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Autore: blacksmoon    25/08/2013    4 recensioni
Lui era perso, spaventato, costretto a fare cose che mai avrebbe voluto fare.
E lei era lì, a cercare di fargli capire che per non perdere sè stesso, l'unica soluzione era aggrapparsi a qualcuno che sempre l'avrebbe aiutato.
E forse, questa volta,lui l'avrebbe capito.
Draco avrebbe capito chi era.
E forse anche cosa significava per lui quella ragazza straordianariamente unica.
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy | Coppie: Draco/Astoria
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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"Draco è qui?  
 -Goyle, hai visto Draco? 
 -Ragazzi, qualcuno ha per caso visto Malfoy? "
 
 
Lo cercava da due lunghe ore. E aveva già setacciato mezza Hogwarts. Non era nella Sala Comune, nè nel dormitorio dei ragazzi, tantomeno nelle cucine o nel parco. 
E nessuno lo vedeva da un po' troppo, aveva un brutto presentimento. 
L'ultima volta che l'aveva visto era stata quella mattina mentre raggiungeva l'aula della lezione di Incantesimi, e lui aveva un aria stanchissima e malaticcia,
era a dir poco uno straccio.
Nel suo viso non vi era nessun brillio. Non vi era quasi la minima traccia della sua aria spavalda e arrogante, nemmeno un ombra del suo ghigno di scherno e di
sufficienza, ma soprattutto era privo del suo solito orgoglio e vitalità, e ormai da quasi un anno, sembrava che Draco Malfoy non sapesse più nemmeno lontanamente
che cosa fosse la felicità.
Lei ovviamente sapeva che bene non poteva stare, con tutto quello che stava passando.
Sapeva ciò che Draco stava facendo per Voldemort. Sapeva che nonostante tutti modi di rendersi orgoglioso per quel compito affidatogli, aveva paura. 
Odiava vederlo così, mentre mentiva a sè stesso pur di non crollare.
 
Lei era una Serpeverde, ma a differenza dei molti della sua Casa, approvava le idee di Silente, e disprezzava quel nome che sentiva pronunciare con tanta reverenza dai
suoi compagni,  "Il Signore Oscuro". Non aveva pregiudizi sui "Sanguesporco", nonostante il peso suo cognome che sentiva fin importante per sè. 
Eppure il Cappello Parlante l'aveva assegnata a Serpeverde, per la sua intelligenza e scaltrezza, e probabilmente anche per quella punta d'orgoglio che segnava il suo
particolare caratterino. Ma chissà, forse lei era anche la prova vivente che non tutti i Serpeverde sono destinati a diventare Mangiamorte.
 
"Ma fai attenzione a dove vai, cretina!" - Le urlò dietro la Parkinson, quando la urtò per sbaglio nella fretta di raggiungere il settimo piano.
 
Eh già, il settimo piano. Come aveva fatto a non pensarci prima? Le era venuto in mente solo dopo aver setacciato anche la biblioteca che evidentemente Draco doveva 
essere ancora nella Stanza delle Necessità. Ormai da un po' troppo però. 
Insomma, nessuno lo vedeva dalle lezioni di quella mattina e Tiger e Goyle, che di solito lo seguivano per fare la guardia, erano a trastullarsi in Sala Comune
già da parecchio tempo.
Magari lui ci era tornato dopo, oppure era rimasto lì e cacciato via i suoi "amici". 
Fatto sta che la ragazza era abbbastanza sicura che Draco fosse lassù.
 
Corse a perdifiato fino all'ultima rampa di scale, e facendo attenzione a non fare troppo rumore, raggiunse il corridoio del settimo piano. 
 
E Draco era lì, appena fuori dalla Stanza delle Necessità.
Seduto per terra, con la schiena appoggiata al muro, il viso nascosto tra le mani e le spalle scosse da
singhiozzi silenziosi. Piangeva.
 
Si era accorta che Draco piangeva spesso ultimamente. Varie volte lo aveva visto con gli occhi arrossati, e notava come bastasse la minima parola sbagliata
al momento sbagliato per vederli diventare luici di lacrime di rabbia.
 
Odiava vederlo così. Odiava ciò che Voldemort gli stava facendo. Non lo meritava. Draco era solo un ragazzo debole, che aveva paura, che non aveva avuto il coraggio
di ribellarsi al futuro a cui era stato destinato fin da quando era bambino. Era solo un ragazzo che soffriva, perchè costretto ad essere un burattino del male,
costretto a fare cose che non avrebbe mai voluto fare.
 
