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Autore: HeyFox    29/08/2013    1 recensioni
Sono passati diciassette anni dalla morte di James e David e' cresciuto e Logan e Camille sono ormai una coppia fissa.
David e' in un'eta' particolarmente confusa e in certe cose solo il padre puo' aiutare, Logan si deve arrotolare le maniche e mettersi all'opera.
Riuscira' a svolgere bene il ruolo del padre?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Logan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'With Love, Forever Your, James.'
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Passavo dal corridoio d'entrata e vidi la porta apera e David seduto sulla veranda che guardava davanti a se, con sguardo perso, insolitamente triste.
Lasciai il libro che avevo in mano sul tavolino d'ingresso, sorridendo a Camille che mi guardava interrogativa dalla cucina.
Mi sedetti accanto al lui e sorrisi notando che non dava segni di essersi accorto di me.
-Come mai cosi' assorto, David?- chiesi.
Lui sobbalzo' sul posto, poi sorrise -Niente papa', solo pensieri stupidi.-.
Lo guardai accigliato -Nessun pensiero e' stupido, David, ricordatelo.-.
Sospiro' -E' che alcuni miei compagni di classe dicono che non sono ancora un uomo e che non lo saro' mai.-.
-Cosa intendono per "uomo"?-
chiesi.
-Fumo, lavoro, ragazze, sesso, baldoria..- mormoro'.
Scoppiai a ridere.
-Perche' ridi, papa'?- chiese con tono offeso.
-Perche' i tuoi compagni non hanno le idee chiare a proposito della parola "uomo". Soprattutto riguardo al fumo, alle ragazze, al sesso e alla "baldoria".- dissi ridendo.
-Cosa vuoi dire?- domando' nuovamente.
-Io non ho mai fumato, tua madre non lo ha mai fatto e James non l'aveva mai fatto. Ho avuto solo 2 ragazze, tua madre e James anche, di cui ne ho amata solo una, che amo tutt'ora. E ho fatto l'amore solo con una persona e solo dopo essere stato davvero convinto di amarla.- dissi sorridendogli.
-Ok, non andare nei particolari.- disse seguendomi a ruota.
Gli diedi una scherzosa spinta -Prega che tua madra non ci senta, altrimenti saremo in punizione entrambi.- dissi facendolo ridere di piu'.
-Ok, calmiamoci. Cosa intendi quando dici "uomo"?- domando' tornando serio.
-Bella domanda David, bella domanda...- sussurrai e iniziai a raggruppare le idee.
-Un uomo e'.... e' quella persona che crede in se stessa, che si fida di se stessa tanto da riuscire a fare qualsiasi cosa.-.
-Ma cosi' si diventa come quegli snob viziati, vanitosi.-.

Risi -Naturalmente non si deve esagerare.-
Lo vidi riflettere per un po', poi annui' -Poi?-.
Scavai nella mente -E' quella persona che riesce a mantenere il controllo di se stesso quando ognuno intorno a lui lo perde; e' colui che, anche se sa che qualcuno mente a suo riguardo, non mente a sua volta.-.
-Ma non puoi mica startene con le mani in mano mentre la gente ti mente o, comunque, mentre su di te!-
esclamo'.
-Vero, ma non significa che devi mentire anche tu. E' meglio parlare con quella persona che mentirle.-.
Ci penso' nuovamente su, poi mi fece segno di continuare.
-Un uomo non deve odiare; deve stare attento a non rimanere intrappolato nei suoi sogni, ma, nello stesso tempo, deve continuare a sognare. Deve sapere come mantenere la calma quando sente le proprie parole rigirate contro di lui. E deve sapere come ricostruire la propria vita, un istante dopo averla vista precipitare, crollare fra le sue mani.-.
-Quando sento che qualcuno usa le mie parole contro di me, inizio ad urlargli contro. E' una cosa piu' forte di me. E, se mai mi succedesse, non saprei come ricostruire la mia vita dopo averla vistra sgretolarsi fra le mie dita.- mormoro'.
