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Autore: Davide R    28/08/2013    0 recensioni
Cinque studenti americani decidono di passare le vacanze estive partendo per un viaggio di piacere, il loro soggiorno vedrà tuttavia svolte inaspettatamente cruente. Dovranno cercare di farsi strada tra intrighi e lotte per il potere per cercare di tornare a casa sani e salvi.
Genere: Azione, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Joshua aveva fame. Era chiuso li dentro da un giorno. La cella era stretta, e lui doveva condividerla con il suo compagno. I pochi raggi di luna attraversavano le grate della finestra, facendogli desiderare intensamente di poterlo fare anche lui. Era successo tutto in un batter d'occhio, gli agenti li avevano presi in un istante e li avevano portati al cospetto del verme. Joshua ricordava come Licopoli avesse squadrato lui e Argirò come se fossero stati davvero dei criminali. L'aiuto-ispettore era apparso freddo, come se fosse cambiato tutto d'un colpo. Aveva mentito spudoratamente, li aveva accusati e li aveva scherniti. Il ragazzo aveva visto la faccia di Argirò digrignarsi fino quasi a spaccarsi la mascella e pronunciare un solenne giuramento di vendetta. Licopoli li aveva salutati con un sorriso, che Joshua aveva in quel momento classificato come un autentico ghigno del cazzo. E adesso era lì in cella, l'ex-ispettore, aveva uno sguardo apatico, lo spettro dell'uomo che era. Chi poteva biasimarlo del resto?  Erano stati due idioti, erano caduti nelle trappole tessute da quell'uomo viscido, ed ora erano a scontare la pena di chissà chi. Il ragazzo prese coraggio, scosse lievemente Argirò e parlò: << Tutto bene? >> L'uomo si passò una mano tra i capelli, sospirò e poi rispose: << È tutta colpa mia ragazzo, non mi aspettavo che le cose finissero così, tradito da un mio amico >> << Conosceva da tanto quel bastardo? >> <> Sputò violentemente a terra. << Nulla è ancora perduto, c'è un processo tra due giorni, non hanno le prove necessarie per incastrarci >> << Le nostre impronte digitali su quella Magnum del cazzo saranno più che sufficenti per la giuria >> << Cosa intende? >> << La Grecia sta attraversando un periodo di crisi, non può addossarsi anche degli omicidi internazionali, scaricheranno senza pensarci troppo la colpa su noi due, mia madre veniva da San Francisco >> Joshua impallidì. Poi un lungo silenzio cadde tra i due, oramai rassegnati all'ineluttabile. Dopo un oretta la porta della cella si aprì. Argirò e Joshua sussultarono e osservarono il curioso visitatore. Era un uomo anziano, con capelli tirati all'indietro e un volto cordiale. Esordì con un teatrale << Sono qui per salvarvi >>  Argirò parve incredulo  << M-Ministro Koraki? Lei qui? >> << Shh, non far troppo rumore, ho distratto le guardie, non posso lasciare che il figlio di un mio vecchio amico venga portato in tribunale >> << Lei conosceva mio padre? >> << Prima della sua sfortunata dipartita era uno tra i miei compagni di gioco preferiti, vinceva sempre, a scacchi >> << M-ma come è.. >> << Parleremo dopo, seguitemi, anche tu ragazzo, dobbiamo uscire di qui >> A Joshua in quel momento si aprì un mondo, non poteva credere di poter riottenere la libertà così facilmente. Libertà, solo ora riusciva a riconoscerne il valore, che idiota era stato. Spinto dall'euforia e dall'adrenalina si accinse a seguire i due nella rocambolesca fuga. Oltrepassarono di soppiatto un corridoio deserto, fino ad arrivare ad una botola, poi Koraki parlò << Questo edificio è stato ristrutturato da poco, ma presenta delle strutture precedenti ai nuovi lavori. Questo era un passaggio per l'esterno ora inutilizzato, è buio quindi fate attenzione li sotto. Andate! >> L'anziano signore sorrise e Joshua fece lo stesso. Poi parlò Argirò << Non saprò mai ringraziarla abbastanza, non sa il bene che ha fatto, non tanto per me, quanto per questo ragazzo. Non merita di marcire in cella a quest'età per reati che non ha commesso. Ci riscatteremo, vedrà! Dimostreremo che i veri colpevoli non siamo noi >> << Naturalmente, naturalmente, ora però devo chiedervi di accelerare, non vorrei ci scoprissero ad un passo dalla vostra salvezza >> Si salutarono, e poi si calarono nella botola. Joshua provò un moto d'ammirazione per Argirò, se esistevano ancora uomini onesti come lui, forse c'era una speranza per il mondo. Percorsero l'angusto e umido passaggio al buio arrancando in silenzio. Poi l'uscita, la lama di luce lunare che segnava la libertà, ancora pochi passi e sarebbero stati fuori. Il cuore di Joshua palpitava all'impazzata dall'emozione. Uscirono. Licopoli li attendeva con una pistola in mano, e il suo solito sorriso mellifluo. Argirò e il ragazzo guardarono stupefatti il traditore. Impossibile, non può essere vero. Urlò inconsciamente Joshua. Licopoli rispose sogghignando << Oh si invece, sei per caso cieco? Sono qui di fronte a te >> << Bastardo >> ululò Argirò. << Ora che vi ho scoperti mentre fuggivate, sarà molto più facile convincere la giuria che il ragazzo è il colpevole >> << Era tutta una trappola... >> Mormorò con voce spenta Joshua. << Perché? >> Tuonò l'ex-ispettore in un impeto d'ira furiosa << Perché ci fai questo? Io credevo fossi mio amico! >> Bam! Uno squarcio di morte nel silenzio. La pallottola trapassò il torace di Argirò facendosi facilmente strada verso il cuore. Licopoli rise ancora << Amico? Povero deficiente! >> Poi posò il suo sguardo su Joshua << Dirò agli altri agenti che stava fuggendo e che sono stato costretto a sparargli per fermarlo, sai com'è al buio succede di... sbagliare mira. Ah, un altra cosa, il mio amico Koraki ha sistemato vicino al cadavere della guardia della vostra cella il tuo vecchio coltellino svizzero, dovrai addossarti anche le colpe di quell'omicidio. Ora che sei solo il gioco è fatto, hai perso, Joshua, io sarò l'eroe e tu sarai il cattivo della situazione >> Poi arrivarono gli altri poliziotti , ma in quel momento non importava, non importava niente. Anche le parole del viscido bastardo gli erano scivolate addosso, vuote di significato. Era accartocciato accanto ad Argirò, le mani impiastrate di sangue mentre cercava di scuoterlo in un disperato tentativo di riportarlo indietro anche solo per un secondo. Ma fu inutile, l'uomo onesto esalò gli ultimi sofferti rantolii, morendo come un cane dimenticato dal mondo. Qualcosa cadde dal suo viso, qualcosa di caldo e salato, lacrime forse, ma non importava. Lo trascinarono, non oppose resistenza, perché avrebbe dovuto? Quella notte, quella dannatissima notte, qualcosa nel povero ragazzo si incrinò.
  
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