Lei e Malfoy avevano legato al primo anno. Anzi, più che legato, all'inizio litigavano sempre, dato l'insopportabile fare da pallone gonfiato del ragazzino. 
Non c'era giorno in cui loro due non si prendessero a parole.
Ma intorno al terzo anno, qualcosa era cambiato, e i loro discorsi si erano fatti via via più civili, fino a diventare serie chiacchierate, momenti di scherzi, di
rimproveri, di goia e di dolori condivisi. 
Con lei Draco era diverso. 
Diverso perchè non la considerava solo per il suo cognome.
Diverso perchè quello che rivolgeva a lei non era il solito ghigno di sufficienza, ma un sorriso sghembo alla Malfoy che personalmente adorava.
Diverso perchè non la trattava come una schiavetta, ma come un'amica.
Ma lei da circa un paio d'anni, avrebbe voluto essere considerata più di un'amica.


 
***

 
"Draco." -sentì una voce limpida chiamarlo.
 
 
Malfoy si girò di scatto, con ancora le lacrime che gli scorrevano lungo le guance e gli occhi gonfi di pianto. 
E con un sussulsto, si accorse di lei. E chi altro poteva essere? Lei sembrava l'unica a cui importasse davvero qualcosa di ciò che gli succedeva.
 
Stette un attimo in silenzio, ad osservare la figura minuta della ragazza che stava a pochi metri da lui. Il volto serio, incorniciato dai boccoli color castagna
che le ricadevano morbidi sulle spalle, la pelle candida e le guance arrossate. E quegli occhi leggermente a mandorla, d'un verde particolarissimo, un verde 
chiaro come l'erba appena nata, come una mela non ancora matura, un verde che ogni volta che la guardava, lo incantava.
 
"Astoria."- rispose lui, cercando di tenere una voce ferma e di non lasciarsi sopraffare dai singulti.
 
La ragazza esitò un momento, ma poi attraversò il corridoio per andare ad accovacciarsi accanto a lui.
 
Stette qualche secondo in silenzio, guardandolo intensamente per un lungo istante. E in quel momento lui si sentì un poco più calmo.
"Non fare così, ti prego Draco, basta."- gli sussurrò Astoria.
E cosa voleva che facesse? La sua vita stava cadendo a pezzi. Lui non riusciva nemmeno a perdonarsi quelle lacrime nonostante il dolore fosse l'unica cosa che forse
gli era ancora concessa.
"E cosa dovrei fare? Cosa?"- sbottò lui, mentre rivoli salati gli rigavano copiosamente le guance, di nuovo.
E mentre urlava quelle parole, notò anche gli occhi di lei diventare lucidi.
"No, Astoria. Non compatirmi per favore."-sorrise tristemente tra le lacrime.
"Non ti compatisco. Mi viene solo rabbia a vederti così, Malfoy. Lo so perchè stai così, cosa credi. Quello che mi fa arrabbiare è che potresti evitare tutto questo,
ma non hai il coraggio per farlo."
"Ti sbagli. Ormai non posso evitare più niente. La storia è così e basta. Avrei dovuto ribellarmi molto prima, se avessi avuto le palle per farlo magari adesso
avrei un futuro. E invece sono stato per anni ad ascoltare cazzate su cazzate, a farmi imporre insegnamenti sbagliati, ho passato anni ad essere un perfetto 
Malfoy, uno che non soffre ma fa soffrire, uno che non può essere bambino, ma deve subito diventare uomo. Uno che appena uscito da Hogwarts sarà un fantastico 
Mangiamorte e se ne andrà in giro ad uccidere la gente, e CAZZO IO NON VOGLIO UCCIDERE NESSUNO!"- urlò tutto d'un fiato alla fine, scosso da singhiozzi sempre 
più forti, in quel momento si accorse stupito che era la prima volta che riusciva ad ammettere a se stesso quello che pensava davvero.
 
