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Autore: Marauder_    01/09/2013    1 recensioni
"Erano ormai passati tre mesi dalla sconfitta del Signore Oscuro, anzi, di Lord Voldemort (ormai il suo nome non faceva più paura quasi a nessuno) quando Harry Potter ricevette un gufo con legato alla zampa quel messaggio.
Nessuna firma, nemmeno un'iniziale, neanche un'idea su chi potesse essere il proprietario del piccolo gufo nero che era appena entrato dalla finestra di casa Dursley."
Mai Harry avrebbe potuto immaginare che di lì a pochi giorni si sarebbe trovato di nuovo faccia a faccia con uno dei suoi più grandi nemici, Draco Malfoy. Che cosa vorrà da lui questa volta?
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Il vero Draco Malfoy

 

 

 

Dobbiamo parlare.

Mi farò trovare a Privet Drive giovedì prossimo alle 2 di notte.

Non mancare, è importante.

 

Erano ormai passati tre mesi dalla sconfitta del Signore Oscuro, anzi, di Lord Voldemort (ormai il suo nome non faceva più paura quasi a nessuno) quando Harry Potter ricevette un gufo con legato alla zampa quel messaggio.

Nessuna firma, nemmeno un'iniziale, neanche un'idea su chi potesse essere il proprietario del piccolo gufo nero che era appena entrato dalla finestra di casa Dursley.

Harry, che nel frattempo era diventato ancora più famoso di quanto non lo fosse già, aveva deciso di allontanarsi dal Mondo Magico per un po' di tempo.

Era tornato in Privet Drive numero 4 per recuperare alcune cose dimenticate prima di partire per la Guerra, e sapeva che presto se ne sarebbe andato via da quella casa e dal mondo babbano, probabilmente per non tornarci mai più.

Soprattutto però, era tornato perché era stufo di venire indicato e applaudito da chiunque lo incontrasse e di leggere il suo nome sui giornali vicino ai titoli Il più giovane grande mago di tutti i tempi, oppure Il ragazzo che sopravvisse due volte.

Qualche giovane strega gli aveva addirittura chiesto l'autografo.

Non che Harry non fosse orgoglioso di ciò che era riuscito a fare, ma non sopportava che nessuno ricordasse mai che non aveva affrontato il Signore Oscuro da solo.

Probabilmente senza l'aiuto dei suoi migliori amici Ron e Hermione e di tutti gli altri grandissimi maghi che gli erano stati sempre affianco, sarebbe morto al primo anno di scuola ad Hogwarts.

Comunque, Harry odiava trovarsi sotto i riflettori e così era scappato di nuovo a Little Whinging, dove quasi nessuno poteva sapere chi era e che cosa era riuscito a fare.

Nemmeno stare a casa Dursley però poteva considerarsi una vacanza, visto l'incommensurabile odio provato dagli zii nei confronti del nipote.

Ogni scusa era buona per allontanarsi da quella famiglia; Harry era quindi prontissimo ad andare a quell'appuntamento misterioso.

Passò i giorni fantasticando sull'anonimo mittente del messaggio: era forse Ginny, che aveva deciso di fargli una sorpresa? O la sua pazza amica Luna?

 

Giovedì notte Harry sgattaiolò fuori dalla porta d'ingresso e si sedette sul marciapiede, aspettando che succedesse qualcosa.

All'improvviso un rumorosissimo crac qualche isolato più in là annunciò la materializzazione di qualcuno, sicuramente il misterioso autore del messaggio.

Harry, dopo essersi assicurato che non ci fosse nessuno nei dintorni, corse a vedere di chi si trattava.

Dei capelli biondissimi, quasi bianchi, spuntarono tra le foglie di una siepe, seguiti da un viso pallidissimo e scarno.

Due occhi tristissimi e cerchiati di nero brillarono alla luce dei lampioni che illuminavano Privet Drive.

Harry ci mise un po' a riconoscerlo: era Draco Malfoy, uno dei maghi che più odiava sulla faccia della terra.

Draco aveva affiancato il Signore Oscuro per molto tempo, arrivando quasi a consegnargli Harry stesso, anche se poi non ne aveva avuto il coraggio.

Non era la prima volta che i due si affrontavano, ma questa volta Draco pareva talmente debole e malato che Harry non sentì nemmeno l'impulso di prendere in mano la bacchetta.

