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Autore: Wendy_York    27/08/2013    0 recensioni
"Perdere la testa più per un paio di scarpe, che per un uomo non è normale! Ieri avevo un appuntamento, sono uscita di casa ed ho notato che proprio difronte a me ha aperto un nuovo negozio di scarpe, ero in anticipo e sono entrata. Sono rimasta lì dentro due ore...DUE ORE! Ho speso un quarto del mio stipendio e me ne sono tornata a casa felice. Ti rendi conto?! Mi sono dimenticata dell'appuntamento! Io ho un problema, un problema bello grosso!"
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FASHON and LOVE
 
La pioggia cadeva pesante sull’asfalto, rimbalzando a destra e a sinistra. La portiera del taxi si aprì, facendo uscire gambe femminili,
coperte da un paio di blue jeans affusolati alla caviglia seguiti da sgargianti Mary Jane di pelle lucida Bordeaux , tacco dodici e plateau quattro.
Quando il taxi ripartì, la figura si rivelò in un’affascinante donna dai capelli di un biondo scuro che mossi cadevano lungo la schiena, coperta da un impermeabile beige lungo fino alle ginocchia.
La donna avanzò a passo svelto verso il locale, cercando di evitare la pioggia, senza badare agli sguardi indiscreti delle persone intorno a lei.
 
Entrata dentro il locale, trovò subito la sua amica, Ginevra, seduta al solito tavolo, non troppo vicino al bar, non troppo vicino al bagno, nel mezzo.  
Sorrise nel pensare quanti anni avevano passato in quel bar, esattamente da quando si erano ritrovate nel pianerottolo di casa, chiuse fuori.
Ginevra, non appena la vide si sbracciò spostando la borsa dalla sedia, per farla sedere. 
 
