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Autore: _Atlas    30/08/2013    2 recensioni
[Dalla storia]
Sempre più incredulo, il mago osservò la pelle coriacea e squamosa della creatura divenire brace e dissolversi in cenere. Ma vide anche il guerriero assorbire l'anima del drago che, come un vento caldo e luminoso, si avvolgeva e convergeva nel suo corpo.
E l'unica parola che permeò nella mente di Marcurio mentre scivolava con occhi offuscati nel nero dell'oblio, fu:
Dovahkiin.
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Ecco il "prequel" della mia precedente ff, Lettera ^^
Qui ho presentato il personaggio del sangue di drago, che nella sopracitata era solo menzionato.
Anyway, buona lettura!
Genere: Azione, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sangue di Drago


 

Il Drago del Sangue spalancò le grandi fauci ed eruttò un getto di fuoco che Marcurio evitò a stento, spostandosi di lato e scivolando a terra a causa del ghiaccio e della neve che rivestivano interamente lo spiazzo montano.

Quel viaggio si era tramutato in una disgrazia.

Lo stregone apprendista, in cammino verso Solitude -la capitale imperiale di Skyrim-, si era unito ad un gruppo di soldati di ritorno da una missione. Decisione che avrebbe giovato a tutti, poiché i legionari avrebbero potuto contare sulla difesa magica, e dal canto suo Marcurio avrebbe avuto una guida sicura per giungere alla città.

Poi però un drago aveva fatto la sua comparsa, ed aveva in fretta eliminato i compagni di viaggio del mago, totalmente impreparati ad affrontare un avversario simile.

Nessun incantesimo di Distruzione sembrava aver funzionato, e ben presto l'apprendista aveva iniziato ad utilizzare soltanto magie di Recupero e scudi magici per se stesso, ma le energie ormai gli stavano venendo a mancare.

Il dragone lo osservò con occhi scintillanti di maligna curiosità e, inclinando leggermente l'enorme testa squamosa, borbottò qualcosa nell'Antica Lingua con una voce che pareva arrivare direttamente dal centro del mondo. Forse il dovah si stava semplicemente chiedendo come mai non era ancora morto.

O forse si era stancato di giocare con lui, poiché la creatura spalancò nuovamente le fauci ed allargò la gola, preparandosi a lanciare un nuovo soffio di fuoco.

Marcurio non provò nemmeno a muoversi, ne tentò di creare uno scudo magico per proteggersi.

Lui non era un Nord, un nativo di Skyrim, ma aveva bensì sangue Imperiale, e perciò il freddo lo aveva privato anche delle ultime energie rimastegli. Era ferito, e stanco, così si limitò a guardare il lento susseguirsi degli eventi, osservando con scrupolosa attenzione ogni dettaglio; dalla lucentezza delle squame del possente dragone, alle brillanti stalattiti che decoravano gli abeti raggruppati attorno lo spiazzo, quasi fossero un pubblico silente e disinteressato.

Tutti i suoni divennero improvvisamente distanti, ed il mondo attorno a lui indistinto: se doveva partire per l'Aldilà, si sarebbe goduto lo spettacolo.

Il mago osservò con estrema attenzione e minuzia la creatura riempire i polmoni d'ossigeno, emettendo un suono profondo e raschiante.

Poi, quando il dragone fu sul punto di rilasciare il soffio, Marcurio si sentì stringere ad un corpo, ritornando bruscamente alla realtà, e dallo straniero venne sollevato uno scudo che deviò e disperse l'attacco a loro indirizzato. Confusa, la creatura interruppe l'attacco e sibilò qualche astiosa parola.

Prima che potesse accadere altro, l'apprendista fu sollevato di peso e condotto di corsa verso alcuni massi. In quel momento, il Drago del Sangue ruggì da scuotere la terra e si alzò in volo, in un turbinio di neve e ghiaccio.

Marcurio si fece forza e, aggrappandosi al suo "salvatore", cercò di agevolarlo tentando di camminare quanto più veloce poteva.

Giunti dietro l'esiguo e provvisorio riparo, l'uomo lo aiutò a poggiarsi a terra e si assicurò sommariamente che stesse bene, poi frugò velocemente nella sacca che teneva appesa alla cintola e gli porse una pozione di cura.

"Resta qui, è un posto sicuro." Disse lo sconosciuto, sollevandosi.

"Aspetta..!" Ma la debole invocazione di Marcurio si perse nella gelida aria montana, e l'altro corse al centro dello spiazzo innevato, sguainando un'argentata spada nord e gettando lo scudo da una parte: probabilmente era quello di uno dei legionari morti.

L'apprendista ebbe così modo di vedere l'uomo che lo aveva tratto in salvo, seppur brevemente e di spalle, e constatò che pareva in tutto e per tutto un mercenario. E a quanto pareva era un fiero nativo di Skyrim, poiché tutta la sua armatura era di foggia Nord, in acciaio decorato e dalle rifiniture in pelliccia nera.

