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Autore: niky999    27/08/2013    1 recensioni
" Mi vuoi dire come mai hai così tanta difficoltà ad amare? "
Io rimasi in silenzio per qualche secondo. No, non avevo nessuna difficoltà a farlo, o almeno era quello che credevo.
" Perché nulla si dimentica. La ferita scompare, ma la cicatrice rimane! " sbottai, alzando il tono della voce.
" Tu non hai ancora capito che ti amo! Ti amo Gwen, ti amo follemente! E' difficile da capire? "
A quella dichiarazione rimasi paralizzata, come se qualcuno avesse improvvisamente bloccato lo scorrere del tempo. " E' questo il punto! Ti ostini a non capirlo! " mi si avvicinò pericolosamente, poi giocherellò con un mio ciuffo di capelli, mi accarezzò la fronte, scese alle tempie, alle guance e poi alla bocca. Il mio respiro si arrestò all'improvviso.
" E' bello sapere che ogni volta smetti di respirare a causa mia. " mi sorrise dolcemente.
Farfalle nello stomaco, vista annebbiata, cuore infiammato e incredibile voglia di gettarsi fra le sue braccia: chiari sintomi di quell'amore che, seppure impossibile, tenti sempre di raggiungere. Di quell'amore per cui saresti pronta a morire pur di preservare.
" Voglio te Gwen, voglio solo te. " mi sussurrò all'orecchio, poi si piegò leggermente e mi baciò.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il dolore dei ricordi







“ Signorina Gwenda, scenda subito dal letto o farà tardi a scuola! “ squillò Madame Violetta, che girovagava per i corridoi della casa.
“ Sta’ zitta! “ scandii le parole, affondando la testa nel cuscino, ma non riuscì a sentirmi perché aveva già superato quattro piani di scale!
Lentamente mi tirai su e mi passai una mano sul viso. Appena aprii gli occhi un’ondata di luce mi travolse. Quella mattina ero decisamente stanca, perché la sera prima avevo dovuto correre per le strade della città a ripescare il cane della signora Minson. Lo stava portando a spasso quando a un certo punto ha visto un gatto ed è corso via, trascinando per un pezzo la povera anziana.
Naturalmente io, l’unica nei paraggi, mi sono dovuta arrangiare  a recuperarlo! 
Ho superato tre isolati fin quando è inciampato e si è rotolato per terra!
Mi alzai in piedi assonnata e raggiunsi in fretta il bagno. 
Mi lavai la faccia velocemente con l’acqua gelata e mi misi dei pantaloni di jeans e una felpa bianca, il mio colore preferito.
Mi pettinai per bene cercando di ignorare i lancinanti dolori causati dai nodi e scesi giù per le scale, evitando di un soffio Madame Violetta. Non avevo molta fame, perciò presi il mio zaino, aprii la portiera della Volkswagen e accellerai a tutto turbo.
Sì, per essere il primo giorno incominciavo proprio bene coi miei soliti ritardi.
 

 
“ Guardate la Montrose .. che macchina! “
Non appena fui a scuola parcheggiai nel primo posto libero e scesi dall’auto. Osservai imbarazzata che tutti mi fissavano con ammirazione e non feci a meno di notare che fra loro c’era anche Jeson. Arrossii e mi feci strada tra gli altri studenti, raggiungendo lui e Arleen.
“ Buongiorno! “ fecero loro all’unisono.
Per tutta risposta rivolsi loro un ampio sorriso, poi lentamente entrammo nella scuola.
“ Ti sei guadagnata lo sguardo di tutti. “ Arleen si voltò verso di me.
“ Certo, con questo coso addosso… “ indicai il tutore al braccio. Fortunatamente avrei dovuto toglierlo di lì a pochi giorni.
 