"Quello che hai appena detto è la dimostrazione che tu vali Draco, non solo come mago, ma come persona! Non puoi cambiare questa situazione, o almeno, io 
non la posso cambiare, ma qualsiasi cosa accada ti devi ricordare quello che mi hai appena detto. Perchè dimostra chi sei realmente, che hai capito i tuoi sbagli,
che non sei cattivo, che non sei come loro, come i Mangiamorte."- replicò Astoria.
"Già, peccato che io sia obbligato ad esserlo."
"Finirà Draco. Questo incubo intendo. Devi essere forte. E tu sai essere forte, o dubito che saresti ancora vivo. E poi potrai essere chi sei davvero."
"Non ci spero neanche più. Solo ogni tanto mi basterebbe essere un ragazzo normale per un po'. Vivere la vita di Draco anzichè quella del Mangiamorte."
"Allora usciamo di qui, andiamo al lago e facciamo come se fossimo due normali studenti di Hogwarts che si godono la bella giornata va bene? Quello che vuoi
è essere te stesso. Ed è giusto. Tutto ciò che puoi fare per esserlo per ora, è questo."- disse lei, con aria incoraggiante, guardandolo ancora più intensamente con 
quegli occhi brillanti, e passandogli le mani sul volto,per asciugargli le lacrime. Per quell'attimo Draco si sentì vivo nuovamente.
"Non riuscirò ad essere chi sono, in mezzo ai Mangiamorte..."
"Hai solo bisogno di essere aiutato da qualcuno, di aggrapparti ad una persona che ti sosterrà sempre..."- a queste parole, si sentì come confortato, ma allo 
stesso tempo molto stupido, perchè forse, la risposta a tutte le sue domande, il suo motivo per non sprofondare, lo aveva sempre avuto davanti agli occhi, 
fin dal primo anno ad Hogwarts.
 
"E allora usciamo di qui e andiamo a goderci la bella giornata al lago, come due normali studenti di questa scuola"- ghignò lui, alzandosi.
Vide Astoria accennare un sorrisetto e le tese la mano per farla alzare.
E come fu in piedi, la ragazza, che ancora gli teneva la mano, gli rivoltò il braccio dietro la schiena e scappò poco più avanti, ridacchiando.
 
"Ah Greengrass, te la sei cercata!"- rise lui, rincorrendola giù per le scale.
 
 
                                                                   
 
***
 
 
 
Astoria corse a perdifiato per raggiungere l'esterno del castello, con il suono dei passi di Draco Malfoy che la rincorrevano. 
Mentre attraversava il portone per uscire sentì delle mani afferrarla da dietro tenedola ferma per le braccia, per poi cingerle la vita. Quando lo abbracciava
o lo teneva per mano le sembrava di stare in Paradiso. Il suo tocco era freddo ma in qualche modo piacevole. Le sue braccia erano come un rifugio sicuro. Delle mura 
solide che volevano proteggerla, ma allo stesso tempo fragili, mura bisognose a loro volta di protezione.
 
"Presa, Greengrass. Stai diventando più lenta, mi pare." - sorrise lui. Sorrise, proprio così. Quel sorriso storto la lasciava interdetta.
"Litighiamo di meno Malfoy, sai com'è, ho meno necessità di scappare ultimamente."
"Allora sarà meglio che ti tenga in allenamento...Dai, vediamo se riesci a starmi dietro."- sentì le sue braccia lasciarla e lo vide riprendere la corsa, facendole 
capire che ora toccava a lei inseguirlo.
E mentre si lanciava all'inseguimento del biondo per i prati di Hogwarts, non potè fare a meno di pensare quanto fossero infantili quando scherzavano fra loro.
Eppure, lo vedeva sorridere. E che le importava se sembravano due bambini, quando riusciva a regalare a Draco qualche breve attimo di felicità?
 
La aveva distanziata alla grande. Lo vedeva fermo sulla riva del Lago Nero, di spalle, circa cinquecento metri più avanti.
Malfoy aveva ragione, era diventata molto più lenta, ammise a sè stessa con un mezzo sorriso. Si ricordava quando da bambini, quando litigavano sempre e lei scappava 
da lui o viceversa, rincorrendosi fino allo stremo per tutto il castello, pur di prendersi e darsele. Anzi era lei quella che picchiava, e lui quello che insultava.
Ma non facevano sul serio, non si erano mai odiati per davvero.
 
Quando vide che distava solo una cinquantina di metri del ragazzo, aumento il passò, per prendere la rincorsa e saltargli in spalla. Gli si aggrappò alla schiena,
buttandogli le braccia al collo, e sentendo le mani di Draco che istintivamente andavano a reggerla sotto le ginocchia.
Draco dopo un primo sussulto di spavento, prese a camminare tranquillo lungo la riva del lago, portandosi Astoria sulle spalle e ridacchiando di tanto in tanto.
 
"Adesso mettimi giù"- gli disse lei ridendo.
"Nah, piuttosto avevo una mezza idea di lanciarti nel lago..."
"Provaci e ti affatturo facendoti vomitare lumache capito?"
"Passi alle minaccie Greengrass?"
Astoria inizio a divincolari dalla stretta delle mani di Draco sulle sue gambe, e a tirargli ripetutamente colpetti sulla spalla.
 