Sorrisi e gli misi un braccio attorno alle spalle, stringendolo a me -Sono sicuro che ce la farai, non ti preoccupare.-.
Un leggero sorriso gli increscpo' gli angoli delle labbra -C'e' qualcosa d'altro che un uomo deve fare?-
-Sai quando, ad esempio, ti capita di vincere qualcosa di grosso alla lotteria?-
chiesi.
-Si, perche'?- domando' a sua volta.
-Saresti disposto a rischiare di perdere la vincita a una sola giocata a testa e croce, senza fiatare sulla perdita?- scosse la testa -Ecco, un uomo deve essere capace di mettere in gioco tutte le sue vincite della vita, senza avere rimpianti quando le perde.-
-Oh, bene, sto andando di male in peggio.-
brontolo' sotto al naso.
Risi -Non ti preoccupare, credo in te e so che ci riuscirai. Continuo?- annui', cosi' pensai a qualcos'altro -Deve essere capace a portare oltre il suo limite il suo cuore, i tendini e i nervi.-.
-Ok, a fare questo sono capace.-
disse ridedo sotto i baffi.
Risi anch'io -Deve rimanere umile, onesto e leale con tutti, anche quando e' al top della sua carriera, continuando a parlare con la gente allo stesso modo in cui faceva quando era nessuno. E, soprattutto, deve saper dare il giusto valore a ogni minuto della sua vita, occupandolo nel migliore dei modi.- ripresi fiato.
-Quindi i miei compagni hanno detto un sacco di... cavolate, giusto papa'?- disse.
Annuii -Senza dubbio. Loro non sono altro che dei ragazzini un po' sciocchi, ecco.-
David ci penso' un po', poi mi guardo' serio -E tu, papa', sei l'uomo che hai descritto?-
Sorrisi e scossi la testa -No. Quello e' l'Uomo con la "u" maiuscola. Io sono l'uomo con la "u" minuscola.- poi ci pensai un po' e sentii il freddo metallo delle due placche che avevo ancora attaccate al collo. Infilai una mano sotto la maglietta e le tirai. Guardai quella di James e sorrisi -Ma James lo era. Era un uomo... eccezionale. Era lui l'Uomo che ho descritto. Voglio dire, era lui quello che un vero uomo dovrebbe essere.-.
Lui tocco' la placchetta che avevo in mano -Ma perche' anche tu non sei come lui? Dopo tutto, mamma dice che gli somigli molto, e non intendo fisicamente.-.
Sorrisi -Non lo sono perche' non ho fatto tanto quanto ha fatto lui. Per esempio, lui non aveva inflitto nessun comandamento, mentre io si.-
-Cioe' quale?-
chiese.
-"Non desiderare la donna d'altri." Per quanto puo' sembrare stupido, anche questo ha un suo ruolo.-
-Ma tu non hai desiderato la donna di nessuno. James, cioe' papa', era gia morto quando tu e mamma avete cominciato a uscire insieme. E poi, mi hai fatto da padre, il padre migliore di quanto potessi desiderare. Non credo che James abbia qualcosa contro di te, da lassu'.-.

Sorrisi e mi tolsi la placchetta di James -Grazie, mi ha risollevato un bel po' l'umore.- gli porsi la placchetta -Prendi. Fino ad ora mi ha fatto da para culo- sentimmo un "Logan!" dalla cucina che ci fece ridacchiare -Scusa amore, intendevo dire che mi ha fatto da para sedere!- urlai facendo l'occhiolino a David che rideva -Comunque, mi ha salvato da un bel po' di incidenti. Non una parola a mamma.- sussurrai.
Lui sorrise -Grazie papa'.- mi abbraccio' battendomi alcune pacche sulla schiena.
Sorrisi e feci lo stesso.
-Papa', come e' morto James?- chiese dopo un po'.
Mi irrigidii leggermente -Non te l'ho mai raccontato?- scosse la testa -E tua madre?-.