Non sapeva proprio cosa fare: aveva una grandissima voglia di fargliela pagare per tutte le volte che si era messo contro di lui tentando di umiliarlo.

Alla fine decise di andarsene: non avrebbe sprecato nemmeno un secondo di più per una feccia come Malfoy.

“Potter, aspetta!” Harry si fermò, ma non si voltò.

“Ti prego, ti devo parlare” la sua voce era quasi un sussurro.

“Che cosa vuoi da me, Malfoy?” chiese quindi Harry, rabbioso.

“Io.. io devo chiederti scusa” Harry spalancò gli occhi, sicuro di aver capito male “So che è una cosa stupida, penserai che sono qui a parlarti solo perché Tu-sai.. perché Voldemort è caduto, ma davvero, io non riesco a non pensare che.. Che tu mi hai salvato la vita due volte, quella notte.”

“Vattene, Malfoy. Non farmi pentire di averlo fatto.” rispose Harry stringendo la bacchetta nella tasca.

“Lo capisco, è giusto che tu sia furioso con me. Volevo solo che sapessi che ti sono veramente grato per aver avuto pietà di me quella notte.. E che sono davvero dispiaciuto per tutto ciò che ti ho fatto. Non mi meritavo di venire salvato. Probabilmente, se non avessi avuto così tanta paura di mio padre, non sarebbe successo niente di tutto ciò.” sembrava che Draco stesse scegliendo in maniera molto accurata ogni parola che faceva uscire dalla sua bocca.

“Che vuoi dire?”

“Beh, sono un Malfoy e i Malfoy hanno sempre appoggiato Voldemort e le sue idee.. Se io mi fossi comportato diversamente avrei disonorato la mia famiglia e mio padre ha sempre sostenuto che non c'è cosa più grave di disonorare il proprio nome. Ero terrorizzato all'idea che lui potesse sapere ciò che io pensavo veramente.”

“E cosa pensavi veramente?”

“Molte volte ho pensato di fuggire, ho pensato che quello che stava succedendo non era quello che volevo davvero.”

“E perché mai dovrei crederti, lurido traditore?” sibilò Harry.

“Non mi aspetto che tu mi creda, volevo solo che mi ascoltassi. Ah, e volevo anche consegnarti una cosa..” così dicendo tirò fuori una collanina d'oro dalla tasca.

“Ecco, mio padre l'aveva rubata al tuo quasi 18 anni fa e ho pensato che fosse giusto che l'avessi tu.”

Lanciò la collana ad Harry: aveva un ciondolo che aprendosi mostrava una foto di Lily e James Potter che si abbracciavano e sorridevano.

Harry rimase senza parole: niente riusciva a toccarlo come il ricordo dei suoi genitori.

Con quel gesto, Malfoy aveva appena guadagnato il suo rispetto.

“Grazie, Draco.” sussurrò Harry.

“Mi sembra il minimo. Allora io.. Tolgo il disturbo.”

“D'accordo.. Ciao”

“Ah Harry, aspetta! Non dire a nessuno di questa notte, per favore. Ci sono ancora molte persone che mi ucciderebbero se sapessero cosa ho fatto.”

Harry annuì, si voltò e dopo pochi passi sentì di nuovo il crac dell'incantesimo della smaterializzazione.

 

Mai e poi mai si sarebbe potuto aspettare un incontro del genere, ma in fondo gli aveva fatto piacere.

Anche Harry sapeva che Malfoy non si era mai meritato la sua pietà e sentirselo dire proprio da lui aveva vagamente attenuato l'odio che provava nei suoi confronti.

Aveva sempre mantenuto la promessa: non aveva mai raccontato a nessuno le parole di Draco, l'aveva semplicemente continuato a rispettare, salutandolo educatamente quando lo incontrava, e rimanendo zitto quando qualcuno parlava male di lui, aspettandosi da Harry qualche segno di consenso, che però non arrivava.

Non sapeva nemmeno lui perché, ma alla fine aveva deciso di credergli; Malfoy era davvero stato succube di suo padre.

In effetti, se ne sarebbe potuto accorgere anche durante tutti gli anni passati insieme ad Hogwarts.

Peccato che Draco fosse riuscito a trovare il coraggio di prendere le sue scelte da solo quando ormai era troppo tardi.

 

  
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