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Autore: Bab1974    02/09/2013    0 recensioni
[Lazy town]
Sportacus, eroe di Lazy town, e il suo nemico giurato Robbie Rancido, s'innamorano, ma qualcosa prende una piega sbagliata. Robbie vorrebbe cambiare l'eroe ma riesce solo a creare danni.
Questa storia partecipa al quarto turno del 'Survival contest' di fa92.
Storia d'amore triste.
Genere: Drammatico, Erotico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LW TRISTE L'amore porta guai agli eroi



Sportacus cercò di liberarsi dalle catene che lo tenevano imprigionato. Si diede dello stupido un'altra volta per aver pensato che Robbie fosse davvero innamorato di lui. Le forze gli venivano a meno sempre di più, poiché non mangiava da almeno un mese. Non voleva i dolci che Robbie gli portava, oltre che rischiare la vita, non poteva dargli quella soddisfazione.
Il suo segnalatore era stato rubato e non riusciva comunicare con la sua astronave o con chiunque altro.
Ogni tanto Robbie lo guardava, ghignava e gli raccontava le sue malefatte, poi gli passava sotto il naso i suoi malefici cibi e lo stuzzicava con i profumi e le parole.
"Orsù, eroe dei miei stivali, so che hai voglia di mangiare, sento il tuo stomaco brontolare da qui." lo invogliava, poi, forse per sfotterlo ancora, o forse perché lo voleva davvero, lo baciava.
"Dovresti bere almeno un po' d'acqua, la tua bocca è disidratata."
Sportacus serrava di più le labbra.


Quando Robbie lo aveva baciato, si era arreso subito, non se lo aspettava, ma non gli dispiaceva. Avevano fatto l'amore nel primo angolo trovato, dietro il muro di una casa, correndo il rischio che qualcuno li vedesse, o li sentisse, dato il volume che avevano raggiunto i loro gemiti.
Robbie si era dimostrato esperto nel muoversi dentro di lui: dall'aspetto esteriore non si pensava che avesse una tale carica erotica. C'era solo una cosa che Sportacus non sapeva: lui non avrebbe mai accettato di dividere il suo letto con un nemico della pigrizia e del mangiare insano. Voleva trasformarlo, farlo diventare come lui. Per questo lo aveva rinchiuso nella gabbia. Era certo che se avesse abituato il suo fisico a mangiare dolci e robaccia varia, sarebbe presto diventato una sua copia.
Per quasi due settimane fecero l'amore in ogni angolo libero che trovarono.
"Oddio, Robbie, sto per venire." gridava Sportacus, ogni volta che era sul punto. Robbie allora lo aiutava, aumentava le spinte, e godevano insieme come se non potessero più fare a meno l'uno dell'altro.
Robbie lo mangiava, leccava, mordeva, non aveva mai provato nulla di simile e abbassò in maniera rilevante le sue difese.
Il giorno che si risvegliò rinchiuso, capì di avere riposto male la sua fiducia.



In alto, Stephanie e i ragazzi, si stavano preoccupando dell'assenza prolungata del loro amico. Negli ultimi tempi Robbie Rancido aveva combinato un sacco di guai e la città si stava impigrendo più del solito. La ragazza rosa da solo non  riusciva più a salvare tutti, nonostante fosse molto brava, e i ragazzi cominciavano a farsi male sul serio.
L'avevano cercato in ogni luogo e alla fine erano andati persino nella sua astronave a chiedere informazioni. Lei disse che sapeva dov'era il suo segnalatore, ma non trovava segno di vita. Perciò, o era morto, o non aveva con sé il suo trasmettitore. Raggiunsero il luogo e lo trovarono abbandonato.
Ora potevano dire di aver guardato dappertutto.
"L'unico posto che dobbiamo ancora controllare è il bunker di Robbie." disse Pixel.
"Credi che lui lo trattenga contro la sua volontà?" chiese Stephanie.
Tutti annuirono e assieme chiamarono Pacifico, il sindaco, perché obbligasse Robbie ad aprire il bunker per poterlo perquisire.


