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Autore: Minerva    01/03/2008    5 recensioni
[The Legend of Dragoon] - Rose deve rispettare la promessa fatta a Shirley: liberare le anime dei Dragoni. Ma per lei sarà un tremendo tuffo nel passato. Non è così facile, né tantomeno indolore, dover rivivere un evento tragico. Così, anche chi crede di avere un cuore duro più del diamante, scopre che in realtà è fatto di semplice, fragile vetro.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Cuore di Vetro

Troppo poco.
Come al solito, aveva fatto troppo poco.
Rose si attardò solo un secondo, mentre i suoi compagni si inerpicavano sulla stretta via che conduceva alle Torri di Vellweb.
Solo un secondo, per riordinare le idee.
Shirley le aveva chiesto, l'aveva implorata per essere precisi, di aiutare i loro vecchi compagni
– Aiutali a trovare la pace, a liberarsi dai legami terreni. –
Rose aveva annuito. Anche se non lo aveva mai confessato, Shirley le incuteva il più profondo rispetto. Qualsiasi richiesta o ordine proveniente da quella minuta ragazza dai capelli rossi aveva la capacità di farla correre come se avesse i demoni alle calcagna.
E aveva lo stesso effetto anche su tutti gli altri Dragoni.
Aveva avuto.
Rifletté tristemente Rose. Era passato così tanto tempo... Charle stessa si era stupita, quando aveva scoperto che la percezione del tempo era tornata.
Non avrebbe dovuto essere così. Aveva fatto in modo che per Rose il tempo passasse senza che lei ne avesse sentore. L'espressione "tanto tempo" aveva perso il suo significato. Questo l'aveva aiutata, non sentire quanto tempo fosse passato da quel giorno maledetto, l'aveva fatta andare avanti nonostante tutto.
– Li aiuterò! – mormorò decisa fra sé.
– Rose? Tutto bene? – Haschel si era fermato per vedere dove fosse finita la ragazza. Nonostante tutto, quel vecchietto si accorgeva sempre quando lei si abbatteva per qualcosa, o rimuginava sul suo passato.
Rose rise: definirlo vecchio? Rispetto a lei, Haschel non arrivava ad avere nemmeno un centesimo dei suoi anni! Ridicolo!
Tornò a guardare avanti a sé. Le torri diroccate di Vellweb si stagliarono all'orizzonte. Per un folle momento Rose pensò di fuggire e abbandonare i compagni, sia quelli nuovi, che quelli vecchi.
– Tanto l'hai già fatto, codarda! –
Quella vocetta velenosa, che le ricordava in ogni singolo momento il fatto che lei aveva fatto troppo poco, che non si era sacrificata come tutti gli altri.
Ed adesso, coi suoi nuovi compagni, le cose non andavano meglio. Trovava quasi fastidioso il loro volerla sempre aiutare. Involontariamente non facevano altro che ricordarle quanto poco valesse da sola, lei che non aveva dato il cento per cento durante l'ultima battaglia.
E questa sua intolleranza nell'accettare l'aiuto altrui non aveva alcun effetto se non generare litigi su litigi, scontri e prove di forza.
Aveva dovuto imporsi bruscamente con Dart, per poter tornare indietro a liberare i propri compagni.
Lui voleva inseguire Zieg, preso dalla foga di salvare Shana, e anche gli altri non erano da meno. Miranda per prima le dava contro, dicendo che era una perdita di tempo prezioso. Nessuno poteva capire perché proprio lei premesse per tornare indietro. E lei, dopo anni di solitudine, non era di certo la persona più adatta ad esprimere i sentimenti che si agitavano in lei.
L'unica cosa che era stata capace di dire è che glielo aveva chiesto Shirley, e lei si sentiva in debito. Era stata Meru, quella mocciosa terribilmente esagitata, ad aggiungere una frase che aveva avuto il potere di convincere anche Dart.
– Ti capisco, se fossi nella tua situazione, sacrificherei il mondo per aiutarvi. – era una considerazione troppo forte, troppo... infantile. Proprio tipico di Meru. Eppure aveva fatto riflettere Dart, che aveva bisbigliato un
– Loro per te... sono come Lavitz... per me... – e si era interrotto, non era servito dire altro.
