?
C’è comunque da dire che non mi sto affatto impegnando a sbrigarmi…
Tutt’altro…
Mi sono amabilmente fermato a fare colazione con cornetto alla marmellata e cappuccino nel bar sotto casa, mi sono fumato la prima sigaretta della giornata, ho preso la macchina e adesso a cinquanta all’ora sto andando agli Studios.
Mi sto rompendo il cazzo ad andare così piano (perché di solito vado come minimo a centotrenta all’ora…), ma lo sto facendo a posta.
All’inizio il mio ritardo non era poi troppo elevato, ma poi mi sono detto che tanto valeva fare un ritardo enorme così potevo:
- Far incazzare Kaoru (che è sempre divertente…);
- Avere la scusa del “sono andato a dormire tardi e ho un sonno che m’ammazza” se suono da schifo;
- Vedo almeno un’ora di meno l’unica persona che vorrei avere ma che non mi guarda manco se deve sputarmi in un occhio!
Quindi, morale della favola, sono in ritardo di quasi un’ora e mezza!
Stavolta Kaoru mi ammazza…
Me lo sento…
Che figata!
Così almeno, tra una litigata e l’altra, lavoriamo anche di meno!
Sarà una giornata di relax, me lo sento!
Farò una vita da Deo, oggi!
Niente fatica, niente stress.
La mia vita ideale!
Poltrire, poltrire, poltrire…

Quando arrivo agli Studios il mio ritardo è di quasi due ore.
Le porte con il sensore si aprono davanti a me e io entro, invaso da calore della Hall.
Che palle…
Si soffoca sempre, in questo posto del cazzo!
In più noi sudiamo pure come bestie a strimpellare e litigare!
Possibile che non conoscano nessun’altra temperatura rispetto a quella dei Tropici?

Mi avvio verso sinistra e passo la porta bianca che da l’accesso ai soli autorizzati di entrare e cammino per quei corridoi bianchi dalle porte bianche così tristi e sconsolati che sembrano i corridoi delle sale operatorie in ospedale.
Arrivo alla porta in fondo e non sento un rumore a parte un borbottio e dei passi svelti.
Questo è sicuramente Kaoru che fa su e giù per la stanza, col telefonino in mano, alla ventesima chiamata che mi ha rivolto (ma io ho il cellulare spento… che so stupido, secondo lui!), imprecando e bestemmiando come un turco.
Ridacchio tra me e me e col mio sorriso più smagliante entro e saluto tutti come se fossi in anticipo di mille anni.
“DOVE CAZZO ERI FINITO, MERDA DI UN RIFIUTO UMANO!!”.
Ma che gentile…
“Kaoru, sei veramente una persona raffinata…” lo sfotto.
“FAI ANCHE IL SAPUTELLO, ADESSO!?” urla di nuovo, paonazzo in viso.
Credo che tra poco i peli della barba gli si raddrizzeranno sul viso… che figata! Devo fargli assolutamente una foto se succede!
“No, dai… scusa, scherzavo…” cerco di rabbonirlo un poco.
Non voglio mica che gli prenda un infarto!
“SI PUO’ SAPERE QUAL’E’ LA SCUSA DEL GIORNO??” urla ancora.
Non vuole proprio calmarsi…
Ma non capisce che se continua così diventerà subito calvo?
Cerco di immaginarmi Kaoru calvo…
O Buddha Santissimo…
Ha la testa che riluccica!
Scoppio a ridere come un pazzo.
“COSA CAZZO HAI DA RIDERE, ADESSO??”.
E’ proprio di cattivo umore…
“Mi sei venuto in mente calvo…” gli spiego, continuando a sogghignare.
“Cosa?” stavolta è talmente sconcertato che ha pure perso la voglia di urlare!
“Ti ho immaginato con la testa calva” cerco di spiegarmi meglio.
“E si può sapere perché?” si sta irritando di nuovo…
“Avevi la testa che riluccicava! Una figata pazzesca!” gli comunico, non rispondendo (volutamente, così si incazza di più!) alla sua domanda.
Sento Toshiya emettere uno strano verso e portarsi la mano davanti alla bocca, a trattenere il riso.
Kyo ci guarda allucinato, con la faccia di uno che vorrebbe ammazzarci per averlo svegliato dal suo sonnellino.
Shinya…
Beh…
Shinya…
Diciamo che Shinya è Shinya!
Non si smentisce mai!
Se ne sta placidamente seduto sul divano a leggere una rivista (per ragazze, tra l’altro, e quando glielo abbiamo fatto notare ha pure avuto la faccia tosta di dirci che non ci capivamo niente quando lo sanno TUTTI che Donna Moderna è un giornale da ragazza! Lo dice anche il nome!) e ogni tanto butta verso di noi un’occhiata veloce.
Buddha Santissimo se me lo scoperei lì, seduta stante, con pure Donna Moderna sulle mani!
“COMUNQUE!!” lo anticipo (quel rompi ciglioni di Kaoru, chi altro?) “Sono in ritardo perché mi sono svegliato tardi! Scusate ragazzi!” ed esibisco il mio sorriso più smagliante.
Sono stato convincente?
Pare di sì, perché Kaoru sbuffa e si gira, andando dal suo ragazzo che, sorridendo e mostrando al mondo quanto possono essere brutti i denti umani, lo bacia lieve sulla bocca prima di allontanarsi a prendere il suo basso.
“Cominciamo?” ci chiede, sorridendo, mentre accorda lo strumento.
Tutti ci avviamo alle nostre postazioni e io mi ritrovo davanti Shinya che, Santo di tutti i Santi, ha un culo che sfond… ehm… mangerei volentieri!

