Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Just a dreamer_    01/09/2013    2 recensioni
'Take me home e 'Up all night'. I due cd che ci hanno fatto sognare. E se i loro testi si tramutassero in una storia? Ho deciso di scrivere questa fan fiction basata sulle loro canzoni, per cui una canzone equivale a un capitolo. L'idea mi è sembrata molto buona, sta a voi darmi un parere recensendo :)
Enjoy!
P.s. SI PREGA DI NON COPIARE
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

NON SONO MORTA! Eh già, sono ancora qua! Vi spiego subito perchè non ho postato prima: ho avuto un'estate abbastanza impegnata e per due mesi mi è mancata l'ispirazione..
Ora però sono riuscita a concludere questo capitolo!
Vi premetto che è diviso in due parti, questa è l'anticipazione di quello che avverrà nel prossimo capitolo, sarà un po' noiosa ma dovete leggerla per capire quello che poi succederà :)

 


C'MON C'MON -I parte-

La sveglia suonò fastidiosa, troppo presto per i miei gusti. Allungai una mano per spegnerla, ma feci cadere il cellulare e anche la lampada, era evidente che stavo andando alla cieca sul comodino.

«Harry alzati, non arrivare in ritardo il primo giorno!».

«Ancora cinque miunti» borbottai infilandomi di nuovo sotto le coperte.

«Harold Edward Styles, se non scendi da quel letto entro tre secondi mando su tuo padre!».

«Sto arrivando, sto arrivando!» dissi alzandomi dal letto con la velocità di un bradipo.

Aprii l'armadio, analizzando il vestiario e facendo mente locale sul luogo e il tempo: optai per dei jeans chiari, una maglietta bianca con una scritta nera a cui non feci caso e delle supra. Mi rinfrescai velocemente il viso, giusto per darmi un'aria più sveglia e diedi una scrollata ai capelli. In cucina, trovai mio padre e mia madre già intenti a fare colazione.

«Ti ho preparato il bacon e le uova, li c'è il succo».

Mi sedetti al tavolo e mangiai tutto senza fiatare. Avevo davvero tanta fame e dovevo caricarmi visto che mi aspettava un giorno pieno di fatiche.

Salutai i miei, presi lo zaino e mi avviai a passo spedito.

Se c'era una cosa che odiavo del primo giorno di scuola era il caos che regnava all'interno. Chi cercava le aule, chi l'armadietto, chi gli amici, chi saltava da subito per farsi vedere, chi si nascondeva in bagno, chi già era davanti alla presidenza e via dicendo. Il primo giorno aveva tutti gli svantaggi possibili, compreso il posto in classe. I più veloci riuscivano ad aggiudicarsi i banchi in fondo, usati come ottima posizione strategica per messaggiare e dormire. Gli ultimi arrivati invece, si dovevano accontentare di sedersi davanti.

Ero quasi arrivato, lo capivo dal brusio delle voci sempre più vicino. Sbuffai osservando la marea di gente appostata davanti al portone, pronta per fare a gara a prendersi i posti migliori.

Ero pronto per inoltrarmi nella foresta di persone alla ricerca di quattro deficienti, ma non ce ne fu bisogno, dato che riconobbi immediatamente una voce squillante lamentarsi con qualcuno: «Se spingi ancora un po' ti butto per terra!».

«Louis!» urlai, sperando che mi sentisse.

«Harry? Dove cazzo sei?».

«Nel giardino, muovetevi!».

Risi nel vedere i miei migliori amici farsi largo tra la folla (prendendosi anche qualche insulto), corrermi incontro e abbracciarmi fino a farmi quasi cadere. Mi erano veramente mancati, anche se non l'avrei mai ammesso davanti a loro, ma ricambiai la stretta con tutto l'affetto possibile.

«Com'è andata la vacanza? Cos'hai fatto? Raccontaci tutto!» esclamò Liam, il primo a staccarsi. Quando riuscii a respirare di nuovo, notai che stavano aspettando il resoconto estivo.

«Il posto non era male, i miei hanno preso la casa proprio vicino al mare».

«Sei andato in spiaggia tutti i giorni? hai visto qualche bella ragazza in bikini eh?» intervenne Niall sorridendo.

«In effetti si, ce n'erano alcune...».

«Hai fatto colpo?».

Volsi il mio sguardo altrove, con a bocca aperta in un mezzo sorriso pieno di malinconia, era palese che stessi pensando a lei.

«Vogliamo sapere il nome, Styles!» disse Zayn ammiccando.

«Si chiama Evie».

«E com'è?». Erano tutti eccitati e mi fissavano qualsi come se mi stessero leggendo nella mente. E non mi sarei stupito se ci fossero riusciti, mi conoscevano quasi meglio dei miei genitori.

«Beh, lei è...» ma non feci in tempo a dire niente perchè la campanella suonò e il piazzale si svuotò in pochi secondi. Ci affrettammo tutti e l'ultima frase che sentii fu di Niall: «Dopo mi racconti tutto» prima di essere catapultato dentro l'edificio.