L'apprendista stappò velocemente e con mani intirizzite dal gelo la boccetta scarlatta, e ne bevve il contenuto dall'inafferrabile sapore d'umidità.

Si sentì quasi subito rinvigorito, e recuperò un po' di lucidità.

Alzando gli occhi al cielo, vide il drago ruggire e, con un rombo, atterrare nuovamente sullo spiazzo sferzato dal vento, a pochi metri dal guerriero. Il mago, a quel punto, sentì una morsa di preoccupazione stringergli il petto per quel coraggioso scellerato che stava per affrontare la creatura a viso aperto.

Il dragone gorgogliò delle frasi di scherno e spostò il peso in avanti, preparandosi ad attaccare.

Istintivamente, Marcurio si sporse dal riparo e si concentrò per accumulare potere nei palmi, cercando di caricare due attacchi magici, fiamme e scintille, pur essendo conscio della loro debolezza contro un essere così potente.

Il drago spalancò le fauci, preparandosi all'attacco.

L'apprendista stregone sentì una gelida scarica di tensione percorrergli la schiena, ma poi assistette ad una scena che che non avrebbe mai più dimenticato: il guerriero sollevò la testa, raccolse quanta più aria che poté nei polmoni ed urlò.

Marcurio, incredulo, osservò come il Thu'uum si infrangeva sul drago, colto così alla sprovvista da essere costretto a soffocare il suo attacco, facendolo addirittura barcollare ed indietreggiare. L'uomo a quel punto, sfruttando il momento, sollevò la spada e preparò un attacco caricato.

L'apprendista ragionò in fretta e, concentrandosi al limite delle sue stesse possibilità, scagliò entrambi gli incantesimi sulla lama dell'arma, imprimendo fiamme ed elettricità direttamente nell'acciaio, per un unico colpo.

Dopo aver utilizzato a quel modo le poche energie rimastegli, Marcurio si sentì come svuotato e dovette premere i palmi a terra per non cadere, ma fece forza su se stesso per restare cosciente ed osservare lo svolgersi della battaglia.

Quando gli incantesimi pervasero la spada, il guerriero quasi non se ne rese conto, e calò l'arma sulla testa del drago ancora frastornato che, con un ultimo e lacerante ruggito, si accasciò al suolo, con il corpo ancora pervaso dalla magia che il colpo aveva liberato.

Sempre più incredulo, il mago osservò la pelle coriacea e squamosa della creatura divenire brace e dissolversi in cenere. Ma vide anche il guerriero assorbire l'anima del drago che, come un vento caldo e luminoso, si avvolgeva e convergeva nel suo corpo.

E l'unica parola che permeò nella mente di Marcurio mentre scivolava con occhi offuscati nel nero dell'oblio, fu: Dovahkiin.

 

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Lo stregone apprendista si destò.

Si accorse di trovarsi in un locale chiuso, immerso nella tremolante semioscurità creata dalla luce di una candela. L'ambiente era tiepido e rassicurante, perciò l'ansia che lo aveva colto appena sveglio fu in parte dissipata.

Nel frattempo Marcurio realizzò anche di trovarsi coricato in un letto e, voltando leggermente il viso a sinistra, mise a fuoco la figura di un uomo, seduto su di una seggiola a lato della branda. A quanto poteva notare, era preso dalla lettura di uno spesso volume rilegato.

Riconobbe nei tratti del giovane il Sangue di Drago che gli aveva salvato la vita, anche se questa volta poteva vederlo in faccia. O meglio, poteva immaginare dove fosse la faccia, visto che immerso nel buio com'era si vedeva solo lo scintillio di un paio d'occhi grigi.

Il mago fece per mettersi a sedere, ed effettivamente ci riuscì, anche se solo per metà: qualsiasi movimento gli costava una fatica immane e gli provocava intensi capogiri.

Gli occhi di ghiaccio del Dovahkiin si sollevarono dalla lettura per posarsi su di lui, indagatori e curiosi.

"Come ti senti?" Domandò.

La sua voce leggermente roca risuonò nel silenzio.

Marcurio rantolò. "Mai sentito meglio." Rispose sarcastico, sorridendo lievemente. Poi assottigliò lo sguardo ambrato e lo fissò sullo sconosciuto, inclinando leggermente il volto.

"Ed io a chi devo la mia salvezza?" Domandò garbato, ma cauto.

Il guerriero richiuse il tomo con uno schiocco sordo e lo poggiò sul comodino, dopodiché si spinse avanti di un po' con la sedia, emergendo finalmente dalla semioscurità. La luce tiepida e soffusa della candela tremolò, quasi sembrasse indugiare sul volto del giovane uomo.

Egli era effettivamente un Nord, come Marcurio aveva supposto, e pareva avere la sua stessa età.

