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Autore: tagliarsi_con_gli_origami    30/08/2013    9 recensioni
E' stata quell'immagine.
Il mondo ha tremato per un attimo quando Harry Styles ha cambiato icona del profilo di Twitter.
Ma non tu.
Non mezza parola, non uno squillo, un messaggio.
E sono rimasto tutta la notte seduto a terra a gambe incrociate, a pensare che la persona che conoscevo io non avrebbe semplicemente lasciato correre.
Non era un messaggio al mondo, il mio, era per te.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E le buche sull'asfalto

mi fanno il solletico alle suole.
 

      



When life leaves you high and dry
I'll be at your door tonight 
if you need help, if you need help
I'll shut down the city lights


E' stata quell'immagine.
Il mondo ha tremato per un attimo quando Harry Styles ha cambiato icona del profilo di Twitter.
Ma non tu.
Non mezza parola, non uno squillo, un messaggio.
E sono rimasto tutta la notte seduto a terra a gambe incrociate, a pensare che la persona che conoscevo io non avrebbe semplicemente lasciato correre.
Non era un messaggio al mondo, il mio, era per te.
Pioveva, alle cinque di questa mattina, di quella pioggia leggera che si posa sui vetri ma non lava via niente. Si deposita piano sugli infissi e annerisce i cardini.
Ero a letto, dormivo a tratti, a tratti sicuramente parlavo.
Sei tu che dicevi sempre che parlo nel sonno.
Poi il temporale. Pioggia scura e pesante, rumorosa. Finalmente. Non ne potevo più di quei quattro schizzi del cazzo contro il vetro macchiato dal sole.
All'inizio quel rumore casuale per me era solo un altro tuono. Non avevo visto il lampo ma, hei, erano le cinque di mattina.
Ma tu non sei uno che si fa notare. A malapena parlavi, prima. Tre anni fa, con i tuoi capelli sugli occhi socchiusi e quei sorrisi gentili che sbocconcellavi quasi di profilo, che sfuggivano via e chissà dove cavolo finivano. 
Non sei uno che si fa annunciare.
Ma non era un altro tuono. Era solo l'eco sgangherata del tuo anello d'acciaio contro lo stipite della porta. La mia porta. La porta di casa mia, alle cinque di mattina, mentre fuori sembrava dovesse uscire il mostro di Lochness da un fottutissimo tombino.
Ecco perché hai i miei jeans strappati arrotolati alle caviglie, e quelle scarpe da ginnastica scarabocchiate. Ecco perché quella maglietta stropicciata lasciata asciugare sulla stampella della tenda della doccia.
Ho aperto anche se sapevo che eri tu, e per un momento tutta quell'acqua appiccicata addosso ti ha sbattuto indietro di tre anni, spalle curve e capelli appiccicati alle tempie. Mani in tasca, perché se non possono muoversi su di me non sai dove cazzo metterle.
Solo un “Ciao” di quelli che fanno male perché mi vomitano addosso troppe cose.
Quello che volevo rispondere l'ho tenuto per me. E forse non siamo le stesse persone di prima, e forse quello che so di te non posso più cristallizzarlo in uno stupido “Oops”.

I'll lie, cheat, I'll beg and bribe
to make you well, to make you well
When enemies are at your door
I'll carry you away from war
If you need help, if you need help
Your hope dangling by a string


Dopo siamo rimasti zitti, un silenzio di parole che è stato il solito caos di movimenti. Strusciare di dita sui vestiti bagnati, sbattere di nocche sui bordi del bollitore, sfregare i polpastrelli sulla rotella dell'accendino, un frusciare di lenzuola appallottolate in fondo al letto e raccattate nell'imbarazzo che si ricomponeva in un retrogusto di panico.
Il bollitore ha fischiato, l'acqua incandescente è scivolata in due tazze diverse, sempre diverse, perché tanto beviamo sempre a caso e con la testa da un'altra parte.
Hai camminato piano, sulle punte dei piedi, le dita che si scottavano contro la ceramica delle tazze, il the in equilibrio che schizzava via dal bordo e contro la tua maglietta bagnata fradicia. Ma sei rimasto fermo contro lo stipite, con la luce del corridoio che si spaccava contro la tua schiena e le spalle, e cadeva a terra in aloni oblunghi e frastagliati. Sei rimasto fermo per una vita, io con gli occhi chiusi a far finta di non sentire il tuo sguardo sulle punte dei piedi, sulle rotule, le anche, contro le costole, lo sterno, i polmoni e la gola. Dentro la testa.
Hai posato prima la mia, sul comodino stipato di carte, fazzoletti e il telecomando di una tv che accendo ogni tre giorni per dieci minuti, senza audio, giusto per vedere le immagini colorate sullo schermo, e non pensare che prima non avevo bisogno delle labbra al silicone dell'annunciatrice del telegiornale delle sette per non sentirmi solo.
Il rumore che ha fatto la tua contro il ripiano di legno non l'ho nemmeno sentita, perché hai cominciato a spogliarti, velocemente e in imbarazzo, di quei vestiti appiccicati al corpo e puzzolenti di pioggia, chiazzati del fango del marciapiede e dell'erba delle aiuole che hai attraversato correndo.
Uno dopo l'altro sono caduti a terra i tuoi vestiti pesanti, sul parquet rossastro della camera da letto, quello con l'asse perpendicolare al letto bruciata dalla sigaretta di Zayn.
Ma in quel momento non me ne sono nemmeno ricordato.