Sono due ore che proviamo.
Che palle!
Stop!
Basta!
Kaoru frena!
Stacca la spina!
Ma come si spegne?
Non ce le ha le pile come tutti i robot?
Che sega…
Avanti, Totchi dei miei stivali…
Provocalo un tantino e portatelo in bagno!
Il mio corpo ha bisogno di caffeina e nicotina!
Avanti…
Avanti!
Sono ore che vi mandate occhiate di fuoco!
Quando deciderete di rispondere ai vostri stimoli e darci giù della grossa?
Su, forza…
Quando Madre Natura chiama non bisogna mica farla aspettare!
Se non seguissi questo consiglio sa quanto meno male mi farebbe il braccio e la mano?
Che gusto ci sarebbe, dopo?

Dopo un’altra ora di torture, sguardi infuocati e bracci dolenti, Kyo smette improvvisamente di cantare, molla giù tutto e, inciampando sul filo del microfono, vola contro il tavolino posto al centro della sala.
Tutti lo guardiamo un tantino sbigottiti, non capendo il suo comportamento, e quando lo vediamo mettersi il giacchino e la borsa a tracolla, ci rendiamo conto delle sue vere intenzioni.
“Dove stai andando?” tuona Kaoru.
“Da Nao. Gliel’ho promesso. Non rompermi il cazzo, Kaoru. Ci vediamo domani” ed esce, sbattendo la porta e salutandoci con la mano.
Vedo Kaoru rosso di rabbia…
Povero…
Nessuno se lo caga!
Nessuno gli da retta!
Mi fa quasi pena (non è vero… è uno spasso farlo incazzare!)!
“Dai, Kaochan… Nao tornava dalla Tournè dei Kaggra,… sono due mesi che non si vedono… lasciali stare un po’ in pace!” cerca di rabbonirlo Toshiya.
“Che palle!” si lamenta lui “Per una cosa o per un’altra” e mi butta un’occhiata veloce che io ignoro con nonchalance “Non riusciamo mai a fare delle prove come si deve!”.
“Beh” si intromette Shinya, aprendo per la prima volta la bocca stamattina “Se abbiamo finito, io vado a casa”.
“Ti accompagno!” mi propongo subito!
E chi se la perde quest’occasione?
Fossi matto!
“Non serve, grazie” mi gela Shinya.
“Ma dai! Sennò devi andare in metrò!” cerco di convincerlo.
“E allora? Lo faccio ogni giorno!” mi ribatte, fissandomi.
Shinchan…
Non rompere il cazzo e dimmi di sì!
“Beh, per una volta che qualcuno ti può accompagnare a casa, perché non approfittarne?”.
Mi fissa un attimo.
Dimmi di sì. Dimmi di sì. Dimmi di sì!
“Va bene…”.
EVVAI!!

