Che fai laggiù?
Per cosa ti affanni, mia piccola formichina?
Cammini qua e là tra queste quattro pareti tutti i giorni. Cerchi forse di nasconderti? Sempre indaffarato ti muovi frenetico per la stanza: prendi questo, accendi quello, appoggi questo e sollevi quelľ altro...
Persino ora non sai darti pace: ora cammini, ora ti siedi, ora ti stendi a letto e ora ti rialzi irrequieto e non riesci mai a star tranquillo.
Ma non ti sei accorto che ti osservo tutto il giorno?
Sei sempre ad occuparti dei tuoi insulsi affari terreni, cieco a tutto tranne che a ciò che ti sta sotto gli occhi....ma non sarebbe meglio fare uno sforzo, ogni tanto, e mirare più in alto?
Guardati: mi fa pena la ristrettezza del tuo sguardo, mi fa pena la bassezza dei tuoi metodi e mi fa pena la mediocrità dei tuoi scopi. Mi fai pena tu.
Io ti osservo, sai? E non far finta di non accorgerti di me, perchè lo vedo benissimo che non sopporti il mio giudizio, che non riesci nemmeno a sostenere il mio sguardo nemmeno quelle poche volte che hai ľ ardire di guardarmi. Tu hai paura di me.
Io sono ľ occhio che ti osserva dalľ alto, sono il tuo giudice supremo, sono la luce che sbugiarda tutte le tue falsità, che illumina tutti i tuoi sotterfugi e svela tutti i tuoi inganni.
Piegati, sottomettiti, prostrati a me che porto il lume della verità nella tua vita! Come fai ad ignorarmi? Smettila di occuparti solo degli oggetti più bassi di te e di me, e alza lo sguardo!
Osservami, fissami senza paura, perchè se rimarrai accecato....puoi sempre premere ľ interruttore.