Una rada barba scura gli infoltiva la parte inferiore del viso, e ciocche di capelli color mogano gli ricadevano morbidamente ai lati della fronte. L'inclinazione delle sopracciglia e la linea decisa della mascella gli davano un'espressione costantemente preoccupata e forte, ma gli occhi del colore dell'argento, che scintillavano vivaci e fanciulleschi, ed il sorriso bonario che gli increspava le labbra contribuivano a dargli un aspetto rassicurante.

"Il mio nome è Gail, mago." Fece il guerriero, ponendosi il pugno destro sul cuore ed accennando un leggero inchino con il busto, come da tradizione.

"Io sono Marcurio, Dovahkiin." Rispose l'apprendista, ripetendo a sua volta il saluto, solenne.

"Marcurio." Ripeté Gail, trasognato. "Mi piace come suona… In ogni caso, siamo in una locanda a Solitude, se te lo stai domandando. Se invece non te lo eri chiesto, mi ritengo onorato della fiducia riservatami."

Il mago sorrise. Davvero, quel guerriero aveva un certo comportamento, una cadenza che richiamava alla fanciullezza.

Si mostrava in modo giocoso, con quella praticità discorsiva e quel velato candore che solo i veri coraggiosi -o i giovinetti- potevano ispirare. Ma tenne quelle elucubrazioni per sé.

"Grazie per avermi salvato la vita." Disse invece.

Gail chiuse gli occhi ed agitò distrattamente una mano, come se l'affare non fosse suo e dovesse scacciare complimenti che non meritava.

"Dovere." Rispose con noncuranza, come se salvare persone da draghi inferociti fosse affare da tutti i giorni.

Anche se in effetti, ragionò poi l'apprendista, per un Dovahkiin forse era davvero una cosa frequente.

Calò un momento di silenzio.

"Beh…" Esordì il guerriero dopo un po', piantandosi i palmi sulle ginocchia e drizzando la schiena. "Sei sveglio, salvo e più o meno sano, questa è la capitale di Skyrim e la locanda è pagata per un altro giorno. Arrivederci, mago, e vedi di rimetterti in salute!" Detto questo, si alzò energicamente dalla sedia, afferrò la saccoccia appoggiata all'angolo della stanza e si diresse alla porta.

Marcurio, il quale aveva osservato gli spostamenti di Gail piuttosto confuso, si riscosse e decise il da farsi in una manciata di secondi.

"Aspetta!" Cominciò, sollevando leggermente un braccio, come nell'atto di fermare l'uomo.

Il guerriero si bloccò e si volse a guardarlo con aria interrogativa, la mano appoggiata al pomello della porta.

"I-Io me la cavo piuttosto bene nelle Arti Arcane, e-e nel tiro con l'arco… Inoltre so incantare armi e… e…" Deglutì. "Tu mi hai salvato la vita, ed intendo renderti il favore." Fece tutto d'un fiato, guardando Gail negli occhi. "…Se me lo permetterai." Mormorò infine, riabbassando lo sguardo.

Il Sangue di Drago dischiuse le labbra, come se fosse sul punto di dire qualcosa, ma rimase in silenzio. Era vero che l'apprendista stregone aveva dato prova delle sue abilità. Nessuno, in effetti, era mai sopravvissuto così a lungo fronteggiando un drago, per giunta al primo approccio. Ma lui era abituato a viaggiare solo...

D'altra parte un mago dalla sua gli avrebbe di certo fatto comodo, e nemmeno gli sarebbe dispiaciuto avere un compagno di viaggio con il quale condividere trionfi e fallimenti, riposo e fatica… e soprattutto qualcuno con cui colmare il silenzio e condividere pensieri.

Finito di rimuginare, il guerriero posò a terra la sacca e, sorridendo, si avvicinò all'apprendista.

"Mio caro 'Curio," esordì, tendendogli un braccio. "pare proprio che tu abbia trovato un compagno di viaggio."

Il mago sorrise a sua volta e gli strinse la mano.

Avevano preso un accordo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'Angolo di Zazzy

 

-Perché Marcurio è sempre Marcurio XD e chiamarlo 'Curio è troppo carino

Btw, finalmente ho presentato Gail! Tanto non servirà a nulla, visto che questa sarà con tutta probabilità la seconda e ultima fanfiction scritta da me su Skyrim X3 ma mai dire mai, chissà. (ma anche no. NdTutti)

 

Come al solito, sono certa che non ci sono errori di grammatica perché la storia l'ha betata la mia prof d'italiano ^^ (una certezza, yeee!)

Il mio commento personale? CHE PALLE.

E' una storia noiosissima! Troppe descrizioni, e le scene d'azione a me non riescono XD

Tutti coloro che hanno finito di leggerla nonostante la bile che schiumava ai lati della loro bocca per la noia mortale, hanno il mio assoluto rispetto.

 

Alla prossima, brochachos! ^^ (ma anche no. NdTutti)

 

Bacioni <3 Zazzy

 

   
 
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