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Autore: FABRIZX    29/08/2013    3 recensioni
Nella Regione di Hoenn, due Team combattono tra di loro per assicurarsi il dominio e cambiare la forma del mondo. Un giovane Allenatore chiamato Fabrizx si oppone ai loro piani, con il suo talento e l'amicizia per i Pokémon.
Nel frattempo, il viaggio di Ash Ketchum e dei suoi amici nella regione di Hoenn continua, alla volta di Porto Alghepoli, dove Vera spera di partecipare ad un'importante Gara Pokémon. L'incontro che stanno per fare cambierà la loro vita, e li porterà ad un'epica avvenura tra terra e mare...
I momenti conclusivi della saga di Pokémon Smeraldo, vissuti da Fabrizx, il personaggio con cui giocai all'epoca.
La storia la conoscete tutti, ma spero che apprezzerete il modo in cui l'ho raccontata.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ash, Brock, Max, Vera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Il mondo... dei Pokémon!
È un luogo popolato da ogni sorta di fantastiche creature, che vivono ovunque si abbia il coraggio di cercarle: sulla terra, nei cieli, e in fondo al mare.
Quanti sono i Pokémon?
300? 400? 500? Perfino di più?
Nessuno lo sa... L'unica cosa certa è che, per ogni nuovo Pokémon che viene scoperto, ce ne sono moltissimi ancora da incontrare.
Tuttavia, i Pokémon non sono certo gli unici abitanti di questo mondo: da tempo immemorabile, umani e Pokémon condividono il nostro meraviglioso pianeta, lavorando, giocando, e crescendo insieme.
Alcuni umani, in particolare, si alleano con i Pokémon per intraprendere un viaggio di formazione e sfide, affrontando insieme prove di ogni genere. I Coordinatori, per esempio, si esibiscono in Gare di stile e abilità, mostrando il meglio che hanno imparato nel loro viaggio. Gli Allenatori, invece, si sfidano tra loro in combattimenti entusiasmanti che mettono a confronto forza, intelligenza e gioco di squadra. E non è detto che la stessa persona non possa intraprendere entrambe le strade...
Qualunque strada si scelga, però, il viaggio rimane il modo in cui persone e Pokémon si conoscono e fortificano insieme, tirando fuori il meglio di se stessi, man mano che scoprono nuovi orizzonti e si vivono nuove avventure.
E Fabrizx, un giovane Allenatore della Regione di Hoenn, dotato tuttavia di grande talento e determinazione, è sul punto di vivere l'avventura più grande della sua vita...

 Il Guardiano di Hoenn

 

