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Autore: Katie88    29/02/2008    13 recensioni
Come è nata la storia d'amore tra George e Angelina? Come si sono sentiti dopo DH? Attenti ci sono spoiler!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, George Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seconda ff che scrivo. E' ambientata 5 anni dopo il settimo libro e i due protagonisti sono George Weasley e Angelina Johnson e parla della nascita della loro storia d'amore. Spero che vi piaccia!! Un grazie speciale a plubuffy, Chiara Potter, Arya, cy17_love e 'Mione92(spero che trovi questa ff migliore della prima e grazie per il tuo parere). 

I personaggi utilizzati per le mie storie non appartengono a me, ma a JK Rowling


OUR NEW BEGINNING

                           1.New Life


Quella sera le vie di Londra erano sferzate da un forte vento gelido. Il cielo era ormai scuro, coperto da grossi nuvoloni neri e nell'aria si sentiva odore di neve.

Angelina si strinse ancora di più la sciarpa al collo e accelerò il passo. Non vedeva l'ora di arrivare a casa e sistemarsi vicino al camino.

Dieci minuti dopo, la ragazza risaliva finalmente il vialetto del suo appartamento nel quartiere residenziale di Londra.

"Ciao tesoro, fatto tardi anche stasera?". Angelina si voltò verso la persona che aveva parlato: la signora Rice, sua vicina di casa.

"Buonasera Rosemary, come sta?" le chiese la ragazza in tono gentile. Adorava quella cara vecchina: era premurosa, dolce e attenta. L'aveva aiutata in più di un'occasione da quando si era traferita e ormai la signora Rice considerava la ragazza come una nipote acquisita. Aveva un solo, piccolo difetto (se così si poteva definire)... Era leggermente impicciona e molto, molto chiacchierona! 'Speriamo solo che attacchi a parlare, altrimenti facciamo giorno' riflettè Angelina.

"Bene cara, grazie. Che problemi potrebbe avere un'anziana pensionata, a parte i soliti acciacchi? Sono solo preoccupata per te, bambina. In ospedale ti fanno lavorare troppo! Ma li trattano tutti così i tirocinanti? Che tempi! Secondo me il tuo capo approfitta della tua disponibilità... "

'Ci risiamo!  Adesso non la finiamo più...' pensò Angelina.

"... e sai una cosa Angie? Vorrei proprio dire due paroline ai tuoi superiori! Giusto per chiarire la situazione e far capire loro che anche voi siete esseri umani! Che ne diresti se domani mattina ti accompagnassi al lavoro? Così vedrei anche la clinica in cui lav..."

"Oh mi scusi signora Rice," Angelina interruppe bruscamente il lungo monologo nella quale si era lanciata la sua vicina, "...ma credo che mi stia squillando il telefono" e senza aggiungere altro, entrò di filato in casa e chiuse la porta alle sue spalle.

Una volta dentro, la ragazza accese la luce e si tolse il cappotto. appoggiandolo poi sul divano lì accanto. Sapeva benissimo di essere stata scortese con la signora Rice, ma cosa avrebbe potuto dirle? 'La clinica in cui lavoro? Ah si, è l'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche! Lo conosce? E' la migliore struttura ospedaliera per maghi di tutta l'Inghilterra!'

Angelina rise, immaginadosi la faccia della sua vicina se avesse scoperto che lei era una strega. Anche se, doveva ammetterlo, non lo era più nel vero senso della parola. Ormai i suoi contatti col mondo magico si erano ridotti solo al suo posto di lavoro. Una volta fuori dal San Mungo, lei tornava ad essere la Babbana Angelina Jonhson. Una ragaazza come tutte le altre. Una ragazza senza poteri magici e senza bacchetta.

Era stata una decisione difficile: rompere definitavamente col suo mondo, quel mondo di cui aveva fatto parte per 19 lunghi anni, ma aveva dovuto farlo. Si, perchè Angelina, dopo la Battaglia di Hogwarts, aveva rifiutato del tutto (o quasi) la sua natura magica. Aveva interrotto i rapporti con i suoi amici e i suoi compagni di scuola e da ormai 5 anni non mettava piede nè a Diagon Alley, nè ad Hogsmeade.

Le uniche due cose che le ricordavano il suo passato da strega erano appunto il suo lavoro di Guaritrice (che amava moltissimo e che proprio non era riuscita a lasciare) e la sua migliore amica Alicia Spinnet, conosciuta ad Hogwarts ed ora impiegata del Ministero, nell'ufficio per la Cooperazione Magica.

A volte Angelina si chiedeva se avesse fatto bene a rinunciare a tutto questo. Ma quando ripensava a tutte le persone che erano morte, a Silente, al professor Lupin, a Tonks, al piccolo Colin Canon, a Fred... Non avrebbe mai potuto andare avanti come se niente fosse successo. Doveva dare un taglio netto. E così aveva fatto: si era cercata una casetta nella Londra Babbana, aveva chiuso i libri di incantesimi in un ripostiglio e si era comprata un sacco di quegli aggeggi Babbani di cui Hermione Granger parlava sempre a scuola.

