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Autore: Pando91    29/08/2013    3 recensioni
Santana e Brittany si conoscono alla fine del liceo, quando è tutto ancora in gioco.
Dopo una conoscenza infuocata e festini compromettenti, la mora e la bionda cominciano a conoscerci meglio, grazie ad un impegno preso da Brittany per concludere l' anno al meglio. Un esame l' aspetta.
La loro vita subirà dei cambiamenti, bisogna solo vedere chi riuscirà ad accettarli per prima.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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BUONA LETTURA!
Ci vediamo giù.

Quando mi svegliai la mattina, una delle poche cose di cui ero certa, era che avevo paura. Non sapevo il perché e non sapevo neanche come sconfiggere quella sensazione di nervosismo e ansia che mi affliggeva.

Per tutta la mattinata Quinn cercò di tirarmi su di morale. Ci prospettammo diverse cose, pensando a cosa volesse realmente Brittany, a cosa volesse realmente suo padre. Il pensiero di affrontare quell’ uomo, dopo un anno e dopo tutto quello che ci aveva fatto, mi faceva venire voglia di prendere il telefono e dire a Brittany che non sarei andata, che non ce la facevo, che era più forte di me.

Proprio per quello, decisi che l’ avrei fatto.

In quell’ anno lontana da casa avevo capito diverse cose, una di quelle era che nella vita non bisognava mai tirarsi indietro, soprattutto se quello che si perdeva ti faceva star male.

Quindi presi la mia decisione. Arrivai a casa di Brittany attorno alle due. Ci misi un po’ per suonare. La familiarità di quell’ abitazione mi fece quasi venire i brividi.

“ Ehi “

La mia migliore amica era davanti a me, con un sorriso stanco stampato in volto.

“ Sei venuta “

Lo disse come se avesse avuto dei dubbi. Potei capirlo.

“ Sono qua “

Mi resi conto che mi veniva difficile parlare. Averla di fronte a me, di nuovo, mi rese totalmente nel panico.

Era bellissima. Bellissima come sempre, forse anche di più. Sentire il suo profumo mi fece un attimo vacillare. Feci un passo in avanti, mentre lei teneva la porta da una mano e mi fissava. Pensai che anche lei provasse quel dannato bisogno di baciarmi, o lo sperai piuttosto. Sperai tante cose. Il mio corpo mi spinse più avanti e ci ritrovammo a pochi centimetri.

Quanto la amavo. Anche dopo un anno, anche dopo non esserci sentite per niente, anche dopo aver buttato tutto all’ aria. Dopo tutto quel tempo, dopo tutti gli attimi passati senza di lei, nonostante tutto l’ amavo ancora, ancora e ancora. E glielo avrei voluto così tanto dire, che fui felice che cominciasse a parlare lei, perché il mio cuore sembrava volesse esplodere, la mia lingua muoversi velocemente, per poter pronunciare quelle due parole che in quel momento sarebbero state totalmente sbagliate.

“ Entra “

E così feci. Annuì e mi ritrovai in salotto. Non c’ era nessuno e la casa era silenziosa, così silenziosa che ebbi paura di non essere arrivata in tempo.

“ Siediti un attimo “

E feci anche quello. Lei rimase in piedi, come se avesse voluto mantenere le distanze.

“ So che non è facile per te, Santana, e mi rendo conto che quello che ti chiedo potrebbe essere doloroso. Volevo solo che
sapessi che ti sono immensamente grata “

Non sapevo cosa dire. Annuii e basta.

“ Vieni con me “

La seguii per il corridoio principale, per poi salire quattro scalini. Non ero mai stata dove mi stava portando.

Piano, piano cominciai a sentire una voce di donna e immaginai fosse la madre di Brittany. Quando lei aprì la porta, la riconobbi, china su suo marito, mentre gli poggiava sulla fronte un panno bagnato.

Quando mi vide, l’ unica cosa che fece fu quella di abbracciarmi. Mi sorpresi per quel gesto d’ affetto che la madre di Brittany non mi aveva mai riservato, costretta a stare a ciò che decideva il padre.

