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Autore: Shade Owl    02/09/2013    2 recensioni
Durante le operazioni minerarie su un lontano pianeta, l'agente di sicurezza Parker Bones viene svegliato nottetempo a causa di alcuni problemi con tre uomini che ha arrestato il giorno prima: sembrano aver contratto una qualche malattia e questo, in seguito ad altri avvenimenti misteriosi, spinge il Capitano della PCP Ascendant a chiedere aiuto.
E così, una donna viene mandata sulla nave: l'Ufficiale Valentine...
Genere: Mistero, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Parker Bones si rigirò con un gemito nella branda, mentre un suono gracchiante e ripetitivo gli trapanava le orecchie, strappandolo a un sonno ristoratore e meritato, che era iniziato così bene da fargli sperare di non svegliarsi più.
Non poteva trattarsi della sveglia: l’impianto della PCP Ascendant era impostato secondo le preferenze dell’intero equipaggio e, a seconda della sezione, si comportava in modo diverso. Avendo avuto lui l’enorme fortuna di avere una cabina singola, dunque, aveva potuto scegliere personalmente un adagio di Mozart come sua personale suoneria mattutina. No, quello era l’impianto di comunicazione interno del vascello, ed era la cosa che odiava più di ogni altra a bordo.
A eccezione del comandante della Ascendant, Ethan Malkovich.
- Pronto?- grugnì, schiacciando con un pugno il pulsante sul comodino.
- Signor Bones, è sveglio?- chiese la faccia scura del Capitano, comparsa all’istante sopra il ricevitore, una porzione di sfera bianca che emanava adesso una tenue luce.
- Adesso sì, suppogno…- sbadigliò, sedendosi sulla branda - Cosa posso fare per lei, Capitano?-
- Può vestirsi e correre sul ponte medico.- rispose l’uomo - Abbiamo un’emergenza di classe Beta, mi serve il suo aiuto.-
- No, le serve l’aiuto del dottor Lassiter.- replicò Bones, stropicciandosi un occhio - Io sono solo l’ufficiale della sicurezza, non so niente di medicina. Non saprei curare un raffreddore.-
Il volto di Malkovich si accigliò.
- Le ho dato un ordine, Bones.- rispose - Non scherzi con me, non dopo la giornata che ho avuto.-
- Certo, la mia è stata liscia come l’olio… ho dovuto rinchiudere tre minatori, cosa avrò mai fatto?-
- Bones, la avverto!- esclamò scocciato l’altro.
- Okay, okay, non si faccia saltare le coronarie, arrivo…- sospirò, facendo per alzarsi.
- Sarà meglio che si sbrighi.- disse Malkovich - Perché l’emergenza riguarda proprio i suoi prigionieri.-
 
