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Autore: SuperEllen    07/03/2008    7 recensioni
«Kisame-san, noi siamo due giornaliste specializzate in gossip. Vorremmo solo documentare la natura dei rapporti sociali all’interno dell’Akatsuki per poter scrivere un articolo, tutto qui.» disse, scegliendo le parole con estrema cura.
«In che senso?» chiese Kisame, che stava cominciando ad interessarsi a ciò che le ragazze avevano da dire.
«È vero che voi dell’Akatsuki siete tutti gay?»
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L'Akatsuki ha la sfortuna di incrociare il cammino di due giornaliste un po' pazze. Una di loro stima l'organizzazione ed è convinta che i suoi membri siano persone serie e degne di stima. L'altra è una folle amante dello yaoi, ed è convinta che tra i ragazzi dell'Akatsuki ci siano degli intimi legami che vanno ben oltre la collaborazione. Chi delle due avrà ragione? E che razza di articolo riusciranno a scrivere sui membri dell'Akatsuki?
So che il riassunto non è niente di che, ma le sintesi non sono il mio forte... Leggete se vi ho incuriositi. La storia si svolge nel periodo tra la prima serie di Naruto e la Shippuuden.
Genere: Romantico, Demenziale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akatsuki, Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Akatsuki Gossip

Akatsuki Gossip

Capitolo 1

Mimi e Susi

 

Una ragazza se ne stava seduta comodamente su una panchina, lo sguardo verso l’alto, a rimirare l’immensità del cielo. Non si distrasse nemmeno quando dei passi di corsa la raggiunsero. Solo quando si sentì chiamare, posò finalmente lo sguardo sulla persona che era appena arrivata.

«Che c’è?» chiese con un sorriso gentile.

La sua migliore amica spalancò gli occhi dallo stupore. Com’era possibile che non avesse sentito la notizia? Tutto il villaggio ne stava parlando! E proprio lei, che doveva essere la prima a saperlo, che era sempre la più informata sull’argomento, se ne stava ignara ad osservare il cielo.

«L’Akatsuki! Sono qui al villaggio!» gridò, non riuscendo più a contenere la gioia.

«COSA?!?» l’altra ragazza saltò in piedi, afferrando con entrambe le mani l’amica per il colletto della maglietta e scuotendola con forza.

«È vero, te lo giuro, sono qui. Ne ho visto uno io stessa!» rispose la giovane senza fiato, cercando di liberarsi dalla presa salda della sua migliore amica.

«CHI?» urlò di nuovo l’amica, sballottando più forte la poveretta fino a toglierle quasi il respiro.

«K-k…» la giovane stava diventando blu, non riusciva a respirare, però ci mise tutto il suo impegno per riuscire a pronunciare quel nome. «Kisame…» esalò infine.

Lo sguardo della pazza invasata si accese di una nuova luce. Dire che si trattava di gioia era dire poco… La sua felicità sfiorava la follia.

Senza preoccuparsi minimamente di quello che stava facendo, lasciò andare la sua amica sbattendola frettolosamente per terra, la oltrepassò con un salto e se ne andò via correndo come una furia, quasi al punto di lasciarsi dietro una scia di fuoco.

La ragazza rimasta per terra si mise una mano sul cuore e prese un lungo respiro. C’era mancato poco che soffocasse… Però non poteva dare assolutamente torto alla sua amica. Insomma, quelli dell’Akatsuki erano arrivati nel loro villaggio! E per di più lei aveva visto Kisame, ciò voleva dire che anche Itachi era lì da qualche parte, e lei sapeva benissimo quanto la sua amica adorasse il bello e tenebroso Uchiha.

Una volta certa di riuscire a reggersi in piedi, la ragazza si affrettò a correre alla ricerca della sua amica. Non aveva alcuna intenzione di saltare addosso a Itachi e Kisame, lei di certo non provava per loro lo stesso interesse della sua amica, e il fatto di portare nella tasca interna della giacca una foto dell’Akatsuki e una penna per farsela autografare non significava proprio niente. O almeno cercava di convincersi che non fosse così. In realtà…

“Devo sbrigarmi a ritrovare quella pazza! Se con la sua esuberanza li spaventa e li fa scappare giuro che stavolta la faccio fuori!” pensò mentre correva alla massima velocità che potesse raggiungere.

Dopo cinque minuti, le due amiche si trovarono nella piazza al centro del villaggio.

«Li hai visti?» chiese una delle due.

