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Autore: slanif    24/08/2013    2 recensioni
Zoro/Sanji
Non chiedetemi perché mi è venuta in mente. E’ successo e basta! u.u Buona lettura!
Genere: Angst, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji, Z | Coppie: Sanji/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ame~Pioggia
di slanif
 
**
 
Fisso la pioggia cadere inesorabile dal cielo, diretta al suolo per rinfrescarlo e bagnarlo e renderlo umido e scivoloso. Fisso quelle nubi scure e grigie sopra di me, o almeno quelle che riesco ad intravedere dall’oblo della nave, e come sempre un senso di assoluta tristezza mi pervade… è una sorta di malinconia dolorosa, troppo intensa per poter essere solo malinconia, ma troppo labile per poter essere tristezza… è una sorta di abbandono del mio animo, come se per un poco mi abbandonasse e io restassi lì, come una bambola, a fissare semplicemente la pioggia cadere e quell’alone cupo che pervade tutto, rendendo il paesaggio quasi spettrale.
La pioggia ha sempre sortito questo effetto su di me… forse perché non mi è mai piaciuta. Da piccolo mi obbligava in casa quando potevo essere fuori a pescare qualche buon pesce da cucinare, da adolescente ha spesso mandato a monte i miei appuntamenti con le ragazze. E ora che sono quasi un adulto, ancora oggi, mi ha costretto in quella che per me e i miei compagni è ormai una casa. Ma oggi è l’unica volta, di quest’assurda pioggia, che non mi dispiace… per una volta sono contento che il sole non risplenda e che io debba rimanermene quaggiù, ad ascoltare il suo canto, il suo scrosciare, e il suono come un ticchettio quando le gocce toccano la superficie dell’acqua, andandosi a riunire col proprio elemento in una danza senza fine.
Oggi è l’unica volta che sono felice di essere bloccato senza poter fare niente.
Volto il viso e i miei occhi, fino a quel momento concentrati sulla pioggia fuori di qui, che si focalizzano sul corpo steso di fianco al mio. E’ immobile, solo la sua schiena si alza e si abbassa alla velocità del suo respiro pesante. Se non lo amassi tanto, probabilmente penserei che questa testa verde sia la cosa più zotica che Dio sia stato in grado di creare, ma è il mio zotico e, ahimè!, mi piace anche per questo!
Gli sfioro i capelli e osservo i lineamenti marcati del suo viso e quel cipiglio severo che lo fa sembrare un duro quando invece io so che sa essere anche estremamente dolce…
“La pianti di rompere?”.
Certo è che allo stesso modo sa essere anche estremamente cafone!
“Scusa tanto se ho un gesto di tenerezza verso di te, testa verde!” sbraito in risposta, rompendo quel magico silenzio che c’era prima che la sua bocca sfondata emettesse aria!
“Stavo dormendo! E io ODIO che mi tocchi quando dormo!” strilla Zoro, alzandosi a sedere e spostando tutto il lenzuolo nero, scoprendomi un fianco. Ne afferro un lembo e lo tiro verso di me, cercando di ricoprirmi, mentre urlo: “NON MI SEMBRAVA L’ALTRA NOTTE!”.
Zoro, intanto, afferra a sua volta un lembo del lenzuolo e facciamo, come due bambini dell’asilo, a chi tira di più. Sembriamo due asini…
“Ma quale altra notte? Che stai blaterando?” urla lui, tirando sempre più forte, facendo leva su quelle braccia muscolose che trovo estremamente sexy (ma non diteglielo!).
“QUANDO TI STAVO FACENDO UN POMPfffhhh!” la sua mano ha bloccato ogni mia uscita poco graziosa e, sibilando, mi sgrida: “Fai piaaanooo!”.
Tolgo la sua mano dalla mia faccia e con aria scocciata gli chiedo: “Cosa vuoi che me ne importi? Come se tutta la nave non sapesse cosa facciamo da soli in questo scomodo ripostiglio ogni notte! Mica sono deficienti! A parte Rufy, si intende…” puntualizzo. Sì, perché dovete sapere che per i nostri incontri (poco) clandestini, ci incontriamo in una sottospecie di sgabuzzino in cui mettiamo le scope e altra roba per pulire. E’ piccolo e stretto e per noi due è parecchio scomodo (soprattutto perché la mole gigantesca di Zoro occupa tre quarti dello spazio), ma non è che possiamo fare sesso davanti al Capitano, la Renna e Naso Lungo! Siamo villici, okay, ma non così tanto!