 
“ Gwenda, gira voce che quest’estate tu e Jeson abbiate avuto una storia.. l‘ avete già fatto? “ 
“ Cosa?? Non è assolutamente vero! “ ecco che incominciavano a girare voci del cavolo …
“ Eddai ammettilo! “ tutti avevano gli occhi fissi su di me, ma cercai di ignorare i loro sguardi. Non avevo voglia di intavolare altre discussioni!
E poi, ecco che dalla porta fa capolino Jeson.
Tutti si voltano verso di lui, naturalmente. Era il più figo della scuola!
Sperai con tutta me stessa che non si sedette dietro di me e invece, povera sorte, lo fece. 
Iniziò a picchiettarmi da dietro con la penna.
“ Cosa vuoi? “ mi voltai di scatto.
Lui si avvicinò al mio orecchio fino a sfiorarmi la guancia.
“ Ti stanno guardando tutti, sei bellissima.. “ mi sussurrò.
A quelle parole avvampai! Voleva farmi diventare un peperone proprio davanti a tutti? Sentii dei fischi in fondo alla classe.
“ Jes, attento a quello che fai o ti arriverà un bel calcio nel culo da Amy!  “
Ok, ora l’imbarazzo era alle stelle! 
“ Tranquillo, le piace troppo per rovinarmelo! “ gli rispose.
Tutti scoppiarono a ridere. Tutti tranne me.
La giornata era iniziata male e stava continuando male!
Ci mancava solo che ora avevo una storia con Jes! Ma neanche per sogno! 
Guardai fuori dalla finestra: come al solito pioveva, pioveva a dirotto.
Avevo sempre odiato la pioggia, fin da piccola. Mi dava un enorme senso di tristezza … mi faceva sentire sola, incredibilmente sola.
Papà invece la amava, diceva che era una cosa meravigliosa, che lo faceva star bene. Gli piaceva stare sotto la pioggia perché riusciva sempre a pensare e a riflettere meglio. Gli faceva ricordare i suoi errori che sarebbero serviti a non ricommetterli; diciamo che era la sua fonte di ispirazione.
Ed era proprio per questo che avevo iniziato a odiarla, mi faceva ricordare papà.
Quando dicevo che avevo superato la cosa fingevo, eccome se fingevo.
Non avevo mai pensato, nemmeno per un secondo, che lui mi avesse abbandonata. Nei miei pensieri lui era ancora lì, a casa, seduto davanti al suo pc ad attendere il mio ritorno.
Me lo sentivo dentro, lui era ancora con me.
Non avevo mai accettato l’idea che se ne fosse andato perché sentivo sempre la sua presenza nella mia anima. Sentivo il suo respiro, sentivo le sue calde mane, sentivo il suo battito e .. lui.
Mi tornò in mente quello che mi aveva detto Lou: io avevo il potere di interagire con demoni e fantasmi, pertanto sarei riuscita a stabilire un qualche tipo di contatto con papà? Decisi che questa sarebbe stata la prima domanda che avrei posto a lui e ad Haiko.
Fremevo per la possibilità che potessi rivederlo o abbracciarlo di nuovo!

 
 
