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Autore: Prof    01/09/2013    1 recensioni
Colpì per una seconda volta la spalla del danese, con un’energica pacca, probabilmente con l’intento di riscuoterlo un po’ da quell’umido torpore. “Forza, andiamo.” Biascicò. “Qui si crepa dal freddo.”
“E dove?”
Inghilterra si strinse nelle spalle. “È importante?”

Raccolta di dieci capitoli sul rapporto di Inghilterra con Danimarca.
Dedicata a lady Aethalflaed, zia per adozione e fuco per vocazione, per un giorno di fine estate come un altro.
[01. La mia parte intollerante] [02. Questione di gusti] [03. Illusion] [04. Strange Neighbors] [05. E adesso dove andiamo?] [06. Undisclosed Desires] [07. If I lose myself]
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Danimarca, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Hetalia - If i lose myself - danelaw










~ If I lose myself  ~









You can feel the light start to tremble

Washing what you know out to sea
You can see your life out of the window





Freddo.
L’aria della notte che aggredisce la pelle nuda e umida, avvolge il torso spoglio in una morsa pungente, si infiltra subdola tra le membra addormentate. 
Inghilterra rabbrividisce, stringe i denti, e si rende conto per la prima volta in quella tetra alba di essere sveglio.

Il cielo è una coltre metallica, un grigio smorto e triste, monotono e apatico. A est, l’ombra pallida di quello che deve essere il sole fa capolino tra palazzi e tetti della città ancora addormentata.

La mano sinistra si alza, quasi che si fosse mossa da sola e indipendente, andando a stropicciare occhi ancora pieni sonno, stanchi da una notte fatta di risate deluse e bottiglie piene di birra dove affogare il proprio male di vivere.

Arthur Kirkland sospira e ricaccia indietro frammenti di memoria di sole poche ore fa che riemergono dalla mente appena sveglia, deciso, per una volta, a non chiedersi niente, né a cercare alcun motivo, alcun perché per quello che ha fatto e detto, che non ha fatto e non ha detto.  

Le mattonelle del balcone sono impregnate di gelida umidità, quasi da fargli perdere la sensibilità ai palmi dei piedi, considera distrattamente, come se una constazione del genere potesse allontanare pensieri più nefasti.

Concentrato solo sui gesti, la mente lasciata a navigare da sola nel nulla, sfila una sigaretta dal pacchetto che ha raccatato da dentro prima di chiudersi la porta-finestra alle spalle, e se la stringe tra le labbra secche e screpolate.

L’accendino produce una fiamma tremolante solo al terzo tentativo. Il fumo caldo e denso cola giù nella gola e penetra maligno nei polmoni. Espira, una nube grigia che si aggiunge al grigiore di un’alba nuvolosa.

È nel mentre in cui si abbevera della seconda boccata che uno scatto sommesso e il cigolare lamentoso della finestra lo avvertono dell’arrivo del suo compagno preferito di inquietudini.

Sbuffa una nuvola di fumo, ma non fa in tempo a girarsi che due braccia calde gli avvolgono la vita.

“Che ci fai sveglio a quest’ora?” mugugna Danimarca contro il suo orecchio, non premurandosi affatto di evitare anche di sbadigliargli sonoramente contro.

La Nazione inglese emette un verso stizzito.

“Mi era difficile continuare a dormire, visto che qualcuno ha deciso di occupare tutto il letto.” mente, mettendoci tutto l’acido di cui è capace.

In tutta risposta gli arriva una risata sommessa, un ridere muto che però sconquassa  tutto il corpo del danese, e insieme a lui, quello di Inghilterra.

“Ieri notte però non ti lamentavi!” ribatte sicuro Danimarca, uscito completamente illeso dalla colata di acidume inglese – di solito letale di primo mattino.

Arthur avvampa di fronte a tanta sfrontatezza, piccato, e fa per ribattere a tono, ma si trova d’improvviso senza alcuna parola. Ripiega dunque sull’ennesimo sbuffo stizzito, prima di decidere che è meglio tornare alla propria sigaretta.

Danimarca ha la decenza di star zitto tre secondi.

“Sai che il fumo fa male?”
Occhi inglesi salgono al cielo invocando pietà. Oppure un fulmine che cada sul capo danese.

“Ma non mi dire…” fa in tempo a dire, prima che labbra sgraziate gli premano contro la bocca, in un bacio scomposto e privo di perché.

Solo pochi attimi. Danimarca si separa con un sorriso sardonico. Inghilterra si ritrova le dita prive di sigaretta, ora stretta fra pollice e indice del danese, che gliela porta a un palmo di naso, tutto compiaciuto.

“Non vorrei farti montare la testa, ma senza questa hai un sapore migliore”

Inghilterra apre bocca pronto a spuntare i peggiori insulti, ma la parabola oltre la balaustra del balcone che Danimarca fa compiere alla sigaretta lo lascia del tutto interdetto.

Il mozzicone sparisce alla vista, giù, caduto in mezzo a una strada deserta.

Inghilterra sbatte un paio di volte le palpebre. Non fa in tempo a riprendersi da quello stato incredulo che Danimarca lo ha già sciolto dalla propria presa, ritirandosi nelle stanze calde dell’appartamento.  

“Io dico che è meglio ritornare dentro, a finire quello che abbiamo iniziato ieri sera!”

Improvvisamente, il freddo del balcone di quell'appartamento di Copenaghen diventa insostenibile.






If I lose myself tonight
It'll be by your side



If I lose myself tonight
It'll be you and I...












Note dell'autore: ci credete che questa cosa doveva risultare romantica? Mi perdoni il fuco, la persona a cui è dedicato questo piccolo, freddo e umido pensierino.
Buon Compleanno, Renji! ♥

If I lose myself - OneRepublic
   
 
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