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Autore: Molly182    01/09/2013    1 recensioni
«Dove sei?», chiese la sua voce dalla parte opposta della cornetta. Mi mancava così tanto, così come la sua risata che da qualche mese non sentivo neanche più.
«Dallas o Houston, non mi ricordo esattamente…», risposi più distratto del solito. La verità è che ero distratto da numerosi pensieri. Durante questo tour avevo avuto occasione di pensare davvero tanto a lei. Ero arrivato alla conclusione che forse tra di noi avrebbe potuto funzionare, nonostante il tour, e le volte in cui mi sarei strappato i miei fottuti capelli, tutto andava alla grande. Stavamo bene insieme. Però avevo paura. Avevo paura che il nostro equilibrio si sarebbe infranto quando sarei tornato a casa, ma non avevo realizzato che proprio a causa del tour la nostra stabilità stava vacillando.
«Quindi tornerai tra breve…?»
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alex Gaskarth, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Dove sei?», chiese la sua voce dalla parte opposta della cornetta. Mi mancava così tanto, così come la sua risata che da qualche mese non sentivo neanche più.
«Dallas o Houston, non mi ricordo esattamente…», risposi più distratto del solito.  La verità è che ero distratto da numerosi pensieri. Durante questo tour avevo avuto occasione di pensare davvero tanto a lei. Ero arrivato alla conclusione che forse tra di noi avrebbe potuto funzionare, nonostante il tour, e le volte in cui mi sarei strappato i miei fottuti capelli, tutto andava alla grande. Stavamo bene insieme. Però avevo paura. Avevo paura che il nostro equilibrio si sarebbe infranto quando sarei tornato a casa, ma non avevo realizzato che proprio a causa del tour la nostra stabilità stava vacillando.
«Quindi tornerai tra breve…?»
«Ancora qualche settimana e arriverà Dicembre, e poi potremmo finalmente passare il periodo natalizio insieme»
«Alex, Novembre è già finito», disse con un tono di voce davvero dolce nonostante la sua fosse stata un’osservazione di rimprovero. Aveva davvero tanta pazienza con me.
«Quando sono in tour, non so neanche in che città mi trovo o quale giorno della settimana sia», mi giustificai abbozzando un sorriso che lei non avrebbe mai visto.
«Ho notato, ma va bene così…», disse. «Senti… io…», iniziò a dire. Voleva aggiungere qualcosa ma non riusciva a far uscire le parole che probabilmente voleva dirmi ormai da tempo. Le lasciai spazio, ma non disse nulla. Poco dopo aggiunse qualcosa. Due piccole parole che significavano tanto per me. «Mi manchi», sorrisi mentre le diceva. «Sembra come che te ne sia andato da sempre»
«Mi manchi anche tu e te lo prometto: tra poco tornerò!»
«Non fare promesse che non puoi mantenere….», anche se scherzava, sentivo la nostalgia trapelare dalla sua voce. Mi faceva male percepire una punta di delusione nella sua voce.
«Non immagini quanto vorrei essere a Baltimora… lì con te»
«Alex... non so dove sei né quando tornerai a casa, queste promesse che fai mi rendono felice, ma mi feriscono profondamente perché so che per qualche strana ragione non potranno essere mantenute e odio questa situazione. Odio non averti vicino e non voglio litigare con te, perché non è giusto, non è colpa tua, ma è estenuante tutta questa situazione, tutta questa attesa…», confessò quasi tutto di un fiato. «Alcuni giorni mi sento una merda, altre volte vorrei abbandonare questo stato e sentirmi normale solo per un po'. Avere un ragazzo al mio fianco e non dall’altra parte del Mondo e dividerlo con la band e tutti i fan. Sarà totalmente egoistico da parte mia ma non capisco perché tu debba essere sempre così lontano e pieno d’impegni. Cerco di andare avanti, ma i viaggi sembrano sempre così lunghi, e mi ritrovo a chiamarti al telefono perché la tua voce mi aiuta sempre quando mi sento sola, ma mi sento come un'idiota, sprecando i miei giorni aspettando una chiamata che arriverà probabilmente in piena notte o all’alba», rimasi zitto ad ascoltare le sue parole. Ogni singola frase mi faceva male come se per ogni termine detto, un pugnale s’introducesse nel mio petto e mi strappasse in piccoli pezzi il mio cuore. «Quando alzo la cornetta del cellulare, non ho neanche molto da dire, così voglio che tu sappia una volta per tutte che questa storia sta andando un po’ a puttane, che io sono qui bloccata ad aspettarti, a volte a discutere, dicendoti che ce l'ho con te e la tua carriera…»