Erano tornati indietro, usando le ali che Savan aveva lasciato loro, ed adesso erano lì, a Vellweb.
– Rose, facci strada! – Miranda, col solito tono sbrigativo, la fissò con astio. Non c'era molta simpatia fra loro due. L'interpellata si limitò a scrollare le spalle, e a portarsi in cima alla fila. Salirono in silenzio la scalinata sconnessa. Rose sfiorava le pareti con la punta delle dita... quante volte aveva salito quelle scale?
Girò a destra, e la cupola viola acceso, nonostante tutti i secoli trascorsi, brillò sinistra.
– Kanzas. – bisbigliò timorosa. Il dragone a cui non si era mai avvicinata per paura. Aveva avuto la sventura di entrare nella sua stanza poche volte, ed ogni volta ne era uscita nauseata. I feticci dei morti riempivano completamente la piccola stanza. L'odore di sangue rappreso, misto agli incensi e alle candele, le aveva procurato un conato fortissimo.
Anche in battaglia cercava di stargli lontana, Kanzas era una furia ghignante, con una morbosa attrazione per la tortura. Sapeva estorcere informazioni in maniere... agghiaccianti.
Kanzas: la pecora nera dei Dragoni. Combatteva per uccidere, non importava chi o cosa. Era quello il motivo per cui si era lasciato persuadere da Shirley nel partecipare alla guerra. Allo stesso tempo, era indispensabile per la rivoluzione. Aveva le idee molto chiare, aveva delle strategie di guerriglia che molte volte avevano salvato la vita a tutti.
Morboso sì, ma estremamente acuto e intelligente.
Rose scrollò la testa, non c'era tempo per rivangare i "bei tempi andati". Si parò sulla porta e Kanzas, appena la vide, esordì brutalmente
– Tu odi questo posto. Cosa ti ha fatto cambiare idea per venire fin qui? –
La bocca di Rose si mosse da sola, senza che la proprietaria potesse rendersi conto di cosa stesse dicendo. Le solite risposte sarcastiche... la solita minaccia, e l'inizio del combattimento.
Aveva deciso di iniziare da Kanzas proprio perché era l'unico verso il quale non provava nessun senso di colpa. Nonostante questo, era difficile lo stesso.
– Maledizione! – borbottò fra sé, stringendo lo stocco con decisione. Il ghigno sardonico di Kanzas la aiutò a trovare la forza di attaccarlo.
Si slanciò contro di lui con forza, ma per un Dragone esperto un umano non è altro che un coniglietto indifeso. Bastò un gesto di Kanzas per respingere l'attacco, e scaraventare Rose dalla parte opposta della stanza. Un'alzata di spalle appena accennata, e con tono canzonatorio la apostrofò:
– Rosie, suvvia, combattiamo ad armi pari – l'invito a trasformarsi in dragone era così evidente che Rose lo fissò con rabbia
– Se è questo che vuoi... – e via! Uno scontro ad armi pari era sempre stato impensabile per Kanzas, e anche ora non era cambiato. Tutte le scorrettezze che aveva appreso in vita, Kanzas le stava usando contro Rose... e con successo. Ben presto la ragazza si ritrovò in ginocchio, ansimante e sanguinante.
– Rose! – un grido acuto, Meru che si stava preoccupando
– State lontani, è affar mio. – ordinò lei.
– Smettila di voler far tutto da sola! – ribatté Miranda stizzita, già trasformata in Dragone – Ci siamo tutti e sette, e non abbiamo tempo da perdere. – affermò, mentre concentrava il suo potere per curare Rose.
– Va bene... ho capito. – mormorò rassegnata la ragazza.
Ancora una volta, troppo poco. Non era nemmeno capace di aiutare i suoi vecchi compagni da sola.
– Sei un'inetta! – la vocina fastidiosa tornò a sibilarle nella testa. Il suo braccio si stava muovendo da solo, attaccando Kanzas senza che lei dovesse prestarvi molta attenzione.
– Sei sopravvissuta nella scorsa guerra solo perché eri la più debole! Ti hanno sempre protetta, sacrificando se stessi per salvarti. Ed adesso non riesci a sconfiggere Kanzas. Come pensi di liberare gli altri Dragoni? – Quella voce aveva ragione. Come avrebbe fatto a combattere contro Damia?
