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Autore: _WishingWell12    28/08/2013    4 recensioni
"Sei mesi.
Centottantacinque giorni.
Tu sei qui a New York, lei è là a Washington, con i grandi dell'FBI."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Nessuna 5x24.

Nessuna proposta di qualsiasi genere, eccetto quella di lavoro per Kate.

Una canzone, una nave in ritardo di sei ore e una gita a Barcellona creano questo.

Scritta a maggio, poi si è rotto il pc e l’ho salvata a pelo.

Poi ci si è messo in mezzo il quarto anno di liceo.

Lo stage di giugno e la patente.

E il fatto che questa sarà l’ultima estate prima della maturità e della scelta dell’università.

C’è un po’ di mio dentro questa storia, anzi forse di più, adattato, spero al meglio, a loro due.

 

 

A te.

 

 

Sei mesi.

Centottantacinque giorni.

Tu sei qui a New York, lei è là a Washington con i grandi dell'FBI.

Alla fine insieme avete deciso che non poteva sprecare un'occasione del genere.

Insieme avete deciso che la vostra relazione era ad un punto stabile, troppo forte per spezzarsi, ma ancora troppo fragile e piena di 'se' e di 'ma' per compiere un grande passo.

Sono stati mesi difficili per te, provavi un gran senso di vuoto, un gran senso di tristezza. Le tue giornate trascorrevano lente, una dietro l'altra.

La monotonia era all'ordine del giorno.

Ma sono stati mesi difficili anche per lei, lo hai capito dal suo sguardo, dalle sue parole al telefono.

Ogni volta che poteva, digitava il tuo numero sul cellulare per sentire la tua voce, per raccontarti la sua giornata.

Ogni volta che le era possibile prendeva il primo volo utile e correva da te, anche solo per trascorrere insieme poche ore.

E in quelle poche ore la tenevi stretta forte a te, come per rassicurarla, come per dirle che insieme ce l'avreste fatta, nonostante tutto.

Cercavi di infonderle quelle sicurezze che infondo mancavano anche a te.

Sicurezze che lentamente si sono sgretolate in questi mesi, dal primo giorno in cui è iniziato tutto.

Lo ricordi ancora alla perfezione.

Era partita per il colloquio senza dirtelo, ma accidentalmente aveva lasciato il biglietto aereo tra le sue cose.

E l'avevi scoperta.

Ricordi ancora quanti interrogativi siano iniziati a nascere dentro di te e come la rabbia lentamente sia salita e ti abbia invaso completamente.

Ti sentivi tradito.

Ti sentivi escluso.

Ti sentivi perso e minacciato.

Al sul ritorno hai cercato di far finta di niente, di fingere di non sapere nulla.

Ma ti è stato impossibile.

Avete iniziato a litigare furiosamente in casa sua.

E come quella notte in cui le confessasti l'esistenza dell'uomo a cui Montgomery prima di morire aveva inviato i documenti sul caso di tua madre, te n'eri andato senza dire una parola.

Il mattino seguente sei tornato da lei, in qualche modo ti rendevi conto che la tua reazione forse era stata un po' esagerata.

L'hai abbracciata come per rassicurarla, le hai sussurrato uno 'Scusa' sincero e sentito e insieme avete concordato che avreste discusso quale fosse la cosa migliore da fare.

Ricordi come quei giorni fossero stati pieni di tensione tra di voi, prima del confronto.

Sembrava quasi che aveste paura di parlare, come se da ogni vostra parola potesse scoppiare una furiosa lite.

Poi una sera è venuto quasi tutto naturale, avete deciso di sedervi al tavolo della sua cucina con davanti una tazza di caffè.

Per alcuni attimi vi siete fissati negli occhi senza dire nulla, poi hai deciso di rompere il silenzio.

Qualsiasi cosa succederà, non voglio che finisca.”

Quella è l'ultima cosa che voglio, Rick. Anzi, non è nemmeno un'opzione, per me non esiste. Non è nei piani. Se non ci fossi tu sarebbe tutto più difficile.