Ed ora aveva una vita serena, con un bel lavoro, degli amici e dei vicini che le volevano bene. Una vita normale. Senza guerre magiche, senza Mangiamorte, senza altri morti.

Si, si disse, aveva fatto bene.

Si diresse verso il telefono per ascoltare i messaggi in segreteria. "Ci sono due nuovi messaggi" recitò l'apparecchio. "Primo messaggio: 'Ciao Angie, sono Alicia, ma che fine hai fatto? Chiamami appena torni a casa, così magari usciamo a bere qualcosa. Ciao!'. Secondo messaggio: 'Buonasera dott.ssa Johnson, chiamo dal San Mungo. Volevo informarla che il dott. Horatius Fletcher ha richiesto la sua presenza per un'operazione domani mattina alle ore 8. La prego quindi di arrivare in ospedale con un anticipo di almeno un'ora. Grazie e arrivederci.'

Angelina sbuffò. Anche il giorno seguente si sarebbe dovuta alzare all'alba. Diede un'occhiata al suo soggiorno. Era immerso nel caos totale. Avrebbe dovuto occuparsi un pò più della sua casa, ma come faceva con quegli orari? Guardò l'rologio: erano solo le 9... In fondo aveva ancora un paio d'ore prima di andare a letto. Poteva dedicarsi tranquillamente a qualche lavoretto domestico.

Poi d'un tratto si guardò allo specchio appeso proprio sopra il telefono e, senza pensarci oltre, si infilò di nuovo il cappotto, prese le chiavi e uscì di casa. Aveva voglia di camminare... Di prendere un pò d'aria... 

E poi avrebbe sempre potuto rimandare i lavori domestici a domani.



"Arrivederci e torni presto a trovarci". George salutò educatamente l'ultimo cliente e si avvicinò alla porta per apporvi il cartello CHIUSO. Poi tornò verso il bancone per contare l'incasso della giornata.

"Finalmente ti sei deciso a chiudere. Pensavo dovessimo rimanere fino a domani mattina". George sorrise e si voltò a guardare suo fratello minore che usciva dal magazzino.

"Ron, Ron, ma quando imparerai? In un negozio è il cliente che comanda! Quindi anche se impiega un'ora per scegliere un regalo, noi dobbiamo sempre aiutarlo ed essere al suo servizio".

"E' il cliente che comanda eh? Bè forse per te. Ma sappi che a casa mia è Hermione a comandare e scommetto che sarà già infuriata come una belva dato che sono le 8 e mezza e io dovevo passarla a prendere circa mezz'ora fa!" ribattè Ron asciutto.

"Povero Ronnie! Certo che Miss Prefetto Perfetto ti ha schiavizzato per bene eh?"

"Spiritoso. Senti allora io vado. Ci vediamo domani mattina. Buonanotte George!" e, prima che qualche altro contrattempo lo bloccasse, uscì velocemente dal negozio, nella fredda aria di Diagon Alley.

George cominciò a sistemare gli scaffali, quando fu distratto da qualcosa che picchiettava sulla vetrina. Aprì la porta d'ingresso ed una graziosa civetta beige entrò nel locale. Era Mia, il gufo di Ginny. L'animale lasciò cadere una busta sul bancone e filò via. George l'aprì e riconobbe la scrittura del suo quasi cognato:

                                                                            "Ron, ho bisogno d'aiuto! Domani è il compleanno di Ginny ed io non ho avuto il tempo per comprarle un regalo. Potresti passare in quella pasticceria vicino alla casa dei genitori di Herm e comprare una torta? Almeno così mi faccio perdonare (spero)!"   

Harry                                                                                                                          

P.s: la torta preferita di tua sorella è quella ai frutti di bosco.  

George scoppiò a ridere e rilesse la lettera, immaginandosi Harry mentre la scriveva in preda al panico. A volte il fidanzato di sua sorella gli faceva un pò pena... Poi però pensando alla faccia infuriata di Ginny, sentì un brivido lungo la schiena e senza attendere oltre, chiuse il negozio pronto a Smaterializzarsi verso la Londra Babbana.




Angelina era appena uscita da una pasticceria. Ora stringeva in mano un caffè fumante e un invitante dolcetto alla crema. Impegnata com'era a cercare un fazzoletto nella borsa, non si accorse del giovane che le veniva incontro correndo.

Succese tutto molto in fretta: prima era in piedi accanto all'entrata della pasticceria e un attimo dopo era a terra, sdraiata sul freddo marciapiede.

"Oh mi scusi signorina! Non l'avevo vista! Mi dispiace!" disse una voce di ragazzo. "Mi permetta di aiutarla, sono davvero desol... Angelina?"

La ragazza alzò lo sguardo, stupita. Conosceva quella voce. 

La conosceva molto bene.

"George?"



Ecco qua! Questo è il primo capitolo... ditemi cosa ne pensate! Un bacio!!

  
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