Una volta in macchina (stupido aggeggio meccanico che abbiamo impiegato più di mezz’ora a ritrovare perché non mi ricordavo dove l’avevo parcheggiata (e non guardatemi in quel modo perché succede! Ai ciglioni come me, ma succede!)…) la conversazione stenta a cominciare.
Come al solito.
Shinya non parla e io l’unica cosa che vorrei dirgli è quanto me lo vorrei fare e il cervello che mi ragiona non è più quello dentro la scatola cranica ma quello in mezzo alle gambe e non mi viene in mente nient’altro che: “Scopiamo, scopiamo, scopiamo fino a scoppiare ma scopiamo!” e questo non è che può essere definito proprio un argomento di conversazione…
Ma questo silenzio, veramente, mi uccide!
Devo cercare di dire qualcosa!
Ma cosa?
Che cazzo!
Pisello, piantala, sta zitto, fai pensare il tuo amico lassù!
Mentre litigo al mio arnese, sento la voce di Shinchan: “… a casa?”.
“Eh?” gli chiedo, voltandomi a guardarlo.
Non ho sentito una parola…
“Ho detto…” è un po’ irritato “Che sei sicuro che non ti dispiaccia accompagnarmi a casa?”.
Ma io ti ci accompagno pure tutti i giorni!
Chi se ne frega!
Se è per passare un po’ di tempo da solo con te, ti accompagno anche a piedi in quella cazzo di casa sperduta in culo a Tokyo che hai!
“Ma no, figurati! Mi sono offerto io! Se era un fastidio non te lo avrei detto” cerco di rassicurarlo.
Cazzo se me lo farei adesso, mentre mi guarda con questa faccia da cucciolo…
“E’ che tu sei gentile, con me, e non vorrei che lo fai perché mi consideri ancora il ‘piccolo’ del gruppo…” mi dice.
Il suo tono è un po’ triste nel pronunciare queste parole.
Cazzo…
“Ma tu sei il più piccolo, Shinchan!” dico, ridendo.
Parole sbagliate perché lui prima si volta di scatto verso di me, sgrana gli occhi e poi si rivolta di scatto, triste e irritato allo stesso tempo.
“Shinchan… che c’è?” chiedo.
Sono un po’ preoccupato, sinceramente…
Cosa strana…
Perché l’unica cosa di cui mi preoccupo è se funziona tutto bene là sotto…
Guarda cosa mi fai, Shinya!
Mi fai provare e fare cose che non avevo mai provato e fatto prima!
“Mi sono rotto di questa situazione! Io sarò sempre il più piccolo, per te, quello da coccolare e difendere, quello che sembra una femmina e che per ‘colpa’ di questo hai preso una cotta nei miei confronti!”.
Non mi è piaciuto il tono con cui ha detto la parola ‘colpa’…
“Che vuoi dire?”.
“Che non mi guarderai mai in nessun altro modo… mai… come ti guardo io…” la voce gli trema.
Cazzo…
Inchiodo e momenti faccio un incidente a catena in mezzo alla Super Strada.
Mille clacson cominciano a suonare impazziti e voci concitate cominciano a mandarmi a ‘fanculo.
Inserisco le quattro frecce e me ne strafrego.
In un’altra situazione, a sentire quelle cose e a vedere gente che mi passa vicino e mi alza il medio, sarei sceso dalla macchina e li avrei massacrati di botte, ma in un’altra situazione non avrei di certo inchiodato così!
“Che vuoi dire…?” ripeto.
Stavolta però il mio tono è un tantino incerto…
Cazzo se mi sto sentendo male…
Il cuore mi batte all’impazzata…
Non è che mi prende un colpo, vero?
“Che io sono innamorato di te, ma tu nemmeno mi guardi…”.
La voce di Shinchan è tremula e io rimango a occhi e bocca sgranata a fissare la sua faccia sofferente e i suoi occhi lucidi.
Annaspo.
Paro un pesce.
Un pesce coglione che non sa cosa dire.
“Porca troia…” mi esce.
Cazzo!
Ma sono deficiente davvero!
Adesso per forza che Shin mi guarda con questa faccia!
Afferra di corsa le sue cose e velocemente esce dalla macchina e comincia a camminare a passo spedito lungo il gardarail che costeggia il ponte della Super Strada che stiamo percorrendo.
Io rimando sbigottito a guardare il sedile vuoto e per un attimo non faccio assolutamente nulla poi, quando mi rendo conto che Shinchan se ne è andato, ingrano la marcia e sgommo verso di lui a tutta velocità.
