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Autore: Andre Castanex    27/08/2013    0 recensioni
Antenore, un giovane amante della musica e della cultura classica, si infatua di una ragazza di cui non conosce nulla.
Dal loro incontro scaturiranno una serie di eventi comici e divertenti ai limiti della normalità.
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Antenore senza neppure guardarla in faccia esce e si precipita per le scale.                                                                
Passa del tempo. Nell’appartamento si sente squillare con insistenza il campanello. La ragazza esce dal bagno dove ha giusto finito di acconciarsi i capelli.


 
G(si avvicina all’ingresso)  Ma chi è?
A) Sono io!
G) Io chi?
A) (con voce ansimante)Non riconosce la mia voce? Ma come! Abbiamo passato insieme attimi memorabili, assaporato forti emozioni: come fa a non ricordare? Sono io! Il suo io! Il suo tu… quello vero insomma.
G) AH! Entri.
A) PUFF… PUFF… EEEEH… EEEEEH… ssssssalve… miiii… scuuusi.
solo un po’… per… riprendermi. Che sudata terribile, non credevo di farcela.
 
                        La ragazza tiene la testa bassa.
 
A) Signorina! Perché non mi guarda in faccia? Oh sì, capisco.
Non ha tutti i torti. Sono stato… come dire… praticamente non ho colto l’attimo, ma lei… io… il turbamento, l’emozione, la sua audacia: non sono abituato ad affrontare l’impeto… mi scusi.
G) E le diplomatiche? Non aveva detto che sarebbe andato a comprarle?
A) Ho trovato chiuso.
G) Lei mi ha deluso. Anche se in fin dei conti c’era d’aspettarselo.
  
                   Và verso la finestra, Antenore la segue.
 
A) Come sarebbe? 
G) (sempre voltata) Voi uomini siete fatti così: prima fate i galletti,
gonfiate le piume, tirate su la cresta, poi, quando arrivate al  
dunque… non siete capaci di combinare nulla.
A) Su, su non esageriamo adesso. Io sono venuto per scusarmi, perché
in verità il mio comportamento non è stato il più consono…   
G) (si gira) Ummmm… scusa banale. Io direi piuttosto che non è stato
 all’altezza di un vero cavaliere, un vero uomo insomma.
A) Cerchi di capire il mio punto di vista: quando lei con la sua grazia
mi ha abbagliato, non ho resistito, l’emozione è stata troppo forte,
ma questo non significa che non sia capace di… carissima lei mi sta mettendo in difficoltà!
G) Di questo ne sono sicura.
A) La prego indulga, mi dia un’altra possibilità, e se non sarò
capace, se ancora dovessi deluderla, colpisca pure, annientandomi    
col suo sguardo. 
G) Beh! Ero tutta un fuoco, e lei che ha fatto: se l’è svignata!
Comunque la perdono.   
A) Grazie! Un giorno sarà orgogliosa di questo suo gesto. Merci,merci.
Però ora mi permetta di complimentarmi per questa sua nuova acconciatura, mi ricorda la vecchia fotografia di un capo indiano… Geronimo mi pare,
per via della penna: aquila reale?
G) Gabbiano! Lei piuttosto, ha svaligiato una profumeria?
A) Ci tengo alla mia fragranza. Come sono contento di stare vicino a lei, mi pare di sognare… a proposito! Le voglio raccontare un sogno, un sogno che ho fatto l’altra notte: un sogno talmente lucido… sarà il destino.
 
                           Si siedono e Antenore racconta.
 
Ero disteso sotto un grande olmo e stava per calare la notte, quando                   
sento in lontananza un flebile lamento. Mi dirigo subito nella direzione dalla quale mi pareva arrivasse la tenue voce. C’è una fitta vegetazione e faccio fatica ad avanzare. Imperterrito proseguo fin quando scorgo una luce. Ora sentivo distintamente, senza però capire di cosa potesse trattarsi.
Percorro un centinaio di metri ancora ed arrivo nei pressi di una minuscola casetta. Mi avvicino. La finestra era semichiusa o semiaperta se preferisce, e cosa vedo? Una scena terribile e misteriosa allo stesso tempo: un cane mastino, grosso come un sambernardo, stava tentando di azzannare una piccola quaglia che poverina non avrebbe avuto scampo se all’improvviso un guerriero vestito di tutto punto non fosse intervenuto tempestivamente: si rende conto? Ne ho ricevuto una tale scossa, signorina mia, che mi sono ritrovato sotto il letto e per giunta con la gamba sollevata, come fanno i cani. Non mi ci è voluto molto per capire che non lo ero, però è stato imbarazzante. Cosa ne pensa?
G) Non saprei… è confuso. Una cosa però mi pare chiara, ed avvalora una mia ipotesi, un sospetto che mi è frullato in testa questa sera: la quaglia che dice di aver sognato, era maschio o femmina?
A) Ma… non so. Devo confessarle che non so distinguere il sesso degli ucc…
 
La ragazza lo interrompe ed alzandosi lo guarda fisso negli occhi .          
 
