Libri > Harry Potter
Segui la storia  |      
Autore: ms Kinney    03/03/2008    3 recensioni
«Potrei sposare una patatina. Verrebbero fuori dei figli patatosi. Sarebbero carini. Vedi, le patatine sono uniche, non sono come le altre cose da mangiare: sono diverse, e ognuna di loro è perfetta come niente lo è, al mondo, e ti stupiscono ogni volta con il loro gusto unico, con la loro dolcezza anche se sono salate. Amo le patatine, sono l’unica cosa per cui valga la pena vivere». Sirius conclude, prende una patatina, se la rigira tra le dita, la guarda e infine la mangia...
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I Malandrini, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

DISCLAIMER: I personaggi di Harry Potter appartengono a J.K.Rowling, fine della discussione. Scrivo solo per divertirmi un pò, senza ricavarne un solo centesimo.
L'idea della storia l'ho presa da un'amica, un'altra scrittrice del sito che, non contenta di come le era venuta l'ha cancellata. E io ho pensato che non si poteva sprecare in questo modo, così l'ho contattata e le ho chiesto il permesso di usare la sua idea, e lei mi ha gentilmente dato la sua disponibilità. Quindi, un dovuto grazie va a Blaise_sl_tr07, per avermi consentito di usare la sua idea senza commettere un plagio.




