Erano passati ormai ben
cinquant’anni dall’ultima apparizione del Conte Dracula,
la cui sconfitta era stata inflitta dalla mano di un suo stesso
discendente, Alucard Tepes, unico erede della stipite del malefico,
unico figlio a cui era stata donato il fardello più grande.
Alucard aveva trascorso metà degli anni assieme ad una giovane
ed affascinante donna di nome Maria, incontrata all’interno del
castello e migliore amica di Richter Belmont. Maria rimase incinta,
mentre Alucard decise che fosse giunto il momento di tornare ad
addormentarsi, in attesa della prossima resurrezione del Padre,
nonostante Maria ne fosse del tutto contrariata, ma doveva
obbligatoriamente comprendere ed essere costretta ad accettare il
fatto. Da lì in poi nacque Trevor, l’ammazza vampiri
leggendario che sfidò Dracula più e più volte,
arrivando ad un giorno inimmaginabile. In quel preciso giorno conobbe
un Servitore che aveva tradito la fiducia di Dracula per distruggerlo
del tutto.
Anche se dormiente, Alucard sapeva che un suo stesso
sangue vagava per le lande della Terra, in cerca di risposte e in
cerca del male. Ma non fu l’unico figlio che ebbe, in realtà
Maria rimase inaspettatamente incinta di un altro figlio. Trevor, non
volendone sapere assolutamente nulla di questo secondo figlio, si
distanziò dalla famiglia per qualche tempo, cercando un luogo
dove poter riflettere e rilassarsi da tutti i problemi esterni.
Passarono trent’anni da quella notte, il ragazzo ormai adulto e
maturo aiutava sua madre nelle varie faccende di casa, aspettandone
il fratello maggiore che ancora tardava a ritornare.
Maria:
Lucius, tesoro. Potresti andare nel villaggio qua vicino e prendere
un po' di mele?
Lucius: Certamente madre!
Maria: Sei un bravo
figliolo.
Lucius: Qua devo proprio contraddirvi, siete voi una
favolosa Madre.
Madre: Piuttosto di lusingarmi, perchè non
ti avvii?
Lucius: Sì, sì! Mi metto immediatamente in
viaggio.
Mentre il figlio si allontanava molto lentamente
dall’abitazione della Madre, ella rifletteva fissandolo. Lui
somigliava tantissimo a suo padre, se non fosse per i lunghi capelli
folti color acqua marina e i suoi occhi, che rappresentavano la
stessa profondità della luna.
Lucius, camminando, vide
alcuni ragazzi appoggiati ad un muretto. In mezzo al gruppetto era
presente il suo migliore amico.
Lucius: Salve
ragazzi!
Ragazzo: Questo sarebbe quel tipo di cui ci narri tanto?
A me sembra solamente un montato.
Michel: La piantate di giudicare
dalle apparenze? è più simpatico di quanto possa
sembrare.
Ragazzo: Sarà, ma da quanto c’hanno detto i
Belmont non godono di molta popolarità.
Lucius: Con questo?
Non significa che tutti i Belmont siano uguali, non facciamo di un
pelo un fascio.
Ragazzo: L’avete sentito? Osa contraddirci,
davvero azzardato da chi è riconosciuto come un
Demone.
Lucius: Cos’hai appena detto?
Ragazzi: L’hai
sentito, sei solamente un discendente di una lunga dinastia di
Demoni.
Michel: Ora basta, state davvero esagerando. Andatevene,
prima che perda la pazienza.
Lucius: Lascia perdere Michel, sono
abituato a queste offese.
Michel: Ma, Lucius….
Lucius:
Lascia perdere, dico sul serio.
Michel: Per ora l’avete
fatta franca, ma la prossima volta...
Ragazzi: Ma statevene zitti!
Andiamo, non abbiamo altro tempo da perdere con sti
rammolliti.
Michel: Scusali, di solito sono decisamente più
cordiali di quanto possano sembrare.
Lucius: Con me sono tutti
meno cordiali e più offensivi. Davvero, non prendertela
troppo. Ah, stavo giusto andando ad acquistare delle mele per mia
Madre. Vuoi venire?
Michel: Volentieri!
I due si misero
in viaggio verso il villaggio, tralasciando quel che era appena
avvenuto. Molti, all’interno del villaggio, sparlavano della
famiglia dei Belmont, ma nessuno osava dire loro qualcosa di brutto
per timore di riceverne una maledizione o qualcosa di
simile.