Contro il cielo rosso e ornato di cenere del tramonto, si stagliava il Monte Camino.
La mole dell'enorme vulcano, maestoso monumento alle forze della natura di Hoenn, cominciava ad accendersi del delicato fuoco del sole morente, avvolgendosi al contempo in un manto di penombra imponente, a seconda di dove cadesse la luce del crepuscolo.
Tuttavia, quel fuoco era niente in confronto a ciò che il massicio celava al suo interno.
Sul fianco della bestia rocciosa dormiente, gli alberi del Passo Selvaggio stormivano leggermente alla brezza serale. Tra l'erba di un punto particolarmente scosceso, un Numel brucava placidamente, incurante del mondo circostante, e anche del curioso Spoink che lo osservava da un po', rimbalzando piano.
Nonostante ciò, una serie di fruscii e passi rapidi attirò all'istante l'attenzione di entrambi i Pokémon. Numel rizzò la testa, con una guancia gonfia e un ciuffetto d'erba che usciva dall'altro lato della bocca. Spoink sgranò gli occhi e saltò più indietro, andando a nascondersi in un ciuffetto d'erba fitta.
Sul sentiero dirupato c'era qualcuno.
Un ragazzo stava salendo il passo selvaggio, in parte correndo, in parte arrampicandosi nei punti più difficili. Puntava con determinazione a un punto preciso: un grosso masso che sporgeva da una piazzola circa a metà del passo. Nascosti e spaventati dalla sua fretta, vari altri Pokémon lo osservavano inuriositi.
Dopo poco tempo, il ragazzo raggiunse il masso, e si fermò in piedi di fronte ad esso, tirando il fiato.
Chiuse gli occhi, mentre armeggiava nelle tasche della giacca, e ne estraeva un piccolo oggetto a forma di disco, con una M in rilievo.
Li riaprì, squadrando il masso, e sorrise, infilando il disco in un in una rientranza circolare, per poi spingere.
Uno scatto, e un rombo roccioso segnalò che il meccanismo si era attivato. Una sezione dell'enorme masso si separò dal resto, e scorse all'interno, rivelandosi per ciò che era: l'ingresso segreto di un rifugio artificiale, scavato nella montagna.
Senza alcuna esitazione, il ragazzo sparì nell'ombra calda che si era spalancata oltre il portale.
I Pokémon selvatici si avvicinarono, sempre più incuriositi, ma non osarono avventurarsi così vicino da riuscire a vedere nell'ampia apertura rettangolare. Tuttavia, sentivano d'istinto che qualsiasi cosa stesse per succedere al di là di esso avrebbe potuto cambiare del tutto la loro vita... e non solo.
All'interno del rifugio, il ragazzo si fece circospetto, bloccandosi in tensione, assolutamente immobile, ma pronto a scattare. Faceva caldo, lì dentro. Un caldo umido e ovattato, che avvolgeva un po' tutto ciò che si muoveva. Il rosso, in ogni tipo di sfumatura, dal ruggine al rosato, dominava la caverna. Nonostante la temperatura, le piccole bolle e nuvolette bianche di vapore che salivano dal terreno lasciavano intuire un fuoco ancora più terribile assopito nelle viscere della roccia.
Tuttavia, sembravano non esserci segni di vita nel tunnel roccioso. Un'ultima occhiata circospetta, e il ragazzo cominciò a correre.
Adesso, però, non c'era più traccia del rumore di passi, del suono della fretta che aveva accompagnato la sua salita del Passo Selvaggio. Il ragazzo correva, più rapido che poteva, lo sguardo dterminato, ma quasi non faceva rumore. La sua abilità nel muoversi rapido e silenzioso, ignorata prima a causa della fretta, era ora diventata fondamentale. Il terreno sbuffò, come irritato, e il ragazzo evitò agilmente la nuvoletta di vapore. Dopo una curva, il tunnel rientrava nelle viscere della montagna. Correndo, il ragazzo imboccò il varco alla fine della galleria, e passò nella zona successiva della caverna. Un suono improvviso gli fece sgranare gli occhi verde smeraldo durante la corsa. Si tuffò in una rientranza della roccia, sul fianco di un gradone rialzato e aderì alla parete, aspettando.
Passi. In avvicinamento.
Trattenendo il respiro, provò a sporgersi per osservare. Gli bastò un attimo, e vide senza esser visto, per poi tornare al suo nascondiglio.
Un uomo e una donna, vestiti di rosso, si stavano avvicinando circospetti. Entrambi portavano un giacchetto dalla foggia strana, con un cappucio dotato di piccole corna nere e una grossa M nera sul petto.
Più oltre, la caverna si apriva in una larga sala a gradoni, con gradini lavorati nella roccia che collegavano un livello e l'altro. Sul gradone più ampio, macchinari con strani indicatori ronzavano e registravano senza sosta.
Il ragazzo aspettò, valutando, mentre i passi venivano verso di lui. L'uomo e la donna, d'un tratto, si fermarono guardandosi intorno. Lui si voltò e chiese: “Sei sicura? Davvero la porta si è appena aperta?”
“Già...” rispose lei: “Ma noi siamo tutti qui dentro. C'è qualcosa di sospetto e preferisco controllare.” Poi avanzò verso la rientranza nella parete vicino all'entrata... dove non trovò nessuno.
I due si guardarono perplessi. Lui commentò: “Ho paura che sarà una cosa lunga.”
Un suono lieve alle loro spalle.
“Io invece credo che ci vorrà poco...” fece una voce ironica. I due si si girarono stupefatti, e si trovarono di fronte il ragazzo, saltato giù dal gradone di pietra vicino all'entrata... anche se non l'avevano sentito nè visto salirci.
In un attimo, i loro volti si fecero duri, e misero mano alle Pokéball, lanciandole con un grido.
Il ragazzo fece lo stesso, con un sogghigno.

