Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: LoveAll    02/09/2013    2 recensioni
"Giro l’angolo e mi ritrovo davanti quel fusto del palazzo di fronte a casa mia; so solo che ha 19 anni e che è stato in carcere più di una volta. Non voglio avere a che fare con lui. Proseguo dritta per la mia strada, quando sento qualcuno chiamarmi -Ehi, scusa! Sei Annabel, giusto?- mi giro di scatto e me lo ritrovo davanti - Si, e tu sei?- gli rispondo sgarbatamente –Bhe io sono Justin …" L'incontro di Annabel e Justin avviene in questo momento e da lì in poi potranno contare l'una sull'altro.
Spero che la mia storia vi piaccia
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri, Justin Bieber
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ok, questa è l’ultima volta che la mamma riesce a costringermi a fare ciò che vuole lei. Guardo la lista della spesa … mhhh … latte, uova, farina e cioccolato. Preso tutto; non vedo l’ora di tornare a casa per rimettermi tra le coperte. Dopo aver pagato riprendo l’ombrello e mi incammino verso casa con la pioggia che bagna i miei anfibi neri. Giro l’angolo e mi ritrovo davanti quel fusto del palazzo di fronte a casa mia; so solo che ha 19 anni e che è stato in carcere più di una volta. Non voglio avere a che fare con lui. Proseguo dritta per la mia strada, quando sento qualcuno chiamarmi -Ehi, scusa! Sei Annabel, giusto?- mi giro di scatto e me lo ritrovo davanti - Si, e tu sei?- gli rispondo sgarbatamente –Bhe io sono Justin … volevo chiederti se potevo venire un attimo a casa tua… ho perso le chiavi e sto aspettando che il mio coinquilino Scooter mi porti le sue. Non ti da fastidio, vero? Si tratta solo di un’ora- scocciata lo guardo e gli dico di seguirmi. Mentre saliamo le scale mi chiede quanti anni ho – Ne ho 17 … te 19, vero?- mi sorride e annuisce. Quando entriamo in casa vedo che la mamma è andata in palestra. Perfetto, e se Justin mi aggredisse? Cosa farei, allora? Cavoli, sono nei guai. Preparo la cioccolata calda e ci mettiamo a sedere sul divano –Quanto è che abiti qui?- rispondo mentre gli passo i marshmallow -Forse cinque anni, o sei. Te?- so già che risponderà tre –Bhe, mi pare tre anni. Sono venuto a stare qui quando i miei sono morti e la casa era stata messa all’asta per ripagare i debiti che avevamo. E’ stata abbastanza dura per me, ma adesso che lavoro nel pub all’angolo riesco a pagare le bollette e tutto ciò che mi serve- non sapevo che avesse perso tutti e due i genitori, e per questo mi sento un po’ in imbarazzo – Lavori come barista?- sorridendomi mi risponde –No, canto tutte le sere le canzoni che scrivo- Wow, non sapevo che sapesse cantare. Gli squilla il telefono e leggo “Scooter”. Risponde e dopo pochi istanti si alza –Annabel, grazie per avermi fatto stare qui. Scooter è arrivato. Se vuoi stasera puoi venire a sentirmi da Angels pub- annuisco –ok allora ci vediamo per le dieci- mi alzo e mi bacia sulle guance.
La sera mi incammino verso il pub dove Justin lavora. E’ pieno di ubriaconi; forse non dovevo venire. Mi giro per andarmene, ma sento una voce soave cantare – Well let me tell you a story, about a girl and a boy .He fell in love for is best friends when she’s around, he feels nothing but joy …- mi siedo e ascolto finchè Justin non finisce. Sono ipnotizzata dalla sua voce e quasi non mi accorgo che sta andando via; lo inseguo – Justin, Justin!- si gira e gli si illumina il viso vedendomi – Allora, come ti sono sembrato?- gli rispondo di scatto –Wow, sei stato … magnifico! Non mai avuto la pelle d’oca ascoltando qualcuno cantare- diventa tutto rosso – Ti va di venire a prendere qualcosa a casa mia?- forse è un po’ tardi, ma accetto l’invito. Mentre saliamo le scale scivolo e cado; Justin si mette a ridere ma subito dopo mi rimette in piedi e mi tiene per mano –Così sono sicuro che non cadrai ancora- scoppiamo tutte e due in una fragorosa risata. Arrivati davanti alla porta del suo appartamento mi lascia la mano e prende le chiavi nella tasca del giubotto. Noto che la casa avrebbe bisogno della mano di una donna. Ci sediamo sul divano e parliamo un po’. Sento il suo telefono vibrare sul tavolo; corre a rispondere e la sua faccia prende un’espressione preoccupata. Cosa gli sta succedendo?
 
  
  
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