"Robbie Rancido, devo parlarti." chiamò Pacifico, parlando attraverso un tubo che s'inoltrava nel terreno. Era l'unico modo da usare per parlare a quell'uomo.
Robbie prese il periscopio, e vide che assieme al sindaco c'era tutta la città riunita.
"Accidenti," disse parlando a se stesso, come faceva spesso "si sono accorti della mancanza di Sporty e vogliono cercarlo anche qui. Non posso rifiutarmi, sarebbe peggio, ma devo camuffarlo, in maniera che non ci facciano caso e non lo trovino."
Buttò un telo sopra la gabbia e minacciò il ragazzone di fare del male ai suoi amici se avesse fatto anche un solo respiro troppo profondo.
"Sindaco!" rispose, Robbie sempre all'interfono "Di cosa ha bisogno?"
"Dobbiamo dare un'occhiata al tuo bunker. Ti prego di collaborare." insistette Pacifico.
"Ok, scenda pure." Robbie aprì e aspettò, sperando che nessuno scoprisse il suo improvvisato nascondiglio.
Scesero tutti: si guardavano attorno disgustati e impauriti. C'era buio, sporcizia e quelle tute appese erano inquietanti.
"Cos'è accaduto?" chiese fingendosi preoccupato "Perché tutto questo dispiegamento di persone?"
"In realtà siamo preoccupati perché è scomparso Sportacus. Spero che tu non t'offenda, ma questo è l'unico luogo che non abbiamo controllato." spiegò il sindaco.
"Fate pure." disse cercando di non fare apparire il nervosismo "Non ho nulla da nascondere. Ma come fate a sapere che non si è allontanato per conto suo?" chiese infine.
"La sua astronave è ancora qui e abbiamo trovato il suo segnalatore in giro." intervenne brusca Stephanie "Sembra strappato. Siamo certi che qualcuno lo abbia rapito."
Robbie non rispose alle poco velate accuse e alzò le spalle.
Tutti rivoltarono il buco in cui viveva ma, come sperava il padrone di casa, nessuno guardò dietro lo straccio.
Sportacus, cercava di evitare persino di respirare, perché non fosse fatto male ai suoi amici ma, prima che uscissero insoddisfatti, sentì che stava per starnutire. Fece di tutto per trattenerlo, ma era troppo debole per riuscirci e, mentre Stephanie, l'ultima a uscire dal bunker, saliva la scaletta, un secco 'etciù' gli uscì dalle labbra.
Stephanie tornò subito indietro, e cominciò a guardarsi attorno. Robbie cercava di nascondere quello che era avvenuto, fingendo di starnutire lui stesso.
"Non mi prendere in giro, Robbie." lo accusò la ragazza "Proveniva da lì dietro. Fammi vedere."
La ragazza, facendo delle piroette, ed evitando gli intralci di Robbie, arrivò davanti al telo e con una mossa decisa, lo tolse. Lo spettacolo che si trovò davanti fu poco edificante. Sportacus, nascosto dentro una gabbia, come un animale, e incatenato per evitare che fuggisse.
Stephanie, che non era stupita di trovare proprio lì il suo amico, rimase comunque inorridita per come era ridotto. Era molto dimagrito, segno che mangiava poco o niente e poteva anche capire che era lui stesso a rifiutare il cibo: consumare i dolci che Robbie gli aveva messo a portata delle mani equivaleva a inghiottire del veleno.
"Sei davvero un mostro!" esclamò la ragazza "Vuoi ucciderlo?" disse indicandogli il cibo.
Robbie cercava di fare finta di nulla, come se ci fosse finito senza che lui se ne fosse accorto.
Sportacus, invece, temendo per la vita di Stephanie, pensava a una maniera per distrarre entrambi senza che nessuno, la sua migliore amica e l'uomo che nonostante tutto si ostinava ad amare, rischiasse la vita.
Vide i dolci ed ebbe l'illuminazione: mentre la ragazza continuava a inveire contro Robbie, allungò la mano verso il vassoio dei dolcetti e l'avvicinò. Fece un grande respiro, poi cominciò a mangiarli, più veloce che poteva, cosìcché, anche quando se ne fossero accorti, sarebbe stato troppo tardi. Aveva lo stomaco talmente vuoto che fu facile inghiottire quasi tutto il piatto di dolci, prima di sentire i primi dolori.
Cominciò a fare dei versi disumani e sia Stephanie che Robbie, si voltarono verso di lui, preoccupati.
"Ma... ma che stai facendo, sciocco." lo rimproverò Robbie inorridito. Non riusciva a credere che Sportacus, Mister Mangiasano, si fosse buttato sui suoi dolcetti in quella maniera "Non così veloce, il tuo fisico si deve abituare un po' alla volta."
Con le mani che gli tremavano, prese le chiavi che teneva in una tasca e cominciò a cercare la giusta per aprire la gabbia. Stephanie, che al momento sembrava essersi dimenticata che tutto era colpa sua, incitò Robbie a sbrigarsi. Dopo qualche tentativo andato a male, trovò la chiave giusta e aprì il cancello.
Era troppo tardi, Sportacus era morto.
"No, non è possibile, lui odiava i dolcetti!" pianse Robbie.
"Si è comportatto così per evitare che facessi del male a noi." disse Stephanie, tristemente.
Poi li lasciò soli. Non poteva fare più nulla per il suo amico, sperava che almeno il suo nemico avesse capito il male che aveva fatto e se ne pentisse.

  
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