 

 

Giù, nel ventre del vulcano, in una grande sala rocciosa piena di uomini e macchinari, un uomo era in piedi, immobile vicino a una macchina, su una sporgenza rocciosa. Al di sotto di essa, un pozzo ribollente di magma, la più grande, rovente e profonda delle caldere interne del Monte Camino.
L'uomo, dall'aspetto maturo, era un po' stempiato, con capelli rosso carminio corti su quasi tutto il capo, ma lunghi dietro, fino metà del collo, dove ciuffi appuntiti sbuffavano ai lati. La sua giacca svolazzava nel vento caldo che saliva dal pozzo, muovendo anche i suoi capelli. Il suo sguardo inquietante bruciava di esaltazione, e gli occhi rossi erano fissi nell'abisso rovente della caldera.
Intorno a lui, reclute e scienziati erano indaffarati ed eccitati attorno ai macchinari. La macchina vicino all'uomo sul pozzo si accese, e luce azzura percorse i suoi circuiti, mentre l'energia prodotta dai potenti motori degli altri apparecchi la animava. Un indicatore cominciò lentamente, ma inesorabilmente a riempirsi, mentre la luce del macchinario aggiungeva altri riflessi e ombre al volto dell'uomo impassibile, che d'un tratto, girandosi verso il macchinario, sorrise... un sorriso minaccioso e oscuro.
Poi, le sue meditazioni vennero interrotte da un boato.
L'uomo ebbe un attimo di sorpresa, ma ancora non reagì. Gli altri nella sala, invece, si girarono di scatto nella direzione dell'ingresso. Gli scienziati si tuffarono sui loro computer, aprendo le mappe e tutti i sistemi di controllo del rifugio. Uno di loro gridò: “Capo, abbiamo un intruso nel Settore A!!! Rilevo danni a...”
BOOOOOOM!!!
Ancora più vicina, si udì un'altra esplosione.
Lo scienziato annunciò, la voce tremante: “Abbiamo perso i collettori di energia del settore B...”
Stavolta, l'uomo si girò, tuonando: “Che cosa state aspettando? FERMATELO!!! ORAAA!!!!”
Atterrite, le reclute annuirono e si precipitarono verso la porta, le Pokéball strette nel pugno e pronte al lancio.
L'uomo ordinò con voce calma ma sferzante: “Aumentate il più possibile la velocità del caricamento.”
Gli scienziati si precipitarono a fare il possibile, le fronti imperlate di sudore.
Tra sè e sè, l'uomo mormorò, rivolto al calore insopportabile della caldera e all'imponente sagoma celata dal magma: “Anche ora... al culmine dei nostri piani, quel maledetto Allenatore è sulla nostra strada...”. Digrignò i denti con un ringhio, e un fuoco battagliero si accese nel suo sguardo esaltato.
Si girò e diede le spalle al pozzo, mentre una ventata più forte delle precedenti saliva dal magma, confondendone i contorni e trasformandolo in una sagoma di fiamma e ombra.
Sempre a sè stesso, proclamò: “E allora vieni, ragazzo. Dopo stasera, avrai imparato cosa vuol dire sfidarci...”
E Max, Capo del Team Magma, si preparò alla battaglia, in piedi immobile sull'orlo della caldera.
Dalla sala precedente, giungevano grida e ordini lanciati ai Pokémon, e suoni di esplosioni.
Max attese. Le sue reclute erano in netto vantaggio numerico, più forti e motivate che mai. Tuttavia, gli altri incontri col ragazzo avevano ribaltato tutti i pronostici, e Max sapeva di non potersi adagiare sulla vittoria. Ma stavolta, non sarebbe stato fermato. Stavolta, forse per la prima volta, aveva dalla sua la possibilità di sconfiggerlo una volta per tutte. E non solo il ragazzo... stavolta, il Team Magma aveva in mano l'intera Regione di Hoenn.
BOOOOOOOOOOOOOMMMMM!!!!!
La porta della grande sala esplose, scagliando polvere e cenere giù per i gradini che portavno al livello basso. Insieme ai detriti, volarono a terra anche alcuni Poochyena e Zubat, esausti. Uno sbuffo nella nube rossiccia, e il ragazzo si lanciò fuori dal fumo, saltando agilmente e atterrando in fondo senza un graffio, per poi rivolgere lo sguardo verso la pozza di magma mentre si rialzava, e cominciava a correre. Fece il giro del pozzo di corsa, e si fermò di fronte a Max, gli occhi che bruciavano di un verde glaciale.
“Ferma i motori, Max... O dovrò farli saltare io!” sibilò.
“E credi di riuscirci?” ghignò il Capo del Team Magma.
“Assolutamente.” rispose lui.
Passi rapidi tra il fumo del portale. Una macchia di colore rossa e gialla schizzò fuori dalla nube e saltò velocissima da una parete all'altra, atterrando sul terreno caldo, per poi correre al bordo del pozzo di lava... e superarlo con unico salto, atterrando di fronte al ragazzo.
Il giovane sorrise, e chiese: “Sei pronta?”
Un lampo di assenso brillò negli occhi di Blaziken, che si alzò in tutta la sua statura e lanciò un urlo stridente, rivolta verso il nemico.
Max estrasse una Pokéball, e la rigirò fra le dita: “Regola numero uno: prevedere possibili interferenze. Regola numero due: prendere opportune precauzioni!”
Sei figure vestite di rosso apparvero di corsa, circondando il ragazzo e Blaziken. Il Pokémon Vampe faceva saettare lo sguardo in ogni direzione, ringhiando. Uno dei nuovi arrivati avanzò tra le reclute ghignando, e disse, beffardo: “Qualche scontro di fila con le reclute potrà anche essere facile per te. Ma affrontare quattro delle reclute migliori, due Magmatenenti e il nostro Capo... beh, posso capirti se hai paura. Siediti e goditi lo spettacolo, su. Anche usando un solo Pokémon per uno possiamo comunque schiacciarti... e useremmo tutto quello che abbiamo!”
Il Magmatenente Ottavio iniziò a ridere sguaiatamente, seguito a ruota dalla risata ironica di Rossella, anch'essa tenente di Max, e da quella delle altre reclute.
Tuttavia, la loro ilarità si spense presto nel sorriso comparso sul volto del ragazzo. Gli occhi azzurri di Blaziken brillarono, e le fiamme sui suoi polsi si accesero di scatto.
“Se proprio volete...”
“Ma che cosa...?” fece Rossella, lo sguardo inquieto.
Con un lampo negli occhi verdi, il ragazzo lanciò cinque Pokéball contemporaneamente, gridando: “ORAAA!!!”
“L'hai voluto tu! ATTACCATE!!!” gridò Max, lanciando a sua volta le Pokéball insieme a tutte le reclute e i due Magmatenenti.
Una ventina di Pokéball si spalancarono contemporaneamente, inondando la sala di sfolgorante luce bianca, e i Pokémon si lanciarono all'attacco. Il Crobat di Max, un Numel e alcuni Camerupt, Golbat e Mightyena attaccarono per il Team Magma.
Ad affontarli si pararono Blaziken, Gardevoir, Banette, Aggron, Absol e Seviper.
Il ragazzo ordinò ai suoi Pokémon: “Restate unite! Coordinate i vostri attacchi, e sfonderemo le loro linee!!!”
Sei cenni d'assenso accolsero l'ordine, e i Pokémon si prepararono alla carica nemica.
Gli Allenatori lanciarono ordini, i loro Pokémon feroci grida di guerra...
e la battaglia ebbe inizio.

