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Autore: Stilistire    01/09/2013    1 recensioni
(Tratto dal primo capitolo)
Presi il cane e gli allacciai il guinzaglio al collare. Io e zia iniziammo a camminare e chiacchierammo. Ricordammo i bei momenti, mi raccontò delle sue avventure da piccola fra quei campi, mi raccontò di quando viveva ancora e qua e di quando si trasferì a Firenze con suo marito. Una macchina stava percorrendo quella stessa strada. Vidi un un uomo che guidava e un ragazzo al suo fianco. La macchina mi passò accanto e il ragazzo protesse la testa di fuori dal finestrino, recitando queste parole - non so se é più bello il cane o la padrona- . Mia zia non sentí, visto che stava dall'altro lato. Improvvisamente, pensai di quanto fosse stato maleducato e narcisista, e forse lo penso ancora.
Questa storia parla di una ragazza di nome Irene, a cui dispiace della decisione della zia sul fatto di vendere la casa ereditata attaccata proprio a quella sua e dei suoi genitori. Il suo nuovo vicino gli scombussolerà la vita. Lo odierà, ma gli vorrà anche bene, lo consiedererà sempre uno stronzo, ma imparerà anche ad amarco per com'é fatto. - NESSUNO É PERFETTO-
Buona lettura!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico
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CAPITOLO 1 . Come era prima. Non stavo passando un bel momento. Era uno di quei periodi della tua vita che non riesci proprio a sorridere. In realtà in quel periodo sorridevo, anche tanto, ma poi pensando a ciò che sarebbe successo, mi attristavo improvvisamente. Era un periodo a metá. Non era di certo colpa della scuola, anzi andavo bene in tutte le materie, non era la mia vita che non mi soddisfava, ma solo quel dannato pensiero che sarebbe cambiato tutto mi rendeva infelice. Mi spiego meglio. Amo la mia casa, la amo veramente. In realtá amo più quello che c'é intorno che la casa stessa. Amo il verde che la circonda, tutti quegli alberi, sempreverdi e non che gli segnano il confine. Amo quell'amaca appesa tra due alberi che mi culla quando mi ci accascio sopra, amo quei fiorellini che sbucano dalla reticella del giardino e amo anche quel mucchio di Rosmarino che fa quasi da siepe. Ma la cosa che credo di aver amato di piú, era la casa attaccata alla mia, dove vivevano mia zia e mil zio, " vivevano" per modo di dire, visto che ci abitava solo per un mese d'estate, e il resto dell'anno lo passava a Firenze con la sua famiglia . Io e zia eravamo legate come due sorelle, si credo proprio cosí. Gli stavo sempre appiccicata, e gli volevo un bene dell'anima. Con zio mi divertivo un mondo a parlare di calcio e strafottere la sua amata Fiorentina, squadra che ha sempre amato e giocavamo a carte, scala 40 per la precisiome. Un giorno zia vendé, non per volere suo, ma forse é stata spinta da suo fratello, cioè mio zio, che ereditava la metà della casa come lei. La vado a trovare a Firenze almeno due volte l'anno, ma non é più com prima. ****** - ho visto che hai deciso di vendere- dissi con tono schifato. - lo sai Ire, se la casa fosse solo mia, l'avrei tenuta, ma sai com'é mio fratello , non gli piace proprio codesta casa- rispose attristandosi. - hai già trovato qualcuno?- chiesi. - dovrebbe venire qualcuno domani a vedere casa, mi ha telefonato prima l'agente immobiliare- rispose posando gli occhi in basso. - ah..- furono le mie uniche parole di risposta. - non dovresti venderla. Lo so com'é messa la situazione però credo che te ne pentirai. É la tua casa natale, ci hai passato 10 anni della tua vita prima di sposarti e andare a vivere a Firenze con lo zio e per poi mettere su famiglia! Cavolo !!- continuai alzando leggermente il tono della voce e alzandomi dal tavolo per farmi comprendere meglio. Era una situazione su cui i miei nervi non riuscivano a rimanere saldi. - lo so..sai quanto mi piace stare quà, stare con tutta la vostra famiglia, anche a tuo piace piace da matti, mah...- rispose lei facendosi cadere una lacrima che gli rigò il viso. - sai una cosa? Visto che questi saranno gli ultimi giorni, dovresti goderteli! Andiamo a fare una passeggiata! Prendo anche il cane!- dissi io cercando la sua approvazione. - è una bella idea! Hai proprio ragione Irene! Basta starcene qua a rimpiangerci! Godiamoceli questi giorni!- ritornò sorridente lei. Presi il cane e gli allacciai il guinzaglio al collare. Io e zia iniziammo a camminare e chiacchierammo. Ricordammo i bei momenti, mi raccontò delle sue avventure da piccola fra quei campi, mi raccontò di quando viveva ancora e qua e di quando si trasferì a Firenze con suo marito. Una macchina stava percorrendo quella stessa strada. Vidi un un uomo che guidava e un ragazzo al suo fianco. La macchina mi passò accanto e il ragazzo protesse la testa di fuori dal finestrino, recitando queste parole - non so se é più bello il cane o la padrona- . Mia zia non sentí, visto che stava dall'altro lato. Improvvisamente, pensai di quanto fosse stato maleducato e narcisista, e forse lo penso ancora. CONTINUA......... Note dell'autrice: Ciao care lettrici! Questo primo capitolo vi sembrerà un po' noioso e magari anche insensato, ma vi prometto che i capitoli che seguiranno saranno molto interessanti e invoglianti! Non fatevi influenzare da questo prologo! Il seguito vi affascinerà! Parola di.....bhó, parola mia!! No. Sono brava con le battute, ma vi prometto che migliorerò! Ah..dimenticavo, mi rendereste la ragazza più felice del mondo se recensirete i miei capitoli! Xo Xo! Ire
  
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