Per poco non faccio un incidente per raggiungerlo ma non mi importa.
Ha detto che è innamorato di me!
Ho sentito bene, vero?
Non sono sordo!
Ho problemi mentali, ma l’udito va ancora forte!
Abbasso il finestrino dalla parte del passeggero e mi sporgo poggiando un gomito sul sedile e tenendo con l’altra mano il voltante, cercando di andare dritto e non sfracellarmi da nessuna parte e lo chiamo.
E’ di fianco alla macchina e abbraccia la borsa al petto.
“Vuoi andare a casa a piedi? Avanti, Shinchan… Sali in macchina, ti prego…”.
“No! Lasciami in piace!” mi gela.
“Dai, Shinchan…” lo supplico.
“Daisuke, non voglio venire in macchina con te”.
“Perché no?”.
“Perché ho già perso abbastanza la faccia, oggi! Ti ho detto che sono innamorato di te e la tua ‘non risposta’ è stata chiara!” e sbatte la mano sul finestrino, fissandomi dopo essersi abbassato.
“Ti amo”.
Cazzo!
Cazzo!
Cazzo!
Cazzo!
L’ho detto sul serio?
Seriamente l’ho detto?
E’ uscito davvero dalla mia fottuta bocca di fogna?
Pare di sì…
Sennò Shinchan non mi fisserebbe così…
“Ti amo, Shinya…” ripeto “Lo so che prima mi sono comportato da stronzo, ma mi hai sorpreso! Non mi aspettavo di certo una cosa simile! Di solito manco mi guardi!”.
“Ma allora sei stupido sul serio… speravo fossi recuperabile, almeno un poco, e invece niente!” mi dice, serissimo.
“Eh?” sono decisamente basito “Perché?”.
“Cazzo, Daisuke…” ah! Shinchan ha detto una parolaccia! “Ma ti rendi conto che sei l’unico a cui rivolgo la parola? Sei l’unico da cui accetto passaggi e mi faccio accompagnare a casa? Gli altri penso che neanche lo sanno dove abito… e quando mi prendi per il culo?” Santissimi se lo farei volentieri… “Se era qualcun altro lo avrei ammazzato! A te invece ti lascio fare!” prende fiato un attimo “Ma possibile che non te ne sei accorto davvero?”.
“No, non me ne sono accorto” ammetto.
“Sei un ciglione!”.
“Lo so!” rido “Monta in macchina”.
Shinya apre lo sportello e sale, si siede e io non lo faccio neanche finire di allacciare la cintura di sicurezza che lo bacio all’improvviso.
Gli tappo la sua bella bocca rossa e grossa con la mia e gli infilo la lingua fino ai polmoni.
Ci baciamo per un po’ e poi ci stacchiamo.
Gli sorrido, gli sfioro il naso col mio e poi torno a concentrarmi di nuovo sulla strada.
Tolgo le quattro frecce e mi immetto di nuovo.
In men che non si dica siamo a casa sua.
Chissà perché ho tanta fretta…
Ahahah!
Che simpatico bardascio che sono!
Entriamo e non facciamo neanche in tempo a chiudere la porta che siamo già mezzi spogliati.
Sentire la pelle di Shinchan sotto la mia è bellissimo.
Me lo tocco tutto, interamente, ovunque e con qualsiasi mezzo (con il mio orgoglio non ancora… datemi tempo! Se lo violento subito mi si traumatizza!) e quando lui è ormai pronto lo abbraccio per la vita e lui, girato di schiena e poggiato sulle ginocchia e i gomiti, mi guarda rosso in viso e un po’ impaurito.
Con una mano gli allargo le natiche e con l’altra mano gli stringo l’incalanatura morbida della sua pelle che si è formata tra il bacino e la piegatura della coscia.
E’ bellissimo…

Quando il mio gingillo ha fatto il suo dovere (soddisfando tutti ancora una volta!) e noi siamo esausti ma felici, Shinchan mi sorprende sussurrandomi a fior di labbra: “Anche io ti amo… anche se non so perché…”.
“Come non sai perché?” ribatto.
“Sinceramente mi vedevo con qualcuno di più intelligente…”.
“E quindi meno dotato…” bofonchio.
“Uhm… può essere…” ride sotto i baffi.
“Quindi ti è andata bene, vero Shinchan?” gli dico, abbracciandolo stretto e baciandolo su una tempia.
Lui ci pensa un po’ su.
“Sì, mi è andata benissimo…”.
A chi lo dici, Shinchan!
Lo bacio di slancio e comic io ad accarezzarlo…
E vai col secondo round!

**FINE**

   
 
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