Film > Alexander
Segui la storia  |       
Autore: Leptine    28/08/2013    1 recensioni
“Chiunque qui desiderava la sua morte. Chiunque qui lo odiava.” disse alzando il viso verso le persone intorno a lui, guardandoli come se fossero diventati improvvisamente tutti estranei “Chi è stato? Chi l'ha ucciso? Ditemelo!” urlò con tutta la forza mentre strinse convulsamente il corpo di Efestione, come se potesse proteggerlo ancora, per l'ultima volta.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alessandro il Grande, Efestione
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ecbàtana, 324 a.C.

 

 

 

 

Uno squarcio nella notte. Un' urlo di disperazione.

La città venne svegliata da un terribile lamento, un lamento simile a quello di una madre che perde il proprio figlio.

Tutti li sguardi rivolti verso la provenienza di quel gemito straziante. Il palazzo reale.

Lì, in una stanza gremita di persone in preda a spasmi di pianto e singhiozzi mozzati, sostavano intorno a due corpi. Uno steso con il viso rivolto verso il soffitto, gl'occhi spalancati e l'altro steso sopra di esso in preda ad urla devastanti, con il viso rosso dalla rabbia e dalla disperazione.

“Alessandro mi disp..”

“Zitti. Zitti tutti.” disse il re in un momento in cui i suoi polmoni ripresero aria prima di tornare al pianto.

La gente li guardava, senza la forza di muovere un dito. Tutti capivano il dolore di Alessandro in quel momento. Tutti capivano che d'ora in poi lui non sarebbe stato più lo stesso. Non sarebbe stato più Alessandro.
La notte sembrava più silenziosa, nemmeno gli uccelli notturni osavano cinguettare, nemmeno l'aria osava muoversi. Tutto era immobile. Fino a quando, a frantumare quel silenzio, fu' proprio la voce del re.

“Chiunque qui desiderava la sua morte. Chiunque qui lo odiava.” disse alzando il viso verso le persone intorno a lui, guardandoli come se fossero diventati improvvisamente tutti estranei “Chi è stato? Chi l'ha ucciso? Ditemelo!” urlò con tutta la forza mentre strinse convulsamente il corpo di Efestione, come se potesse proteggerlo ancora, per l'ultima volta.

Ma intorno a lui nessuno parlò, tutti scuotevano il capo, abbassandolo in segno di rispetto. Fu' in quel momento che Alessandro scorse qualcuno nella folla.

Un tale stava appoggiato al muro, con il capo coperto da lunghi capelli biondi, una tunica marroncina e calzoni greci. Aveva lo sguardo basso, ma ad un tratto incrociò quello del re, gli sorrise e uscì dalla camera.
Alessandro rimase immobile in quel breve istante ma poi il suo istinto prese il sopravvento.

“Prendete quell'uomo, portatelo a me. E' lui l'uccisore di Efestione. Giustiziatelo!”

Le guardie personali del re si fecero spazio tra la folla, che rallentò il loro inseguimento, è corse dietro a quel fuggitivo. Ma una volta fuori dal palazzo reale persero le sue tracce, lo videro solo cavalcare verso l'alba che incombeva sulla città. Tornarono a testa bassa dal re e gli diedero la notizia sapendo che avrebbero pagato cara quella fuga, ma rimasero interdetti quando Alessandro non disse nulla e prese il corpo dell'amico tra le braccia, con le ultime forze rimaste, e si avviò verso il letto sul quale lo adagio lentamente, come per non svegliarlo.
Porse una mano verso il suo viso e in un delicato gesto gli chiuse gl'occhi sussurrando flebilmente “Riposa mio Patroclo, questo sarà il sonno più lungo della tua vita. Ma non temere..” avvicinò le labbra alle sue “..quando aprirai gl'occhi mi troverai lì, al tuo fianco. Pronto per un'altra battaglia. Il tuo Achille sarà lì.” sorrise tristemente strizzando gl'occhi per le lacrime e lentamente posò un morbido bacio sulla fronte, ormai fredda, di Efestione.

“Alessandro, chiedo perdono, ma è ora che lei riposi..domani sarà una lunga giornata” disse la giovane Leptine, l'unica che avrebbe avuto il coraggio di parlare in quel momento.

Alessandro strizzò con forza gl'occhi e raddrizzò il busto prima di passarsi la manica larga, della tunica persiana, sul viso e si girò verso di lei. La ragazza rimase impietrita nel vedere lo sguardo del suo sovrano. Uno sguardo perso nel vuoto. Uno sguardo cupo e triste. I suoi occhi non erano più lucenti e di due colori diversi. I suoi occhi erano entrambi neri.
Senza dire nulla Alessandro si fece largo tra la folla e avanzò verso la porta della camera, la spalancò e solo allora parlò.

“Tutti fuori di qua. Solo Leptine, Tolomeo e Eumene vi possono entrare. Curate il suo corpo, vestitelo del suo abito migliore, profumatelo con olio di Argan e lasciatelo riposare. A breve si svolgeranno i funerali. Ora fuori!”

Urlò quelle ultime parole, mentre guardava la folla defluire fuori dalla camera, chiuse gl'occhi e si appoggiò alla porta per cercare un aggrappo, che trovò in Cratero.