«No… E tu?» domandò anche l’altra.

«Niente. Tra l’altro hai notato che in giro con c’è un’anima?» disse ancora la prima.

«Per forza, quando si è diffusa la notizia che l’Akatsuki era al villaggio, sono corsi tutti a nascondersi!» spiegò saggiamente l’unica delle due che sembrava in grado di ragionare.

«Non capiscono niente…» disse la sua amica con tono sognante «Quelli dell’Akatsuki sono dei pazzi assassini, è vero, ma sono adorabili!»

Quelle parole le fecero guadagnare un’occhiata con aria di sufficienza da parte dell’altra ragazza, che dopo aver alzato gli occhi al cielo, però, appoggiò istintivamente una mano sulla tasca in cui teneva la foto dell’Akatsuki.

Visto che ormai le due ragazze si erano riunite, decisero che forse sarebbe stato meglio se avessero cercato insieme Itachi e Kisame. Camminarono per qualche minuto, ma non videro nessuno né sentirono rumori sospetti. Le strade del villaggio erano ancora deserte, sembrava come se tutti gli abitanti fossero svaniti nel nulla.

«Mimi-chan.» disse all’improvviso una delle due ragazze, per la precisione quella che poco prima era stata sballottata dall’altra.

«Cosa c’è, Susi-chan?» chiese in risposta l’altra.

«Mi stavo chiedendo…» disse allora Susi «Il nostro villaggio è piccolo, non ha grande potenza militare, che cosa possono volere quelli dell’Akatsuki da noi? Che cos’hanno i nostri ninja che possa interessare a dei tipi del genere?» domandò, cercando intanto di pensare dentro di sé ad una risposta.

«Ma chi se ne importa!» esclamò Mimi, quasi urlando, battendo con una mano sulla spalla della sua amica. «Cioè, non ti capisco proprio! È tutta la vita che sogniamo di incontrarli, e adesso che sono qui nel nostro villaggio tu cominci a preoccuparti? Io direi che questo è il nostro giorno fortunato!»

Susi non sembrava essere dello stesso avviso. Voleva con tutta se stessa incontrare i membri dell’Akatsuki, erano da sempre i suoi idoli, li stimava, ma l’idea che un’organizzazione così pericolosa potesse aver messo gli occhi sul villaggio era per lei un’idea decisamente preoccupante.

«Ho sentito qualcuno parlare di “giorno fortunato”?» disse una voce maschile proveniente da un punto indefinito.

Le due ragazze si guardarono intorno con ansia. Chi era stato a parlare? La preoccupazione le pervase, ma Mimi si rilassò non appena vide Kisame sbucare fuori da un vicolo. Susi, invece, notò che l’espressione che il ragazzo squalo aveva dipinta sul volto non prometteva nulla di buono, ma comunque cercò di rilassarsi anche lei.

«Itachi-san! Ho trovato qualcuno!» esclamò trionfante l’Hoshigaki.

Da una strada poco lontana sbucò anche Itachi. Camminava con gli occhi chiusi e massaggiandosi le tempie.

«Io ho trovato tutti gli altri, sono in un nascondiglio sotterraneo.» disse l’Uchiha avvicinandosi, per poi fermarsi vicino al suo compagno e aprire finalmente gli occhi.

«Tutto qui quello che hai trovato?» chiese guardando le due ragazze, sempre senza smettere di massaggiarsi le tempie.

«Itachi-san, ti senti bene?» domandò Kisame, ignorando le parole dell’altro «Ultimamente usare lo Sharingan ti stanca parecchio, non avresti dovuto strafare solo per cercare gli abitanti di questo posto…»

«Piantala di dire sciocchezze. Piuttosto…» Itachi non riuscì a proseguire la frase, perché un gridolino lo interruppe.

A quel punto gli occhi dell’Uchiha si posarono definitivamente su Mimi. La ragazza stava  saltellando sul posto battendo le mani e lasciando uscire dei fastidiosissimi gridolini acuti.

«Itachi-kuuuuuuuuuuuuuuuuun!» urlò improvvisamente, balzando davanti a Itachi e afferrando un lembo del suo mantello nero a nuvole rosse.

Gli occhi adoranti della ragazza avevano assunto una forma a cuoricino, e fissavano il volto impassibile del ragazzo. Itachi cercò di ignorarla. Nel frattempo Susi, che aveva le idee un po’ più chiare su come bisognava comportarsi con tipi del genere, si avvicinò a Kisame mantenendo tutta la calma possibile.