 

Esplosioni e boati scuotevano la sala della pozza di lava, illuminando o mettendo in ombra la sagoma scura che si stagliava come un isola al centro del pozzo.
Nessuno in quella sala aveva mai visto uno scontro del genere: tutti i Pokémon del Team Magma attaccavano a raffica, con ferocia, ma la difesa dei sei Pokémon del ragazzo era impenetrabile. Combattevano insieme, tre bloccando gli attacchi nemici e tre attaccando dalla seconda linea, per poi darsi il cambio, con tempismo ed efficacia, nonostante gli ordini gridati dal giovane Allenatore si sentissero a malapena sotto il frastuono di grida e attacchi. Parecchi avversari furono mandati KO in pochi secondi.
In circostanze normali, la situazione per Max sarebbe stata disastrosa. Ma il leader del Team Magma non stava pensando alla battaglia. Nonostante continuasse a gridare ordini ai suoi Pokémon, il suo sguardo saettava di continuo al macchinario sull'orlo del pozzo. Gocce di sudore gli imperlavano la fronte, soprattutto quando qualcuno dei computer veniva colpito da un attacco respinto al mittente, o dai Pokémon del ragazzo. Anche perchè Max era sicuro che il giovane mirasse coscientemente a colpire i congegni prima ancora che gli avversari.
Finchè, finalmente, vide quello che stava aspettando. Il macchinario aveva raggiunto la piena energia, e la sfera di pietra blu incastonata nell'alloggiamento del congegno cominciava a brillare di una vivida luce azzura. Sgranò gli occhi, e ghignò follemente, lanciandosi in corsa verso la macchina.
Ma anche il ragazzo lo vide. Strinse gli occhi, e si lanciò all'inseguimento, passando nel mezzo della battaglia. Un'attacco Braciere gli tagliò la strada facendo saltare in aria pezzi di terreno, ma il ragazzo si lanciò in scivolata passando sotto la raffica. Gemette lievemente per l'attrito contro il terreno che si faceva quasi rovente, si rialzò e continuò a correre in mezzo ai colpi, schivando, saltando o tuffandosi. Nessuno dei colpi o dei Pokémon avversari riuscì a fermarlo.
Max, tuttavia, aveva troppo vantaggio. Esultante, raggiunse ansimando il macchinario, e abbassò la leva di scatto, con forza, lanciando un grido di trionfo.
“NOOO!!!” gridò il ragazzo.
Il macchinario si accese di luce gialla, e la Sfera Blu emise ondate di luce azzurra, che crescevano in grandezza e velocità. Max iniziò a ridere, sull'orlo del pozzo, gridando: “Ora non puoi più fermarci, moccioso. Tutta la tua abilità è inutile, contro il potere della Sfera! Adesso vedrai... CHE STAI FACENDO?”
Con gli occhi verdi inchiodati all'obbiettivo, il ragazzo si lanciò fuori dalla battaglia, ed afferrò una grossa pietra calda e rossa.
Max sgranò gli occhi e fece appena in tempo ad urlare: “FERMOOO!!!!”, prima che il ragazzo scagliasse la pietra.
Il grosso sasso volò dritto contro la macchina, e centrò in pieno gli schermi accanto alla sfera, che scoppiarono in una cascata di scintille, spargendo lampi e scariche elettriche tutt'attorno.
Gli schermi degli scienziati cominciarono a lampeggiare di rosso, e l'allarme riecheggiò in tutto il Rifugio Magma.
Gravemente danneggiati, vari pezzi della macchina esplosero con piccoli sbuffi di vapore e fiamme.
Lo sguardo di Max tremava di rabbia. Il ragazzo si fermò per un attimo e si voltò, lanciando un ordine ai suoi Pokémon. Un paio di esplosioni scossero la mischia, segnalando la sconfitta di altri Pokémon del Team Magma, e il ragazzo tornò di scatto a girarsi verso Max... per poi sgranare gli occhi.
La Sfera Blu continuava a mandare lampi cerulei.
