Era solo Diego in quel momento.
La maschera era stata tolta e Raimundo, come svegliatosi da un brutto sogno, stava guardando in faccia Diego.
Il giustiziere si era rivelato!
Si guardarono negli occhi, nessuno dei due proferì parola. Lo stupore era generale ma tra i due contendenti sembrava non esistere nient'altro che loro due. Era cominciata la lotta:
Il loro pubblico era sbigottito, tra questi Lolita  e De la Vega Senior. Nessuno credeva a ciò che aveva visto. Più che altro, era incredibile vedere chi si celasse dietro quella maschera perché il sospetto poteva benissimo ricadere su altrettanti giovanotti e ben più accreditati di Diego. Invece, il meno probabile di tutti a vestire quel costume e indossare quella maschera era proprio lui.
Diego ora era libero di essere se stesso, Zorro ora non serviva più perché la maschera era stata rimpiazzata dal vero Zorro, ovvero Diego.
Addio doppia identità, addio recite, addio il Diego stupidotto e pauroso. Ora c'era il vero Diego.
I due spadaccini si affrontarono, lottarono con foga. Nessuno dei due si risparmiò e né risparmiò l'avversario. Raimundo era ancora scioccato (e si vedeva) ma cercava di avere la meglio sul suo nemico. Invano.
Le lame fischiavano. I colpi di Diego erano precisi e lucidi, quelli di Raimundo erano guidati anche dalla rabbia. Lembi di vestiti furono strappati e fiotti di sangue zampillavano dalla pelle nascosta al di sotto di essi . Era la lotta per eccellenza. Quando le lame non bastavano, allora si arrivata ad usare le arti marziali. Raimundo non era allenato a questo ma Diego invece sì. Cercava di non colpirlo ma di farlo arretrare. Era una lotta. La sfida finale di tutta una vita. Quella che avrebbe decretato il vincitore e il vinto.
Un ultimo colpo e il despota cadde a terra.
Diego gli puntò la punta della lama alla gola, lo guardava con disprezzo ma non lo uccise.
Perché lui non era come il suo nemico. Lui era un giustiziere e non un assassino.