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Autore: Disvaloue    24/08/2013    5 recensioni
Fanfiction a scopi puramente parodici e ironici. Mio unico ed esclusivo fine è quello di far sorridere e magari provocare una risata, in più stimolare una riflessione sulla dilagante decadenza e superficialità che imperversano nel nostro fandom. Ingenuità, inverosimilità, errori grammaticali, frasi fatte, motti, perversioni da "directioner", sono questi gli elementi su cui ho lavorato e che ho preso gentilmente in giro. Non era mio scopo offendere o importunare alcuno; se involontariamente l'avessi fatto, chiedo umilmente venia.
Purtroppo i personaggi non mi appartengono in alcun modo, sia quelli frutto della mia fantasia, sia quelli realmente esistenti. Siccome non ho la conoscenza di nessuno di questi ultimi (ripeto, purtroppo) i loro caratteri sono completamente inventati da me (e in alcuni casi, da voi; io mi sono semplicemente divertita ad esagerare comportamenti che molte "autrici" ritengono loro.) Ultima cosa: sono presenti, espliciti, accenni Larry. Accettateli: loro sono una realtà. Detto ciò, buona lettura.
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 A Fabi, l'ispiratrice di tutto questo e la compagna
di ogni mia singola ora.

Fanfiction a scopi puramente parodici e ironici. Mio unico ed esclusivo fine è quello di far sorridere e magari provocare una risata, in più stimolare una riflessione sulla dilagante decadenza e superficialità che imperversano nel nostro fandom.  Ingenuità, inverosimilità, errori grammaticali, frasi fatte, motti, perversioni da "directioner", sono questi gli elementi su cui ho lavorato e che ho preso gentilmente in giro. Non era mio scopo offendere o importunare alcuno; se involontariamente l'avessi fatto, chiedo umilmente venia.
Purtroppo i personaggi non mi appartengono in alcun modo, sia quelli frutto della mia fantasia, sia quelli realmente esistenti. Siccome non ho la conoscenza di nessuno di questi ultimi (ripeto, purtroppo) i loro caratteri sono completamente inventati da me (e in alcuni casi, da voi; io mi sono semplicemente divertita ad esagerare comportamenti che molte "autrici" ritengono loro.)
Ultima cosa: sono presenti, espliciti, accenni Larry. Accettateli: loro sono una realtà.
Detto ciò, buona lettura.
 

 

"Pt.1 Cosa (non) mi rende (s)Nella."

Il mio nome è Nella, vivo in Italia e ho diciotto anni appena compiuti. I miei idoli sono i One Direction! Da quando li ho visti una volta in copertina della mia rivista preferita, il Cioè, me ne sono innamorata. Diciamo che il mio preferito è Harry, mlmlmlmlml anche il mio numero preferito è il 69, però li amo tutti e cinque, sono le mie carotine preferite e directioner is a promise.
Quest'anno mia mamma, come regalo per la fine della scuola, dato che sono stata brava e mi hanno rimandata solo in due materie, mi ha regalato una vacanza studio a Londra. Starò per tre mesi in una famiglia londinese, ogni mattina dovrò andare al campus mentre nei pomeriggi avrò la possibilità di girare gratis una serie di musei; in realtà penso che vagherò per la città a fare shopping e a cercare i One Direction, spero proprio di vederli! Loro sono la mia vita e vorrei tanto che mi notassero, non vorrei essere e rimanere una fan come ce ne sono milioni di altre.
Sono una bella ragazza. Sono alta quasi un metro e sessanta e non ho la minima idea di quanto pesi, dato che sono dell'idea che una deve stare bene con se stessa senza avere lo stress della bilancia o delle diete. Mangio quanto e cosa mi sento. A pranzo per esempio mi sono mangiata due piatti di pasta alla puttanesca, un po' di parmigiana di melanzane, quella di mia nonna ripiena di mozzarella, poi le patatine fritte, una fetta sola di carne alla pizzaiola, un vasetto di tonno e un pezzo di pane. Ci tengo alla mia salute, io; per questo ho chiuso il pasto con una bella mela matura, nutriente e poco calorica. Dopo mangiato mi sentivo un po' pesante, forse è stato il tonno.
Sono bionda, più o meno. Mio fratello mi sfotte dicendo che ho i capelli color topo, in realtà credo che il mio sia un biondo cenere; ho gli occhi scuri, sensuali e profondi, ciglia lunghissime e labbra carnose. Ebbene sì, un'altro regalo di mia mamma, per il compimento dei diciotto anni, è stato il filling bocca, ossia delle piccole iniezioni di botulino nelle labbra. Un'operazione poco invadente, non sia mai!
Stasera è il grande giorno della partenza. Sono in aeroporto in attesa che chiamino il mio volo, mia madre sta piangendo nascosta dietro ai suoi occhiali scuri, mentre il mio papi sta andando avanti e indietro parlando al telefono e gesticolando con le mani. Io glielo dico sempre, si stressa troppo! Dovrebbe fare come la mamma, passare almeno i weekend alle terme o alla beauty farm, e magari farsi qualche iniezione al viso o rifarsi la manicure, ha le mani terribili! Comunque, ho appena sentito l'annuncio del mio volo, mi devo imbarcare al più presto. Mamma mi cinge in un abbraccio esagerato, continuando a singhiozzare.