Con un ghigno, il capo del Team Magma la estrasse dall'alloggiamento del macchinario ormai inservibile e gridò: “Bel colpo, ragazzo! Peccato che il macchinario servisse soltanto a risvegliare l'energia interna della Sfera. Mi hai risparmiato la fatica di rottamarlo. E ora... io chiamo a me il potere di Groudon!!!”. E levò il braccio sinistro alto sopra la testa, la Sfera lampeggiante in mano.
Il ragazzo si lanciò di corsa verso Max, mentre la Sfera continuava a mandare lampi azzurri sempre più rapidi. E quando fu a meno di due metri dal Capo Magma, la Sfera lanciò il suo lampo più potente. Un onda di luce azzurra esplose attraverso la sala, seguita da un forte vento. La luce passò attraverso la stessa pietra, che risplendette ripetutamente di azzurro, come i cerchi provocati da un sasso in uno stagno. Nella sala chiunque, umano o Pokémon che fosse, si fermò guardando verso il pozzo di lava.
Al centro del lago rovente, la grossa sagoma grigia ed ombrosa era stata investita in pieno dalla luce azzura, cambiando colore e diventando di un rosso vivo. Dopo alcuni istati di silenzio, un ringhio basso e primordiale cominciò a diffondersi nella caverna. Tutti i presenti si avvicinarono al pozzo. Il ghigno esaltato di Max rifletteva le vampe del pozzo di lava.
La creatura, alta tre metri e mezzo, ringhiava immobile, due fessure nere ai lati di quella che sembrava la testa, le enormi placche rosse che si alzavano ed abbassavano piano, al ritmo di un respiro feroce. I grossi aculei bianchi ai lati del torace mandavano riflessi infuocati.
Tutti trattennero il respiro, e il ringhio cessò. Nel silenzio quasi totale, Max fece un passo avanti verso l'orlo del pozzo, e il suo piede urtò un sasso. La pietra rotolò in avanti e superò l'orlo del pozzo, rimbalzando due volte sulla parete con un rintocco delicato, per poi cadere nella lava con il suono di un sasso in uno stagno.
E fu allora che la creatura nel pozzo aprì di scatto gli occhi gialli e roventi. Il ringhio riprese, e in un istante, con una velocità impensabile per un corpo così massiccio, si rizzò all'indietro e spalanco le fauci dentate. Le linee che separavano le placche del suo corpo si accesero di un brillante blu zaffiro, e il Pokémon Leggendario ruggì, con un boato assordante che smosse lava, aria e roccia. La superficie del pozzo cominciò ad incresparsi e onde di lava ne lambirono insistentemente gli argini, mentre la montagna stessa tremava, sotto gli occhi stupefatti e terrorizzati degli spettatori.
Groudon, il Pokémon Continente che si diceva avesse creato le terre emerse, si era risvegliato.
Max parlò, la voce che echeggiava nel silenzio terrorizzato, tenendo in mano la Sfera: “Ascoltami, Groudon! Io sono colui che ti ha risvegliato dal tuo lungo sonno. Perciò, ti ordino di unirti a me per vendicarti del tuo antico nemico e usare i tuoi poteri per la causa del Tema Magma!!”.
Per tutta risposta, Groudon fissò di scatto lo sguardo su Max e ruggì con ferocia ancora maggiore, lampi di zaffiro tra le sue poderose placche rosse.
Poi, rivolse per un attimo lo sguardo all'isoletta di pietra rovente su cui poggiava le forti zampe, e cominciò ad avanzare ringhiando.
E la terra avanzava con lui.
Nel momento in cui il Pokémon lasciò l'isoletta e avanzò nella lava, grosse pietre piatte e roventi cominciarono ad emergere dal lago incandescente nel punto in Groudon appoggiava la zampa, come mantelli di servitori stesi al passaggio di un nobile. E di nuovo, incredibilmente data la pesantezza del suo corpo, si mosse velocemente, avanzando con passo rapido e sostenuto verso il bordo del lago... verso Max.