«Kisame-san, per me è un piacere poterti finalmente conoscere di persona.» disse, mentre una mano scivolava inevitabilmente nella tasca dove teneva la foto dell’Akatsuki, aspettando il momento giusto per estrarla e farsela autografare.

Kisame si voltò verso il suo compagno, notando subito che era visibilmente indispettito. Ormai lo conosceva bene, e dall’espressione che aveva stampata in viso si capiva perfettamente che, se solo avesse sprecato meno chakra, ora avrebbe certamente attivato il Magnekyou Sharingan per far patire a quella ragazzina saltellante le pene dell’inferno. Con un gesto caritatevole afferrò Itachi per un braccio e lo trascinò dietro di sé, per poi mettere bene in mostra con un movimento casuale delle spalle la spada che portava sulla schiena. Mimi capì al volo che quella non era aria, e finalmente si diede una calmata. Allora l’Hoshigaki si rivolse finalmente alle ragazze.

«Si può sapere voi due chi siete?» domandò, guardando principalmente Susi «…E che diavolo volete da Itachi-san?» aggiunse lanciando un’occhiataccia a Mimi, che senza staccare gli occhi dalla spada di Kisame stava cercando un modo per avvicinarsi di più all’Uchiha.

«Giusto, non ci siamo ancora presentate.» notò Susi.

«Beh, allora rimediamo subito!» esclamò Mimi, lasciando momentaneamente perdere Itachi e tornando accanto alla sua migliore amica.

«Io sono Susi, la penna più indiscreta del paese!» disse a voce molto alta la ragazza, assumendo alcune strane pose mentre parlava, per poi mostrare una penna apparsa dal nulla.

La sua posa finale fu girata di tre quarti, con una mano puntata su un fianco e l’altra che stringeva la penna, con il braccio steso in avanti.

«E io sono Mimi, la fotografa più invadente!» esclamò l’altra ragazza, eseguendo le stesse pose fatte in precedenza dall’amica.

La sua posa finale fu identica a quella di Susi, ma girata di tre quarti dalla parte opposta rispetto all’amica, in modo che le due potessero essere spalla a spalla, e al posto della penna aveva in mano una macchina fotografica degna dei migliori paparazzi.

«Io scrivo!» continuò Susi, cambiando di nuovo posa; questa volta si mise accucciata a terra, con un braccio steso in aria e l’altro piegato in modo da avere la penna esattamente davanti al naso.

«Io scatto!» anche la posa di Mimi cambiò, in maniera speculare a quella dell’altra.

«Noi siamo le due grandi giornaliste scandalistiche del villaggio!» esclamarono in coro a voce decisamente alta.

La posa definitiva vedeva le due con un braccio sollevato che si battevano il cinque più o meno all’altezza delle spalle, e l’altro braccio teso verso l’alto mostrando la penna e la macchina fotografica.

A scenetta finita, Itachi e Kisame rimasero pietrificati dallo stupore. Non riuscivano nemmeno a sbattere le palpebre, e figuriamoci a parlare.

“Quelle pose sono ridicole.” fu la sola cosa sensata che Kisame riuscì a pensare.

“Voglio tornare a casa.” fu invece il solo pensiero di Itachi.

«Siamo due grandi ammiratrici dell’Akatsuki.» disse Susi qualche attimo dopo, cercando di riguadagnare l’attenzione dei due ragazzi «Anche se non abbiamo mai capito che cosa fate di preciso…» aggiunse poi in un sussurro imbarazzato.

Kisame finalmente si riscosse.

«Ammiratrici?» domandò confuso.

«Sì, sì, ammiratrici! Io vi adoro tutti! Soprattutto Itachi-kun!» esclamò euforica Mimi.

«E… che cosa volete?» chiese ancora il ragazzo squalo.

«È semplice: venire via con voi!» rispose ancora la ragazza, sempre più gasata.

«Scordatelo.» disse lapidario Itachi.

Notando che a lasciar parlare la sua amica non sarebbero arrivate da nessuna parte, Susi decise di prendere in mano le redini della situazione. Si rivolse a Kisame, visto che in quel momento Itachi non sembrava affatto dell’umore giusto per fare due chiacchiere.

«Kisame-san, noi siamo due giornaliste specializzate in gossip. Vorremmo solo documentare la natura dei rapporti sociali all’interno dell’Akatsuki per poter scrivere un articolo, tutto qui.» disse, scegliendo le parole con estrema cura.