Ordinata la solita chiara media, la bionda iniziò il discorso come se fosse rimasto in sospeso
"Perdere la testa più per un paio di scarpe, che per un uomo non è normale! Ieri avevo un appuntamento,
sono uscita di casa ed ho notato che proprio difronte a me ha aperto un nuovo negozio di scarpe, ero in anticipo e sono entrata.
Sono rimasta lì dentro due ore...DUE ORE! Ho speso un quarto del mio stipendio e me ne sono tornata a casa felice.
Ti rendi conto?! Mi sono dimenticata dell'appuntamento! Io ho un problema, un problema bello grosso!".
La mora si mise a ridere dando un sorso alla birra sul tavolo. "Ma allora quel succhiotto?" Le chiese dopo aver appoggiato il boccale.
"Quale succhiotto?" Chiese guardando il punto tra il collo e la spalla indicato dall'amica. "Oh, il mio puttano! È tornato in città ieri ed è passato subito da me..che dolce eh?"
Disse ironicamente bevendo un lungo sorso di birra. "Beh e con lui?! Non puoi provare ad avere un qualcosa di serio?" Chiese ingenuamente.
"Col puttano? È come se iniziassi a mangiare una pizza dal centro: la crosta non la caghi! Non puoi avere un qualcosa di serio con chi ti porti a letto da anni. È insensato!"
Ginevra si mise a ridere, poi inghiottì velocemente il sorso di birra e sgranò gli occhi. "A proposito di puttano! Io è Steve abbiamo parlato di Nanza e gli ho raccontato dell'incontro di venerdì."
Gli occhi di Andrea si impiantarono su quelli di Ginevra come per dire «tu hai fatto cosa?!» "sì, il senso di colpa mi stava uccidendo"
rispose all'occhiata dell'amica la quale annuì in senso di resa senza staccarsi dal calice.  "Adesso lui vuole provare a parlarci «pacificamente»...quanto odio ste cose!" Concluse sospirando.
"No fammi capire: Steve,un metro e settantacinque per quanto 65 chili? Si vuole mettere contro Nanza, un metro ed infinito per 80 chili di muscoli?
Non credevo che avessi un minchione come fidanzato!" Commentò Andrea. "Giuro che se mi rovina il rapporto che ho con Nanza lo lascio! Dai è i mio Puttano!".
Affermò con tono lamentoso Ginevra, facendo ridere Andrea. 
"Comunque belle le scarpe! Acquisto di oggi?" Chiese la mora. Andrea si aprì in un sorriso sognante.
"Siii le mie Mary Jane! È da quando ho 16 anni che le sogno!! Ed ora...eccole nei miei piedini numero 41!" Rispose Andrea. 
"Questi te lo ha offerto il ragazzo biondo al bancone" disse la cameriera del pub allungando ad Andrea un cocktail indicando l'uomini incravattato,
il quale alzava il proprio bicchiere in sua direzione come per fare un brindisi. "Grazie" rispose semplicemente Andrea alla cameriera, sotto lo sguardo curioso di Ginevra.
"Non guardarli, fa finta di niente." Disse poi, continuando a guardarsi le scarpe. "Modo squallido per fare colpo." Commentò a bassa voce.
"Basta fare la preziosa! Ammicca e ringrazia! Il biondo ti sta fissando!"disse entusiasta Ginevra.
"Gin dai!" La guardò con sguardo ovvio. "È biondo ed incravattato e mi ha offerto un Martini... Al bar Girasole a Sangio?
Questo uno non è di qui, due è il classico tipo di ragazzo che cerca una donna che lo aspetti in casa pronta a dargli da mangiare facendogli un massaggio, che schifo! Non farò quella fine!!"
Continuò. "Andy la ricerca dell'uomo perfetto ti sta inacidendo!" Le rispose l'amica alzando gli occhi al cielo.
Dopo qualche istante si alzò, facendo salire la curiosità dell'amica, per poi andare dal biondino. Andrea la guardò malissimo.
Qualche minuto Ginevra tornò seguita dal biondino ed il suo amico.  "Ricordami di ucciderti!" Le disse la bionda a bassa voce.
Ginevra sorrise in modo finto sedendosi vicino a lei. "Andrea, lui è Jona, fa il cantante in America si è trasferito qui a Bologna per trovare l'ispirazione per il nuovo album e lui è Natan,
il suo manager  è qui in Italia in vacanza, torna a casa tra una settimana!" Disse in un inglese perfetto Ginevra indicando prima l'amico del biondo e poi lui. "Piacere, Andrea!"
Rispose la bionda mentendo il sorriso falso, Ginevra le lanciò un'occhiataccia. "Andrea lavora per un'importante casa cinematografica, si occupa di sceneggiatura!"
Disse entusiasta agli uomini seduti difronte a loro. "Che cosa cool!" Rispose il biondo, Natan. "Che film hai scritto? Comici, romantici, drammatici, horror, belli, brutti, strani o che ne so…"
Continuò con lo stesso entusiasmo della mora.
"Film italiani." Rispose Andrea smorzando l'atmosfera, ma facendo ridere il cantante, il quale la guardò con un penetrante sguardo, lasciando di stucco tutti al tavolo.
Questa volta toccò a Ginevra smorzare l'atmosfera, o meglio al suo ragazzo. "Come sei qui? Stai scherzando?!" Rispose urlando al telefono.
Andrea lo ringraziò mentalmente. "Ragazzi, è finita la festa. Addieu." Disse semplicemente prendendo la borsa ed il giubbotto sua e dell'amica.
"Posso lasciarti il mio numero?" Le chiese il biondo. «che palle! cosa devo fare per togliermelo di dosso?»
"se siamo destinati l'uno all'altra ci rincontreremo!" Disse con sguardo sognante, lasciandolo a bocca asciutta, sotto lo sguardo divertito dell'amico cantante.
Ginevra mise in tasca il telefono.
“Gran strategia d’uscita Gin!” Disse Andrea dandole una paccherella sulla spalla, l’amica si mise a ridere, incamminandosi verso la macchina.
“Andy, guidi tu eh! Io sono brilla ì!”
“era già scontato Gin.” Si lanciarono sguardi d’intesa prima di scoppiare a ridere e tornare verso casa.
 
Non ricordo tanto di cosa successe al ritorno, solo una Renge Rover nera e degli occhi scuri fissarmi e leggermi dentro.
  
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