“Ecco, questo è l’ultimo pacco.” Con quello Ruki e Reila avevano terminato di sgomberare il piccolo appartamento. Reita e Aoi erano andati a recuperare scatoloni in casa propria per aiutare. “Non so che fare…” disse lei, triste.
“Reila, non temere, puoi stare tranquilla con
me. Farò in modo che quel
tipo non entri mai in contatto con te. Non credere a ciò che
ti ha detto con
quella chiamata”.
“Sarà”.
“Su,
ora andiamo via, prima che mister pazzoide ci scopra” disse
Kai “Vieni,
Emi.”
“Vieni,
Reita” disse Aoi.
“Portiamole a casa mia, così la mia Reila
sarà al sicuro”.
Il
giorno dopo, Reila era con Ruki al konbini vicino casa.
“Vorresti regalargli le piante, ai miei amici? Per
sdebitarti, immagino.”
“Esattamente, Ruki. Amore mio… Guarda
quelle piante lì! Sono le piantine
perfette!”
“Sono
piccole piantine carnivore! Carina,
l’idea…”
e Ruki la guardò come se fosse indemoniato.
“Beh… Reita ed
Aoi hanno il problema delle mosche… credo che una piccola
piantina carnivora
faccia al caso loro. Poi magari la chiamano Cleopatra.*”
“Prendiamole e
paghiamo tutto… Pago tutto io.”
“Che?! Ah, no, no… E’ il mio
regalo, perché sono io che mi
devo sdebitare.”
“Va
bene… ma solo perché mi
piaci…”
Lo
stesso pomeriggio, per non stressare le piccole bambine,
come le chiamava sempre Reila, le portarono dai loro nuovi
padroni.
“Oh, Reila, come mai qui? Ciao, Ruki.” disse Reita.
“Credo che con questo piccolo regalo sistemerete il problema
delle mosche. A proposito di coppie, dov’è il tuo
ragazzo?”
“Sotto la doccia” rispose Aoi.
“Oh, una deliziosa piantina carnivora. Che
gentili…Grazie!
Restate per cena?”
“Magari passiamo, Reita, ma abbiamo altre due
piantine da consegnare ai
nuovi padroni. Forse… Forse si. Invitiamo anche gli altri,
già che ci siamo?”
Passarono da Kai ed Emi, che sistemarono
felici la loro Mano, come l’avevano battezzata. Dissero anche
se volessero
mangiare da Reita. “Ah,
Ruki, cosa
mangiano di solito Reita e Aoi?”
“Uhm…
Direi pollo
fritto e ramen.”
“Perfetto, allora vanno bene anche a me. Ora
andiamo da Uruha, vi
passiamo a prendere dopo!”
Arrivarono tutti in perfetto orario da Reita, dove per
caso, mangiarono
proprio ciò che aveva detto Ruki.
“Prepariamo il caffè, neh?”
disse Kai.
“Uhm…
Veramente non siamo molto
pratici, anche se siamo i padroni di casa…” disse
Aoi imbarazzato.
“Nemmeno
io ne sono in grado, mi spiace, Kai, sul serio” disse Reita.
“Facciamo noi donne, allora.
Potere alle femmine!!”
“Va
bene, Emi… Dovrei saperlo fare, un buon caffè!
Dove sono le tazzine?”
“In
quello scomparto lì… Aspetta, le prendo io,
Reila”
“Ok…” quando
se le trovò ordinate su una tavoletta le portò in
cucina. Si sbrigò a fare i caffè
ed a servirli con l’aiuto di Emi.
“Ruki
vocalist, sbaglio oppure… Tu hai totalmente perso la
testa per lei?”
“Da
che lo hai capito, Urupon?”
“Beh…
Sei diventato estremamente produttivo sia sul fronte della musica, che
su
quello dei testi, da quando la conosci.”
“E’
vero, me ne sono innamorato, ed anche follemente.”