-In realta' non le hai mai detto nulla.-
mi rimprovero'.
Sospirai e mi appoggiai al muro dietro di me, distendendo una gamba mentre l'altra era piegata -Ti ricordi Kendall?- chiesi e lui annui' -Bene. Suo fratello era venuto a darci una mano con il suo carro armato leggero quando eravamo nelle pianure della Francia. Mi ricordo ancora il suono dei nostri cari e vecchi Stuart. Comunque, un mese era passato abbastanza tranquillo, tutto sotto controllo, pochi tedeschi e molta salute, giorni che io e James utilizzavamo per conoscerci meglio. Sembravamo fratelli.
Ma poi, un mese dopo, i tedeschi avevano organizzato un assalto bello potente, con come obbiettivo James e Kevin, il fratello di Kendall.
Il carro di Kevin venne colpito e James, con l'intenzione di salvarlo dal fuoco che era divampato dal motore, ando' verso il carro. Quando recupero' il corpo, lo tirai a forza lontano da quello, ma non feci abbastanza in fretta perche' una forte esplosione ci aveva scaraventati con potenza a terra.
Io me la sono cavata abbastanza bene, considerato che avevo un braccio e una gamba rotti, mentre la mia testa era fasciata da bende, per colpa di un'apertura sulla fronte provocata da un masso su cui l'avevo sbattuta.
Kevin era gia' morto quando James l'aveva tirato fuori dal carro.
Ma James non ha avuto la stessa fortuna che ebbi io. Aveva sbattuto la testa molto piu' forte di me e un proiettile che gli aveva trapassato la coscia l'aveva fatto quasi dissanguare.
Ci portarono in una casa di partigiani, dove tutti fecero il possibile per mantenerci in vita. Io ce la feci, non avendo bisogno della trasfusione del sangue, ma James no.-
sospirai, cercando di controllare la voce che aveva cominciato a tremare -Mi sono sentito in colpa, tremendamente in colpa. L'unica ragione per cui non mi sono sparato un colpo in testa subito dopo aver visto James chiudere gli occhi era stata la sua richiesta di consegnare a tua madre la lettera e i suoi oggetti personali.-.
David non diceva una parola e io sentivo gli occhi pizzicarmi.
Mi misi le mani sulla faccia -Di notte rivivo ancora quel giorno. Mi sveglio urlando, oppure di soprassalto, scendo di sotto ed esco in giardino, cercando di smettere di tremare come una foglia.- sussurrai mentre sentivo delle lacrime scendermi sulle guance.
Presi un respiro profondo, ributtandolo lentamente fuori per calmarmi.
-Dobbiamo andare al cimitero papa'. Il cimitero dove c'e' James.- sentii David, poi il suo braccio che si appoggiava sulle mie spalle.
Mi asciugai velocemente le lacrime, facendogli un sorriso -Hai ragione David. Domani. Ci andiamo domani.- susurrai.
Sentii i passi di Camilla.
-Scusaci David, vorrei parlare con papa'.- mormoro'.
Lui annui' sorridendo. Mi lascio' un bacio sulla guancia e io gli scompigliai i capelli.
David entro' in casa chiudendosi la porta alle spalle, mentre Camille si sedeva al mio fianco.
-Perche' non me lo hai mai detto?- chiese a bassa voce.
-Non volevo farti preoccupare. E' una cosa mia e non ho nessun diritto di farti preoccupare con ricordi non molto belli dal tempo della guerra. Non e' giusto.- dissi semplicemente.
-Ma io potrei aiutarti.- mormoro'.
Risi leggermente -L'unica cosa che mi potrebbe aiutare sarebbe un lavaggio del cervello.-.
-Non scherzare. Guarda che ci sono psichiatri che potrebbero aiutarti.-
-Non voglio farmi aiutare. Per quanto puo' essere brutto, non voglio liberarmene.-.
-Ma perche' non mi hai raccontato niente di quello che e' successo quel giorno.-
chiese.
Abbassai lo sguardo, cercando di non ricominciare a piangere.