La giornata proseguì monotona, senza appigli o altri momenti particolari. Appena uscita da scuola fui completamente travolta da Ellen, che correndomi incontro con un po’ troppa enfasi rischiò di farmi cadere per terra e farmi rotolare sull’asfalto.
“ Gweeen! Ho saputo che sei stata aggredita, com’è successo? Stai bene? Devi fare attenzione di notte! Te l’ho sempre detto! Che faccia aveva? Cosa ti ha fatto? “ due grandi occhi castani circondati da lentiggini mi si fiondarono addosso.
“ Ellie! Oh beh, ti spiegherò non appena avrò tempo, adesso sono davvero molto occupata… “ mentii. Non avevo mai rinunciato a offrire un po’ del mio tempo ad Ellie, ma in realtà un po’ lo ero. Dovevo subito capire com’era potuta accadere quell’aggressione, dovevo farmi spiegare tutto, dalla “a” alla “z”, e anche subito! Se mi fosse riaccaduto?
Stavolta avrei convinto Arleen e Jeson a farmi dire qualcosa di più su quella storia da cui tanto desideravano tenermi fuori, ma ormai ne ero dentro. Dovevo sapere!
“ Ehi, aspetta! “ 
“ Scusami Ellie, più tardi ti chiamo e ne parliamo! “ corsi all’impazzata dai due fratelli che nel frattempo stavano venendomi a loro volta incontro.
“ Gwen, senti devo parlarti. “ tagliò corto Jes, intimando alla sorella di salire in macchina e tornare a casa.
“ Anche io se è per questo. “
“ Seguimi allora. “
Jeson prese a camminare sul retro della scuola inoltrandosi nel bosco lì vicino.
Non seppi dire quanti minuti erano passati. Parecchi direi, i piedi incominciavano a protestare!
Per fortuna aveva smesso di piovere; un pungente odore d’erba fresca aleggiava nei dintorni. Faceva molto freddo per essere una delle prime giornate di settembre.
“ Per quanto tempo ancora dovrò seguirti? “ sbuffai. Non ce la facevo più, e poi avevo una tremenda voglia di tornare a casa e sapere qualcosa di più da Haiko.
Jeson sembrò non degnarmi di uno sguardo, cosa che mi fece parecchio innervosire.
Giungemmo fino ad un piccolo ruscello che scendeva dalle Mountains Rold e ci fermammo lì.
Jes si sedette per terra e scagliò un sasso nell’acqua, provocando una serie di piccoli cerchi che pian piano si dilatarono.
“ Se dovevi parlarmi di un sasso me ne sarei volentieri rimasta a casa. “ lo guardai spazientita.
Un inquietante silenzio aleggiava nell’aria.
Si voltò verso di me e sgranò gli occhi all’improvviso.
“ Che c’è, hai visto la Madonna per caso? “ ironizzai.
“ Gwen, non ti muovere, dietro di te.. “ lasciò la frase in sospeso.
La paura si inoltrò nei miei pensieri. Cosa poteva esserci dietro di me? Voleva farmi uno scherzo? Se fosse stato così sarei riuscita a sbattergli in testa il tutore in un nanosecondo, ma date le situazioni non credevo proprio fosse l’ipotesi più corretta.
Mi voltai lentamente muovendo al minimo ogni mio singolo muscolo e con grande “gioia” e estrema “contentezza” notai un enorme orso bruno a poca distanza di me.
Una risatina nervosa si prese gioco di me, le mie mani incominciarono a tremare e il mio viso a impallidire.
“ J-Jeson… “ sussurrai, in preda al panico. Era già tanto se non mi ero messa gridare correndo per il bosco con le braccia in aria!
“ Ho detto di non muoverti. “ marcò le ultime parole, alzandosi lentamente in piedi con gli occhi fissi su di lui.
Io feci come mi era stato intimato. 
Non mossi nessun muscolo, nemmeno un pensiero per tutto quel lungo tempo, ma ad un certo punto l’orso ringhiò paurosamente e prese la carica verso me.
Cos’avevo fatto? Non mi ero mossa di un millimetro!
Ecco che di nuovo avevo quella sensazione. La mia vita che mi sfuggiva dalle mani. Questa volta sarei davvero morta? O sarei di nuovo sopravvissuta? Scartai l’ultimo dei miei pensieri e chiusi gli occhi, nell’attesa di abbandonare tutto e tutti.
Sentii qualcosa dietro di me muoversi: era Jeson. 
Aprii leggermente gli occhi e notai sorpresa che il moro era riuscito a scaraventare l’orso addosso a un albero, con tale forza da spezzarlo in due.
I suoi occhi avevano iniziato a brillare insistentemente di un verde smeraldo anormale, così come il resto del corpo.
Notai che stava tremando terribilmente; delle goccioline di sudore cadevano repentinamente dal suo viso, mentre l’orso gemeva per terra ferito.