Riuscii a sistemarmi a metà nelle file, non un'ottima posizione ma nemmeno la peggiore. In base ai professori o passavi tutta l'ora a non far niente o eri fottuto. La mia prima ora del mio primo giorno di scuola sarebbe stata una passeggiata dato che avevo scienze e la mia professoressa era avanti con l'età e iniziava a perdere i colpi, sapevano tutti che era vicina alla pensione.

Così mi sistemai il più comodamente possibile e, facendo finta di ascoltare, mi preparai psicologicamente all'interrogatorio che avrei avuto fra qualche ora.


 

Presi un vassoio, iniziano a scorrere le gustosissime opzioni che la mensa scolastica offriva.

«Allora, che aspetto ha questa Annie?» domandò Zayn dietro di me, in fila.

«Evie, non Annie».

«Si, quello che è. Avanti parla!».

«Se mi dessi il tempo!».

Ci sedemmo al solito tavolo, tra quello delle cheerleader e la banda. Non avevamo una vera e propria posizione nel grado sociale della scuola e non ci interessava diventarne parte, eravamo semplicemente Harry, Zayn, Louis, Liam e Niall. Non passavamo inosservati a causa delle feste organizzate da Horan e Tomlinson, ma non ci consideravamo i più popolari. Ed era quello che mi piaceva, non avere un'etichetta.

«Sono cinque ore che aspetto , o parli adesso o ti rovescio il piatto in testa» esordì Niall.

«Non sprecheresti mai del cibo» ribattei.

«Non cambiare argomento».

«Ok... ha i capelli castano molto chiari, quasi biondo, gli occhi marroni anch'essi chiari...».

«E a fisico com'è messa?».

«Non male, belle curve». Non avevo per niente voglia di scendere nei particolari, avevo ancora quel senso di possessione e mi dava fastidio che gli altri sapessero le sue cose più intime.

«Cos'avete combinato?» chiese Louis sogghignando.

«Quello che fanno le altre coppie».

«E ci lasci così? niente dettagli?».

«Sono cose private!».

«Dicci solo se era brava».

Sbuffai e annuii: «In tutti i sensi, non solo a quello che pensate».

Non parlai più di lei e ormai avevano capito tutti che ci stavo ancora male. In fondo erano passate pochissime settimane e non era quel tipo di ragazzo che dimenticava una storia così importante. Mi svegliavo ancora con la vaga sensazione di incontrarla, che spariva appena mi rendevo conto di essere in camera mia. Non ero sicuro di esserne innamorato tutt'ora, ma alla fine era meglio così, prima me ne facevo una ragione, meglio era.


 

EVIE

La prima che avevo incontrato era stata Coline. Era impossibile non farlo, d'altronde abitavamo nello stesso isolato e andavamo insieme sin dalle medie. Come sempre ci eravamo incontrate a metà strada e avevamo raggiunto le altre ragazze.

Kate era quella più entusiasta, e non appena finimmo di salutarci, mi comunicò la grande notizia: «Sono fidanzata!» quasi urlò dalla gioia. Lei, proprio la più timida del gruppo, si era trovata un nuovo amore. Forse era proprio quella sua dolcezza a renderla desiderabile. Non che non avesse mai avuto un ragazzo, ma non era mai durata tanto, perchè lei si vergognava quasi di tutto. Ma ero davvero contenta per lei, almeno aveva trovato qualcuno della scuola e non si era incasinata sentimentalmente come la sottoscritta.

«Raccontami! Com'è successo?».

«Beh, ci siamo incontrati al barbeque di fine vacanze...». Ogni anno, a metà agosto la nostra città orgaizzava un mega barbeque che durava cinque giorni. I cuochi erano gli abitanti, chiunque si offrisse e se la cavasse ai fornelli. «Mi ha chiesto il numero, ci siamo visti per un po' e poi ci siamo messi insieme...».

«Ma è fantastico! ce lo fai conoscere, vero?».

«Non adesso. Sabato c'è la festa in maschera organizzata dalla scuola, ognuno si veste come vuole».

«E tu come fai a saperlo?».

«Mi ha invitato» spiegò lievemente in imbarazzo.

«E' una cosa seria!».

«A quanto pare...».

Sperai per lei che fosse un ragazzo a posto, se lo meritava.


 

HARRY

«Avete sentito del ballo in maschera?» cominciò Zayn all'uscita da scuola.

«Si, oggi la preside ha fatto l'annuncio nell'interphono all'ultima ora raccomandandoci di non rompere niente, non te ne sei accordo?».

«Probabilmente stavo dormendo» spiegò con nonchalance. «Comunque, voi invitate qualcuna?».

«Io stavo pensando a una del mio corso di inglese» disse Liam.

«Io ho già chiesto a Hannah alla terza ora». Continuò Louis. «Niall, tu?».

«Io ho una ragazza».

«E quando pensavi di dircelo?» osservò Liam quasi indignato.

«Ma stiamo insieme da poco, volevo presentarvela alla festa».

«E ci fai stare sulle spine per quasi una settimana? Perchè ci odi così tanto?» piagnucolai.