I'll share in your suffering
to make you well, to make you well
Give me reasons to believe
that you would do the same for me
And I would do it for you, for you


Eri freddo quando sei scivolato sul materasso senza quasi sollevare le lenzuola. Eri freddo contro la mia schiena. Freddo il tuo piede destro intrecciato al mio ginocchio. Freddo il mento che hai affondato piano contro la mia clavicola.
Fredda la tua bocca contro la prima vertebra cervicale, fra i miei capelli spettinati che si arrotolavano attorno ai pensieri.

Baby I'm not moving on
I'll love you long after you're gone
For you, for you
You will never sleep alone
I'll love you long after you're gone
And long after you're gone gone gone


Volevo chiederti di Eleanor, di quale palla avevi inventato per andartene chissà dove a quell'ora del mattino. Volevo chiederti di quelle strane cose che ci stanno succedendo, di quei silenzi tirati e quelle occhiate vaghe.
Volevo chiederti perché, ma avevo a malapena la concentrazione necessaria a non andare in iperventilazione.
E così sono rimasto zitto, con il tuo respiro sciolto nei pori della pelle e l'epidermide congelata che ti restituiva un po' di calore. Zitto, con il tuo braccio contro i polmoni, il tuo naso contro la nuca, le anche contro la schiena.
“Hei” forse sei meno bravo di me nel silenzio falsamente rilassato.
“Eh” 
“Cambia quella foto di merda” e ad un certo punto ricordo di essere stato solo perso, da qualche parte, fra la piega della tua bocca e la fossetta del tuo ombelico.
E fuori pioveva, perché tanto di cose da affogare possiamo trovarne quante ne vuoi.
Ma quello che resta a galla lo voglio afferrare coi denti, e stringere, stringere, stringere fino a farmi sanguinare i polmoni e il cuore.

When you fall like a statue
I'm gon' be there to catch you
Put you on your feet, you on your feet


Ecco il perché di quella giacca di jeans anni '90 ripescata dall'ultimo cassetto dell'armadio dove una volta frugavi anche tu, il sole che sghignazzava da dietro i vetri sporcati dal temporale, e una tendina anonima che non avevo mai notato.
È stato strano vederti scartabellare fra le mie cose. Strano familiare. Strano acre, strano confortante.
Strano nostalgico. E strano incazzato. Ma siamo sempre stati il genere di persone strane che s'incastrano bene negli spigoli.
E alla fine, oggi, l'asfalto non ha l'odore dell'afa che si stanca dell'estate e manda tutti a farsi fottere.
Oggi anche le buche sulla strada mi solleticano le suole delle scarpe. Oggi c'è uno strano sole, e uno strano odore di giornate ormai usate. Come se ci divertissimo a sfogliare per la cinquecentesima volta un album di foto, e alla fine si staccassero tutte perché il nastro adesivo non regge più.
Mi fa questo effetto l'asfalto, oggi. E le buche nel manto stradale, e i dossi che scuotono il telaio della moto mentre lui frena nel traffico. Anche se non sei con me, adesso, i miei jeans hanno il tuo odore, la mia giacca ha il tuo odore, e gli smile che ho scarabocchiato sulle tue scarpe ancora umide fuori dalla finestra mentre dormivi sono storti e tremolanti, ma sorridono davvero.
Per davvero.

