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Autore: emme30    01/09/2013    8 recensioni
Blaine è follemente innamorato di Alexander Smith, è sicuro che sia ragazzo più perfetto di sempre.
L'unico problema è che Alexander non esiste, è il personaggio di un romanzo che Cooper gli ha regalato, quindi purtroppo l'unica cosa che può fare Blaine è sognarlo ad occhi aperti.
Ma cosa succede quando a una festa alla Dalton, gli capita di incontrare una versione di Alexander in carne ed ossa?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Questa Fanfiction è in risposta alla sfida lanciata da MissBethCriss sul gruppo Seblaine Events.

 

“LIBRI.
Ok, io sono drogata di libri, ne ho sempre uno a portata di mano e leggo ovunque perciò non potevo proporvi un prompt diverso. u.u
Penso che è un tema con cui ci potete giostrare parecchio. Può essere di tutto: angst, fluff, smut, etc etc. Decreterò il vincitore in base al modo con cui verrà usato il prompt, perciò stupitemi. “


 


 


 

Alexander o Sebastian?

 

Blaine lo guarda, lo guarda sempre la mattina quando sono appena svegli, quando fuori è ancora scuro e il giorno non è ancora arrivato, quando il suo corpo è l'unica cosa che scalda le lenzuola. Allora si avvicina a lui e comincia a lasciargli piccoli baci su tutta la pelle scoperta del collo, fino a quando non sente che si è svegliato. Sorride contro il suo orecchio, morde leggermente il lobo con fare giocoso, prima di ritrarsi e guardarlo in volto.

Si perde nei suoi occhi, nel suo ghigno, nei suoi capelli nocciola spettinati che gli ricadono sulla fronte. Pensa che è bellissimo e che è il ragazzo più fortunato del mondo ad averlo tutto per sé.

Lo guarda dischiudere le labbra e si prepara a sentirgli dire che è l'amore della sua vita, che lo ama da impazzire, che non potrebbe vivere-


 

“Blaine? Mi stai ascoltando? Ohi? Ma ci sei?”

Blaine distolse lo sguardo dal cuscino a quadretti blu che aveva di fronte e realizzò che il suo migliore amico lo stava chiamando. Si voltò verso di lui ancora un po' imbambolato.

“Come, scusa?”

Kurt lo squadrò alzando un sopracciglio. “Ti ho chiesto se sabato ti va da accompagnarmi al centro commerciale. Ma ti senti bene?”
Blaine sbattè le palpebre un paio di volte, cercando di far svanire l'immagine che poco prima aveva sognato ad occhi aperti. “Sto benissimo.”

“Sei sicuro? Mi sembri un poco distratto.”

“Sicuro!” confermò con un sorriso imbarazzato, tornando alla rivista che stava sfogliando e sperando di aver ingannato Kurt.

Capì che non era stato abbastanza convincente quando sentì il materasso muoversi e notò che Kurt si era seduto esattamente accanto a lui sul bordo del letto. Si guardò un attimo le unghie prima di lanciargli uno sguardo eloquente.

“Allora, mi vuoi dire come si chiama?”

Blaine strabuzzò gli occhi, sentendo le guance scaldarsi. “Come si chiama... chi?”
“Il ragazzo di cui ti sei preso una cotta, mi sembra ovvio.”

Che sciocco era stato a pensare che Kurt non lo avrebbe mai scoperto.

“Non mi sono preso una cotta per nessuno,” provò a balbettare, ma le sue guance e il modo imbarazzato in cui abbassò lo sguardo tradirono completamente le sue intenzioni.

Ti prego!” esclamò Kurt con un sorriso. “Ti ricordo che vado in una scuola piena di donne che si prendono almeno dieci cotte diverse al giorno. Avanti, parla.”

Blaine si mordicchiò il labbro, portando una mano a grattarsi il retro del collo. Non aveva troppo voglia di confessare a Kurt proprio quella cosa, ma era abbastanza sicuro che il suo migliore amico non avrebbe ceduto. Fece un tentativo comunque.

