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Autore: Clara_Oswin    26/08/2013    2 recensioni
Dal capitolo 1
“Di quel che successe dopo, ricordavo molto poco… dopo aver svelato ad Eric la mia vera identità non è cambiato nulla. Ha deciso di sposare ugualmente lei . Mi tuffai in mare e ritornai dalla mia famiglia, le mie sorelle, mio padre, Sebastian Flounder… Rimasi nella mia stanza a piangere credo per settimane. Ma poi capii che anche nel profondo del mare, arriva un raggio di sole..”
Se le cose non fossero andate come noi sappiamo, ma in maniera diversa? se Eric avesse scelto Vanessa e non Ariel? Cosa potrebbe succedere?
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ariel, Eric, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un Raggio di sole nell’abisso.

 

“Di quel che successe dopo, ricordavo molto poco… dopo aver svelato ad Eric la mia vera identità non è cambiato nulla. Ha deciso di sposare ugualmente lei . Mi tuffai in mare e ritornai dalla mia famiglia, le mie sorelle, mio padre, Sebastian, Flounder… Rimasi nella mia stanza a piangere credo per settimane.
Ma poi capii che anche nel profondo del mare, arriva un raggio di sole..”

 

 –“è dura quando ti spezzano il cuore, eh?”- diceva mia sorella maggiore Arista
-“lasciala stare Arista! non vedi che sta soffrendo?” -  disse Acquata
– “forza prendi le tue cose e andiamo” – l’esortò
– “Ariel, sei sicura di non voler venire? Cambiare acqua ti farà bene, non puoi rimanere sempre chiusa in questa stanza! E poi i concerti ti sono sempre piaciuti!”-
 – “ no grazie…” – rispose Ariel con gli occhi rossi. Si perché le sirene non piangono, singhiozzano e si lamentano, ma piangere è per loro una rarità, quasi impossibile.
Acquata salutò la sorella ed uscì fuori con le altre, lasciando Ariel completamente sola in quel grande castello; tutti infatti erano andati al grande debutto di Sebastian come compositore e a parte qualche vecchio tritone, tutti gli abitanti di Atlatica erano andati ad assistere all’evento.
Ariel si alzò dal letto e nuotò verso la finestra, si sedette sul davanzale e iniziò a pettinarsi i capelli intonando una melodia talmente straziante che avrebbe fatto piangere persino i sassi, consapevole di potersi sfogare senza essere sottoposta a nessun giudizio. Assorta nei suoi tristi pensieri in un istante di distrazione le scivolò di mano il pettine.
-”ahi” – si sentì da un cespuglio
–“ cos’è stato?” – disse Ariel affacciandosi. Non vedendo nulla decise di scendere a riprendersi il pettine, e con uno slancio si tuffò dalla finestra.
Dietro il cespuglio c’era un’ombra, -“Chi c’è?”- chiese avvicinandosi intimorita.

 –“scusa…” – uscì da dietro il cespuglio un giovane tritone, dalla coda blu oltremare i capelli biondi come il sole e gli occhi verdi smeraldo – “non volevo origliare…” – disse togliendosi qualche foglia rimasta incastrata tra i suoi capelli. –“ credo ti sia caduto questo” – le porse il pettine molto imbarazzato.

“grazie” – Ariel lo prese distrattamente –“ credevo fossero tutti al grande concerto… come mai tu eri qui?” –

“ oh beh, io ci stavo andando quando ho sentito una così bella e triste melodia e ho perso la cognizione del tempo…” –

Ariel lo guardava incuriosita, -“hai perso la cognizione del tempo e ti sei… nascosto dietro un cespuglio??”-

-“Ok ok,”- disse il giovane alzando le mani in segno di resa. –“volevo scoprire chi stava cantando”- ammise.

Ariel gli sorrise, i suoi occhi, i suoi begl’occhi verdi le ricordavano i prati e le colline del mondo di sopra.

– “ Come ti chiami?” – gli chiese

– “Arren è il mio nome, e il tuo?”-

“Ariel”- sussurrò lei

– “ ohh ma tu sei… cioè voi siete la principessa Ariel!?” – s’inchinò subito al suo cospetto – “scusatemi! Non avevo intenzione di offendervi” – rivolse il suo sguardo verso il basso per celare il suo volto che stava visibilmente arrossendo

– “Non merito tutte queste cerimonie, vorrei solo che mi trattassi normalmente, e che tu dimenticassi chi sono…” – Ariel s’interruppe e guardò Arren con lo sguardo di chi aveva bisogno di un po’ di affetto, di qualcuno con cui parlare

– “posso…” - esitò –“ posso farti una domanda, Ariel?” – lei lo guardò e gli rivolse un segno di assenso
– “è vero che fuggisti per un umano?” –

 

Ariel e Arren iniziarono a nuotare conversando di argomenti banali, Ariel aveva deciso di dirgli che si, era scappata per un umano, ma gli disse anche che non era ancora pronta per parlarne con qualcuno; la ferita nel suo cuore era ancora troppo fresca, e d'altronde lei non lo conosceva nemmeno. Più Ariel parlava con quel ragazzo più si rendeva conto che era davvero facile poter conversare con lui, apparentemente non lo conosceva però era come se fossero stati da subito in sintonia. Come tutte le cose belle prima o poi finiscono, e la sera calò anche sui due ragazzi
 – “ l’acqua sta diventando più fredda, sarà meglio rientrare…” – disse Ariel tenendo ancora stretto il suo pettine, diventato il simbolo di quel fortunato incontro. Giunti nuovamente al balcone Ariel vide che le sue sorelle erano rientrate e la stavano cercando. – “devo andare,” – disse –“ grazie del bel pomeriggio passato assieme,” – lui le sorrise. Salì verso la finestra e mentre stava per entrare le cadde accidentalmente il  pettine di mano.
Arren lo recuperò ancora una volta –“ Ariel ! ti è caduto il pettine!” –
La ragazza dalla chioma fulva si sporse– “ lo so, così domani avrai una scusa per ritornare”. – poi sorridendo scomparve all’interno.

 

Angolo autrice: Salve a tutti i lettori, vecchi o nuovi, la storia non ha subito grandi variazioni ma adesso che ho più esperienza mi sto impegnando a risistemare tutti i capitoli sia dal punto di vista del Layout che della scrittura in se tentando di mantener einalterata la stesura originale. Vi augura buona lettura.

Clara

  
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