G) Ecco! Tutto chiaro! Ora mi rendo conto. Lei ha, purtroppo, un grave difetto, forse congenito: non riesce a distinguere i sessi, e questo lo porta, come del resto si nota chiaramente dal sogno, a sopravvalutare se stesso tanto da credersi un cane mastino, e visto che non riesce a soddisfare la sua libido, che poveretta chissà com’è ridotta, si scaglia sul primo essere che le capita a tiro.
A) (ha un sussulto ed è visibilmente contrariato)  Non ho parole!
Ed io, che ho sempre creduto di essere un maschio, che sin da piccolo  
facevo la pipì con i compagni gareggiando addirittura a chi poteva
arrivare più lontano col getto, mi ritrovo ora asessuato o meglio, anzi
o peggio, privo della mia… signorina? E’ sicura che sia questa la giusta interpretazione del sogno? Io pensavo… credevo… di essere il guerriero,
ma ora lei ha stravolto  tutto che non so più.
Dica la verità, ce l’ha ancora con me per la storia delle diplomatiche.
Suvvia, come posso farmi perdonare… definitivamente.
 
                 La ragazza si rende conto di aver esagerato.
 
G) Credo… magari… chiedo venia. Sono stata eccessivamente
severa con lei, ma le contrarietà mi irretiscono, è un lato del mio
carattere che non riesco a dominare, dipenderà dall’educazione…
OOOOH! Mah!  Imperdonabile…
A) Su, non si abbatta, (stringendogli con tenerezza le mani) non facciamone una tragedia in fin dei conti... 
G) Ma no! Non intendevo… si rende conto che ancora noi non ci siamo presentati. Che sbadati! Rimediamo immediatamente: il mio nome è Gilda Vincetossico e sono di origine vulcanica.
A) Per Efesto! ll mio è diverso, infatti mi chiamo Antenore Rufus da Roccapuntita, e discendo da un’antica famiglia di costruttori di scale.                              
G) OOOH!!! Quindi è mobile?
A) Beh! Non proprio. Però è certo che la mia famiglia ha raggiunto notevoli  traguardi con la sua arte: pensi che un mio cugino scese le scale la stessa sera in cui gli americani salivano sulla luna. Una coincidenza davvero straordinaria di cui vado molto fiero, anche se, di mio cugino, per via di una lite, storie di ascensori, non ne ho saputo più nulla.
G) Ma lasciamo da parte le vecchie ferite, dobbiamo festeggiare. Posso chiamarla Anty?
A) Mi chiami come vuole Gilda, il suo nome è una sinfonia.
Ma sii! Siiii! Ora ricordo, il sogno, il significato del sogno: ero io il guerriero! E la quaglia in verità non poteva essere che lei.
Questa è la vera interpretazione. L’ho portata via dalle grinfie di quel mostro. Ha visto Gilda come cambiano le cose, la verità trasforma tutto.
Senta, vista ormai la simpatia che ci lega perché non decidiamo di unirci per l’eternità?   
G ) Beh! Ora non esageri: l’eternità! Suvvia… posso anche capirla… ma non avremo più… che ne so… l’opportunità di guardare con gusto, con passione, la bella gioventù che passa per la strada… Antenore! Sta male? Ha cambiato colore.
A) Pensavo… (dirigendosi verso la porta d’ingresso)
G) Non sarà geloso?
A) Geloso? Mai! Piuttosto mi sono ricordato di aver lasciato accesa la luce del bagno, quindi la saluto.
G) Anty! Scherzavo. Se vuole comunque la bolletta potrei pagarla io. Non mi lasci sola.
A) Ok, Ok resto. Non sono mica nato avantieri.       
G) Bravo! Questa volta non l’avrei perdonata. (va verso la doccia)
Si versi un po’ di tequila. Nel frattempo farò una doccia per rilassarmi: un attimo e sarò pronta.
A) Pronta?
G) Mi raccomando non si muova.
A) Vada tranquilla, so come devo comportarmi… spero. (fra sé mentre guarda la ragazza) Che donna! Una meraviglia. Ha lasciato la porta aperta si vede! Si spoglia! (si lascia cadere pesantemente su di una sedia) Beh! Deve fare la doccia. Ma che curve… sensuale. Però che strano quel riflesso sulle gambe, sembra squame. Una donna speciale deve avere per forza qualcosa di  speciale.
G) Antenoreee? Anty… è sempre lì?
A) Certo! Dove dovrei essere. Sorseggio questa tequila, veramente buona, un bel corpo… cioè molto morbida.
G) Lo so, piace anche a me: me ne lasci un pochino per dopo.
A) Ma certo. Per dopo? (parlotta fra sé)  Devo stare calmo, devo
controllarmi, calmo… calmissimo.
G) Anty… Antenore…
A) Serve qualcosa?
G) LEI!                                                                                                 
A) Chi? Io?                                                                                    
G) E chi se no. Sono in camera da letto.
A) In camera da… sola?
G) E con chi dovrei essere?
A) Non si sa mai.
G) Vuole venire si o no!
A) Le porto qualcosa da mangiare?
G) Al letto? ANTENORE SBRIGATI!!!
                                       