“Non sono tanto sicuro di volertelo dire...”

Kurt alzò le sopracciglia, confuso e quasi offeso da quel commento. “Oh.”
“Non perché non te lo voglia dire, ma perché... mi...” Blaine sospirò, facendo roteare gli occhi. “Mi prenderesti in giro.”
Kurt spalancò gli occhi dalla sorpresa. “Non mi dire che ti sei preso una cotta per una ragazza.”

“Cosa? No, assolutamente no!”
“Per un ragazzo incredibilmente brutto? O etero?”

“No, niente di tutto ciò...”

Blaine continuò a mordicchiarsi il labbro, indeciso se dare voce a quel segreto. Guardò l'espressione confusa di Kurt prima di sospirare. “Prometti che non riderai?”
Kurt annuì risoluto e Blaine decise che in fondo il suo migliore amico aveva il diritto di saperlo.

“Si chiama Alexander Smith e... non esiste.”

La stanza rimase in silenzio per un paio di attimi e ci fu un istante in cui Blaine fu persino contento di aver detto ad alta voce quella cosa. Almeno fino a che la voce divertita di Kurt non riempì il vano.

“Come... scusa?”

Blaine scosse la testa, sconsolato. “E' il personaggio di un libro che mi ha regalato Cooper la settimana scorsa, un romanzo rosa da quattro soldi che assomiglia tremendamente a quelli di Nicholas Sparks solo che è scritto addirittura peggio, sai, uno dei regali tipici di Cooper che sicuramente ha comprato in aeroporto a LA prima di venire qua. E il libro è tremendo, la storia banale e la protagonista femminile insopportabile, ma lui, lui è perfetto. Ho letto quel libro dieci volte negli ultimi giorni e non riesco... non riesco a trovargli un difetto che sia uno. E'... è l'uomo della mia vita, ne sono sicuro.”

Kurt aspettò che Blaine finisse di parlare prima di lasciare che le labbra si distendessero in un sorriso divertito. “Il personaggio... di un romanzo?”

“Mi avevi promesso che non mi avresti preso in giro.”

“Non ti sto prendendo in giro!” si difese Kurt portandosi una mano sul petto. “Solo che... non mi sembra una cosa nuova, cosa avrebbe di speciale questo... Alexander?”

Blaine sospirò ma si lasciò scappare un sorriso, per poi allungarsi verso la sua tracolla ed estrarre un libricino piuttosto malandato, con la copertina rovinata e le pagine piene di orecchie.
Dopo aver accarezzato quasi dolcemente la copertina porse il volume a Kurt, che lo prese in mano per analizzarlo.

“'Ricordati di me'? Cavolo, originale come titolo.”

Blaine ridacchiò, sedendosi con le gambe incrociate e osservando Kurt aprire il libro. “Ma te l'ho detto che la storia fa schifo, ma lui è l'unico motivo per cui arrivi fino in fondo. Te lo giuro, sono giorni che non faccio altro che pensare a lui, a immaginarmelo e a pensare che è l'essere più perfetto di sempre.”

“Beh, da quanto sto leggendo un gran bel difetto lo ha,” commentò Kurt sfogliando le pagine.

“Ovvero?”
“E' etero.”

Blaine sbuffò. “Sì ma è solo un minuscolo e insignificante particolare, e poi lei è una lagna continua, il peggior personaggio femminile di sempre.”

“Uhm... e di cosa parlerebbe il libro?”
“Della loro storia d'amore, ma è davvero banale come intreccio, solo che il modo in cui è descritto Alex, sia fisicamente che caratterialmente, te lo fa immaginare benissimo, oh, e poi ha un passato misterioso, un sacco di problemi con i genitori, ed è sempre così cinico e tagliente perché ha paura di innamorarsi e poi si innamora di lei e... ed è così bello Kurt!”