Un grido di dolore la risvegliò dai suoi pensieri, Kanzas aveva ceduto. Lo guardò con distacco, mentre lui le raccontava che sperava di trovare un mondo di luce.
Il mondo che Shirley aveva sicuramente visto e raggiunto. Solo in quel momento si ricordò che Kanzas, oltre ad avere una particolare ossessione per la morte, era anche ossessionato da Shirley.
Shirley che con il suo animo puro, forse, aveva convertito anche quel cuore nero di Kanzas.
Forse... o forse no.
Pensò Rose con distacco. Adesso aveva altri tre vecchi compagni da aiutare. Corse fuori dalla stanza di Kanzas, mentre quella si dissolveva e tornava ad essere un cumulo di macerie e detriti.
Senza quasi riflettere si catapultò nella stanza di Belzac.
Lo trovò intento a spiegare a fantomatici bambini che il mondo era loro.
Belzac... aveva così tanta fiducia nel nuovo mondo. Era lui che li spronava, sempre e comunque, a non desistere. Lo dovevano alle nuove generazioni.
Rose si trovò ad analizzarlo, Belzac voleva un mondo migliore per quel figlio che tanto desiderava avere da Shirley. Lo rivide con orrore, mentre sosteneva un lastrone di pietra, sopportava il dolore di una ferita aperta per permettere a Shirley di salvarsi... ma lei aveva preferito uccidere la Virago. O per lo meno aveva preferito provarci.
Nessuno di loro era mai scappato davanti al pericolo.
– Tranne te. – insinuò la sua coscienza
Scosse la testa e si preparò ad affrontare il Dragone Dorato. Quando lui seppe che Shirley era morta da molti, molti secoli, attaccò Rose. Questa volta la ragazza non provò nemmeno a dire che era una "sua questione". Da sola non sarebbe riuscita a mettere a segno nemmeno un colpo... colpire quel gigante buono le era praticamente impossibile. Un velo di lacrime le offuscò la vista, mentre colpiva a casaccio, sperando che fossero i suoi compagni a mettere fine a quella tortura. Fu Haschel, che con un colpo da maestro costrinse Belzac alla ragione.
– Anche la Shirley che amavi è là. – bisbigliò Rose passandosi una mano sugli occhi. Uscì senza voltarsi, lasciando che lentamente la stanza piena di giochi per bambini scomparisse davanti agli occhi esterrefatti dei suoi nuovi compagni.
Eccola.
Era arrivata la parte più difficile. La cupola azzurra... la soglia... Damia.
Rose non voleva attaccarla, perché non poteva riportarla fra i vivi? Guardò per un momento la bambina che aveva davanti a sé. Mezza umana, mezza sirena. Una quindicenne bistratta da tutti per la sua diversità, ma che aveva una forza devastante proprio a causa delle sue origini meticce. Rose ricordò benissimo che ci erano volute tre Virago perché Damia soccombesse. Quella scena orribile la tormentava ancora.
Tutte le forze alate si erano accanite su quella piccina, in quanto era anche la più pericolosa.
Scuotendo la testa, Rose partì a testa bassa per attaccare Damia. Non poteva continuare a mentirle, a vedersela davanti, a sentirla chiedere di non essere lasciata sola... nel mondo di luce, vicino a Shirley, sarebbe stata di certo meglio che non in quella stanza vuota. Questa volta Rose rinunciò persino a combattere. Tutti, ma non Damia.
Non guardò nemmeno, lasciando che fosse Dart a sistemare la faccenda. Appena la sentì cedere, le corse incontro... doveva scusarsi... doveva rassicurarla.
Ma non servì a molto, Damia sentiva quel mondo che a Rose, probabilmente, sarebbe stato precluso. Aveva ucciso troppi innocenti per meritarsi il paradiso.
Quest'unica volta si fermò a guardare la trasformazione della stanza. La grande fontana azzurra, e l'acqua cristallina si dissolsero velocemente, mostrando i segni che il tempo aveva effettivamente avuto su di loro.
Mancava solo l'ultimo Dragone.
Syuveil.
Rose si ricordò di quella volta che le aveva spiegato la sua teoria sulla morte.
