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Autore: Edelvais    28/08/2013    6 recensioni
Seconda classificata al contest "Hunger Games - Mini contest" di RoseDust
[...] Quelle parole, Katniss le lesse negli occhi di Peeta; lesse l'amore che quel ragazzo le donava ogni minuto che passava con lei; ma, soprattutto, vide quante emozioni contrastanti combattevano in quello sguardo, come un groviglio inestricabile di colori.
E l'ombra di un dolce sorriso emerse dalle labbra di Katniss, resuscitato dall'oceano di afflizione che tormentava il suo animo, pronto a colmare quello di Peeta. Perché si sarebbero sostenuti a vicenda, in un'eterna lotta contro i ricordi. Sempre.

[Peeta/Katniss; Post-Mockingjay]
Genere: Angst, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Primrose Everdeen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nickname sul forum: Edelvais Verdefoglia
Nickname su EFP: Edelvais
Nome del pacchetto: True Colors, Phil Collins
Titolo della storia: True Colors
Rating: Giallo
Numero di parole: 944 (comprese due strofe della canzone)
Genere: Angst, Triste, Song-fic
Vostre Note: Questa fanfiction partecipa al contest "Hunger Games - Mini contest" indetto da RoseDust sul forum di Efp. Buona lettura ^^

 

 



True Colors

 
 





You with the sad eyes 
Don't be discouraged 
Oh I realize 
It's hard to take courage 
In a world full of people 
You can lose sight of it all 
And the darkness, inside you 
Can make you feel so small

                                     
                                   True Colors, Phil Collins
 
La guerra era finita da tempo, ormai. Tuttavia, la domanda che ciascuno di loro aveva il timore di porsi era: erano davvero riusciti a trovare la pace?
No, non tutti almeno. La lotta per la sopravvivenza era un marchio impresso a fuoco sul cuore di ognuno di loro; un marchio indelebile, che li avrebbe accompagnati per sempre.
Per lei, la stessa vita era diventata una lotta continua, anche dopo la vittoria su Capitol City. A dire la verità, l'unico conforto che era riuscita a trarre dopo la rivolta erano quelle braccia forti che la accoglievano in un abbraccio rassicurante; un abbraccio pieno d'amore.
 
« Katniss, aiutami! KATNISS! »
Un grido di dolore giunse all'udito di Katniss, fendendo l'aria. La ragazza aprì gli occhi e si accorse di ritrovarsi in un corridoio buio, divorato dalle caligini. A qualche metro da lei, Primrose era in piedi, avvolta dalle fiamme che le lambivano lentamente le vesti e la pelle scoperta. Il loro scoppiettio era sovrastato dalle urla della ragazzina, che implorava aiuto da parte della sorella.
Le gambe di Katniss cominciarono a muoversi in sua direzione prima ancora che lei realizzasse davvero cosa stesse succedendo.
« Prim! Prim, sto arrivando! »
Le guance di Prim erano contratte dalla sofferenza, rigate da quelle lacrime che Katniss avrebbe voluto asciugare come faceva quando la sorella si risvegliava da un incubo, cullandola fra le sue braccia.
Ma la ragazza in fiamme non riusciva a raggiungerla. Stava correndo più veloce che poteva ma paradossalmente non stava muovendo un passo. Perché la figura di Prim, invece di avvicinarsi come avrebbe dovuto, pareva sempre più distante, sempre più irraggiungibile.
Katniss, allo stremo delle forze, ormai troppo stanca per continuare a imporre ai propri arti inferiori di muoversi, si lasciò cadere a terra, corrosa da un senso di colpa che l'avrebbe consumata fino alla fine dei suoi giorni. Il fuoco stava divorando la sua sorellina, e lei non poteva farci nulla.
Lacrime di disperazione presero a correre inesorabilmente lungo le sue gote, confondendosi con le gocce di sudore che imperlavano il suo viso. Katniss lanciò un ultimo sguardo a Primrose, della quale ormai si distingueva soltanto l'ombra dentro quel tornado di fiamme, e piantò i pugni per terra, gridando con tutta l'energia che le era rimasta.
Un grido straziante; un grido che risuonò confondendosi a quello della sorella, che invocava il suo nome.
« Katniss! »
 
« Katniss! Katniss, cosa succede? »
Katniss aprì gli occhi di scatto, ritrovandosi nel proprio letto, con un ammasso di coperte sparse sul pavimento ai suoi piedi. Si passò una mano sulla fronte e la riscoprì madida di sudore.
Un incubo. L'ennesimo.
Di fianco a lei, Peeta sedeva con aria preoccupata.
Senza dire nulla le si accomodò accanto, abbracciandola con dolcezza. Sapeva cosa tormentava la moglie durante la notte, perché quegli incubi tornavano a far visita anche a lui. A dire il vero, non lo avevano mai abbandonato.
« Prim era... I-io non ho potuto fare niente » biascicò Katniss tra i singhiozzi. Non era riuscita a trattenersi; doveva sfogarsi e quando era con Peeta tutti i suoi tentativi di reggere quella maschera di freddezza, che di certo non le apparteneva, crollavano come dei castelli di carte.
Peeta le accarezzò i capelli, continuando a tenerla stretta a sé con l'altro braccio.
« È tutto finito, Katniss » le sussurrò all'orecchio.
Tuttavia, Peeta sapeva che quelle parole in fondo erano vuote, prive di significato. Perché era vero: la guerra era conclusa, portandosi con sé gli Hunger Games e tutto il terrore che essi recavano, ma per loro niente sarebbe mai finito per davvero. Le grida di disperazione, l'odore di morte, il rumore di spari... Tutto questo li avrebbe accompagnati per sempre. Erano i sopravvissuti, marchiati a fuoco dall'inferno di quel mondo ostile che erano riusciti a sconfiggere, ma solo in parte.
Sentì le lacrime di Katniss bagnare la sua spalla, e in quel momento capì che l'unico modo per uscirne era insieme. Se non si fossero ritrovati, non avrebbero avuto speranza alcuna di sopravvivere alla guerra che imperversava dentro di loro.
Si allontanò da lei per un attimo e le prese il viso tra le mani, piantando lo sguardo nel suo.
 
Show me a smile then, 
Don't be unhappy, can't remember 
When I last saw you laughing 
If this world makes you crazy 
And you've taken all you can bear 
You call me up 
Because you know I'll be there 

 
Loro lo sapevano: non si sarebbero mai veramente liberati di quegli incubi, di quelle grida... Erano come delle ferite: si sarebbero rimarginate, prima o poi, ma sarebbe rimasta comunque la cicatrice. Una cicatrice indelebile, che avrebbe ricordato loro chi erano e a cosa erano scampati, ma soprattutto, chi non aveva avuto la loro fortuna. Chi era morto combattendo per la sopravvivenza, per il proprio Distretto, per la propria famiglia...
 
But I see your true colors 
Shining through 
I see your true colors 
And that's why I love you 

Quelle parole, Katniss le lesse negli occhi di Peeta; lesse l'amore che quel ragazzo le donava ogni minuto che passava con lei; ma, soprattutto, vide quante emozioni contrastanti combattevano in quello sguardo, come un groviglio inestricabile di colori.
E l'ombra di un dolce sorriso emerse dalle labbra di Katniss, resuscitato dall'oceano di afflizione che tormentava il suo animo, pronto a colmare quello di Peeta. Perché si sarebbero sostenuti a vicenda, in un'eterna lotta contro i ricordi. Sempre.





   
 
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