Chapter First

«Vedi, tesoro, è come ti dicevo: sono riuscito a mandare giù anche questo». Un giovane e ubriaco Sirius Black sbattè con forza il suo bicchiere vuoto sul tavolo. Un gruppetto di ragazze lo circondava, ridendo sguaiatamente o semplicemente sospirando.
Ai loro si univano altri sospiri, quelli di James Potter, che guardava con triste e muta rassegnazione verso Lily Evans; quelli della rossa in questione, che non riusciva a capire come facesse il Golden Boy dei Grifondoro a starle tanto attaccato, ad assillarla, ma soprattutto, sospirava perché sapeva che, in fondo, stava cedendo, che lui le piaceva, e da matti; e infine i sospiri stanchi di un Remus Lupin alquanto seccato per il semplice fatto che non riusciva a leggere il suo libro con tutta quella confusione, e per il semplice fatto che quelle ragazze accanto a Sirius ridevano e sospiravano senza alcun contegno, e perché erano delle oche, e per il semplice fatto che Remus J. Lupin le odiava.
Il quarto Malandrino, Peter Minus, stava seduto accanto a James, e i suoi sospiri erano forse quelli più sofferenti, perché ammirava i suoi amici –Sirius, bello, affascinante e intelligente; James, asso nel Quidditch, molto popolare a scuola e amato da tutti; Remus, il riflessivo, la coscienza del gruppo, quello a cui tutti volevano bene—e perché sapeva di non avere neanche un briciolo della fama e della bellezza di Sirius e James, sapeva di non avere neanche un quarto dell’intelligenza e della cultura di Remus.
Lupin chiuse di scatto il suo libro, facendolo schioccare forte, e fece strisciare la sua poltrona sul tappeto rosso mentre si alzava, in preda al nervosismo; i suoi passi pesanti e strascicati risuonarono tra le urla e i festeggiamenti della Sala Comune, e i rumori si attutirono un po’ quando entrò nel dormitorio.
Sirius Black aveva seguito la scena con occhi vacui per il troppo alcool ma stranamente attenti, aveva sentito il rumore dei passi dell’amico, come anche lo sbattersi della porta del dormitorio. Avvertì una fitta allo stomaco, dolorosa ma non troppo, forte eppure stranamente piacevole.
«Vogliate scusarmi, ragazze, vado a fare rifornimento di cibo» così dicendo si alzò, il suo gesto accolto da un sospiro generale del gruppetto.
Si avvicinò a James.
«Diglielo e basta, okay? Non continuare così». Il cercatore lo guardò stupito.
«Di cosa stai parlando?» chiese portandosi una mano tra le ciocche ribelli, un gesto usuale eppure ogni volta stranamente nuovo e diverso.
«Della Evans, no?». Sirius scrollò le spalle e sorrise.
«Sirius, sei ubriaco» constatò James. Il moro scrollò le spalle, di nuovo.
«Sì, forse un po’». Quindi si diresse al tavolo con le cibarie e si riempì una ciotolina di patatine. Ne assaggiò una. Croccante, salata, fragile e forte… Quindi salì le scale che portavano al dormitorio e vi entrò, richiudendosi la porta alle spalle. L’unica persona oltre a lui era Remus, il suo amico, il suo compagno di mascalzonate, il Malandrino più razionale, che li aveva salvati un sacco di volte, evitando a tutti loro spiacevoli punizioni. Si avvicinò e si sedette sul suo letto, facendolo scricchiolare, facendo in modo che Remus distogliesse lo sguardo dal libro e lo guardasse, dritto negli occhi, infastidito dall’interruzione e dal rumore che Sirius faceva masticando le sue patatine.
«Sirius, stavo leggendo, mi hai interrotto. E stai spargendo briciole di patatine sul mio letto».
«Ciao Moony»
«Vai a mangiare da qualche altra parte, okay? Magari con quelle stupide ragazze che pendono dalle tue labbra: loro adoreranno il tuo –ehm- modo particolarmente rumoroso di masticare». Remus continuò a guardarlo, mentre dentro sentiva qualcosa bruciargli.
«Ciao, Moony». Sirius continua a mangiare, tranquillo, e sorride, come se nulla fosse, come se solo in quel momento avesse visto Remus e lo stesse salutando.
«Sirius, sei ubriaco». Anche Remus, come James, lo ha notato, dagli occhi lucidi e vacui, dall’odore di cane e di alcool e di uomo che Sirius emana, dal modo in cui sorride, quasi come un ebete.
«Amo le patatine, sai? Le amo. Credi che se dichiarassi loro il mio amore sarebbe una cosa tanto sbagliata?» Sirius sgranocchia, e fa briciole dappertutto, ed è ubriaco.
«Continua a mangiarle, se le ami tanto. Solo fallo da qualche altra parte, ho il letto pieno di briciole». Remus tace, e lo guarda, lo guarda come ogni volta, come se fosse la prima, perché Sirius Black è imprevedibile, e non puoi mai essere sicuro di conoscerlo bene, perché lui ne combinerà qualche altra delle sue, e ti farà capire che non lo conosci, non lo conosci affatto.
«Potrei sposare una patatina. Verrebbero fuori dei figli patatosi. Sarebbero carini. Vedi, le patatine sono uniche, non sono come le altre cose da mangiare: sono diverse, e ognuna di loro è perfetta come niente lo è, al mondo, e ti stupiscono ogni volta con il loro gusto unico, con la loro dolcezza anche se sono salate. Amo le patatine, sono l’unica cosa per cui valga la pena vivere». Sirius conclude, prende una patatina, se la rigira tra le dita, la guarda e infine la mangia.
«Tu sei matto, Sirius, MATTO». Remus spera di poter tornare presto al suo libro, anche se sa che non sarà così, perché se Sirius Black vuole parlare di qualcosa lui lo fa, e continua fino a quando non si stanca; e Remus sa che non potrà tornare a leggere il suo libro, perché Sirius ha qualcosa in mente, perché vuole dire qualcosa di particolare e non propriamente “patatoso”. Ma potrebbe non essere così. Potrebbe.
«Sono matto, più di un matto ubriaco la vigilia della notte di mezza estate, Remus» dice Sirius, e continua a mangiare mentre guarda Remus, e Remus tace, perché sa che non è prudente parlare con Sirius quelle condizioni.
«Davvero, AMO le patatine, le sposerei».
«Fallo, allora» dice Remus, perché vuole che Sirius se ne vada, vuole poter leggere in santa pace, e non vuole avere delle briciole patatose sul letto.
«Credo che lo farò». Così Sirius poggia le patatine sul comodino e si sdraia accanto a Remus, gli cinge la vita con le braccia e gli poggia la testa sul petto.
«Un giorno ti bacerò, Remus J. Lupin» e Sirius crolla, e Remus rimane in silenzio, e non sa che fare, ma sa che Sirius è ubriaco.




***
Ci tengo (e devo) a precisare che la battuta di Sirius (matto più di un matto ubriaco la vigilia della notte di mezza estate) non mi appartiene, l'ho presa da Eragon. I commenti e le critiche sono sempre graditi. A presto con il prossimo capitolo, ms Kinney
  
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ms Kinney