Kurt alzò gli occhi dalle pagine del libro e guardò il suo migliore amico con uno sguardo piuttosto preoccupato. “Dio Blaine, asciugati la bava, sono di ciniglia queste lenzuola.”
Blaine fece roteare gli occhi, ma il sorriso non sparì dalle sue labbra.

“Tu immaginati un ragazzo alto con un fisico asciutto, capelli color nocciola sempre tirati all'indietro, con un sorriso che ti fa diventare le gambe molli e un paio di occhi verdi-azzurri. E poi... lentiggini, mezzo francese, il portamento di qualcuno che appartiene ai piani alti della società ma che non lo ostenta più di tanto, uno schianto con un completo formale e una voce, qualcuno che sa ballare e cantare, intelligente, ambizioso, affascinante, con una bella parlantina e-”

Molto odioso.”

Blaine venne preso in contropiede da quel commento. “C-come?”

“Odioso, arrogante, pieno di sé, con la puzza sotto il naso, sempre pronto a giudicare gli altri e con la sensibilità pari a zero.”

Blaine corrugò le sopracciglia e quasi si sentì offeso per come Kurt aveva definito il suo Alexander. “Ma non è vero.”

“Bah, questo è quello che mi è sembrato da quello che ho letto, ovvero mezza pagina, e poi hai ragione, è davvero banale. Lui che se la fa con tutte e poi quando arriva lei diventa improvvisamente un santo?”

Blaine si morse il labbro, non sapendo bene come rispondere. “Ma poi alla fine si rivela un animo gentile...”

“Mah, se lo dici tu... a me uno così non ispira, preferisco innamorarmi dei modelli del catalogo di Abercrombie.”

Blaine allungò una mano per riprendersi il libro, sentendosi leggermente aggredito da quei commenti che potevano essere veri, ma ai quali non voleva credere nemmeno un po'. “Ma è... ma senti questa, loro due si incontrano una sera a una festa. Lui aveva sentito parlare di lei e del fatto che cantasse in una band, e la prima cosa che le dice è che è contento di averla incontrata perché non si sarebbe mai perdonato di aver perso l'occasione di incontrare la moretta-sexy-con-la-voce-da-favola di cui tutti i suoi amici parlavano.”

Kurt quasi scoppiò a ridere. “Oddio, la peggior frase per rimorchiare di sempre!”

Blaine arricciò il naso. “Beh, ma funziona. E poi lo dice in un modo troppo affascinante, pure io gli avrei detto di sì...”

Kurt si morse un labbro, ma continuò a sorridere. “Oh Blaine, sei adorabile.”

Blaine sentì le guance scaldarsi a quel commento, ma non rispose, accoccolandosi contro il cuscino appoggiato alla testata del letto e immergendosi nel suo libro, lasciando Kurt tornare a sedersi alla scrivania e alle sue riviste.

Il silenzio venne interrotto un paio di minuti dopo. “Non mi hai detto se sabato mi accompagni al centro commerciale, hai voglia di fare un po' di shopping?”
Blaine riemerse dal libro con un sospiro, stava rileggendo il pezzo in cui Alexander chiedeva a Christine una seconda chance, uno dei suoi preferiti.

“Uhm sì! Ma devo tornare presto, che la sera sono alla Dalton, i Warblers fanno una festa per l'inizio anno!”
“Che festa?”
“Quella per le matricole. Wes ci vuole tutti presenti, dobbiamo trovare nuove reclute per il glee club.”

Kurt alzò le spalle, cominciando a sfogliare una rivista. “Chissà che magari non incontri qualcuno di nuovo,” scherzò, facendogli l'occhiolino.

Blaine alzò gli occhi al cielo, per poi tornare a leggere le pagine del libro che quasi sapeva a memoria.

Tanto, nessuno dei potenziali ragazzi che avrebbe potuto incontrare sarebbe stato come il suo Alexander.

 

*

 

Blaine aveva previsto che la festa della Dalton sarebbe stata una cosa estremamente noiosa, ma non avrebbe mai potuto immaginare che lo sarebbe stata fino a quei livelli. Dopo l'esibizione dei Warblers, passò il resto della serata a sorridere gentile a tutti i ragazzi che gli si paravano davanti per chiedergli informazioni riguardo il glee club e quando ci sarebbero state le audizioni.

