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Autore: Utrem    30/08/2013    12 recensioni
Una simpatica parodia che ci farà prendere confidenza con gli antics ed i sotterfugi di Silente e con certi vecchi episodi riguardanti la scuola debitamente occultati per non comprometterne in modo irreversibile la reputazione.
Pronti dunque a far conoscenza con Hogwarts versione Mr. Hyde?
Genere: Avventura, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Severus Piton, Un po' tutti
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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   Nessuno fiatava, in quella stanza.
Troneggiava lo sfrigolio del focolare, che ormai vicino allo spegnersi emetteva pochissima luce, appena sufficiente per distinguere i tratti del volto di coloro che dimoravano nella camera.
Eventi come questo avrebbero dovuto regalare maggiore spazio alle generazioni di maghi che, insistentemente, si chiedevano perché cavolo ci fosse bisogno di fuochi, lampadine e fiaccole se bastava impugnare quel benedettissimo bastoncino e mormorare tra i denti “ Lumos Maxima ” per generare una luce che neanche una centrale elettrica avrebbe potuto eguagliare. Ma, ovviamente, il Ministero della Magia preferiva dedicarsi ad altre cose, come incentivare la produzione locale di Gelatine TuttiGusti+1 consigliando novità come Catrame, Pigna e Magnesio e creando cariche del Ministero assolutamente inutili per aumentare i posti di lavoro disponibili, come Custode del Protettore dell’Aiuto-Addetto alle Gabbie dei Gufi e Segretario del Tirocinante del Responsabile della Regolazione della Presenza della Metropolvere nel Mondo Magico.
D’un tratto, un forte sospiro irruppe nel silenzio, mandando alle stelle la pressione di colei che l’aveva udito.
"No, Albus, no!" sbraitò con ferocia quest’ultima, voltandosi di scatto verso chi aveva sospirato. "Te lo impedisco!"
"Ma, Minerva…" tentò ancora il Preside, il cui tremore dei polsi adagiati sulla scrivania segnava l’esordio inevitabile di un morbo di Parkinson incipiente.
"Ho detto basta! Non posso lasciare che tu corrompa mezza Hogwarts tutti gli anni per far vincere a Grifondoro la Coppa delle Case! Gli studenti non sono stupidi, prima o poi se ne accorgeranno!" spiegò Minerva, senza perdere il tono acceso.
"Ecco, proprio a proposito di questo, la Professoressa Sprite mi ha lasciato un bigliettino" annunciò Albus, sollevando gli occhiali dalla punta del naso per leggere un pezzetto di carta. "Oh! Dice che la mia camera alla Gringott è un paradiso. Tutti i giorni prima di andare a dormire fa un tuffo ritornato teso nei miei Galeoni. Dice che è molto rigenerante. Si è comprata una catena di serre di piante magiche con i miei soldi, non è magnifico? Ah, c’è anche una nota del professor Vitious!"
Stava per leggere il resto, quando Minerva gli strappò il foglietto di mano stizzita.  
"Mi vuoi far scoppiare, vero Albus?" lo rimbrottò, bruciando non verbalmente il pezzetto di carta con un tocco della bacchetta.
"Affatto, mia cara" replicò Silente, che succhiava avidamente dalla cannuccia uno dei suoi amatissimi sorbetti al limone "Anzi, vorrei che fosse uno stimolo che spingesse anche te a condividere un po’ dei miei dindini, ma disgraziatamente non hai mai accettato nulla…"
"Il denaro non m’interessa, Albus! Tecnicamente non avrei motivo d’esser dispiaciuta del fatto che la mia Casa vinca la Coppa ogni anno, se tu non stessi apertamente barando! Dai punti a Grifondoro per ogni volta che ti sturi le orecchie con il mignolo e ne togli altrettanti alle altre Case in una filastrocca che canti per addormentarti!"
"♪ 1 punto in meno a Serpeverde, 2 in meno a Tassorosso, 3 in meno a Corvonero ♫" incominciò tranquillamente il Preside, per essere subito fermato da un gesto brusco della Professoressa.
"Ti ripeto che i ragazzi non sono degli sciocchi! Da quando sono arrivati Potter ed i suoi amichetti non hai fatto altro che fare i calcoli per fare in modo che i punti di Grifondoro superassero quelli di tutti gli altri all’ultimo minuto, come quella volta in cui hai regalato 150 punti a Grifondoro perché Harry Potter si era allacciato le scarpe! Ripeto, si era allacciato le scarpe!"