-James ti aveva scritto tutto nella lettera. Cioe', mi ha fatto scrivere tutto nella lettera.- dissi.
-Ma e' diverso quando qualcuno te lo dice a voce Logan.-.
Sospirai -Non ne posso piu', Camille. Vorrei che tutto scomparisse dalla mia mentre, tutto. Mi sento colpevole della morte di James. Ogni notte sogno lui che, in fin di vita, mi accusa di avergli rubato la famiglia. Poi lui scompare dopo avermi puntato addosso il dito con uno sguardo di accusa, e compaiono tutti gli altri ragazzi che sono morti sotto i miei occhi e anche loro mi accusano di essere sopravvissuto, mentre loro non ce l'hanno fatta.- dissi con sguardo basso mentre mi guardavo le mani intrecciate.
Sentii la testa di Camille posarsi all'incavo del mio collo e le sue braccia che si posavano intorno al mio busto.
Le passai un braccio attorno alle spalle, mentre sentivo le sue labbra lasciarmi un leggero bacio sul collo.
-Nulla di questo e' vero. I tuoi compagni morti stanno facendo il tifo per te da lassu', proprio perche' sanno che almeno uno di loro ce l'ha fatta ad uscirne vivo.- si fermo' un attimo, allontanandosi un po', giusto per guardarmi negli occhi -E James e' felice per tutti e tre.- sorrise -Non mi hai fatto mai del male, non mi hai mai ferita in alcun modo, anzi, mi hai aiutato a riprendermi dalla notizia della sua morte. E sei un fantastico padre per David. Non lo hai mai picchiato, non gli hai mai urlato contro. Lo hai aiutato e sostenuto. James non avrebbe desiderato nessun altro al mio fianco se non te. In fondo, l'ha detto lui che non mi avrebbe fatto una colpa se avessi trovato un altro uomo, a patto che fosse stato un bravo ragazzo. E chi meglio di te?-
Sorrisi e le lasciai un bacio sulla guancia -Grazie. Spero che sia davvero come hai detto tu.-
Mi alzai e la aiutai a fare lo stesso -Dici che se ti bacio adesso, James si arrabbia?-.
Scoppio' a ridere -Avresti dovuto chiedermelo ieri sera, e l'altro ieri sera e l'altro ieri sera ancora, piu' che altro.- disse alludendo alle notti passate insieme.
-Adesso mi sento ancora piu' in colpa. No, seriamente, secondo te che sta dicendo adesso?-.
Rise di nuovo -Secondo me, adesso sta ridendo per il discorso assurdo che stiamo facendo.- mi guardo' negli occhi, facendo poi un ampio sorriso -Ma quanto sei scemo.-.
Sorrisi anch'io, lasciandole poi un dolce bacio sulle labbra. Mi staccai e appoggiai la fronte sulla sua.
-Domani andiamo a fare una visita a James, che ne dici?- mormorai.
-Senza dubbio. E' molto che non ci vado.-.
-Ti amo.-
sussurrai dopo un po'.
-Anch'io ti amo.- sussurro' lei in risposta.








Angolo autore.
Buon giorno ragazze e forse ragazzi!
Come state, tutto a posto?
Io adesso magnificamente! Sapete perche'? Perche' ho visto che ci sono quattordici "preferiti" alla mia long "Freckles"! E, fra l'altro, mi avete fatto passare al terzo posto nella categoria "storie preferite" o una cosa del genere.
Appena ho visto i quattordici "preferiti", ho esclamato "Minchia, wow!", credetemi.
Vi ringrazio infinitivamente, significa davvero molto per me!
Adesso, passando a questa one shot... Spero che vi piaccia, anche se non e' un gran che.
Come molte storie che pubblichero' adesso, anche questa l'ho scritta ancora nel periodo scolastico, poi e' restata a prendere polvere in un folder.
Vi ringrazio ancora, e vi auguro una buona giornata.
Con affetto, Wiky.
   
 
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