Il Capo del Team Magma gridò ancora: “Groudon, ascoltami! Io ti ho portato il potere della Sfera! Tu devi...”
Groudon lanciò un boato furioso, ancora più impressionante dei due precedenti. Max e il ragazzo furono spinti a terra, e la Sfera Blu volò via dalle mani di Max, rotolando a terra. Il ragazzo la vide mentre tentava di mettersi a sedere e fu lesto a fermarla e nasconderla nello zainetto. Rivolse lo sguardo a Groudon mentre si rialzava, e lo stesso fecero Max e il resto del Team Magma.
Il Pokémon Leggendario ruggì ancora, un lampo negli occhi gialli. Alzò con ferocia una mano artigliata, e la calò di scatto nel pozzo di lava.
E intorno a Groudon, il pozzo esplose.
Uno sbuffo incandescente schizzò in aria e nascose il Pokémon seguito da un'esplosione di fumo e cenere calda. Groudon, a malapena visibile, si tuffò verso il basso, tra schizzi di magma e fiamme, e scomparve al di sotto della caldera, nelle viscere del vulcano, lasciandosi dietro schizzi di lava e piccole esplosioni..
Poco dopo, l'intero Monte Camino tremò per pochi secondi... e tra il Team Magma esplose il panico.
Le reclute ritirarono i loro Pokémon, quelli sconfitti e quelli ancora in piedi, e fuggirono, seguite dagli scienziati. I due Magmatenenti corsero loro dietro, nel tentativo di riprendere il controllo della situazione, e sparirono nelle gallerie inseguendo le reclute.
In pochi secondi, rimasero solo il ragazzo, Max e i loro Pokémon. Con l'eccezione di Crobat, che comunque faticava a rimanere in volo, quelli del leader del Team Magma erano esausti.
I sei Pokémon del giovane, feriti, stanchi e ammaccati, erano ancora in piedi.
Max sbatteva le palpebre, incapace di credere ai suoi occhi: “La Sfera Blu... non era la chiave? Oppure è stata la distruzione della Macchina? Cos'è che è andato storto?”
Il ragazzo rispose: “Non potevi sperare di controllare Groudon con quella Sfera. Non ci saresti riuscito nemmeno con...”
Il Capo del Team Magma lo interruppe: “Ora basta, ragazzino. Non sei stato tu a sconfiggermi, ma un errore, o uno scherzo del destino. Non sei più una minaccia per il Team Magma, ormai. Io inseguirò Groudon. Ora che se n'è andato, non ci serve più questo maledetto vulcano. Le nostre strade si dividono qui.” E, richiamando Crobat e i suoi Pokémon esausti, Max si girò semplicemente e uscì da una galleria dalle sue spalle.
Il ragazzo sospirò e tenne lo sguardo fisso su Max, ma non lo inseguì. I suoi Pokémon erano stanchi, e così lui e il leader del Team Magma non era una minaccia immediata. Sapeva che c'era ben altro di cui preoccuparsi. E aveva anche in mente la sua prossima destinazione. Si sistemò sulla fronte il berretto bianco, pieno di cenere e piccole bruciature nella stoffa, e sorrise scuotendo la testa. Blaziken e gli altri Pokémon gli furono accanto. Absol strusciò la testa contro il petto dell'Allenatore, emettendo un ringhio sommesso e affettuoso, come se facesse le fusa. Lui le accarezzò la testa, e fece lo stesso con gli altri Pokémon, poi sussurrò: “Siete state fantastiche. Adesso però, usciamo da qui. Abbiamo dei preparativi da fare prima della prossima tappa.”
Uno a uno, i Pokémon rientrarono nelle loro Pokéball. Dopo un'ultimo sguardo alla sala desolata e distrutta per metà e al pozzo di lava, il ragazzo abbandonò la sala.
Max aveva ragione. Il suo tentativo di fermare il Team Magma era stato un mezzo fiasco. Ma Fabrizx, il ragazzo dagli occhi verdi, non stette troppo a rimuginarci. La determinazione tornò a brillare nel suo sguardo.
La sua missione era appena iniziata!