– Vedi Rose: morte e vita non si esauriscono mai completamente. La morte, anche se pone fine alla vita. non può distruggere il ricordo nel cuore di chi ci ha amato e voluto bene. La vita, invece, è così meravigliosa proprio perché sai che ci sarà una fine. Ed allora dai tutto te stesso prima che arrivi quel momento. –
Una teoria così affascinate... ma Syuveil aveva lo stesso paura. Rose lo capì perfettamente, quando si trovò ad affrontarlo. Combatteva come un animale braccato. Anche questa volta tirò colpi a caso, sperando in cuor suo di non colpirlo. Come le tre volte precedenti, fu qualcun'altro a infliggere il colpo decisivo. Questa volta era toccato alla piccola Meru, con un colpo di martello lo atterrò e ne placò l'ira.
Passandosi una mano sul volto, Rose spiegò al suo vecchio compagno una delle leggende che aveva sentito durante il proprio peregrinare.
Non sapeva bene il motivo per cui gli aveva raccontato quelle cose, né sapeva come rapportarsi a chi, da sempre, si era comportato con lei come un insegnante di vita. Le risultava così stonato essere lei la maestra e lui l'allievo.
Sospirò e lasciò che tutti i libri e le carte di Syuveil scomparissero.
– Rose... –
– Torniamo indietro. Zieg non ci starà certo aspettando. – sentenziò gelida, quasi scappando nella direzione di Coolon. Non aveva voglia di ascoltare improbabili prediche o espressioni di compassione!
Saltò sull'inusuale mezzo di trasporto, e prese quel tipico atteggiamento che indicava chiaramente che voleva essere lasciata in pace.
Nessuno ebbe il coraggio di avvicinarlesi, e Rose poté riflettere senza essere disturbata, lasciando che la voce della sua coscienza le rimproverasse aspramente tutto ciò che aveva fatto.
– Li hai uccisi una seconda volta! –
Me lo ha chiesto Shirley...
– E credi di aver fatto qualcosa di giusto? –
Sì! Li ho liberati, li ho...
– Salvati? –
Sì.
– Ti piace crederlo, ti piace credere di aver fatto qualcosa di utile, ma in realtà hai solo rimediato alla tua fuga... –
Non sono fuggita! Zieg mi ha detto di salvarmi. Chi avrebbe ucciso il Figlio della Luna, in tutti questi anni, se non fossi sopravvissuta?
– Charle avrebbe trovato qualcuno. E poi, se tu avessi fatto BENE il tuo dovere... Shana sarebbe morta, e il mondo non si troverebbe in questo mortale pericolo! Questa è una arrampicata sugli specchi! Credi di averli davvero salvati? Sei sicura che siano giunti in quel mondo di luce e calore? –
Ho sbagliato. Non potevo saperlo... non potevo sapere che Louvia e Shana fossero gemelle. E li ho aiutati, ho aiutato i miei vecchi compagni! l Ho rimediato... va bene, hai ragione! Ho rimediato alla codardia di undicimila anni fa. Non saranno costretti all'inferno di Mayfil!
– Supponi che questo saldi il tuo debito? Che basti così poco? –
Per ora dovrà bastarmi. Devo raggiungere Zieg, devo fermarlo. Non posso permettermi di fallire ancora una volta.



Note dell'autrice: Ah, non credevo ci sarei riuscita. Non sono mai stata in grado di creare una storia partendo da un videogioco... e invece, dopo molti anni spesi a giocare con "The Legend of Dragoon" ecco che è nata una one-shot.
Nata di getto, mentre riflettevo su quanto deve essere stato difficile per Rose mantenere quella promessa
Lo ammetto, questa è la mia personale visione dei fatti. Non so se Rose soffra davvero della "Sindrome del sopravvissuto", se Damia fosse così pericolosa o Kanzas così sadico.
Nel gioco non viene mai detto molto, ma solo lasciato intravedere per caso.
Non chiedo recensioni o altro, già solo il fatto che tu ti sia fermata/o a leggere mi rallegra... se poi sei anche fan del gioco in questione (eh, sì, in Italia siamo davvero quattro gatti) magari sei anche già approdata/o su Lodream, e quindi ti conosco, e posso tartassarti là per avere le tue impressioni sulla storia.
Non c'è molto altro da dire, se non buona serata, e spero di non averti annoiato troppo con questa piccola storia.
A presto
Minerva
  
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