«Lisa, mi dispiace, ma io non posso…»
«Non ho finito!», disse interrompendomi. «Sono stanca di star seduta ad aspettarti e odio trovare stupide scuse per quando non sei qui attorno, e sono stanca di sentirmi così usata. A volte mi chiedo se ti ricordi ancora il posto dove abiti, se ti ricordi ancora il barbecue e le grigliate con i nostri amici, gli hamburgers e le costolette che cucinavi alle piccole feste ogni halloween con un ammasso di dolci, ma ora ti fermi soltanto ogni tanto e per poco…», la sua voce diventata sempre più flebile. Sapevo che avrebbe pianto da un momento all’altro. «Merda… mi ritrovo sola riempiendo il mio tempo con qualunque cosa per levare il pensiero di te dalla mia mente, ma non ci riesco, sei come un’ossessione…», continuò cercando di sembrare tranquilla, ma non ci riusciva. Anche se cercava di apparire forte, sarebbe ceduta da un momento all’altro. «Quindi, ascoltami attentamente, per un po’ vado da mia sorella, ho bisogno di distrarmi un po’… ho lasciato le chiavi sotto il tappetino della nostra porta d’ingresso, non so dove stai andando, solo porta il tuo culo a casa il più presto possibile! Mi manchi da morire!»
«Ti prometto che staremo bene alla fine. Fidati, piccola»
Entrambi sapevamo che questo tipo di vita non sarebbe stato facile ed eppure avevamo deciso di provarci, di buttarci a capofitto in questo rapporto e sperare che tutto sarebbe andato bene. Così io stavo provando a fare del mio meglio per fare qualcosa, ma sembrava che tutti i miei sforzi non servivano a nulla. Qualche volta diventa davvero merdoso. Non mi ricordavo in quale città mi trovavo tanto meno quale giorno della settimana o mese in cui ci trovavamo. Poche date l’anno mi sembravano reali. Il resto era come se la mia vita si ripetesse, giorno dopo giorno.
L’ultima volta che c’eravamo sentiti le avevo detto che mancava poco, che sarei tornato presto, ma non era stato così. Vorrei semplicemente scusarmi ma non ho realizzato in che cosa ho sbagliato, non riesco a dare una spiegazione plausibile a tutto ciò. Amo il mio lavoro e amo lei. È stata senz’altro meravigliosa ed io non l’ho mai dato per scontato. Il semplice fatto che si trovava ancora vicino a me, dopo ogni volta che ha ascolto qualche falsità, qualche mia bugia o qualche storia inventata dai media, lei è sempre rimasta in piedi, di fianco a me e non mi riesco a spiegare l’incredibile forza che riesce a trovare.
Ogni volta che vado via da Baltimora, il mio cuore s’intristisce e voglio tornare immediatamente a casa per vedere il suo viso. Passare un altro giorno senza Lisa è come una lama che mi trafigge. Quando mi chiama, il mio cuore smette di battere. Tutto sembra fermarsi e finalmente realizzo in che casino mi sia cacciato.
A volte mi ritrovo perfino a cercare ovunque il suo viso perché la cosa che mi manca di più è svegliarmi accanto a lei e guardarla negli occhi. Quegli occhi chiari che mi rendono felice.
So che questa lontananza sembra possa essere davvero per sempre, ma immagino che sia il prezzo che devo pagare. Fino a quando tornerò a casa e il suo tocco renderà tutto migliore, ma fino a quel giorno non c'è nient'altro che posso fare che aspettare che quel giorno sia vicino così da poterle dire «Sto tornando a casa, piccola!», ma sembra non arrivare mai, eppure so che posso aspettare per sempre e sono certo che resisterò solo per lei. Per noi.

Note:
Ehilà! Eccomi qui con un'orribile one shot!
Ho voluto raccontare un piccolo momento della vita di Alex e di Lisa, anche se non mi è riuscito particolarmente bene. Lo so, ne sono consapevole, ma volevo pubblicare qualcosa di nuovo e spero che non faccia poi così tanto vomitare anche se non mi convince molto.
Per la storia mi sono ispirata a due canzoni: "Ass Back Home" dei Gym Class Heroes, "Where'd You Go" dei Fort Minor. Sono due canzoni che non centrano paricolarmente nulla con il genere che suonano gli ATL però sono due canzoni davvero belle e se vi capita l'occasione (o se semplicemente vi annoiate e non sapete cosa fare) vi consiglio di ascoltarle e di leggere il testo, perchè ne vale la pena. Ok, forse non troppa, ma sono carine.
Forse è meglio se sto zitta.
Alla prossima :)

P.s. Verso la fine si può trovare anche dei pezzi di "I Can Wait Forever" dei Simple Plan :)
   
 
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