"Era solo uno scherzo" si giustificò Albus ridacchiando.
"Uno scherzo che è costato una sconfitta immeritata per le altre Case che non sono abbastanza fortunate da godere del tuo favore" lo rimbeccò ancora la McGranitt.
"Ma cosa vuoi che sia una Coppa, in fondo! In questo modo insegno ai ragazzi quali sono le vere cose che contano nella vita, ovvero sognare di nuotare nel vasto mare, il doppione della mia figurina nelle Cioccorane  e ricordarsi d’accendere la luce quando c’è buio" spiegò Silente, che aveva appena finito il sorbetto.
"Uhm… mi sa che lei deve rivedere le sue priorità, signor Preside" osservò la Professoressa, riflettendo.
"Sì, forse. Ma, mentre ci penso, vado a farmi un giretto nella Torre di Astronomia. Voglio vedere una stella cadente ed esprimere un desiderio!" annunciò Albus, con decisione.
Minerva chiuse gli occhi dall’imbarazzo, per poi spiegargli pazientemente: "Non si tratta di stelle, ma di sciami meteorici".
Silente fissò Minerva negli occhi per un’eternità, per poi pronunciarsi con l’usuale pacatezza da santone: “Non me ne frega un cazzo!“ e balzò giù dalla sedia.
Solo a metà viaggio si ricordò che, a 113 anni, cominciava ad essere un uomo di mezz’età e fu in procinto di spaccarsi ambo le rotule e lesionarsi una cinquantina di tendini quando fu tempestivamente soccorso da Piton in persona.
"Buonasera, Professoressa. Salve, signor Preside" ringhiò, il caschetto di capelli unticci neri che ondeggiava in modo quasi ipnotico.
"Salve, Severus!" lo salutò Silente, rallegrandosi alla sua presenza. "Prego, accomodati."
Piton gelò tutti i presenti con uno dei suoi sguardi della serie 'Voi pivelli non mi eguaglierete mai'. Poi piegò accuratamente il mantello -non dovevano formarsi pieghe- e lo sollevò stirandolo in tutta la sua estensione, in modo da non sedercisi sopra. Infine si adagiò sulla soffice poltrona.
"A cosa devo la tua visita?" domandò il Preside, con una certa formalità.
Piton non se lo cagò proprio. Guardava fisso in un punto dietro alla scrivania, immobile quanto una delle armature di cavalieri che adornavano i corridoi.
Allora Albus insistette, a voce più bassa per non farsi sentire da Minerva: "Non mi dire che hai recuperato altre bozze delle lettere che avevo inviato a Gellert nello studio di Gazza! A dire il vero, non ho mai capito perché si trovino lì…"  
"Ho sentito delle voci dire che i particolari hot -specialmente quelli che includono l’utilizzo di un gatto a nove code e un costumino da Veela- che vi sono contenuti hanno il potere di far contorcere gli studenti dal disgusto. Un’arma di distruzione di massa, se mi consente la battuta. Comunque, no" rispose, con la solita voce dalla sfumatura lievemente sarcastica. "Sono venuto per dirti qualcos’altro. Ma prima, preferirei che la Professoressa McGranitt ci lasciasse."
Minerva e Albus si guardarono, senza capire.
Severus era serio ed imperscrutabile, lungi dal farsi scappare qualche indizio che accennasse all’argomento che intendeva trattare.
Un po’ risentita, Minerva se ne andò, lasciandoli soli.
"Se l’unica cosa che desideravi era che ti svelassi i dettagli contenuti in quelle lettere, Severus, avresti potuto dirmelo e avrei mandato via la Professoressa in un modo meno brusco."
"Hai intenzione di smetterla?" lo zittì Piton, sventolando con vanità il lungo mantello nero, che quel giorno si presentava particolarmente lucido e splendente. Prese a guardarlo con un certo compiacimento, ammirandone la stoffa e la fattura. La lunghezza e la larghezza erano in proporzione l’una con l’altra…
"Ehm… ma non dovevi dirmi qualcosa?"
… notava solo in quel momento che, se afferrava il mantello per un lembo e sollevava la mano, questo lo superava in altezza per diversi centimetri. Contemporaneamente, si accorse che un bottone era sbottonato e si mise di buona lena per inserirlo nell’angusta fessura…
"Oh, ma porco Salazar, Severus! Sono quindici minuti che sto qui a scartavetrarmi le palle, vuoi sputare il rospo o no?!"