«Okkey mami, però adesso basta, cioè mi stanno guardando tutti, che figure mi fai fare?!»

«Bambolina, mi mancherai tanto! Chiama appena scendi dall'aereo, poi prendi il taxi, non oserai mica prendere i mezzi! non è vero? I Turner ti aspettano. Per favore, in valigia ti ho messo le lenzuola pulite, non usare le loro, che non si sa mai come puliscono le cose quegli inglesi! E poi non mangiare cose strane. Ti ho messo del pane fresco fresco e della mozzarella, lì non andare in ristoranti strani, neanche in quelli italiani o nelle pizzerie, se vai nelle catene e nei fast food è meglio, sappiamo tutti quello che usano.»

«Va bene, mami, ora devo andare. Ciao papi!» salto al collo di mio padre, ma lui non smette di parlare al telefono, preso com'è! in fondo lui ha rapporti lavorativi con tutto il mondo, dato che è il fondatore di un importantissima marca di prodotti igienici. Lui è mezzo americano, ma i suoi assorbenti femminili hanno particolare successo in Italia, per questo si è trasferito qui e ha conosciuto mamma. Voglio molto bene al mio papi, è grazie a lui se so bene l'inglese e potrò parlare ai One Direction quando li incontrerò a Londra! Anche lui me ne vuole molto, nonostante non mi abbia salutata prima dell'imbarco mentre io sventolavo da lontano un fazzolettino bianco, come nei film.
In ogni caso, ora sono in volo. Ascolto i miei idoli dall'iphone mentre guardo fuori dal finestrino. Mille pensieri mi passano per la mente in questo momento; innanzitutto, a come sarà bello fare shopping là; poi penso per un poco a quanto dovrebbe essere bello fare un pompino ad Harry Styles, sarebbe così romantico! Mentre mi perdo in queste eccitanti fantasie, e dopo essermi bagnata un po' le mutandine, mi ricordo che sono ben due ore che non mangio nulla. Cerco nella mia Louis Vitton nuova le merendine che mi sono portata per le evenienze. Sono una ragazza previdente; mi piace avere tutto sotto controllo. Alla terza merendina mi sale il vomito. Chiamo la hostess urlando, ma è troppo tardi: ho rigettato sul sedile davanti a me. Mi scuso con i miei vicini, mentre grido alla hostess di portarmi in business class, la prima classe è stretta! Lei non mi vuole accontentare, ma riesco a convincerla a parlarne almeno con il comandante, che è amico di mio padre, le dico. Improvvisamente, è tutta carina nei miei confronti, mi conduce al mio nuovo posto, che ha pure il poggia-piedi e il sedile largo. Finalmente in pace mi addormento. Mi risveglio circa un'ora dopo, mentre l'aereo sta atterrando e il mio iPhone sta riproducendo Stole my heart, uno dei miei pezzi preferiti dei One Direction.

«Signorina, è arrivata. Vuole che le chiami un taxi?» Ora la hostess è gentile, ma che dire, odio la gente che cambia atteggiamento quando la minaccio facendo il nome del mio papi. Quindi, con sdegno, rifiuto la sua offerta e scendo impettita dall'aereo, dirigendomi verso il ritiro dei bagagli. Onestamente, mi pento quasi immediatamente di essere stata così orgogliosa; in effetti, le mie quattro valigie non sono facili da portare. La gente mi spintona, io aspetto con pazienza che il rullo mi consegni la quarta e ultima valigia. Aspetto per un tempo indefinito. La valigia non arriva. Vedo che fuori è ormai buio, se poi non ci fossero più taxi dovrei veramente raggiungere casa Turner in metro? Non se ne parla proprio! Corro verso l'uscita con i tre bagagli rimasti; tanto, penso, nel quarto ci stavano le lenzuola, che non sono poi così importanti, dato che io non ho la più pallida idea di come si faccia un letto e quindi in realtà preferisco che la signora Turner abbia già preparato il mio, anche se con lenzuola non perfettamente pulite. Non sono una tipa schizzinosa, non su cose così stupide. È mia mamma che è troppo fissata per quanto riguarda la pulizia.
Ormai sono sulla soglia dell'uscita dell'aeroporto. Ma c'è qualcosa di strano: la strada è completamente deserta. Un solo lampione emana una luce fioca, la pioggia ha cominciato a cadere leggera e fitta e non c'è anima viva. Mi guardo attorno stranita per un minuto buono. Ma poi vedo sfrecciare un ragazzo fuori dalla porta che io ho appena varcato. Cammina a passo spedito; è alto, ha un cappello di paglia sui ricci, gli occhiali scuri nonostante il buio e un trolley piccolo come unico bagaglio. Ci metto solo due secondi a riconoscerlo: è Harry Styles, il mio idolo, colui che è destinato a essere il mio fidanzato! Faccio per seguirlo mentre lui si dirige verso l'unica auto parcheggiata in quella viuzza, un suv nero con i finestrini oscurati. Lo chiamo con tutta la voce che ho in corpo:

«HARRYYYYY!!!1!!1»

Lui si gira e, per la prima volta, i nostri occhi si incrociano, i nostri cuori battono assieme. È bellissimo, nonostante la faccia sconvolta. Si guarda attorno furtivo, poi mi guarda e con due passi mi è davanti, mi sovrasta e mi squadra.

«Ma che cazzo ti urli?» Dal vivo ha la voce ancora più roca, maledettamente sexy. Vorrei saltargli addosso e strappargli i vestiti, così, su due piedi. Faccio per abbracciarlo ma inciampo sulle valigie che avevo dimenticato per terra, cadendo con le ginocchia in una pozzanghera creatasi tra il marciapiede e la strada. Mi sembra di sognare. Anzi, mi sembra di vivere in una fanfiction; ora Harry mi tenderà la mano e la nostra pelle, i nostri corpi si riconosceranno. Aspetto che lui si chini su di me, con dolcezza e apprensione, per aiutarmi. Invece, dall'alto sento una risata, che poi capisco essere la sua, una risata di quelle vere, accompagnate da una mano sulla pancia e gli occhi chiusi. Ancora meglio, mi dico: gli piaccio, altrimenti perché starebbe ridendo? Mi rialzo, quasi scivolando di nuovo, e finalmente lo abbraccio.

«Harry, sei il mio idolo, giuro, cioè sei bellissimo e ti amo e non ci posso credere che...» Il riccio mi interrompe e mi allontana, con una grazia da vero gentiluomo.

«Okkey ragazza, mi fa piacere, ma mi stai sporcando tutto e vado molto di fretta.» Abbassa la testa e fa per saltare in macchina, ma io non posso lasciarlo andare! Mi aggrappo a lui con tutta la mia forza, ma lui non ci fa caso, allora gli pesto violentemente un piede.

«Ahia cazzo!»

«Non andare Harry! Te ne vai senza farmi un autografo? No anzi, meglio ancora, ci facciamo una foto insieme! Così faccio schiattare quelle puttanelle delle mie compagne di classe, vedremo chi sarà la sfigata, dopo! No perché sai ci sono delle ragazze talmente stronze che...»

«No no piccola, senti, mi spiace, non posso farti nulla. Noi... non ci siamo mai visti, siamo d'accordo? Perdonami, ci vediamo al prossimo concerto, prenota presto i biglietti, eh!» Mi fa un saluto con la testa, ma io non posso permettere che il mio idolo se ne vada in questo modo!

«Harry, come non ci siamo mai visti? Ora non siamo assieme?» Non lo capisco. Ha qualche problema mentale, questo ragazzo? Lo sento bisbigliare qualcosa che suona come un "Oh my god.", ma non sono sicura di aver sentito bene, forse è la pioggia che mi confonde. Si guarda furtivo intorno e quando capisce che non c'è nessun altro oltre a noi due si rivolge di nuovo a me.

«Okkey dolcezza, vieni in macchina con me che ti spiego un paio di cose mentre ti porto a casa.» Penso di stare per morire: Harry Styles mi ha appena offerto un passaggio sul suo suv con i vetri oscurati! Quasi con le lacrime agli occhi accetto entusiasta, poi mi dirigo verso lo sportello destro, aprendolo e saltandoci dentro. Solo una volta dentro mi ricordo che qua guidano al contrario e in effetti davanti a me si trova il volante. Allora scendo e faccio il giro dell'auto, prendendo finalmente posto al lato giusto, quello del passeggero. Harry sistema le mie valigie nell'enorme bagagliaio, lo sento ridacchiare e scrivere un messaggio sull'iphone. Infine, sale pure lui e avvia la macchina.
Il viaggio non è per nulla silenzioso. Dal suo stereo rimbomba una musica decisamente squallida, niente a che vedere con le loro canzoni dolci e melodiose! Anzi, queste sono tutte una confusione di  batterie e di chitarre e di una voce femminile decisamente fastidiosa, acuta e urlante. "Paramore", mi ha sillabato Harry vedendo la mia faccia confusa. Chi sono questi, in confronto ai One Direction? Decido di dirglielo, che loro sono decisamente meglio. Harry rimane un po' sconvolto, com'è modesto! Poi scoppia a ridere e dice, piano:

«Questa è musica.» È un ragazzo d'oro.

Vedo che ci stiamo dirigendo verso la periferia. Harry non ha detto nulla quando gli ho dato l'indirizzo dei Turner, come se conoscesse perfettamente la zona. È un vero gentiluomo, l'ho già detto? Allungo la mia mano verso il suo sedile, per accarezzarlo piano mentre guida, per far scontrare dolcemente le nostre pelli.

«Ehy potresti togliere la mano dal cambio? Non riesco a guidare se ti metti in mezzo!»

«Oh. Scusa.»

«Stammi a sentire bene, piccola, ora. Non posso spiegarti tutto ma cerca di capirmi bene lo stesso.» Ora si dichiara, lo sento. Mi dirà che sono la donna della sua vita, che non si era mai innamorato prima di incontrarmi. Mi confesserà che non aveva mai creduto ai colpi di fulmini, prima di oggi, ma io lo avevo colpito come nessun altra. Mi supplicherà di seguirlo nei concerti, ma di nascosto, perché nessuno dovrebbe sapere di noi, per evitare l'odio delle fan e l'assalto dei tabloid. Magari mi porterà a casa sua e...

«Nessuno al mondo deve sapere che ci siamo visti in quell'aeroporto, mi hai capito? Tu vuoi il mio bene, non è vero? Allora non devi raccontare a nessuno del nostro incontro.»

«Perché... perché non vuoi che nessuno sappia di me?» Mi guarda stranito.

«No, in realtà nessuno deve sapere me qui, a Londra, in questi giorni. Ufficialmente sono a Los Angeles, per tutti, per i managers, per le fans, per i paparazzi. È importante che questo rimanga un segreto fra noi. Sei una ragazza intelligente» mi squadra con una strana espressione sul volto «so che mi posso fidare.» Avere un segreto solo io ed Harry Styles? Non avrei potuto chiedere di meglio. Certo, forse una notte di fuoco. Ma non è male questa cosa, questa intimità tra di noi. Gli annuisco sorridendo, con una espressione contemporaneamente sexy e dolce.

«Certo Harry, ti capisco e ti puoi fidare di me. Non hai di che preoccuparti.» Sono una persona adulta e matura, posso gestire una cosa del genere. Harry sembra apprezzare, e dopo poco frena la macchina davanti ad una casetta bianca in una zona residenziale.

«Casa tua?» mi chiede, con un filo di apprensione nel tono della voce.

«Penso di sì. Abiterò qui da oggi, sono in vacanza-studio, come in una fanfiction che si rispetti!»

«Eh?» Sembra non capirmi. Oh, non fa nulla, ora sa dove vivrò per i prossimi tre mesi, sicuramente adesso mi chiederà il numero di telefono e domani ci rivedremo. Aspetto che mi dica qualcos'altro, ma sembra non voler proferire parola.

«Allora grazie Harry, è stata la giornata migliore della mia vita, cioè non pensavo che ti avrei visto e conosciuto e ci saremmo parlati con così...»

«Okkey ciao ragazza, ti ricordi che abbiamo fatto una promessa, non è vero?»

«Non la dimenticherò mai, giuro. Fidati di me. Comunque» continuo con voce sensuale «il mio nome è Nella.»

«Grazie... Nella. Ricordatela sempre; è importante.» E con questo mi spinge giù dalla macchina con una gomitata. Senza scendere dall'auto, mi apre il portabagagli, aspetta che io lo richiuda (con difficoltà, questa macchina è pesante!), mette in moto e riparte, lasciandomi davanti alla mia nuova casa, con una valigia in meno rispetto a quando sono partita, bagnata e infangata, a guardare il mio idolo che si allontana. Dura la vita della popstar, penso. Non deve essere facile scappare così velocemente da una ragazza come me. Quando la macchina scompare in lontananza, mi volto verso la mia nuova casa, mentre saluto mentalmente la mia nuova vita con Harry Styles. Altroché fanfiction: la mia vita è molto meglio.



 

   
 
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