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Autore: Sakura Haruno    01/03/2008    2 recensioni
sakura si troverà davanti ad una decisone difficle: Sasuke o Naruto? Chi ama davvero?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“ […] Non temere di venire ingannato

Il mondo sorge già sull’ inganno ”

Frammento frase di apertura del 16 volume, Bleach

Anche quel giorno osservava il fuoco ardere nel caminetto, scoppiettava, alimentato dai ceppi che gli aveva donato il sensei il giorno prima quando era uscito la mattina presto per tagliare la legna, quell’ inverno era estremamente rigido per un Paese come quello del Fuoco, che vantava un clima temperato e forse a volte un po’ torrido.

Senza nemmeno accorgersene iniziò a tracciare, con l’ unghia smaltata di rosa la pelle rossa che rilegava il libro di cui fino a pochi minuti prima era intenta alla lettura, pensierosa, delineò le parole del titolo scritte in lettere dorate: Anatomia umana.

Erano passati ben due anni, due lunghissimi anni in cui lei non aveva fatto altro che sperare in un suo imminente ritorno che malgrado non fosse mai arrivato, non aveva mai spento la sua speranza. Nonostante fosse cresciuta, o almeno lei credeva di esserlo, non riusciva a dimenticare i sentimenti e i sogni di quando era bambina.

In fondo, anche se non lo ammetteva a se stessa né agli altri, lei credeva ancora nel Principe azzurro.

Ma il suo principe non era tanto nobile e puro come lei se lo era immaginato, era invece tormentato dall’ odio e da un sentimento di vendetta che non esauriva mai la sua sete di sangue, un vendicatore.

Era sicura che nonostante tutte le promesse che aveva fatto a se stessa, se l’ avesse rivisto sarebbe di nuovo caduta nelle sue braccia, in lacrime, confidandogli i suoi sentimenti e tutto ciò che aveva provato in quegli anni, senza la sua presenza accanto a guidarla dove lei era insicura e indecisa.

Gli occhi le divennero lucidi, facendo brillare le iridi verdi improvvisamente invase dalla malinconia, il viso, un ovale perfetto caratterizzato dalla linea della fronte leggermente più alta, perse la sua luce riflettendo solo il folgore della fiamma, le lunghe ciocche dei morbidi capelli rosa le nascosero gli occhi ad un movimento verso il basso della testa.

Un sorriso ironico le incurvò le labbra facendo prendere al suo viso, di solito aggraziato e ammorbidito dalla spensieratezza caratteristica delle bambine, un riverbero cinico.

Ci era cascata… ancora un volta… era annegata nel ricordo di una persona che l’ aveva fatta soffrire, e quello che era peggio… era che così feriva se stessa e quelli che le stavano accanto. Le dita sottili andarono a stringere la cute rosea spettinando i capelli più corti sulla nuca.

Lei era una persona orribile almeno quanto lui, anche se inconsapevolmente, rendeva malinconico lo sguardo sempre sorridente e cristallino di Naruto che aveva sempre affermato di amarla ed era sempre stato premuroso con lei, Rock Lee che aveva usato il suo colpo migliore per proteggerla, Ino che rimaneva in pena per lei osservando i fiori che adornavano il negozio dei suoi genitori e Tsunade che firmando le scartoffie si soffermava sempre qualche secondo chiedendosi come stesse la sua allieva.

Il libro le cadde dal grembo con un tonfo sordo che riempì il salotto di casa Haruno, una stanza di medie dimensioni dalle pareti di cemento che non assorbirono subito il rumore creando un fastidioso eco, fu seguito da un secondo, più forte stavolta. Era caduta a terra, sul freddo parquet, davanti al caminetto che trovandolo interessante si era messa ad osservare fino a pochi secondi prima.

Quel fuoco che ardeva, gli ricordava la speranza che infiammava il suo cuore quando era bambina, ogni volta che lo vedeva.

Solo ora si rendeva conto di quanto fosse stata ingenua, credendo alle sue parole dolci sussurrate al suo orecchio quella notte, quella maledetta sera in cui aveva sperato che forse non era tutto perduto, dove invece si era spento il suo primo amore.

< Arigatou Sakura >

La sua voce così profonda e chiara, l’ aveva sentita vicina quella volta, più di quanto lo fosse stata in tutti quegli anni, quel suo respiro caldo e regolare sui suoi capelli quante volte lo aveva desiderato? Le sue mani, forti, sulle sue spalle, le sue labbra tanto bramate sulle sue, per qualche attimo che però ricordava perfettamente. Erano umide, belle e fredde.

Alzò la mano tremante, tastando con i polpastrelli la bocca, carnosa e rossa, in cerca di quel fugace ricordo prima del buio.

Come però dimenticarsi di quel nero che l’ aveva accolta dopo quel meraviglioso istante, forse frutto della sua illusione? Neanche Sakura era certa se quell’ utopia era frutto della sua mente inguaribilmente romantica e che cercava a tutti i costi il lieto fine o di un ragazzo in cerca del potere, portato a quel gesto avventato dai sentimenti che l’ avevano sopraffatto.

In quei pensieri così tenebrosi non riusciva a trovare risposta, spinta sempre più nella spirale di dolore che Sasuke stesso aveva creato intorno a lui e che adesso ne pagavano il prezzo le persone che gli hanno voluto sempre bene.