Quello che provo per te sta diventando così grande, così forte, che quasi mi spaventa. Ma con te sento che posso affrontare qualsiasi cosa, anche la peggiore.”

Però è un'occasione che non puoi sprecare, Kate.”

Io non lo so. Siamo ad un punto in cui …”

Siamo ad un punto in cui possiamo permetterci di stare lontani per un po', siamo legati da qualcosa di forte, non si può più spezzare.”

Quindi stai dicendo che potrei permettermi di andare?”

Certo, Kate. E non perché voglio allontanarti. Ma non posso costringerti a non sfruttare un'occasione simile.”

Allora domani compilerò i moduli e li invierò a Washington.”

Aveva detto con un filo di insicurezza nella voce.

Ricordi come le avevi preso la mano per tranquillizzarla e le avevi sorriso.

Grazie, Rick.”

Sempre, Kate.”

E così aveva fatto.

Il giorno seguente, poche ore dopo aver compilato i moduli era arrivata la telefonata che la informava che avrebbe dovuto presentarsi alcuni giorni dopo.

Quegli ultimi giorni li avete trascorsi insieme nel miglior modo possibile.

Ricordi ancora l'ultima vostra notte insieme.

Desideravi solamente tenerla stretta a te, ma lei voleva qualcosa di più.

Così avete fatto l'amore nel modo più dolce possibile, dimostrandovi tutto l'amore che provate l'uno per l'altra.

Ma il momento più difficile era stato la mattina della partenza.

Nessuna parola, nessun gran discorso.

Non ce n'era alcun bisogno.

Si capiva perfettamente la vostra tristezza solamente leggendola nei vostri occhi.

L'hai accompagnata fino all'aeroporto.

Un bacio.

Una mano stretta nell'altra, talmente forte, come se non la volesse lasciar andare.

Un sorriso.

Ecco cosa vi siete scambiati quella mattina.

Ecco tutto il vostro amore espresso a gesti.

Dal momento in cui l'hai vista sparire tra la folla dell'aeroporto è iniziato quel momento di sconforto che ti accompagna anche oggi.

Sei solo, sei vuoto.

È una situazione difficile.

Sapevi che sarebbe stata dura, ma non credevi che lo fosse a tal punto.

E oggi, come tutti i centottantaquattro giorni precedenti sei a casa.

Hai provato a scrivere un nuovo capitolo del libro, ma da sei mesi a questa parte ti manca l'ispirazione.

Così hai deciso di sederti sul divano, di fissare il vuoto.

In un attimo cerchi di ricordare in successione i vostri incontri clandestini, brevi ma intensissimi.

In questo momento però, ne ricordi solamente un paio.

Il primo.

Quel giorno sei tornato a casa e te la sei ritrovata seduta sul divano che ti stava aspettando.

Le eri corso incontro, l'avevi abbracciata forte.

Ricordi ancora benissimo quanto il tuo cuore battesse velocemente per la sorpresa.

L'avevi baciata, avevi fatto scorrere le tue mani sulla sua schiena mille volte, per studiare e rimemorizzare il suo profilo, le avevi preparato la cena e ti eri fatto raccontare nei minimi dettagli le sue giornate.

Nulla di più.

E la mattina dopo era ripartita di corsa, diretta all'aeroporto.

Quello stesso aeroporto teatro dell'unico altro vostro incontro che ricordi in questo istante.

La spiavi dall'altro lato della strada, eri deciso a farle uno scherzo.

Preoccupata non vedendoti all'uscita, aveva estratto il telefono dalla borsa.

Pronto?”

Castle, dove sei?”

No, non dirmelo. Ma non dovevi arrivare domani mattina?”

No, era oggi.”

Perdonami, Kate, perdonami. Mi vesto e arrivo subito.”

Ah, eri pure a letto ancora. No, tranquillo. Prenderò un taxi.”

Nel frattempo ti eri avvicinato silenziosamente.

Voltati, Kate. Sono qui.”

Non ci posso credere.”

Aveva sorriso e si era gettata tra le tue braccia.

Non potrei mai dimenticarmi di un giorno simile.”