"Mollami!"
"E va bene..."- Disse lui con uno sbuffo, lasciandola improvvisamente e facendola cadere sul prato verdissimo.
 
"Ma sei scemo? Un minimo di tatto e gentilezza, Malfoy, non ti farebbero male!"- lo apostrofò, ancora sdraiata per terra.
Si sedette anche lui.
"Come te la prendi..."- disse Draco, e mentre lo diceva, Astoria, notò sulle sue labbra comparire di nuovo il tipico sorrisetto di Malfoy.
"Sono incazzata ora, non fare lo spiritoso."- replicò fingendosi offesa.
"Una Greengrass incazzata devo dire che mi spaventa...Mi dovrò far perdonare allora."
"E che pensi di fare?"
"Probabile che per questo ti incazzerai ancora di più..."- Era un evidente tentativo di scherzare, ma per un secondo Astoria notò l'indecisione e la paura attraversare
gli occhi di Draco.
 
E poi, come al rallentatore, vide il ragazzo avvicinarsi piano al suo viso, guardandola negli occhi, e sentì le sue mani che andavano ad appoggiarsi sui suoi fianchi.
 
Occhi ghiaccio con occhi verde erba-appena-nata.
Un bacio casto e lungo a fior di labbra.
Labbra sottili e fredde, profumo di muschio e d'acqua salata, con labbra morbide e calde al sapore di vaniglia e lenzuola appena lavate.
L'inverno e l'estate, la primavera e l'autunno.
Il tempo, la scuola, la famiglia, la tristezza, la felicità.
L'amore, l'odio, il disprezzo e il piacere.
Tutto sembrava avere perso e riacquistato un senso mentre la sua bocca era poggiata sulle labbra di Draco.
Lo aveva sognato da un po', un bacio così, ma dati gli avvenimenti di quell'anno e i problemi che aveva Malfoy, lei aveva deciso di lasciar perdere i suoi sentimenti,
o per lo meno provarci, perchè in quel periodo riuscire a far ragionare Draco e farlo stare un po' meglio era l'unica cosa che importava.
E se quel bacio che tanto sognava Astoria, fosse stato anche per Draco un motivo di felicità?
La sua vita in quel momento sembrava essere stata sconvolta, cambiata, stropiacciata, salvata e illuminata contemporaneamente. 
Che per lui fosse lo stesso?
 
Interrompendo l'incanto di quel momento, il ragazzo si staccò lentamente da lei, e riprese a guardarla negli occhi mentre sorrideva. Sì Draco stava sorridendo.
Poi, mentre i secondi passavano, il sorrisò svanì lentamente dulle labbra del giovane, lasciando posto ad un espressione quasi delusa ed infinitamente triste e vuota.
Astoria non capiva quale triste pensiero potesse essere passato per la testa del ragazzo e aver cancellato il suo sorriso.
 
Mille pensieri le attraversavano la testa.
Draco soffriva tanto, magari baciarla era stato solo uno sfogo, un disperato tentativo di essere felice. 
Tentativo che nulla c'entrava con i suoi veri sentimenti.
In un secondo Astoria era riuscita a crearsi mille motivi per cui quel bacio, per il ragazzo che amava, non era significato nulla. 
 


 
***
 
 
 
Draco l'aveva baciata.
Aveva baciato Astoria Greengrass, la ragazza con cui aveva condiviso parte della sua vita fino a quel momento senza rendersene conto.
E mentre la baciava, tutti i momenti trascorsi insieme a lei gli erano come passati nella testa, le litigate, gli scherzi, le passeggiate, le volte in cui l'aveva 
odiata solo perchè sembrava l'unica a cui non interessasse delle avventure di Draco Mafoy che umiliava Potter, o di Draco Malfoy sopravvissuto ad un Ippogrifo...
L'unica che odiasse il lato di sè stesso per cui tutti lo ammiravano. L'unica ad apprezzare il vero Draco Malfoy.
E quando quel pomeriggio aveva parlato con lei, nel corridoio del settimo piano, aveva capito che per riuscire a resistere a quello che sarebbe stato, era aggrapparsi
a qualcuno che amava.
E lui amava Asoria Greengrass.
 