Poi tutto ciò che di strano aveva lo abbandonò al suo stato “normale” e tornò esattamente come poco fa.
“ J-Jeson.. ? “ mi avvicinai a lui allerta, allungai una mano sulla sua spalla e fui colta da un bruciore sovrumano. La sua pelle era bollente! Sembrava che pochi secondi fa qualcuno lo avesse sommerso di benzina e poi gli avesse dato fuoco con la lava! La ritrassi velocemente dolorante, ma per niente sorpresa.
Dopo l’aggressione niente e nessuno era più riuscito a stupirmi, ma questa poi..
“ Chi diavolo sei? “ gli domandai, con la poca calma che ancora il mio corpo esausto aveva in serbo.
Lui sospirò, passandosi una mano sul viso e mettendosi a sedere su un masso.
“ Ok, tu non sai quanto sia complicata la mia vita. Lo è molto più di tutta la vostra. “
“ Cosa? Vuoi dire che la mia vita non è difficile? Che tutto quello che sto passando è solo una semplice cavolata? Tu non puoi nemmeno immaginare come sto soffrendo. Mio padre è scomparso tanti anni fa, nessuno ha saputo più niente di lui. Il caso è stato definitivamente chiuso perché nessuno è riuscito a dare anche una sola stupida risposta a tutto questo, nessuno! E non sai come è stato difficile vedere la convinzione della gente, di tutte quelle persone che credono sia morto. E io sono l’unica a non pensarla così, sono l’unica che ancora crede in lui. Ogni giorno è come se una lama tagliasse il mio petto sempre più profondamente, il dolore è lo stesso. Senza parlare di tutto il resto! Mi sono trasferita in sei città diverse perché ogni volta, la familiarità che acquisivo in una casa mi faceva pensare a lui e alla nostra stupida vecchia quotidianità, dove lui era lì, sempre pronto ad aiutarmi e a offrirmi una mano per ogni cosa. Abbiamo litigato, non sai quante volte abbiamo litigato e la cosa che fa più male è che la sera prima della sua scomparsa abbiamo discusso di nuovo, solo perché non aveva voluto comprarmi un maledetto gelato! Gli ho detto che era il padre peggiore di tutto il mondo e tutto questo perché ero una bastarda bambina viziata… “ scoppiai a piangere col cuore affranto. I ricordi tornavano sempre nei momenti meno opportuni e poi tornavano, tornavano ancora, fin quando il mio cuore non aveva perso tutti i pezzi che lo componevano. 
‘Segui sempre ciò che ti dice il cuore’ dicevano. Ma se è in frantumi, quale pezzo segui? Sentivo che ogni giorno che passavo, il ricordo di mio padre mi affliggeva di più, piano piano, fin quando non sarei morta per lo strazio e per le lacrime. Era molto difficile per me continuare a vivere una vita che non mi apparteneva. Non ero fatta per avere una famiglia ricca, famosa, per essere viziata e soprattutto per essere amata solo grazie ai soldi che avevo.
Sentivo di non appartenere nemmeno a quello stupido mondo che mi aveva recato così tanta sofferenza. Mi sentivo sola, tremendamente sola e tutto ciò mi stava uccidendo ogni giorno di più.
Dovevo darci un taglio, non potevo più continuare così. Dovevo iniziare a vivere una nuova vita! Peccato che questa frase l’avevo ripetuta fin troppe volte e su di me si riversava sempre il medesimo fallimento…
Una fallita: ecco cos’ero.
Una stupida fallita che non aveva più le forze e il coraggio di voltare pagina…

ANGOLO AUTRICE

Ringrazio tantissimo:
- adwa
- JustNiki_
per le loro recensioni!
Allora, innanzitutto mi scuso molto per il mega ritardo ma sono stata in vacanza e non ho avuto proprio il tempo di fare un singolo aggiornamento, ma ora eccomi qui!
Primo giorno di scuola, le cose non sono iniziate per il verso giusto, però nel prossimo capitolo Jeson svelerà a tutti noi quale diavolo di essere è e sopratutto tutti i collegamenti a cui non riesce a dare risposta. Dovete solo pazientare ;) E comunque, beh.. le sorprese non sono proprio finite! Un'altra stranezza si fa strada, ovvero quella secondo cui Jeson ha iniziato a emmettere luce, tremare, ha scaraventato un orso contro un albero e ha surriscaldato al massimo il proprio corpo!
Come vi ho detto prima nel prossimo capitolo sveleremo anche questo!
Beh, ora vi lascio!
Come al solito grazie per le visualizzazioni e recensioni, mi aspetto qualche consiglio o critica perché ne ho davvero bisogno per la continuazione della storia.
Alla prossima!
-Niky
  
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