 

 

 

Continua nel prossimo capitolo!

 

 

 

Angolo autore: Come avete capito sono allergico o quasi alle storie corte, XD!
Tornando a noi... Come avete visto, ci sono una serie di differenze con la trama del videogioco, e più avanti ne incontrerete altre. Sono volute, in quanto funzionali alla storia. Spero che possiate perdonarmi. In ogni caso, un'ulteriore spiegazione sul protagonista: sì, l'aspetto di Fabrizx è esattamente quello di “Brendan”. Tuttavia, nel gioco Brendan è un nome riempitivo di un personaggio “vuoto”, ossia a completa disposizione del giocatore e della sua immaginazione (Sto volutamente ignorando Ruby, visto che non apprezzo granchè il manga, e quadrare anche con quello sarebbe stato complicato). Quello che sto raccontando è ciò che la mia immaginazione ha visto e sentito quando, da bambino, ho giocato la storia fantastica di Pokémon Smeraldo. E Fabrizx, il personaggio che ho interpretato, per me ha assunto un suo carattere, una sua storia e caratteristiche sue.
Questa è la mia Versione Smeraldo. Non è quella ufficiale, ne forse la più fedele o plausibile. Ma è la mia.
Spero possiate apprezzare e vivere con mie le emozioni di quella che, quando la immaginai anni fa, fu in effetti la mia prima fanfiction.
Grazie, continuate a seguire.

 

FABRIZX

P.S.: Prima cosa: l'uso di aggettivi femminili rivolto alla squadra di Fabrizx: nel gioco ho effettivamente quei Pokémon... e sono effettivamente tutti femmine. La cosa non è voluta, XD! Secondo: l'introduzione un po' pacchiana... spero si sia notato, ma è praticamente identica alla sparata del narratore all'inizio di ogni film Pokémon dal 6° in poi. L'effetto è voluto, dato che ho immaginato questa storia come trama per un film Pokémon. Se avessi potuto, avrei inserito anche la scenetta inutile di 15 secondi per l'apparizione figa del titolo in stile "La Forza di Uno", XD!
Pertanto... buona visione, XD! Chissà che un giorno...

   
 
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