Di solito gli piaceva fare quelle cose, era sempre entusiasta di essere il punto di riferimento delle matricole per poter far parte del loro gruppo di coro, ma quella sera l'unica cosa che voleva era mettersi a letto e fantasticare sul suo ragazzo perfetto, sul suo Alexander. Sapeva che era un desiderio molto capriccioso e maniacale, ma non riusciva a vergognarsene. Gli sembrava quasi di essere drogato, e se non leggeva quel libro almeno una volta al giorno allora la sua vita gli sembrava grigia e vuota.

In realtà la sua vita era grigia e vuota, visto che non sarebbe mai riuscito a trovare qualcuno come Alexander, ma poco importava, non gli piaceva troppo autocommiserarsi e fare certi pensieri tristi.

Salutò con una pacca sul braccio l'ennesimo Rick della serata e si avvicinò pensieroso al tavolo delle bevande per versarsi da bere.

Era così immerso nei suoi pensieri che quasi non si accorse di un ragazzo che gli si sistemò accanto.

“Per fortuna che non sono arrivato in ritardo, non mi sarei mai perdonato di essermi perso il moretto-con-la-voce-da-sogno di cui tutta la Dalton parla.”
Blaine rimase paralizzato sul posto rischiando di far cadere per terra il suo bicchiere di carta pieno di coca cola quando quella voce calda alla sua destra disse quelle parole, perché erano le stesse che aveva letto almeno mille volte sulle pagine di carta di "Ricordati di Me". Deglutì, pensando che la sua stanchezza gli stesse facendo un brutto scherzo, voltandosi verso quella voce sconosciuta che tanto lo aveva scioccato.

Spalancò occhi e bocca dalla sorpresa quando vide chi era stato a fare quel commento.

Capelli nocciola tirati all'indietro.

Ghigno sulle labbra.

Lentiggini.

Occhi verdi.

Fisico asciutto e molto alto.

No, non era assolutamente possibile. La situazione più plausibile era che qualcuno avesse versato della droga nella coca cola, perché non era pensabile che il ragazzo davanti ai suoi occhi fosse così simile ad Alexander, l'Alexander che era solo un personaggio inventato e inchiostro su carta.

“Tu...” balbettò Blaine, sentendo le parole scivolare via dalla punta della lingua e notando che lo stava fissando in volto in modo davvero inquietante. Cercò di darsi un minimo di contegno schiarendosi la gola. “Tu stavi parlando con me?”

“Non vedo altri moretti sexy io nelle vicinanze,” rispose lui portandosi il suo bicchiere di plastica alle labbra e bevendo un paio di sorsi della sua bevanda.

Blaine deglutì, non sapendo bene come rispondere a quel commento. Arrossì, cercando di cambiare discorso. “Sei... sei uno del primo anno? Non ti ho mai visto.”

Il ragazzo alzò un sopracciglio, infilando una mano nella tasca dei pantaloni. “Ti sembro uno del primo anno?”

Blaine sperò di non essere diventato troppo rosso in faccia per il modo in cui quel ragazzo misterioso lo stava guardando. Sorrise incerto, ascoltandolo continuare il suo discorso.

“No, sono al secondo anno, ma mi sono trasferito dalla Francia un paio di settimane fa.”
Mezzo francese.

“Dalla Francia?”

“Già, problemi con due genitori ricchi e spocchiosi che litigano per il divorzio,” disse tranquillo alzando le spalle. “Ma credo davvero di aver trovato una buona ragione per sopportare la vita in questa città sperduta.”

Genitori ricchi e con un sacco di problemi.

“Ah sì? E sarebbe?”
“Il tuo affascinante fondoschiena.”

Estremamente diretto e senza filtri.

Blaine questa volta seppe di essere arrossito fino alla punta delle orecchie. Portò una mano a grattarsi la nuca. “Non pensi di essere un po' troppo... diretto?”