«In che senso?» chiese Kisame, che stava cominciando ad interessarsi a ciò che le ragazze avevano da dire.

«È vero che voi dell’Akatsuki siete tutti gay?» domandò in risposta Mimi, con i lucciconi agli occhi per la gioia che provava al solo pensare a quanto materiale yaoi avrebbe potuto rimediare.

Itachi e Kisame per poco non si sentirono male. O per essere più precisi… Itachi si sentì male davvero, mentre Kisame si limitò ad irrigidirsi come uno stoccafisso. Susi si sbatté una mano in fronte, chiedendosi se forse avrebbe dovuto imbavagliare l’altra ragazza per evitare che dicesse cose come… beh, come quella che era appena uscita dalla sua bocca.

«Che diavolo dici?! Non è affatto vero!» esclamò l’Hoshigaki, mostrandosi indignato da quell’affermazione offensiva.

Ma da un istante all’altro, l’espressione sul volto di Kisame cambiò. Prima si guardò intorno con sospetto, per vedere se qualcuno stava origliando, poi fece un ghignetto e si avvicinò a Mimi. Si chinò per arrivare con la bocca all’altezza dell’orecchio della ragazza, che era almeno mezzo metro più bassa di lui, e si mise una mano davanti alla bocca per evitare che ignoti ascoltatori potessero leggergli il labiale.

«Beh, forse Deidara. Ma solo un pochino…» sussurrò in tono confidenziale.

La ragazza sorrise soddisfatta mentre il ragazzo con le branchie tornava accanto al suo compagno. Kisame si morse il labbro inferiore con i denti appuntiti, guardandosi nervosamente intorno. Voleva dire anche qualcos’altro alla ragazza, lo si poteva capire benissimo dall’espressione che aveva dipinta in volto, ossia quella di chi vorrebbe mantenere un segreto ma sente di non farcela. Contò mentalmente fino a cinque, poi non resistette più e si avvicinò di nuovo a Mimi.

«A dire il vero anche Hidan è gay, però tu non dirlo a nessuno, mi raccomando…» disse ancora con un filo di voce.

Mimi, in risposta, gli strizzò un occhio in segno di intesa. Poi alzò un pollice in direzione di Kisame per fargli capire che con lei il segreto sarebbe stato al sicuro. Anche se in quel momento, dentro di sé, si stava domandando come potesse il giovane dai capelli blu fidarsi così tranquillamente di una giornalista scandalistica.

“Ghghghgh” ridacchiò mentalmente, mentre il suo “io” interiore con tanto di corna rosse si sfregava le mani con estrema soddisfazione.

«Kisame-san, non abbiamo ancora ottenuto una risposta.» disse Susi all’improvviso, facendo riscuotere Mimi dai suoi pensieri «Possiamo venire con voi per raccogliere materiale per il nostro articolo?»

Il ragazzo sembrò considerare sul serio la domanda. L’espressione sul suo viso era imperscrutabile, ma dentro di sé si stava chiedendo che cosa sarebbe successo se avesse accettato sul serio.

«Giusto! E poi siamo due ottime ninja, l’Akatsuki ha decisamente bisogno di due membri come noi!» si vantò Mimi, ottenendo solo di aumentare la silenziosa rabbia che stava pian piano invadendo Itachi.

«Voi due sareste ottime ninja?» domandò incredulo il giovane dai capelli corvini «E a che grado sareste?»

«Genin.» ora la voce di Mimi non era più entusiasta come un attimo prima «Ma non farti ingannare, siamo forti sul serio!»

«Patetiche…» borbottò Itachi, per poi incrociare le braccia al petto e puntare lo sguardo su una nuvola passeggera.

«Pare che la sua risposta sia un “no, non potete venire”…» dichiarò Kisame in tono casuale, con un’alzata di spalle ad accompagnare le parole.

Silenzio, e due identiche espressioni deluse. Mimi quasi sfiorò le lacrime.

«Va bene… Ma almeno mi togliete una curiosità?» chiese mestamente Susi «Perché siete venuti nel nostro villaggio?»

Kisame lasciò passare alcuni secondi, poi aprì la bocca per rispondere che non erano autorizzati a rivelare quelle informazioni. Comunque la voce del suo compagno lo precedette.

«Il nostro obiettivo era l’eliminazione di una ragazza. Cosa abbastanza semplice, perché questa ragazza ci è venuta incontro di sua volontà.» disse con calma e freddezza.