Erano
già passati alcuni mesi da quando i the Gazette si erano
formati. Le piccole live house sparse per il Giappone iniziavano sempre
di più
a richiedere la loro presenza, perché i giovani volevano
solo ballare, e loro
li facevano ballare.
“Ruki…
Vieni qui?” lo chiamò Reila, con la sua vocina
stridula.
“Certo,
Reila… Che c’è?”
“Vorrei un abbraccio…”
Si trovavano tutti nel piccolo backstage della live house. Sul
palco c’era un piccolo schermo che fungeva da karaoke,
mandando i testi delle
canzoni di Ruki.
“Ragazzi… Guardate chi
c’è!” se ne uscì Uruha.
“Chi
vuoi che ci sia,
qui, oltre a noi?” rispose Aoi.
“Quella
persona.”
“Eh? Mah… Io non vedo
nessuno.” Stavano sbirciando da uno spiraglio nel
muro, da dove si vedevano le persone che avrebbero assistito al loro
concerto.
“Reita? Reita… Ma che sta
facendo quel tizio in gonnella rosa?”
“Chi, quello… Direi che
sta andando via… No, aspetta! Quello viene qua da noi!
Aiutaci, Kai!”
“Va bene, state calmi. Magari vuole sapere chi
siamo e dovremmo
ringraziare il signor cantante qui per l’idea che ha
avuto…”
Quella persona entrò. “Salve, mi
chiamo Kisaki. Ovviamente è il nome d’arte,
ma basta che voi mi conoscete in questo modo. Vi seguo fin
dall’inizio, siete i
Gazette, vero?”
“Si…
Si, siamo i Gazette.”
rispose Aoi.
“Mi avete incuriosito molto, la prima volta che
vi ho visto alla
stazione di Shinjuku. Mi siete sul serio rimasti impressi. Vediamo che
cosa
cantate stasera.”
“Va
bene. Forza, andiamo ragazzi!”
Suonarono
le loro canzoni, che peraltro il pubblico pareva
amare. Ballarono anche molto, e quando tornarono nel backstage, alla
domanda di
questo Kisaki dalla gonna rosa in stile sweet lolita
“Com’è andata?” risposero
stanchi “E’ stato divertente.”
“Sto
cercando nuovi artisti da produrre, per la mia etichetta
indipendente, la Matina.”
“Noi casualmente stiamo cercando un produttore, al posto del
poll…” iniziò Ruki.
“Ehehehe… Non ci badate, Kisaki
Sama…”
“Dov’è che provate? Potrei
saperlo?”
“Proviamo in casa mia. Non abbiamo abbastanza soldi, quindi
cerchiamo di arrangiarci come possiamo. Guardi le foto che ha scattato
Reila
mentre provavamo. Come vede ci sono confezioni di uova incollate ai
muri.”
“Oh… Mio Dio…”
Da
qui ebbe inizio la fruttuosa collaborazione dei
The Gazette con Kisaki, che li produsse per i primi anni. Allo scadere
del loro
contratto, ne firmarono un altro con la Peace and Smile Company.
Successivamente passarono alla Sony Music Entertainment Japan. Per
quanto
riguarda la sfera privata, invece, Ruki e Reila si sposarono, ma non
poterono
mai dare voce al loro desiderio d’amore perché
Reila per motivi oscuri si
suicidò.
Gli
altri componenti sono invece rimasti molto
vicini a Ruki, ed a tutt’oggi continuano la scalata verso il
successo.
*Cleopatra: la
pianta carnivora di Morticia Addams, che davvero non so cosa
c’entri, ma quel
giorno mi ispiravano molto le piante carnivore.
Chiedo scusa se
l’ho terminata così, di colpo. Ma mi andava di
inserire questo finale. Per quanto
riguarda Reila, si dice che sia sul serio stata la ragazza di Ruki, e
che si
sia suicidata per motivi non chiari (uso molte voci di corridoio, lo
so…)