Il ragazzo alzò le spalle. “Colpa tua che ti metti pantaloni tanto attillati e colorati, è davvero un peccato non fissare certe cose.”

“Colpa mia?”

“Uhm uhm, saresti meno appariscente con dei led lampeggianti, o con le lucine dell'albero di natale.”

Blaine cercò davvero di lanciargli un'occhiataccia, ma non riuscì a non farsi scappare un sorriso per quel commento. Anche perché gli bastava vedere le labbra di quel tipo misterioso distendersi in un sorriso per ricambiare quasi senza accorgersene.

“Inoltre,” continuò il ragazzo facendo un passo per avvicinarsi a lui, “Questa tua aria da scolaretto timido è davvero eccitante.”

Blaine quasi si strozzò con la sua stessa saliva per quel commento così diretto e quelle avance così poco cortesi. Kurt avrebbe detto che il ragazzo che aveva davanti fosse estremamente odioso.

“Senti....” cominciò Blaine mettendo dello spazio tra di loro, ancora troppo scioccato dal vedere che uno dei suoi personaggi letterari preferiti avesse preso vita davanti ai suoi occhi. “Io dovrei andare, ci vediamo in giro.”
Fece appena in tempo a voltarsi, ma la voce calda del ragazzo lo fermò. “No aspetta, non... andare.”

Blaine lo squadrò corrugando le sopracciglia, il ghigno da flirt era sparito dalle sue labbra e al suo posto sembrava ci fosse un sorriso... dispiaciuto?

“Non volevo spaventarti, quando vedo un bel ragazzo la bocca smette di essere collegata al cervello e divento un cafone. Possiamo ricominciare?” domandò porgendogli la mano come a volersi presentare. Blaine lo guardò un po' confuso, ma decisamente molto sollevato e lusingato per l'ennesimo complimento.

Afferrò il suo palmo e lo strinse piano. “Mi chiamo Blaine,” disse con un sorriso, aspettando incuriosito di sapere il nome del ragazzo del mistero.

“Sebastian,” rispose lui. “E' un piacere conoscerti, Blaine.”

Oh beh, Sebastian. Sebastian suonava bene. E poi se si fosse davvero chiamato Alexander sarebbe stato da preoccuparsi e da chiedersi se qualcuno lo avesse drogato per davvero.

“Sai, ti devo confessare una cosa,” disse Sebastian ridacchiando, facendogli segno di avvicinarsi alla finestra, in un angolino più appartato. “Le frasi molto dirette con cui ti ho importunato prima non sono farina del mio sacco.”

Blaine aggrottò le sopracciglia. “Come?”
Sebastian ridacchiò, portandosi i capelli all'indietro. “No, vedi... era un modo per dimostrare che la letteratura che scrive mia zia è davvero pessima e che i suoi romanzi rosa sono solo carta straccia.”

Blaine rischiò nuovamente di strozzarsi con la sua stessa saliva. Strabuzzò gli occhi un paio di volte, cercando di mettere insieme i pezzi. “Non... credo di seguirti.”

Sebastian scrollò la testa. “La sorella di mia mamma ha scritto questo libro, un romanzetto rosa molto banale che non ha venduto davvero nulla, in cui viene raccontata questa storia d'amore super mielosa e agghiacciante. E niente, insiste nel dire che i suoi personaggi sono stupendi e che avrei dovuto provare a rimorchiare un ragazzo con le battute del suo protagonista maschile. Ma adesso posso rinfacciarle che nella vita vera non funzionerebbe mai. Tu sei estremamente carino lo stesso, comunque.”

Blaine si sentiva la gola secca e stava davvero facendo fatica a ragionare. “Il libro si chiama per caso... 'Ricordati di Me'? Tua zia è Anna Denoir?”

Sebastian fece un mezzo sorriso. “Sì, è lei, perchè? Lo hai letto?”

“Sì, giusto la... settimana scorsa.”