Lo sfogo di Silente lasciò Piton lievemente turbato. Inoltre, gli venne un crampo ai muscoli del viso, perché erano tre settimane che non cambiava espressione facciale. Così, si accasciò sulla scrivania piagnucolante, con Silente che bestemmiava sottovoce.
Dopo che si fu ripreso, diede segno, finalmente, di voler parlare del motivo per cui era venuto.
"Aaaallooora…" cominciò Piton flemmatico, strascicando le vocali per un lasso di tempo così lungo che Fanny ebbe il tempo di incenerirsi e rinascere dalle proprie ceneri trenta volte e che Silente riuscì a concludere cinque partite di scacchi magici "Volevo dirti che… è successo qualcosa di terribile."
Albus, spaventato, indietreggiò per aggrapparsi agli spigoli della scrivania.
"Oh, santo cielo!" esclamò il Preside, già in preda all’angoscia. "È peggio di quella volta in cui Lavanda Brown ha consultato un tale Michael Jackson per schiarirsi la pelle presso un ospedale Babbano? C’è voluto un anno perché i genitori e i compagni la riconoscessero!"
"Peggio, signor Preside, molto peggio."
"Oh, per tutti i cinti erniari di Merlino! Non mi dire che è peggio di quella volta in cui Draco Malfoy propinò a Hagrid un Decotto Dilatante e questi gli aizzò contro figli, nipoti, pro e propronipoti di Aragog, Norberto, il Basilisco, tutti i Centauri della Foresta Proibita e Grop? La scuola fu evacuata, Lucius Malfoy intentò una causa contro Hagrid per gettarlo in gattabuia ma ovviamente perse, dato che il caro Mezzogigante è uno dei miei numerosi leccaculo e Ron Weasley vomitò aracnidi per tre mesi di fila! Comunque, reputo la reazione di Rubeus un tantino esagerata, considerando che su di lui la pozione non ebbe effetto!"
"Io non ne sarei così convinto… chieda a Madame Maxime perché cammina ancora con le stampelle. A ogni modo, la cosa che sto per riferirle è infinitamente peggio di quelle che ha nominato."
Albus strabuzzò gli occhi. Cosa poteva mai essere?
Persuaso dalla tragicità nell’espressione di Severus -che precedentemente si era prodigato in un’ora di esercizi dei muscoli facciali per ripristinarne la mobilità, indossando come tenuta sportiva un paio di pantaloncini prestatigli da Silente al quale li aveva prestati, a sua volta, la McGranitt -, decise di non fare più confronti, ma di attendere con rassegnazione l’orrenda notizia.
A Piton tremavano le labbra dalla rabbia e dall’indignazione, ma anche dall’amarezza, e anche per via dell’andropausa precoce, e anche perché gli sentiva di udire risate di fanciulli e lui le odiava, e anche a causa degli stinchi doloranti, ma soprattutto perché…
"A Harry Potter…" cominciò, annuendo piano con la testa mentre si accingeva a pronunciare il resto della calamità "… fa male la cicatrice!"
Lo sconcerto tolse a Silente l’equilibrio e stava di nuovo per capitombolare a terra, ma Severus lo raccolse un attimo prima che toccasse il pavimento e, tenendolo in braccio -era ancora molto debole- si avvicinò alla porta e la aprì con una pedata.
La scuola era a soqquadro.
Tutti fuggivano via gridando, fantasmi compresi, ed in lontananza si sentivano i lamenti di Harry, intervallati da sonori singhiozzi.
"Ahia! Mi fa tanto male! Aaaaah!"
"Harry, per l’amor del cielo, calmati! Hai solo preso una botta in testa!" esclamò Hermione, la cui voce rimbombò anch’essa per tutti i corridoi.
"Ahi! Voldemort! I comunisti! Gli Illuminati! Vespa! Nemesis! Barbablù! Gargamella! AAAAH! Lasciatemi in pace!"
"Sta delirando" commentò piano Piton.
"Bisogna soccorrerlo, o l’intero mondo magico precipiterà nel caos!" suggerì Silente.
E così i due si avviarono a consolare il piccolo schizofrenico.
Mi pare opportuno ricordare che Albus era ancora in braccio a Severus, e a questo proposito Pix intonò un “Pa-papapà, pa-pà-papà! Pà-papapà, papapà-pà-papà!” sghignazzando.




Ehilà!
Spero che questo primo capitolo vi abbia divertiti e, be', anche se non è stato così, vi invito a farmi sapere la vostra opinione tramite una recensione in modo che possa migliorare :)


 
   
 
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