Le due amiche non capivano, e si guardarono interrogative.

«La verità è che dobbiamo uccidere una di voi due. Siccome sono generoso, vi do una possibilità. Non vi diremo chi di voi due è il nostro obiettivo. Avete detto di essere ninja, giusto? Allora combatterete tra voi finché una delle due non morirà. A quel punto, se la superstite ha ucciso il nostro bersaglio, allora sarà ricompensata con la possibilità di venire con noi. In caso contrario, la ragazza rimasta in vita verrà uccisa.» spiegò l’Uchiha.

Quello sì che era un piano geniale! Qualunque delle due fosse rimasta in vita, lui avrebbe detto che era sopravvissuta la persona sbagliata, così avrebbe fatto fuori anche l’altra e se ne sarebbe potuto tornare a casa in santa pace. Quelle due ragazzine gli davano enormemente sui nervi, e non vedeva l’ora che Kisame la smettesse di chiacchierare con loro, così avrebbe potuto eliminarle in fretta e mettere fine a quella situazione fin troppo umiliante per uno come lui.

«Itachi-san, ma che stai…» disse un confuso Kisame a bassa voce, per non farsi sentire dalle due ragazze, ma venne interrotto da una gomitata dell’Uchiha.

Le ragazze si guardarono di nuovo, intensamente. Uccidersi a vicenda? Se una delle due uccideva l’altra, aveva il 50% di possibilità di poter andare via insieme a Itachi Uchiha e Kisame Hoshigaki. Ne valeva la pena? Beh, probabilmente sì. Anche se… Non ci sarebbe stato gusto ad unirsi ai loro idoli se non erano tutte e due insieme! E allora che fare?

«Itachi-san, io penso che dovremmo veramente portarle con noi!» disse improvvisamente Kisame.

L’attenzione delle due amiche, che ormai stavano estraendo i loro kunai, si spostò sul ragazzo. Anche il suo compagno lo guardò, ma con un’aria omicida del tutto diversa da quella confusa delle due giovani.

«Cos’hai detto?» quasi abbaiò Itachi a denti stretti.

«Ma sì, potrebbe essere divertente portarle con noi!» constatò ancora il ragazzo dai capelli del colore dell’oceano.

«Scordatelo.» rispose severo, senza guardare negli occhi Kisame.

«Ti prego…» il tono era leggermente implorante.

«No.» concluse deciso.

 

Pochi minuti dopo, all’entrata del covo dell’Akatsuki, Itachi se ne stava con le braccia incrociate al petto e un’espressione decisamente infastidita dipinta sul volto, mentre dava le spalle al suo compagno.

Kisame sorrise divertito mentre le due ragazze gli saltellavano intorno lasciandosi andare ad urletti di gioia. Perfino Susi si stava comportando come Mimi, perché ai suoi occhi la situazione era troppo bella per essere vera.

Itachi aveva detto che non era d’accordo con l’idea di Kisame di portare Mimi e Susi con loro, ma in fondo non stava scritto da nessuna parte che Kisame non poteva fare qualcosa solamente perché non ne aveva ricevuto il permesso da Itachi…

 

 

Note dell'autrice:

Sinceramente non so nemmeno io come mi sia venuto in mente di scrivere questa fanfiction... Semplicemente dopo aver finito di leggere tutte le scansioni del manga di Naruto ho deciso che era arrivato il momento di mettermi a scrivere qualcosa sull'Akatsuki, qualcosa che fosse altamente yaoi e allo stesso tempo completamente demenziale. E così ho cominciato a pensare a questa fic, e pian piano nella mente si è delineata tutta la storia. La trama non è demenziale come avrei voluto, ma è comunque disseminata di momenti di completa stupidità (a partire dalle due protagoniste, visto che una di loro sembra avere il cervello fuso per lo yaoi).

I contenuti sono decisamente fuori dal comune, ma in fondo è raro che io scriva qualcosa di poco originale... XD Per quanto riguarda i personaggi, vorrei cercare di mantenerli il più IC possibile, anche se so già che sarà un'impresa impossibile, e quindi metto le mani avanti inserendo OOC tra gli avvertimenti. Per quanto riguarda il rating, ho scelto arancione perchè più avanti ci sarà un alto contenuto sessuale, anche se non con descrizioni esplicite.

Credo di aver detto tutto ormai... Per favore lasciatemi un commentino per farmi sapere se la storia vi piace! ^^

  
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