And if your well is empty
Not a thing will prevent me
Tell me what you need,
what do you need


Camminare, e basta. Qui e là, chissenefrega. Vestiti presi in prestito e asciugati col phon senza nemmeno controllare il risultato. Infilarli a caso, scambiarsi i calzini mentre si zoppica fino al bagno. Sputare a turno il dentifricio nel lavandino. Incontrarsi nello specchio e perdersi nei dettagli, senza dover sempre controllare che qualcuno se ne accorga.
Tazze di the a raffreddarsi sui comodini e bollitori appena fatti che spandono vapore in cucina, e appannano i vetri.
Maneggiare un pallone di cuoio come una palla di cristallo.
Semplicemente guardarti, mentre corri per il campo improvvisato con quelle scarpe da tennis mezze sfasciate con i miei sorrisi sghembi disegnati sopra.

I surrender honestly
You've always done the same for me
So I would do it for you, for you


E mi piace l'espressione che hai quando torni saltellando a bordo campo con quel respiro un po' accelerato e le caviglie tremolanti.
Sa di erba tagliata e una serata lontana.
Sulla lingua ha il sapore dell'emozione che provo quando so che il mondo intero può tifare per te, ma solo io posso sentire l'odore che ha il tuo sudore mescolato a bagnoschiuma, deodorante e cera per capelli.
E a me.
Ti avvicini per uno di quegli abbracci innocenti di pacche sulle spalle e risate, ma so che il palmo della tua mano destra scivolerà più lentamente contro la mia schiena, e le dita della sinistra tracceranno cerchi e spirali sulla pelle scoperta della mia nuca.
So con morbida ed elettrizzata precisione come il tuo respiro andrà a scansare i miei capelli dal collo, come la punta del tuo naso solleticherà il mio lobo dell'orecchio, come le tue parole finiranno direttamente a cavallo del mio timpano.
“Beccati” dici. E basta. 
Poi lasci che le endorfine plachino l'ansia e la preoccupazione.
Un flash, e un altro, videocamere di cellulari e tablet sospesi in aria.
Beccati.

You're my back bone, you're my cornerstone
You're my crutch when my legs stop moving
You're my headstart, you're my rugged heart
You're the pulse that I've always needed


Ma tu corri, vicino ma non troppo, e posso vedere chiaramente a cosa stai pensando, fra una finta e un dribbling, da come le tue dita graffiano in aria i miei stessi ricordi.
Ricordi il temporale in una notte immobile come un'altra, e vetri appannati, e vapore condensato contro gli specchi.
Parole e silenzi.
Pelle, denti, spazi.
Ingurgitare aria e lasciarla andare a denti stretti.
Anche, ginocchia, caviglie e gomiti.
Sterno, polmoni, clavicole.
Scapole e vertebre.
Parquet bruciacchiato e spifferi dalla finestra socchiusa del bagno.
Dentifricio incrostato nel lavandino e calzini spaiati.
“Oops” ho detto ad un certo punto, nel mezzo di un movimento. Non so come abbiamo fatto a finire in quella posizione, ma ho sentito le tue costole contro il gomito. Sembravano quasi morbide.
Hai riso, per davvero, sottile e roco in mezzo ad un lampo che diventava tuono. Hai riso di me, e di te, e di quella stupida situazione, e della nostra stupida situazione.
Hai riso di una semplice parola, e di tutto quello che vuole dire.
“Ciao” hai soffiato nel mio orecchio, fra la piega incompleta di un ricciolo e l'increspatura della federa del cuscino.
Ciao.
Sei tornato.
Sono tornato.
Bentornato.

Like a drum my heart never stops beating for you
And long after you're gone gone gone
I love you long after you're gone gone gone
(Gone, Gone, Gone, Phillip Phillips)








Trallalllalalalala: e va beh, mi direte voi, sei di nuovo qui? Sì.
Ero intenzionato a lasciar passare un po' di tempo, ma ogni giorno, dove mi giro mi giro, cose Larry colonizzano la mia vita...Ieri sera la mia amata Selene mi ha fatto vedere un video meraviglioso con questa canzone, e io non ho potuto esimermi dallo scriverci qualcosa, visto poi che, nonostante tutte le dichiarazioni pubbliche e la "freddezza" di questi ultimi tempi, i Larry ieri erano insieme, e Lou aveva pure i jeans di Harry, quindi potete immaginare io come sto, e cosa la mia testa abbia partorito. Non solo potete immaginarlo, lo avete appena lettoXD
E niente...io vi adoro sempre. Grazie di tutto. Alla prossima!
La canzone è linkata nel testo e ve la consiglio!!!
   
 
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