“Wow, non ci credo!” Sebastian sembrò sinceramente sorpreso a quel commento. “E ti è piaciuto? Zia dice che il personaggio maschile è ispirato a me, ma ci credo proprio poco.”
Blaine stava per sentirsi male. Perché quello era decisamente un sogno e non era possibile che Sebastian e Alexander fossero la stessa persona con due nomi diversi. Non era possibile che l'uomo dei suoi sogni fosse di fronte a lui in carne ed ossa, non dopo tutte le fantasie che ci aveva fatto sopra.

“Quindi... Alexander saresti tu?”

Sebastian annuì. “E' il mio secondo nome, le ho proibito di usare Sebastian per quella schifezza.”

Blaine lo guardò con gli occhi spalancati per qualche secondo e si accorse delle parole che aveva pronunciato solo dopo averle dette.

“Ti va di prendere un caffè con me domani pomeriggio?”

Sebastian sembrò alquanto lusingato da quell'invito, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni e inclinando la testa di lato, gesto che – Blaine lo riconobbe subito – l'Alexander di 'Ricordati di Me' faceva sempre.

“Con piacere, dammi il tuo cellulare, ti lascio il mio numero.”

Blaine non riuscì a togliergli gli occhi di dosso per tutto il tempo in cui si scambiarono il numero di cellulare, rabbrividendo quando Sebastian gli sfiorò la mano nel ridargli il proprio telefono.

“Allora ci sentiamo per domani,” commentò Sebastian facendogli l'occhiolino, prima di salutarlo e allontanarsi.

Blaine rimase imbambolato a guardarlo uscire dalla stanza, non riuscendo a credere a ciò che era avvenuto nell'ultima mezzora, gli sembrava assolutamente irreale, così irreale da considerarsi quasi impossibile. Stava per raggiungere i suoi amici e raccontare loro cosa gli era appena successo, quando sentì il cellulare vibrare contro la coscia. Pensando che fosse Kurt, ripescò il cellulare e controllò subito lo schermo, ma quasi si sentì mancare quando vide che il messaggio arrivato glielo mandava un certo Alexander, evidentemente Sebastian si era memorizzato così sul suo cellulare.

Aprì l'sms incuriosito e con il cuore che batteva a mille.

Non mi hai detto quali sono le cose che ti piacciono di più del libro di mia zia. Anche se, credo di averci azzeccato a memorizzarmi così, vero? ;)

Blaine scoppiò a ridere, sentendo le guance scaldarsi. Digitò veloce la risposta mordendosi il labbro e ignorando le mani che sudavano.

Richiedimelo domani dopo il caffè ;)

Non fece nemmeno in tempo a mettere via il cellulare, che lo sentì vibrare nuovamente.

Oh puoi scommetterci che lo farò. Buona serata, Killer

Blaine osservò il nomignolo quasi con gli occhi luccicanti, ma quell'Alexander come mittente di quei messaggi non ci stava bene, non sembrava una cosa giusta. Non ci mise molto a andare nella rubrica, trovare il numero che il ragazzo aveva salvato e modificare il nome da Alexander a Sebastian.

In fondo, chi aveva bisogno di un personaggio fittizio quando l'originale era così tremendamente bello e reale?


 


 


Blaine ha sempre tutte le fortune di questo mondo, ve lo dico io LOL

Ho pensato un sacco a come rendere questo prompt originale e spero davvero di esserci riuscita, mi intrigava troppo un'idea del genere, visto che a me succede sempre di innamorarmi follemente di uno dei personaggi di un libro (di solito è quello che muore tragicamente). E ho scelto il nome Alexander perchè appunto è un personaggio di una saga urban fantasy di cui sono tantotantotanto innamorata. Chi mi conosce sa di chi sto parlando LOL

Spero che la shot vi sia piaciuta, e giuro che per oggi ho smesso di pubblicare LOL

Un grazie gigantesco a Chiara per aver betato e per essere il cupcake più dolce di sempre <3

Bacini,

Marti

   
 
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