“Massè! E come avranno mai fatto a capire?”. Sembra sinceramente sorpreso e la sua ingenuità mi commuove. Delle volte la sua assoluta mancanza di furbizia mi fa sentire particolarmente intelligente, ed è un’altra delle cose che apprezzo di lui ma che bisogna tenergli assolutamente segrete.
“Beh… magari perché non dormiamo mai con gli altri ma spariamo sempre insieme nella notte? O magari perché una volta Nico Robin ci ha visto uscire di qui insieme… o magari perché una volta Usop ha trovato le mie mutande e le tue qui dentro? E non è di certo né una camera, né un bagno né una lavanderia…” cerco di illuminarlo, ma lui sembra non voler capire: “Non mi sembrano cose così evidenti da indurli a pensarlo…”.
Va bene, Zoro, basta che ci credi…
“Non ho più voglia di discutere, alziamoci” dico, con voce secca. Come sempre un pessimo inizio di giornata.
Faccio per alzarmi, scostando le coperte, ma Zoro mi afferra una mano e mi trascina giù, a sedere (facendomi dare una culata sul pavimento di duro legno, ma sono dettagli…) e mi abbraccia forte, spingendo il viso nell’incavo della mia spalla. Sento il suo respiro sul mio petto ed è bello sapere che, nonostante tutto, ha sempre un gesto d’amore per me. Se non fosse così, col carattere che ho, probabilmente non avrei mai iniziato quest’assurda storia con lui! Io ho bisogno di conferme, di affetto, di attenzione, di amore. Ho bisogno che lui mi dimostri (non sempre, certo, ma almeno qualche volta) che mi ama.
Gli stringo le braccia intorno alle spalle e sorrido, contento, mentre sento le guance farsi un po’ rosse dalla gioia.
“Antipatico…” sento bofonchiare dalla mia spalla.
“Tonto…” bofonchio io, con la testa immersa tra i suoi capelli.
Sento i suoi capelli solleticarmi il viso e vedo che si sta spostando, portando la sua immane faccia da schiaffi davanti alla mia. Le sue labbra mi toccano una guancia e poi il naso, fino alla bocca dove si soffermano a giocare e a mordicchiare, in un bacio dolce che sa solo di amore e non ha nulla d’altro in sé. Anche questa è una cosa che mi ha convinto a continuare. Il fatto che lui sappia farmi capire che sì, mi desidera, ma soprattutto mi ama…
Quando la sua bocca si stacca da me, sento come se tutto il calore se ne andasse, come se mi trasformassi nella pioggia che continua a scrosciare inesorabile sull’Oceano.
“Alziamoci, dai…” mi dice, con tono delicato, accarezzandomi vicino alla tempia con la punta delle dita, portando una ciocca dei miei capelli biondi dietro l’orecchio.
Annuisco in silenzio e ci tiriamo su. Sento le gambe tremare leggermente e mi appoggio un attimo alla parete, urtando una scopa e facendola cadere. Zoro si volta a guardarmi con un sopracciglio alzato, ma io gli sorrido. Mi succede sempre dopo una notte particolarmente intensa…
Ci vestiamo velocemente e, prima guardando dentro lo spioncino e poi tramite la porta socchiusa, usciamo. Ci dirigiamo verso la cucina dove, appena entrati, tutti si voltano a guardarci. Nami, comodamente seduta vicino alla parete con le gambe accavallate, alza lo sguardo dal suo giornale e alza un sopracciglio, ridacchiando. Nico Robin ci fissa con un sorriso enigmatico da vicino al lavandino, con una tazzina di caffè in mano. Chopper sorride semplicemente, voltandosi poi subito dopo per andare a prendere un piatto dalla credenza (per arrivarci ha dovuto trasformarsi, ovviamente…). E Rufy e Usop… beh… mi fissano moooltooo malamente con la forchetta da una parte e il coltello dall’altra, puntati in verticale sul tavolino, con lo sguardo truce di chi ha veramente molta fame.
