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Autore: Seki    27/08/2013    1 recensioni
Se per lui quel luogo è quasi spaventoso nella sua perenne quiete, Fay, lo stupido mago, lo trova meraviglioso, e tanto basta per renderlo la meta perfetta dei suo pellegrinaggi furtivi, quando decide che le mura del castello sono troppo spesse e la quotidianità troppo opprimente.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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You’re not Alone

 
Nel regno del Giappone, poco distante dal castello Shirasagi c’è una piccola zona immersa nel verde, che rientra a pieno titolo nei possedimenti dell’Imperatrice Amaterasu, ma di cui pochi hanno ricordo.
In essa sorge una minuscola dependance del castello, costruita secondo i canoni estetici più tradizionali e con il bambù più resistente della zona, che si affaccia sul piccolo lago che si estende nell’esatto entro della radura, riflettendo il paesaggio circostante come uno grosso specchio, rendendo quasi irreale quel luogo.
Non è un posto in cui Kurogane ama andare, troppo calmo, per i suoi gusti, e troppo silenzioso, ma è proprio lì che si sta recando, certo di trovarci quello che sta cercando.
Se per lui quel luogo è quasi spaventoso nella sua perenne quiete, Fay, lo stupido mago, lo trova meraviglioso, e tanto basta per renderlo la meta perfetta dei suo pellegrinaggi furtivi, quando decide che le mura del castello sono troppo spesse e la quotidianità troppo opprimente.
Così a Kurogane tocca l’ingrato compito di andare a recuperare l’idiota –il suo idiota, come Tomoyo continua inutilmente a puntualizzare- e, ogni volta, si dirige verso quello strano posto dove non si capisce da che parte stia il cielo.
Ed ogni volta trova Fay appoggiato alla ringhiera di legno, unica barriera che lo separa dal cadere nel lago, perso in chissà quali pensieri che subito si disperdono al grido di “Kuro-rin!” appena lo vede arrivare.
Ma questa volta c’è qualcosa di diverso.
Fay sta fissando lo specchio d’acqua e, sebbene Kurogane è certo di essere stato sentito arrivare, non si muove, non gli corre incontro urlando soprannomi discutibili, semplicemente continua a guardare il lago.
-Oi, Mago!-
Kurogane lo chiama, sperando di attirare la sua attenzione, o forse di eliminare quell’ombra scura che sta offuscando gli occhi azzurri dell’altro, rendendoli troppo simili a quell’unica volta in cui l’ha visto davvero disperato, a Celes.
Ma Fay, sebbene lo senta, non si volta a guardarlo. Si limita ad inclinare appena le labbra, nella parodia di un sorriso che non ha nulla a che vedere con la sua solita espressione ebete.
Il ninja si avvicina, insicuro su quello che sia giusto fare in quella situazione, così strana eppure così familiare.
Poi Fay parla.
-Sembra proprio di affacciarsi su un altro mondo.-
-Eh?-
Il biondo ridacchia appena senza divertirsi davvero alla perplessità dell’altro uomo.
-Il lago. Se lo guardi, sembra che rifletta un altro mondo, sebbene uguale a questo…non è così impossibile, no?-
Per la prima volta si gira a osservare gli occhi rossi di Kurogane, ma ciò che il ninja legge nelle iridi azzurre di lui non lo rassicura per niente.
-Mi chiedo se anche gli altri me stesso, negli altri mondi, siano destinati a restare soli…ovunque essi vadano.-
Il mago torna ad osservare l’acqua, e Kurogane non è sicuro che si sia reso conto di aver parlato ad alta voce, ma non ha importanza. Il suo livello di sopportazione ha già raggiunto il limite massimo.
Velocemente si porta a fianco dell’altro e, con tutta la rabbia e la forza che ha in corpo, colpisce con l’unico braccio rimastogli la testa vuota di Fay, sperando che il colpo rimetta in moto i pochi neuroni rimastogli.
-Mi hai fatto male, Kuro-bau!-
Il giovane uomo si lamenta con una voce un po’ stridula, di quelle che si tirano fuori quando si sta giocando, ma Kurogane non ha voglia di scherzare.
-Stammi a sentire, idiota, e smettila di fare lo scemo!-
Lo rimprovera, ignorando l’ennesimo lamento condito dall’ennesimo nomignolo.
Con forza, poi, lo afferra per la collottola e lo avvicina nuovamente alla ringhiera, facendolo affacciare ancora una volta su quel surrogato di mondo alternativo.
I loro riflessi ricambiano le occhiate dalla superficie piatta dell’acqua.
-Che cosa vedi?-
La voce di Kurogane suona ancora arrabbiata, ma non così tanto. Dall’alto della sua esperienza, Fay può affermare che ci sono stati momenti in cui era molto più spaventosa.
Incerto il biondo sorride.
-Io e Kuro-chan?-
L’uomo sbuffa e lo lascia andare con un gesto stizzito.
-Esatto. Io e te. Vedi di non dimenticartelo, stupido mago!-
Kurogane si volta, una mano corre a sfregare i corti capelli neri, mentre si allontana velocemente, imbarazzato dai suoi stessi sentimenti. Sente gli occhi di Fay che lo osservano, e la cosa non aiuta.
Il mago sta osservando l’uomo allontanarsi, sorpreso da quel comportamento che è così poco da Kuro-rin, ma, al contempo, così tipico di lui.
Un sorriso nasce sboccia spontaneo sul suo viso, quando il significato recondito delle parole del ninja trovano infine la strada per giungere al suo cuore. Improvvisamente tutta la tristezza che lo avvolgeva è svanita, dissoltasi come neve al sole.
-Aspettami, Kuro-chu!-
Ride, mentre corre per raggiungere il fianco dell’altro, aggrappandosi al suo braccio appena più forte del solito, come a fargli capire che ha capito e che, ancora una volta, lo ha salvato.
Non importa dove tu sia, idiota. Ovunque andrai io sarò al tuo fianco.
   
 
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