"Ci sei stata per farmi contento vero? Cioè pensi che io l'abbia fatto per spassarmela, insomma per dimenticare per un attimo quello che sto passando?"-chiese tutto
d'un fiato alla ragazza. Quel pensiero, che Astoria l'avesse baciato solo per pietà, gli aveva cancellato dalla testa qualsiasi idea felice di quel bacio.
"Cosa... no...io..."- La ragazza spalancò gli occhi, cercando di far combaciare la frase che aveva appena pronunciato Draco a qualche suo assurdo pensiero.
"Io... Ti ho baciata... Perchè mi piaci... Ma non devi pensare che l'ho fatto perchè sono un povero disperato che ha un maledetto bisogno di qualcuno. Mi piaci
L'ho capito in ritardo forse... Ma non te l'ho mai detto, nè avrei dovuto fare quello che ho appena fatto, tanto non ci potrà mai essere nulla, io diventerò uno 
schiavetto di Tu-Sai-Chi e... Non potrò mai darti nulla, solo... Ho bisogno di te..." -Mentre parlava Draco si accorse di quanto fosse sconnesso ed affrettato il suo
discorso etenedo gli occhi fissi su un punto lontano, sperò che Astoria capisse quel che le voleva dire.
 
"Io non ci sono stata per fati contento ok? Tu mi... Io... Non.."- Sembrava che qualcosa del discorso sconnesso di Draco l'avesse sconcertata e sorpresa.
Il ragazzo notò Astoria inspirare, fissare per un attimo il lago, per poi voltarsi verso di lui.
"Tu mi piaci"- Cosa? L'aveva detto sul serio? Lo pensava davvero? 
Draco era abituato a piacere alle persone. Ma con Astoria era sempre stato tutto all'incotrario.
 
"Ma io sono un Mangiamorte."
"No, io so chi sei."
"E chi sono?"- chiese, ardentemente curioso di saperlo anche lui.
"Draco, un ragazzo orgoglioso, vanitoso, che pensa che tutto gli sia dovuto, protettivo, che fa fatica dimostrare i suoi sentimenti, debole, ma che sa tenere testa
a Potter e ad un Ippogrifo - si lasciò sfuggire un sorrisetto, per poi tornare seria - raramente dolce, che fa fatica ad ammettere le cose a sè stesso e costretto
a fare cose che non vorrebbe, ma soprattutto non è cattivo."
 
Ora capiva perchè era interessato a lei. Che era lei quella con cui sarebbe dovuto stare, non la Parkinson, non una delle mille ragazzine che gli facevano il filo.
Perchè lei lo capiva, perchè lei era una forza della natura, l'unica che era mai riuscita a zittirlo e tenergli testa, l'unica diversa, l'unica per lui.
 
Si concesse un lungo respiro a pieni polmoni. Glielo doveva dire. E non era portato per discorsi lunghi. 
 
"Mi sa che ti amo, Greengrass"- disse con un ghigno, guardandola di sbieco.
 
Vide il suo sorriso aprirsi sui denti bianchissimi, un sorriso perfetto.
Anzi lei era perfetta. 
Sapeva che fosse bella, spesso aveva sentito i ragazzi parlare dell'avvenenza delle sorelle Greengrass.
Ma solo in quel momento, si rese conto di quanto fosse davvero bella Astoria.
Con le sue imperfezioni, i suoi modi di fare, le sue stranezze, il suo orgoglio e la sua dolcezza.
 
Questa volta fu lei ad avvicinarsi al suo volto per baciarlo.
E lui rispose, con passione, amore, desiderio e bisogno bruciante di averla accanto a sè.
Le sue delicate mani sul suo petto, i suoi capelli color castagna tra le sue dita.
Draco era felice davvero. Per la prima volta, dall'inizio di quell'anno, o forse da tutta la vita.
 
"E tu Greengrass? Io ti dico che ti amo e tu niente?"- ghignò di nuovo.
"Ti amo, Malfoy."-disse ridendo.
"A me basta questo."- rispose Draco, più sincero che mai.



 
 
________

 




-Note dell'autore-
Allora, premetto che questa era la mia prima fiction, e che so che non è un gran che, e forse è banale... Ma mi è piaciuto scriverla, quindi ho deciso di pubblicarla.
Ho parlato di Draco e Astoria, coppia davvero interessante secondo me, dato che di Asoria non si sa quasi nulla.
Mi piace immaginare che dopo tutto quello che Malfoy passerà, tra la guerra, Voldemort in casa sua, la scampata condanna ad Azkaban, eccetera, possa essere finalmente felice con una donna che amerà davvero, non con una che sposerà solo per convenienza.
Dunque capirete che questa coppia mi piace parecchio e l'idea di scrivere altre fiction su di loro mi è passata più volte per la testa.
Se qualcuno sarebbe così gentile da recensire questa OneShot, per farmi capire cosa ne pensa, ne sarei davvero felice!
Un bacione a tutti, 
*si prepara al lancio dei pomodori per la sua storia schifosa*
Bea.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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