La stanza ricadde nel silenzio, perfino lo strepitio del fuoco era sparito ridotto ad un flebile lamento, la fiamma si stava spegnendo.

La fiamma era la speranza che ardeva nel cuore di Sakura.

< Sakura >

Quella voce… come poterla dimenticare? Protagonista di eventi felici e tragici.

Sakura si voltò, il viso riacceso di una nuova albore nel riscontrare il palmo largo e solcato da qualche callo di colui che aveva aspettato per così tanto tempo.

Davanti a lei la sagoma che spesso aveva oscurato i suoi sogni trasformandoli in incubi, il viso, un ovale perfetto dai lineamenti felini e gli zigomi eleganti accentuati dai ciuffi di capelli neri che gli ricadevano ai lati, più lunghi davanti e che andavano ad accorciarsi sulla nuca, il corpo allenato fasciato dal kimono caratteristico di Oto, che lasciva intravedere i pettorali, il braccio teso verso di lei, ad invitarla ad accettare l’ aiuto che le stava offrendo.

Ma il suo sguardo era ancora freddo e penetrante.

Stupita fece scorrere il suo sguardo dalle dita della mano fino al suo viso, era cambiato così tanto negli anni, anche quella scintilla – nonostante fosse piccola – di gioia e voglia di vivere era scomparsa, inghiottita dalla pece.

Era davvero lui?... non lo sapeva… ma voleva crederci…

< Sa.. suke… kun… > lo chiamò con voce rotta dall’ emozione, ma lui non rispose.

Si limitò a muovere appena la mano che ancora aspettava di stringere la sua.

Sakura non capiva, ma il suo braccio si mosse da solo, verso colui che l’ aveva fatta patire tante di quelle volte che a malapena le ricordava tutte. Le aveva rimosse completamente dalla sua memoria, per mantenere solo le belle esperienze che aveva fatto con lui.

Stava ricadendo nel baratro per lui, ancora una volta, stava per commettere lo stesso sbaglio che aveva compiuto tante di quelle volte che ormai avrebbe dovuto impararlo, ma era ancora troppo ingenua per riuscire ad accettare di aver commesso un errore.

< Sakura-chan! >

Lui? No… non ora… non poteva vederla ora mentre accettava la sua resa e si consegnava nelle mani del suo torturatore.

Ma quella voce calda e squillante, non poteva essere altro che la sua.

< Naruto… > sussurrò fermandosi a pochi centimetri da quella mano candida, volgendosi verso il caminetto.

Lui era lì in piedi, le braccia sui fianchi, il viso abbronzato e leggermente quadrato caratterizzato dai piccoli graffi sulle guance e il sorriso da spaccone, la stava osservando con i suoi grandi occhi blu sovrastati dal coprifronte, sul quale ricadevano i capelli biondi, come al solito spettinati.

< Allora Sakura-chan? Che fai? Non vieni con me? >

Le chiese allargando, se possibile, ancora di più il suo sorriso indicandosi con il pollice.

Gli occhi di Sakura si sgranarono, la sua attenzione ricadde su Sasuke, che osservava scocciato il nuovo arrivato.

< Sakura… > richiamò di nuovo la sua attenzione il moro, tornando a guardala freddo.

Ma questa volta, la mano di Sakura non si mosse.

La ritirò piano stringendola al petto, mentre il suo sguardo ricadeva in basso verso le scanalature del legno, sotto gli occhi stupiti del giovane Uchiha.

< No Sasuke… questa volta no… > gli mormorò rialzandosi e affiancandosi al biondo che le prese la mano, così calda e rassicurante da scaldare la sua, fredda e tremolante < … Grazie Naruto-kun… > aggiunse contraccambiando il sorriso che le aveva rivolto.

Davanti a loro, il traditore iniziò a tremare di rabbia corrucciando le sopracciglia e stringendo i denti.

< Allora addio… > bisbigliò ad entrambi avvicinandosi di corsa.

Fu un’ attimo, riuscì appena a percepire la luce che li investì prima di ritrovarsi di nuovo da sola, nelle tenebre.

La mano di Naruto non stringeva più la sua, che adesso vagava davanti a lei, in cerca di un’ appiglio per non cadere nelle tenebre…

< NARUTO-KUN! > urlò alzando una mano per afferrare il nulla.

Si alzò talmente in fretta che dovette sorreggersi al bracciolo della poltrona per non ricadere contro il cuscino, solo dopo qualche secondo riuscì a rendersi conto che quello era stato solo un’ incubo.

Sospirò sollevata mettendosi a sedere e massaggiandosi le tempie.

Così alla fine aveva fatto la sua scelta, questa era ricaduta su Naruto, colui che le era sempre stato accanto nonostante tutto.

Sul suo viso si fece largo un sorriso al ricordo del bambino un po’ goffo che la chiamava e le chiedeva di andare a mangiare all’ Ichimaru e alle sue rispostacce, troppo occupata a cercare Sasuke seduto in una panchina del parco a mangiare da solo.

Adesso tutto sarebbe stato diverso, avrebbe cominciato una nuova vita, dove Sasuke sarebbe stato il suo passato e Naruto il suo presente e, sperava, il suo futuro.

Quella era la sua nuova vita e nessuno, compreso Sasuke, l’ avrebbe rovinata. Questa era una promessa che aveva fatto a se stessa e a Naruto.

Inconsapevolmente, per la prima volta dopo tanti anni, sorrise felice di vivere la vita che LEI aveva deciso.

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