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Autore: avrilmiki    01/03/2008    1 recensioni
"Il mio compito è proteggerla. Da tutto e da tutti. Non può essere altrimenti...è così punto e basta..."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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La vedo arrivare e mi scappa un sorriso.

Cammina veloce, una mano sulle labbra, come sempre.

Sinonimo di insicurezza.

L'altra la lascia lungo il fianco, con il pugno leggermente chiuso.

Fa piccoli passi goffi, ma non riesce comunque a nascondere la bellezza che dona la camminata al suo fisico.

I capelli sono sciolti e si muovono a balzi lungo le sue spalle nude. Capelli fini e dorati, terminanti a piccoli teneri boccoli.

La pelle color miele, liscia, è coperta da una canotta verde svolazzante e un paio di jeans pinocchietto.

Gli occhi, grandi e innocenti, sono leggermente velati di tristezza, e lo sguardo è perso nel vuoto.

Si morde il labbro inferiore, come sempre quando è triste e agitata. A giudicare dal rossore del labbro, molto.

Le soppracciglia, senza una linea precisa, sono leggermente aggrottate.

Non un filo di trucco, per me non ne ha bisogno, per lei ne avrebbe molto, solo che non ne ha mai voglia.

Quando mi vede, appoggiato al muretto all'entrata del centro commerciale, i suoi occhi si illuminano un po' di più.

Azzarda persino un sorriso, senza mostrare i denti, semplicemente muovendo le labbra. Le viene buffo.

Mi intenerisco e mi scappa una piccola risata che reprimo subito.

Ora è qui, di fronte a me. Sento il suo profumo di pesca.

Le sfioro una guancia, delicatamente, con il dorso dell'indice.

Lei si intristisce e abbassa lo sguardo, poi lo bisbiglia:

<< Ciao...>>

Si lascia coprire il viso dai capelli. Che sacrilegio. Glieli sposto dietro le orecchie.

<< Ciao...>>

Sorride ancora una volta, ancora una volta le riesce male, e ancora una volta io mi intenerisco.

Mi fa male vederla così. Ma non posso lasciarlo trasparire. Nè a lei, nè a nessun altro. Mai.

Lei mi guarda alzando un soppracciglio:

<< Cos'era quella risatina?>>

Che palle, si accorge sempre di tutto. Lei è la persona con cui mi riesce più difficile nasocndere i miei sentimenti.

Anzi, quasi impossibile. Con lei sono trasparente.

Capisce ogni minima cosa che provo, sia nei suoi confronti che sugli altri. L'unica forma di difesa che posso adottare è negare, ma lei non ci casca mai.

<< Niente, curiosa.>>

<< Mmmmm...>>

Alza gli occhi al cielo, scocciata. Mmmmm. Quando è scocciata fa sempre quel verso. Mmmmm.

Cazzo, un altra risata repressa. Ti odio. Mi indica accusatrice:

<< Di nuovo! L'hai fatto di nuovo!! Daiii...dimmelo!!>>

<< Nnna.>>

<< Uff...non ce la fai proprio a dirnmi qualcosa di carino, eh?? Neanche quando sono triste!>>

<< No, Lo sai. E non lo farò mai.>>

Lei sorride con quella speranza sincera negli occhi che mi fa sentire strano.

Sembra ingenuità, ma non lo è. Giuro che non lo è. è solo...purezza, ecco.

Una purezza che sta scomparendo pian piano, per colpa della vita di merda a cui è costretta. E io non voglio che succeda...

<< Tanto lo so che mi vuoi bene!! E so benissimo quello che stavi pensando!!>>

Io non resisto e la avvicino a me. Le avvolgo un braccio attorno alle spalle, respirando a fondo il suo profumo.

<< Su, andiamo.>>

Lei annuisce. è rilassata, si sente sicura, lo avverto.

è convinta che io sia l'unico che non potrebbe mai farle del male, e che la proteggerebbe da qualunque cosa.

Come ha ragione...

<< Che film vuoi guardare?>> Mi chiede con un tono un po' spento.

Mi manca la sua voce allegra e squillante...spero che ritorni presto.

<< Perchè me lo chiedi se alla fine vuoi decidere sempre tu?>>

Sorride e mi guarda, alzando leggermente la testa.

<< Io sono leggneda!>>

<< Per me è una cagata...>> Borbotto, facendo una smorfia.