Riuscii a liberarmi dalla presa solo quando l’ uomo che avevo di fronte si schiarì la voce. Lo guardai per un attimo. Era sdraiato su di un letto, degli aghi collegati alle braccia. Era come stare in una camera d’ ospedale, solo in casa di Brittany. Potei notare il suo colorito bianco latte, le vene in esposizione, le labbra secche e il respiro affannato. Constatai, anche se non ne sapevo niente di medicina, che non gli mancasse molto. Mi trovai a non provare dispiacere e mi feci quasi paura per quel pensiero.

“ Ciao Santana “

Mi sorpresi e mi accorsi di sobbalzare un attimo, a causa del tono tremante ma gentile.

“ Noi usciamo, siamo qui fuori “

Brittany mi mise una mano sulla spalla, prima di uscire dalla stanza insieme a sua madre. Avrei voluto chiederle di restare e aver sentito il suo tocco, dopo quel lungo periodo, mi rese ancora più instabile emotivamente. Presi un respiro e rimasi a pochi passi dalla porta e dal letto.

“ Buongiorno “

Dissi educatamente. Non sapevo dove volesse arrivare.

Sentii il suo respiro pesante, prima di iniziare a parlare. Gli occhi stanchi e delle occhiaie viola, il suo sguardo su di me.

“ Sai Santana, la malattia è una brutta bestia. È una cosa che non puoi controllare “

Prese un respiro profondo e sentii il mio cuore battere forsennato, alla ricerca anche lui di ossigeno.

“ Ma soprattutto, la malattia fa riflettere. È un po’ come se rivalutassi tutto quello che hai detto o fatto nella tua vita, perché sai che dovrai morire “

Si interruppe e guardò la finestra alla sua sinistra.

“ La morte, ti fa guardare alle cose in modo diverso. Ho fatto tanti errori nella mia vita, Santana. Enormi errori, e molte volte li ho lasciati lì, senza alcun motivo per tornare indietro. Tu, sei stata uno di quegli errori “

Durante le sue parole, lo fissai esterrefatta. Stava ammettendo le sue colpe, si stava confessando.

“ Lo so, fa schifo detta così, ma è la verità. Ho sbagliato. Ho proibito a mia figlia di vederti, di parlarti soltanto per una mia idea, soltanto perché la mia fede non mi permetteva di lasciarvi in pace. Ho sbagliato e mi dispiace “

Sentii la mia bocca socchiusa, intanto la sua voce sembrava tremare di più, il suo respiro diventare un affanno. Non doveva essere facile.

“ So che le mie scuse ora non servono più a niente. Ma fammi dire una cosa Santana: siete giovani, avete una lunga vita di fronte a voi e mia figlia .. beh insomma, mia figlia ti ama ancora, ma le ho fatto troppo male per ammetterlo ancora a se stessa. Quindi, se provi ancora qualcosa per lei, ti prego di non smettere di tentare. E’ giusto che lei viva la sua vita, non mi importa con chi, voglio soltanto che lei sia felice. Non sono stato un buon padre, e lei non lo meritava “

Sentii delle piccole gocce salate finirmi sulle labbra. Lo guardai intensamente, mentre la vista piano, piano mi si appannava. Lì capii che stavo piangendo. Stavo piangendo come una bambina. Non sentivo né gratitudine, né pace.

Nonostante le scuse, nonostante quelle parole, che mai mi sarei aspettata, quell’ uomo non si meritava altro che silenzio.

Strinsi forte i pungi, perché mi resi conto che non l’ avevo perdonato, non riuscivo a perdonarlo. E non riuscivo neanche a perdonare me stessa. Non riuscivo a lasciare andare ciò che avevo fatto a Brittany, ciò che avevo fatto a me stessa.
E lì capii. Capii che non dovevo perdonare quell’ uomo, dovevo soltanto vivere in pace.

Dovevo perdonare me stessa.

Perché per tutto quel tempo, mi ero attorniata di rabbia, paura, rancore, vivendo la vita peggiore che mi potessi prospettare.
Presi un respiro profondo e resistei a qualsiasi tentativo di protezione: mi liberai da tutte quelle sensazioni che mi avevano portato avanti fino a quel giorno. Fu un attimo e tutto scomparve. Scomparve perché avevo preso una decisione, la decisione di essere felice.