È bello sentirtelo dire.”

Andiamo a casa, dai.”

E allo stesso modo, la mattina seguente era corsa a riprendere il primo volo per Washington.

Ora rifletti su tutti i giorni trascorsi senza di lei.

E ti rendi conto di come tu sia caduto in basso numerose volte, per poi rialzarti, per poi ricadere di nuovo.

E ancora e ancora.

Ripensandoci non sei mai andato a Washington, è sempre stata lei a tornare.

Forse perché non volevi intrometterti nella sua nuova avventura.

Forse perché ti sentivi ancora messo da parte.

Forse perché, in realtà, vederla felice ed entusiasta ti feriva, riusciva ad esserlo anche senza di te.

Così hai provato a mettere piede nel distretto, per cercare la tua felicità, facendo compagnia a Ryan ed Esposito, ma invano.

Alcuni mesi dopo la sua partenza la sua scrivania era stata occupata da un altro agente.

Quella per te è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Da quel momento in poi hai deciso che non avresti più avuto a che fare con il distretto finché lei non fosse tornata.

Perché, sì.

Lei tornerà”, ti ripetevi.

All'improvviso senti bussare alla porta.

Sei indeciso se andare ad aprire, oppure rimanere lì immobile.

Decidi di alzarti solamente perché chiunque vi sia fuori ha bussato di nuovo.

Apri la porta e rimani senza parole.

Davanti a te, ti ritrovi lei.

Dopo un paio di settimane dall'ultimo vostro incontro.

Ti sorride e poi, come quella notte in cui è iniziato tutto, si lancia verso di te, ti prende il viso tra le mani e ti bacia.

Rimani ancora immobile, non ti capaciti ancora bene di cosa stia succedendo, poi rispondi al bacio perché infondo quel contatto ti era mancato profondamente.

Quando vi staccate rimanete immobili, fissandovi negli occhi.

Cosa ci fai qui?”

È finita, Rick.”

Che cosa, Kate?”

Il lavoro, l'incarico, Washington. Tutto. Non potevo più farcela.”

Ma …”

Nessun 'ma', non avrò nessun rimpianto.”

Quindi rimarrai qui?”

Sempre.”

Sorride e ricomincia a baciarti.

Scusa”, sussurra abbracciandoti.

E per cosa?”

Per esserti stata lontano così tanto.

Per averti costretto a rimanere solo.

E grazie, per esserci stato sempre, accontentandoti anche di piccole visite di qualche ora.”

Ti ho aspettata per quattro anni, Kate. Non posso permettermi di perderti proprio adesso.”

La stringi ancora più forte a te.

Sai, mi è sempre stato detto di correre per la mia vita.

Di correre e non arrendermi, per dimostrare tutto ciò che sono e per cercare di inseguire tutto ciò che voglio.

Ora ciò che voglio sei tu.”

Ti ha fatto male avermi così lontano, eh?”

Non sai quanto.”

Da una scala da 1 a 10?”

12.”

Sei sempre esagerato, tu.”

Ma non è vero!”

E da quand'è che corri?”

Io? E chi ha parlato di correre?”

Sì, Castle. Adesso non fingere.”

No, no. Ti confondi con qualcun altro, sai.”

Ooooooh, allora se la metti su questo piano.”

Certo. E poi la sportiva di casa sei tu.”

Giusto, tu sei il pigro.”

Potresti ferire i miei sentimenti, lo sai?”

Allora mi impegno per rimediare subito.”

Scioglie l'abbraccio e ti dà un bacio leggero.

Così va meglio?”

Manca ancora qualcosa.”

Ti prende il viso tra le mani e ti bacia di nuovo.

Questa volta è un bacio lungo, profondo, carico d'amore.

Adesso?”

Iniziamo a ragionare.”

Prende la tua mano e la intreccia con la sua, conducendoti fino al divano.

Ti spinge, obbligandoti a metterti a sedere, poi si siede sulle tue gambe.

Ora riprende a baciarti lentamente, senza alcuna fretta.

Ora è tutto perfetto.”


 

   
 
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