Lei allarga il sorriso e si stacca da me:

<< Io sono leggenda!! Vai a prendere i popcorn!>>

Si dirige verso la biglietteria, quasi saltellando. Bella. Bella come sempre.

Si mette in fila. Io ordino i popcorn e mi appoggio al bancone, guardandola.

Dei ragazzi si mettono in fila dietro di lei. Ridacchiano, e si danno di gomito. Io mi irrigidisco e tendo le orecchie, in ascolto.

Si sussurrano qualcosa e ridono sommessamente.

Infine, le parlano.

<< Ei...>>

Lei si gira con un leggero sorriso dipinto sul volto e uno sguardo sorpreso ed innocente sul viso.

Non si immagina minimamente quanto i pensieri di quei ragazzi siano l'esatto contrario dei suoi, non può. è troppo...pulita.

<< Sì?>>

<< Sei sola?>>

<< No, sono con un amico.>> Risponde in tono gentile e cortese, anche se un po' perplesso.

Mi volto un attimo verso il banocne. Quando cazzo arrivano i miei popcorn?!

<< Ah, quindi non sei qui con il tuo ragazzo!>> Ghigna, il bastardo.

<< No!>> Risponde incerta, senza riuscire ad aggiungere altro.

I ragazzi si guardano e sorridono. Stavolta, è l'altro a parlare.

<< Se vuoi qui ne hai due! Dai, ti offriamo il cinema! Poi tu cosa ci dai, però?>>

L'altro scoppia a ridere. Lei non sa cosa dire, e diventa rossa.

<< Chissà quanto arrossisci se io m...>>

Interrompo la battuta sul nascere. Mi avvicino a passi veloci e mi metto fra lei e loro.

<< Che cazzo fai, tu?>> Sibilo freddamente.

<< Succhiamelo coglione, non stavo parlando con te.>>

Il sangue mi sale alla testa. Chiudo il pugno e lo stringo forte.

<< Ripetilo.>> Ringhio minaccioso.

Improvvisamente, sento delle piccole mani fredde stringere il mio braccio.

<< Perfavore.>> La sua voce è spaventata e preoccupata.

Mi tira via con tutte le sue deboli forze.

La lascio fare. Mi basterebbe un piccolo strattone, ma la lascio fare. Sento le risate di scherno di quei due schifosi, ma la lascio fare.

E lo faccio per lei, solo per lei. Lei che, a differenza di me, odia la violenza.

Lei, che si preoccupa molto di più per me che per se stessa, sempre, in ogni circostanza. Lei che darebbe tutto per vedermi felice.

Lei che, testarda, non capisce che non è lei a dovermi proteggere, ma il contrario.

Mi ritrovo di nuovo fuori senza nemmeno rendermene conto, ancora offuscato dalla rabbia.

Lei mi lascia e si appoggia al muretto, mettendo una mano sulla fronte per tenersi indietro i capelli.

Ha lo sugardo triste, perso nel vuoto...sicuramente sta pensando a ciò che l'ha resa tanto infelice, pochi giorni prima...questo mi fa venire una fitta allo stomaco.

Non volevo,non avrei mai voluto farglielo ricordare.

Le prendo il viso fra le mani.

<< Calmati, è tutto ok...>>

Lei si scosta e si incazza, come sempre. Io rimango zitto e mi intenerisco, come sempre.

<< Tutto ok un cazzo!! Quelli erano in due ed erano pure più grossi di te!! Sei un idiota, un idiota!! Bastava che io non gli rispondessi più, dovevi starne fuori!! Hai idea dello spavento che mi hai fatto prendere?? Hai idea di quello che mi hai ricordato?!?>>

Non rispondo e la guardo. Anche lei mi guarda. Il labbro inferiore le trema. Manca poco...

Aggrotta le soppracciglia e mi abbraccia, si aggrappa con tutta la forza che ha. La sento fremere.

Mi intenerisco ancora più, ma, allo stesso tempo, mi sento uno schifo a vederla così.

<< Ti odio...ti odio!!!!!!>> Lo dice con voce rotta e incrinata.

Ricambio alzando piano le braccia, avvolgendole delicatamente ai suoi fianchi, alla sua schiena inarcata per poter arrivare ad aggrapparsi al mio collo.

<< Ti voglio bene...>> Le bacio i capelli. Non sto nascondendo più niente...forse.

<< Ti voglio bene...>>
  
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