Sul mio viso sentii apparire il sorriso. Era il sorriso che aspettavo da tanto. Per la prima volta, da quando avevo messo piede in quella stanza, guardai veramente quell’ uomo. Lo vidi debole, senza speranza. Lui aveva un pezzo di me, che ormai stava morendo.

“ La perdono “

Dissi solo quelle due parole, aprii la porta e corsi via. Il mio stomaco si ribaltò e quando non riuscii più a trattenermi, vomitai vicino alla mia macchina. Ero sfatta, completamente assorbita da quelle sensazioni che avevo liberato. Il mio corpo ne aveva risentito.

“ San? “

Sentii quella voce preoccupata, che non ero più abituata ad udire e vomitai ancora. Dopo alcuni minuti, mi appoggiai alla macchina, svuotata da ogni tipo di sensazione.

“ San, stai bene? “

Brittany era di fronte a me, il viso contratto in uno sguardo indeciso.

“ Sto bene. Scusa, devo andare “

Salii in macchina e sparii.

--

Restai due giorni chiusa in casa senza parlare con nessuno. Brittany aveva provato a mandarmi dei messaggi, così come lei, anche Quinn e Kurt. Avevo risposto a tutti e tre, pregandoli di lasciarmi un attimo di tregua, che avevo bisogno di riposo.

Stavo aspettando lei.

Avevo capito, dopo quel giorno, che Brittany avrebbe dovuto prendere una decisione, che non poteva venire da me il primo passo. Le avevo fatto troppo male. Io e suo padre le avevamo portato via la vitalità e l’ energia, la sua luminosità, che un tempo mi facevano brillare gli occhi.

Quindi avrei aspettato, finché non si fosse presentata, finché non si fosse sentita pronta, finché non avesse preso la decisione di starmi accanto, ancora.
 
-

10 anni dopo.

“ Fine? “

Mi chiese mia figlia, seduta sulle mie gambe.

“ Fine. “

“ Nessun drago, nessuna fata, niente di niente? “

Risi rumorosamente.

“ Mmmm beh, forse per un’ altra storia, ok? “

Lei sbuffò, scese dalle mie gambe e si sedette per terra.

“ Mamma? “

“ Dimmi amore “

Mio figlio, accovacciato sul divano, aveva gli occhi che brillavano, di un azzurro vivo.

“ Quella donna bionda poi ritornò da lei? “

Feci un sorriso e mi girai a destra. Di fianco a me, una donna adulta, dagli occhi azzurri e i capelli biondi e lisci come la seta mi guardò e mi strinse la mano.

“ Lo fece. Ritornò. “

E lì sorrisi ancora, osservai ciò che avevo intorno e mi resi conto che era tutto quello che avrei sperato di avere nella mia vita .. forse anche di più.
 

FINE.


Angolo autrice.

Wow, ok. Alla fine ce l' ho fatta. Questa storia è finita. E' sempre strano scrivere la parola fine, perché ciò che ho portato avanti è sempre stato importante per me, dunque se ne va via una periodo, delle sensazioni, e so che può sembrare assurdo ma per me è così.
Avrei tante cose da dirvi, ovviamente, ma credo che io debba dirvi il mio più sincero GRAZIE, per essere stati con me, per avermi seguito, perché so che non è stato facile per nessuno vedere la Brittana rompersi, vedere Cory morire, sentire che comunque qualcosa in cui hai creduto non piò più essere. E può sembrare così irreale, perché dopotutto si tratta di una serie tv, ma non sempre tutto è come sembra, no?
Beh, un ulteriore GRAZIE va alla mia super beta, Rosa, che più che beta ormai è un' amica. Ti voglio bene cara.
Bene, mi sento un po' nostalgica, meglio se me la filo, altrimenti continuo con il monologo e non ne verrebbe niente di buono.
Spero che questo capitolo possa darvi speranza, nonostante tutto e sono sicura, che prima o poi, avremo quello che vogliamo!
Buona vita a tutti ragazzi, e grazie ancora.
Pando.
  
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