Camera da letto. Antenore e Gilda sono sdraiati. Gilda legge mentre Antenore dorme beatamente. La luce è soffusa ed i loro volti non sono perfettamente visibili.
 

G) Antenore… Anty! OOOOOH!... ANTY! SI SVEGLI!
A) Siiiii! Chi è?  Gilda! Gildona mia! Che notte memorabile. Ho visto una luce!
G) Come sono contenta, anche se…devo proprio dirglielo, è stato irruento, tanto che ne sono rimasta stupita.
A) Eh eh eh… visto! Eh eh eh... la passione! Però, le confesso che… non vederla in viso è stato come tenere tra le braccia una sconosciuta.
G) E lei che a voluto spegnere le luci.
A) Sì certo, ma la sua pelle… c’era qualcosa… non so . Ed i piedi? Non l’avevo notato… delle belle fette: sembrano pinne.
G) E’ vero, me lo dicono anche i tritoni.
A) I TRITONI! E chi sono?
G) Nulla nulla, stupidaggini.
A) Come sarebbe! La prego non mi faccia ingelosire. Chi sono i tritoni: suoi spasimanti?
G) Non proprio, sono… chiamiamoli amici, persone che conosco da tanto tempo.
A) Lei mi nasconde qualcosa. Mi dica la verità! Qualunque essa sia.
G) Fosse facile. Anty, lei a scuola ha studiato la mitologia?
A) Sì, però le confesso che mi addormentavo più facilmente all’ora di religione.
G) I tritoni… come posso spiegarle… Nettuno… ma su via, lasciamo perdere, tanto che importanza ha, ormai siamo legati, il passato non conta, davanti a noi ora c’è solo il mare.
A) Il mare?
G) Sì! Nel senso di spazio.
A) Gilda, non mi nasconda la verità… non è carino. C’è anche un’altra cosa che le volevo domandare: io non sono un esperto è vero, ma quelle piccolissime scaglie che le ricoprivano le gambe… non mi pare sia normale. Si faccia forza e mi racconti.
G) Ebbene Antenore, tanto prima o poi... io sa… mia madre… mio padre… sono come dire… ha presente una spigola?
A) Certo.
G) Va beh tanto non c’entra… ha mai visto i vigili del fuoco in azione quando scoppia un incendio? Che fanno? Mettono la… la… Anty mi aiuti, la… io sono figlia di una… una…
A) UNA POMPA!
G) Antenore! Rifletta!
A) La sirena! Ecco! Lei è figlia di una sirena. Adesso capisco perché quando grida fa AAAAAAA… mah! Gilda? Una sirena di quelle…Ulisse… la cera…le api… le orecchie… MADRE DE DIOS!  I tritoni…mi rendo conto solo ora: sono suoi fratelli! E lei vive in acqua, è praticamente come un Marlin.
G) Lei è straordinario! Non sono un Marlin, speravo che comunque lo avesse intuito, però è vero, i miei genitori ancora adesso vivono in una grande caverna sottomarina, a mille metri di profondità. Siamo, se così si può dire, gli ultimi discendenti di una razza ormai scomparsa. Le condizioni della vita ci hanno costretto a nasconderci in profondità; il traffico impossibile e poi… la gente non avrebbe capito. Le persone credono che siamo frutto di fantasia poetica: non verremmo accettati. Comunque il nostro mondo è il mare.
A) E allora? Perché lei sulla terra?
G) Sono venuta in avanscoperta, per vedere se mai fosse ancora possibile vivere con voi terrestri. Ho girato da un posto all’altro poi l’ho incontrata, ed ora sono qui. Fortuna che lei… è di larghe vedute.
A) Sarà anche vero, però… Gilda: lei fa le uova?
G) Non dica scemenze: le sembro una gallina? A parte qualche piccolo particolare sono come le altre.
A) Le altre? Va beh, sarà pur un’autoambulanza… cioè una sirena, ma ieri ad urlare sono stato io. OK! So tutto, ora sono più tranquillo e pronto ad ogni evenienza  (sviene)
  
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