Bones soffocò uno sbadiglio, sistemando alla buona la giacca marrone della sicurezza sulle proprie spalle. A dispetto dell’insistenza del Capitano, non si era nemmeno dato la pena di mettersi la divisa, limitandosi a infilarsi un paio di pantaloni decenti. Se la maglia grigia con cui dormiva non gli piaceva, avrebbe potuto tranquillamente andare a farsi fottere.
Scivolò tra i corridoi silenziosi della sezione dormitori fino all’ascensore, e da lì raggiunse il ponte medico. Le porte si aprirono su una stanza luminosa e candida, talmente tanto che per un momento dovette strizzare le palpebre, infastidito.
- Ah, signor Bones… finalmente ci onora della sua presenza.-
Rimangiandosi la replica, Bones avanzò nella stanza, raggiungendo il Capitano Malkovich che lo aspettava, in piedi vicino alla balaustra che dava sulla corsia di isolamento. Al suo fianco c’era il dottor Lassiter che, con la sua testa coperta di radi capelli grigi, le rughe d’espressione e gli occhiali piccoli e rotondi, gli ricordava costantemente un carlino.
- Ho fatto più in fretta che potevo. Non so ancora attraversare le pareti.- rispose Bones - Allora, questa emergenza medica?-
Il dottor Lassiter fece un cenno col capo, indicando sotto di loro.
- Guardi.- rispose.
Bones sospirò, appoggiando i gomiti sulla ringhiera: sotto di loro c’era un vetro spesso almeno due pollici che isolava totalmente la stanza al di là di esso. All’interno c’erano tre letti occupati, e come gli era stato annunciato Bones poté riconoscere i minatori che aveva arrestato il giorno prima stesi sui materassi. Due di essi dormivano, anche se erano visibilmente febbricitanti, mentre l’altro spostava nevroticamente lo sguardo da una parte all’altra, abbracciando convulsamente un vaso con dentro una piccola pianta ornamentale.
- Interessante.- disse svogliatamente - E quindi?-
- Sono i suoi prigionieri, Bones!- sbottò il Capitano, guardandolo dall’alto in basso e gonfiando il petto, così che lo stemma della divisa risaltasse ancora di più - Potrebbe almeno fingere che le importa qualcosa!-
- A me importa solo che non facciano danni, Capitano. È per questo che ricevo uno stipendio. Sono malati, ma che posso farci? Di cosa, a proposito?- chiese poi, rivolgendosi al dottore - Quando li ho presi in consegna mi sembravano stare bene.-
- Non ne siamo sicuri.- rispose Lassiter - Stiamo ancora facendo esami. Un’ora fa, più o meno, hanno cominciato a mostrare segni di sofferenza. I sintomi vanno dalla febbre alla paranoia.-
- E questo giustifica un’emergenza di classe Beta?- chiese Bones - Un po’ di febbre?-
- Normalmente no, ma dopo quanto è accaduto negli ultimi giorni la situazione si fa preoccupante. Dopotutto, erano tra quelli che sono scesi a terra, ieri mattina. Potrebbe esserci un nesso.-
Bones sospirò.
- D’accordo.- disse - E io cosa c’entro? Cosa volete che faccia?-
- Per una volta, la sua cosa preferita, almeno per le prossime ventiquattro ore.- rispose il Capitano, serio - Ovverosia, niente. Ho già contattato i miei superiori, gli ho spiegato la situazione. Gli ordini sono di restare cauti e di attendere. Quello che sta accadendo è ben strano, e dicono che potrebbe servirci l’aiuto di uno specialista. Lei lo affiancherà fin dal suo arrivo per tutta la durata della sua permanenza qui a bordo. Mi aspetto la massima collaborazione, signor Bones.-
Lui grugnì.
- Agli ordini…- borbottò, svogliato.

Alla fine, ho deciso di pubblicare anche qualcos'altro, oggi, oltre a "The Hollow Game". Non so bene come andrà, sono sicuro solo di poche cose: questa storia avrà una frequenza di pubblicazione un po' più elevata, se mi riesce adotterò addirittura la mia preferita (giornaliera... perché sono autolesionista); sto ragionandoci sopra da parecchi giorni, forse settimane (ho perso la nozione del tempo), e ritengo che il personaggio centrale sia sufficientemente maturo per una cosa simile, per non parlare di tutto il resto della storia; se ci riesco, la mia intenzione è quella di cominciare una nuova serie, quindi questa sarà una "storia pilota". Vedremo come va.
Ah, un'ultima cosa, un dettaglio più tecnico: non ci metterò date. Mi è già capitato di sentirmi chiedere, in altre storie di genere fantascientifico, di specificare l'anno in cui si svolgono gli eventi. Ho sempre risposto, ma stavolta, per principio, non dichiarerò alcuna data. Questo perché non ne vedo l'utilità. Di certo non si svolge quest'anno, non si svolge nel corso di quello passato e nemmeno nel prossimo, visto che di viaggi spaziali se ne fanno pochi, oggigiorno. Sappiamo che è nel futuro, stop. Non serve altro. Io, personalmente, ammetto di avere ignorato per un anno intero la data di svolgimento del gioco "Dead Space", ad esempio, finché non ho letto alcune informazioni generiche su internet, tra l'altro mentre cercavo tutt'altro. Eppure, questo non mi ha dato alcun fastidio.
Quindi, godetevi la lettura e, se proprio volete una data... guardate il calendario.
A domani, allora, col primo, vero capitolo!

   
 
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