«Si, a meno che non vogliate mai conoscerla».

«Come sei permaloso, Horan».

«Ma smettila! è solo che mi piace parecchio e voglio che sia una cosa davvero seria».

«Abbiamo capito, ogni cosa a suo tempo».

«Oggi venite da me? Così decidiamo già i costumi e non ci pensiamo più» propose Zayn. Fummo tutti d'accordo.

«Te non hai un'accompagnatrice?».

«La troverò quel giorno» rispose con una scrollata di spalle.

A me non lo chiesero avevano capito che non ero pronto per un'altra storia o botta e via in generale. Sinceramente, non sapevo nemmeno io se me la sentivo o no. Tentar non nuoce, ma i sensi di colpa nei confronti di Evie che avrei avuto dopo non sarebbero spariti tanto facilmente.

A causa di tutti quei pensieri e preoccupazioni, non mi presi nemmeno la briga di aprire il diario per guardare i compiti. Poco importava, avrei copiato il mattino dopo da qualcuno. E, prima di addormentarmi, l'ultima persona che vidi impressa nella mia mente, sorridente verso di me, fu lei. Cazzo, dovevo voltare pagina. Non era esattamente parte del mio passato, era parte di un qualcosa di più grande e sperai con tutto il cuore che sarebbe durato anche la prossima estate, perchè la meta estiva sapevo già quale sarebbe stata.

Sbuffai, rigirandomi nel letto. Non potevo farmi delle paranoie per una ragazza che non avrei visto per parecchi mesi. E magari anche lei nel frattempo era cambiata, era andata avanti e l'avrei trovata a baciare un altro, magari Daniel... no, non poteva abbassarsi a quei livelli. Poi mi venne in mente Coline e mi rassicurò il fatto pensiero che almeno lei l'avrebbe fatta ragionare e l'avrebbe tenuta d'occhio. Ora che ci pensavo, sarebbe stata un'idea carina se avessi mantenuto i contatti con lei all'oscuro di Evie, ma probabilmente (anche se ero abbastanza sicuro che avrebbe accettato) sarei passato per l'ex troppo geloso o uno stalker.

Ciò di cui avevo bisogno adesso era una bella dormita.


 

EVIE

«Lumaca, sei pronta?» mi chiamò Kate per la quarta volta.

Misi i tacchi e scesi le scale alla veloce, rischiando di rompermi il collo e indossai in fretta la giacca.

«Finalmente! è da mezz'ora che ti aspettiamo!».

«Per favore, già sono agitata di mio senza che mi facciate presente la festa ogni minuto. E poi Kate, dovresti essere tu quella che sclera visto che fra poco ci presenterai il tuo ragazzo».

«Grazie per avermelo ricordato» replicò.

«Di niente cara. Allora, dove vi incontrate? Ti passa a prendere?».

«No, ci vediamo direttamente la».

«Che maleducato, poteva fare il gentiluomo!» commentò Coline.

«Non siamo ancora a quei livelli».

Coline sbuffò ma non replicò. Sapeva di avere torto e odiava ammetterlo, così rinunciò.

«Signore, siete tutte pronte?». Nessuno obiettò. «Benissimo, si parte!».

Quelle due si lamentarono per tutto il tragitto a causa dei tacchi. Kate aveva deciso di vestirsi da 'panda sexy', così l'aveva definito lei. In pratica erano dei pantaloni neri lucidi aderenti, una maglietta bianca e nera scollata, un cerchietto con delle finte orecchie di cartone fatto da lei e una piccola maschera altrettanto nera. Se avesse aggiunto i baffi sulle guance sarebbe stata più che altro una gattina, ma conoscendola si sarebbe ritenuta esagerata, così aveva trovato la scappatoia del panda anoressico.

Coline invece, dopo aver scartato un mini completino da coniglietta di play boy, aveva optato per una pippi calzelunghe piena di colori, con tanto di parrucca arancione e mascherina arcobaleno. Un travestimento esuberante, proprio come lei.

Non eravamo i tipi da travestirsi in modo da attirare l'attenzione dei ragazzi, ma dato che una di noi era fidanzata, dovevamo anche dimostrare di essere intraprendenti sotto certi aspetti. Ovviamente Coline si era impegnata affinchè riuscisse nel risultato.

Arrivammo miracolosamente in perfetto orario. C'erano già molti alunni ma quasi tutti matricole. Così ci sistemammo in un angolo vicino al banchetto e iniziai ad abbuffarmi. Ero rimasta a digiuno da pranzo per tutti i preparativi e il mio trucco aveva richiesto più tempo del solito. In effetti, tutto il mio vestito era stato impegnativo. Non mi ero mai sentita così a disagio in un costume, troppo appariscente per i miei gusti. Avevo già notato un paio di ragazzini del primo anno indicare dalla mia parte e sperai tanto che stessero parlando di una vicino a me. Per distrarmi ripresi a mangiare salatini e a bere aranciata.

COSA SUCCEDERA' ALLA FESTA? FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE :)

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Just a dreamer_