“Preparo subito” dico, un po’ in fretta, perché credo che stiano ber buttarmi in pasto ai Piragna, altrimenti.
“Oh, tranquillo, non avere fretta. Noi capiamo…” sibila Nico Robin, con quel sorriso enigmatico e un po’ sfacciato, con l’espressione canzonatoria di chi si diverte un mondo a prenderti in giro.
“Massì, tranquilli… le esigenze sono esigenze…” continua Nami, non staccando gli occhi dal giornale, ma più concentrata a sentire cosa ci viene detto che a quello che hanno scritto i giornalisti. Sembra che stia leggendo, ma non è così. I suoi occhi sono immobili. Non sta seguendo le linee della pagina. Si sta semplicemente nascondendo lì dietro perché, se vorrà scoppiarci a ridere in faccia, almeno non lo farà del tutto platealmente.
Io sposto la bocca da un lato, evitando di rispondere e Zoro (che ovviamente non ha capito niente) si va a sedere vicino a Rufy e Usop, aspettando anch’egli la colazione.
Mi infilo il grembiule e comincio a cucinare, con a fianco Nico Robin, che mi fissa di sottecchi da dietro la tazzina da caffè (dove c’è scritto Le Bugie Hanno le Gambe Corte e un uomo col busto lunghissimo e le gambe di un centimetro. Queste stupide tazzine con i detti sopra le ha comprate Chopper, per ricordarci sempre che stiamo sbagliando. E infatti io mi sento proprio come quel mostriciattolo disegnato…). La sento ridacchiare con quella risata profonda e vedo Nami che quasi si strozza per mantenersi seria. Al diavolo!
“La piantiamo?” esclamo, irritato.
A queste mie parole, il finimondo! Per scoppiare a ridere, Nico Robin sputa fuori tutto il caffè, Nami per poco non cade dalla sedia e Chopper tiene per un pelo una lunga pila di piatti (gli unici che abbiamo ancora integri, tra l’altro). Gli unici che non hanno capito niente, come al solito, sono Rufy, Usop e quella stupidissima testa color ramarro!
“PIANTATELA!” sibilo, con sguardo accusatorio.
“Scusami, ma è troppo divertente!” esclama Nami tra le risa.
Ma bene!
Do l’ultimo colpo col coltello alla verdura che sto tagliando e la infilo in pentola. E’ quasi pronto. Un minuto e potranno riempirsi la bocca di cibo, invece che si stronzate!
Quando la zuppa è pronta porto la pentola al tavolino e con un gesto secco la verso nei piatti di tutti quanti, a occhi chiusi, per cercare di ignorarli, mentre alle mie orecchie giunge ancora il rumore della pioggia ovattato però dalle risate sommesse di quei tre deficienti.
“Strafogatevi!” esclamo, uscendo dalla cucina.
Subito, un nuovo scoppio di risa. Che deficienti!
Appoggio la fronte all’oblo e guardo fuori, l’acqua che si increspa ogni qualvolta viene toccata da una nuova goccia facendo nascere infiniti cerchi concentrici. E’ una visione fantastica e per un po’ mi fa dimenticare quel branco di idioti che sono i miei compagni.
Appena sbollito un po’ il nervosismo, torno in cucina. Apro la porta e, appena entrato, li vedo tutti intenti a mangiare. Nessuno si interrompe per guardarmi. Bene. Mi dirigo al lavandino e inizio a lavare il pentolame sporco, sovrappensiero. Mi risveglia solo la voce di Nami che mi fa: “Sanji… tu e Zoro avete notato per caso se nel ripostiglio c’è ancora il secchiello?”.
Io, completamente sovrappensiero, rispondo: “Sì, Zoro ci ha incastrato il piede proprio stanott…” e mentre termino la frase mi rendo conto della trappola in cui sono caduto come un pollo e le risate dei miei compagni mi pervadono le orecchie, coprendo anche il rumore della pioggia. 
“MALEDETTIII!” sbraito, iniziando a rincorrerli tutti (e Zoro con me, che per una volta c’è arrivato), anche sotto la pioggia, ridendo come degli imbecilli.
Sto iniziando ad amare questa stupida pioggia… sarà che mi innamoro di tutte le cose stupide!
 
**FINE**

   
 
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