“Sire odio vederla così. Cosa posso fare per lei?”

Il re sorrise tenendo gl'occhi chiusi e poi cercò di non far ciondolare la testa.

“Una volta il mio appoggio era Efestione..” ghignò, ma tutti capirono che lui era tutto tranne che felice “..cosa puoi fare Cratero?”

“Sì Sire, chieda qualsiasi cosa..”

Alessandro aprì gl'occhi e tutto ad un tratto la camera iniziò a girare, come dopo una sbronza, allora li richiuse e con le ultime forze sussurrò “riportamelo indietro Cratero. Riportami Patroclo” poi perse i sensi abbandonandosi alle braccia del forte Cratero, che con gl'occhi lucidi, accompagnò il re nelle sue camere, dove venne adagiato e sorvegliato fino al suo risveglio.

Quella notte, i servi di Alessandro, raccontarono che l'uomo la passò parlando nel sonno in preda ad una forte febbre che gli creò diverse allucinazioni, tutte in cui era presente Efestione.

L'indomani Alessandro si risvegliò con un forte mal di testa e ancora qualche linea di febbre, ma non volle alcun medicinale. Si fece lavare in gran fretta e si precipitò nella stanza di Efestione. Lì vi trovò Tolomeo e Eumene, che discutevano tra di loro sul da farsi per il funerale.
Quando Alessandro video l'amico, una doccia fredda scese su di lui, realizzò ancora una volta che lui non stava dormendo, che lui non c'era più.

Si avvicinò lentamente a lui e appoggiò una mano sulla sua, stringendola con forza mentre fissava il suo volto ormai pallido, ma pur sempre bellissimo.

“Sin da piccolo è sempre stato bello. Forse più di me.”
Tolomeo, che si era zittito all'entrata del re nella camera, chinò il capo in segno di saluto e poi appoggiò una mano sulla spalla del suo sovrano, del suo amico.

“Perchè dite questo?”

“Vedi Tolomeo, perfino nella morte lui è meglio di me.” si voltò verso il ragazzo e gli sorrise amaramente. Tolomeo notò le sue profonde occhiaie e gl'occhi gonfi dalle proprie lacrime. Allora scosse il capo. “Si sbaglia. Efestione avrebbe detto così.”

A quelle parole Alessandro sorrise ancora, ma con dolcezza, al pensiero che il suo Patroclo avrebbe detto quelle parole.

“Tu mi lusinghi Tolomeo.” appoggiò anche lui la mano sulla sua spalla prima di avvicinarsi ad Eumene. “E tu dimmi, come procedono i preparativi?”

Eumene chino il capo come precedentemente aveva fatto Tolomeo e poi srotolò un piccolo papiro con su scritte alcune annotazioni, iniziando a riassumere ad Alessandro gli impegni di quelle tristi giornate.

Tutto ad un tratto bussarono alla porta, Tolomeo corse ad aprire e vi trovò i servitori di Efestione pronti a vestirlo un'ultima volta. Avevano scelto una tunica in cotone blu, con dei disegni lavorati a mano sulle maniche, sul collo e sui bordi alle estremità. Sopra Alessandro aveva richiesto di mettergli la sua armatura da rappresentanza, con la stella argeade sul petto.
Alessandro vide gli indumenti e capì, allora si alzò e uscì dalla camera, ma prima di andarsene disse “Quando avrete finito voglio stare solo con lui. Non voglio nessun'altro.” si voltò e andò nella sua camera “Voglio vedere i suoi occhi per l'ultima volta” si chiuse la porta alle spalle e si abbandonò sul letto. Chiudendo gl'occhi.

Ripensò a quando erano stati esiliati ed educati da Aristotele. A quando combattevano e allo stesso tempo recitavano i racconti dell'Iliade. Quando escogitavano ogni genere di scherzo al vecchio Parmenione. Quando insieme gli cantavano “Quando il vecchio va' alla guerra, cade giù per terra.”. Mentre ricorreva questi momenti, sorrideva. Con una dolcezza a cui a pochi aveva riservato.

Ma i suoi pensieri furono fermati dal bussare con forza alla sua porta.

“Chi è? Cosa volete?”

“Alessandro sono Tolomeo, mi apra per piacere” disse velocemente senza neanche prender fiato.
Alessandro capì subito dalla sua voce che era qualcosa di urgente, allora si tirò su e corse ad aprire, trovando Tolomeo con gl'occhi sbarrati e la collana di Efestione tra le mani. La ricordava bene. Gliel'aveva regalata dopo la conquista dell'Egitto, era la stessa pietra di cui era fatto il proprio anello. Scosse la testa appoggiando le mani sulle guance di Tolomeo che tremava vistosamente.
“Calmo ragazzo, che succede? Perchè porti la collana di Efestione in mano?”

Tolomeo chiuse un'attimo gl'occhi deglutendo, poi tornò a guardare il re.

“Io..non so come..”
“Per Eracle, parla!” strinse il suo viso tra le mani.

“Alessandro..Efestione..è sparito.”
Gl'occhi di Alessandro si spalancarono e rimase immobile, fissando lo sguardo impaurito di Tolomeo.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Alexander / Vai alla pagina dell'autore: Leptine