Lucius: Strano, solitamente questa parte del villaggio
è popolata.
Michel: Magari saranno tutti al mercato, non
darci troppo peso.
Lucius: Speriamo che sia come dici.
Mentre
si stavano dirigendo verso l’ingresso del mercato, udirono
delle urla provenire da una casa. Spaventati e agitati dalla
situazione corrente decisero di correre immediatamente a vedere cosa
fosse stato e da cosa fosse provocato. Videro una Donna, accasciata a
terra, piena di sangue che colava a dirotto e con un essere strambo e
mostruoso che la stava pian piano divorando. L'essere alzò il
volto verso i due malcapitati, facendo brillare i suoi due occhi
scintillanti dal colore rosso cremisi.
Michel: C-Che facciamo?
S-Scappiamo no?
Lucius: No, non posso. Non posso fuggire ad una
vista simile!
Michel: S-Sei forse impazzito Lucius? è un
Demone, non un giocattolo! DEMONE!
Lucius: Ed è per questo
che devo fermarlo! La mia famiglia non ha combattuto per nulla, per
tutto questo tempo!
Michel: Ma non abbiamo nulla con cui
fermarlo!
Lucius: Dannazione! Odio quando hai ragione.
Miche:
Quindi? Che vuoi fare? Sbrigati però!
Il mostro
cominciava a spalancare la bocca ed a dirigersi verso di loro con
fare molto violento e goffo.
Lucius: I lo distraggo, tu
corri!
Michel: D’accordo, ma vedi di non farti uccidere!
Altrimenti….
Lucius: Lo so. Vai, corri.
Il Ragazzo
cominciò a fuggire via a gambe levate, mentre Lucius, invece
di distrarlo come effettivamente aveva detto, cominciò ad
impugnare l’elsa di un'arma che possedeva accanto alla cintura.
La tirò fuori totalmente, si trattava della frusta
leggendaria, colei che aveva servito i Belmont per tutto questo
tempo.
Lucius: Bene, mostro. E' l’ora di
finirla.
Mostro: Haha! Un moccioso che intende finire me?
Patetico.
Lucius: Tu….Tu parli?
Mostro: Ovvio, non per
nulla ho deciso di attaccare questo piccolo e patetico
villaggio.
Lucius: Cosa vuoi da noi? Chi sei veramente?
Mostro:
Un vecchio conoscente della tua dinastia.
Lucius: E quindi?
Spiegami subito che sei venuto a fare.
Mostro: Ancora non capisci?
Sono qui per vedere se realmente era o meno presente un altro
Belmont. Anche se da quel che sento... tu hai ben altro che il solo
sangue di quelli.
Lucius: Che vorresti dire?
Mostro:
Appartieni alla dinastia del mio Signore, a quanto noto.
Lucius:
Cosa?....
Mostro: Per ora non ho più nulla da dirti, ci
rivedremo... “Belmont.”
Lucius: DOVE FUGGI? TORNA
SUBITO QUA VIGLIACCO!
Il mostro scompariva tra la nebbia, che
stava inondando l’intera abitazione, lasciando in bella
evidenza la donna squartata. Gli abitanti la trovarono, accanto a lei
vi era il “Maledetto”.
Abitanti: Dannato Belmont!
Tu e la tua dannata stirpe ci farete ammazzare tutti! Vai
via!
Lucius: Noi vi abbiamo sempre salvato la vita e ci trattate
in questa maniera? Non so se odiare voi, o il male.
Abitanti:
Vattene! Non ti vogliamo qua!
Il ragazzo raggiunse il ponte,
dove lo stava attendendo anche il suo migliore amico.
Lucius:
Possiamo andare.
Michel: E il mostro?
Lucius: Scomparso. Tra
l’altro, gli abitanti pensano che sia a causa mia e mi hanno
scacciato.
Michel: Come possono credere una cosa simile? Tu sei
quello che li ha salvati, più che altro!
Lucius: Ho detto
andiamo, ne riparleremo poi.
Michel: Scusami Lucius, per sta sera
devo rinunciare. Mia madre mi aspetta presto.
Lucius: Capisco, vai
pure. Ci sentiamo.
Il ragazzo cominciò a correre via,
lasciano l’amico dietro di sé, che si incamminò
per casa. D'ora in avanti, la vita di quel ragazzo non sarebbe stata
più la stessa.