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Autore: TheHeartIsALonelyHunter    02/09/2013    9 recensioni
[L'Era Glaciale]Le femmine belle possono essere pericolose.
Molto pericolose.
Delle femmine belle ti puoi innamorare…
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L’armatura che ho da anni sulla pelle non si spezzerà solo per un ricordo lontano. Io dimenticherò. Come ho sempre fatto.
Scapperò. Come ho sempre fatto.
E non mi volterò indietro.
In effetti, ora che ci penso, tutta la mia vita è stata solo un’enorme fuga.
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La love story di Diego e Shira inventata da me. Un amore che riapre vecchie ferite e ne sana di nuove, un amore a volte doloroso, ma che è destinato a durare in eterno.
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Ti proteggerò a qualunque costo.
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Guardami e dimmi che non vuoi morire.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Diego, Manny, Shira, Sid
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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Premessa: La prima parte è totalmente uguale a quella della prima versione del capitolo.

Terza persona
“Ahi…”
“Smettila di frignare.”
Il mammuth avvolse un’altra benda intorno alla gamba del bradipo davanti a sé.
“AHI!”
“LA VUOI PIANTARE DI LAGNARTI??”
“Non mi lagnerei tanto se tu non mi fossi piombato addosso con quel tuo grasso sederone!”
“Non è grasso, è tutto quel pelo che…”
“Lo fa sembrare rotondo, lo so, lo so! È diciotto anni che lo ripeti, Manny!”
Sid accasciò la testa al suolo, stremato dalla conversazione.
Il mammuth davanti a lui sospirò sconsolato e, scuotendo la testa, tornò a occuparsi della sua gamba: il bradipo aveva dimostrato difficoltà a muoverla e un dolore intenso a ogni movimento, ma fortunatamente nessuna ferita. Probabilmente non era neanche rotta, ma Sid, nelle sue manie di protagonismo sfrenate, aveva voluto essere trasportato sul dorso di Manny (tra l’altro esibendo urli acuti a ogni scossone) e aveva cominciato a dare, dalla sua postazione per terra, con il piglio di un re, ordini al malcapitato amico.
Il mammuth aveva risposto a queste richieste alzando gli occhi al cielo, leggermente infastidito dal comportamento del bradipo, ma non aveva replicato a una singola richiesta, in un tentativo di accattivarselo per poi chiedergli ciò che veramente gli premeva sapere.
“Ahi…”
“Si-Id!”
“Fa veramente male, che diamine vuoi??”
Manny sospirò, stavolta esasperato: non poteva resistere ancora per molto.
I piedi del bradipo puzzavano, e i suoi lamenti erano strazianti.
Era tutto il giorno che andava avanti e indietro per portargli quella o quell’altra cosa, per fargli qualche massaggio alla schiena o per farlo spostare sull’isola.
“Non potresti evitare almeno di chiedermi di tagliarti le unghie?” gli aveva chiesto una volta, veramente terrorizzato dall’idea dei suoi alluci fetidi.
“Trattamento speciale per gli invalidi!” aveva ribadito Sid, aggiungendo all’affermazione uno sguardo eloquente, come a voler ricordare a Manny che era stato lui a farlo diventare “invalido”. Se era per farlo sentire in colpa o per infastidirlo ancora di più, il mammuth non lo capiva.
Capiva solo che non c’era più ragione per aspettare, e che ormai era abbastanza che faceva il suo valletto: si decise a porgere la domanda solo quando Sid gli chiese, con voce lamentosa, di pettinargli il pelo.
“Sid…” domandò, in un tentativo di eluderlo dall’idea di farsi pettinare da lui.
Il bradipo era steso con le braccia dietro il collo (le ascelle emanavano un tanfo orrendo) e gli occhi chiusi, rilassato e calmo come non era da tempo.
Sì, era decisamente ora.
“Mh-mh?”
“Per caso, tu…”
“Mh?”
“Per caso hai sentito qualcosa della mia discussione con Diego?”
Sid alzò lo sguardo su di lui, leggermente insospettito da quella domanda.
Per non far notare l’agitazione che gli scorreva negli occhi, Manny abbassò la testa e fissò con sguardo vacuo il terreno sotto di sé: era più che importante sapere se il bradipo era a conoscenza di qualcosa su Enya, Diego e Shira.
Sid lo fissava ancora a bocca aperta, e Manny cominciò a ridacchiare nervosamente per cercare di riempire il silenzio.
Quando il bradipo si decise ad aprire bocca, Manny quasi sobbalzò.
“C’era Diego con te?”
Il mammuth riuscì ad alzare lo sguardo stavolta: fissò Sid con sguardo indagatorio, come a voler carpire qualche segreto dalla sua espressione, ma sembrava abbastanza sincero.
“Oh, sì!” rispose sollevato Manny, decidendosi a prendere il pezzo di pietra che Sid gli aveva passato e cominciando a lisciare il pelo con la proboscide.
“Oh, sì, era proprio con me!”
Sid strinse per alcuni istanti le palpebre.
“E… Di cosa avete parlato?”
“DI NIENTE!”
Manny si tappò la bocca non appena si accorse di avere quasi urlato: non poteva farci nulla, quando era nervoso straparlava.
Non era capace di mentire, tantomeno con i suoi amici. Ma il segreto di Diego andava protetto, per lui, per Sid e per il suo rapporto con Shira. Non poteva immaginare cosa avrebbe fatto la tigre non appena avesse scoperto la verità.
“Di niente…” si affrettò a correggere Manny, in un tentativo di dissimulare tutta l’ansia che l’aveva preso pochi istanti prima.
Tornò a lavorare più alacremente, mentre Sid ancora lo fissava curioso, incurante della puzza che emanavano le sue ascelle e di quanto sporco fosse il suo pelo: l’euforia l’aveva preso tutto, e probabilmente non l’avrebbe abbandonato più.
Il bradipo fu quasi sicuro di averlo sentito canticchiare a un certo punto.
Manny si compiaceva, per una volta, dell’ignoranza di Sid e si disse che sì, gli avrebbe anche lavato la testa se lo avesse chiesto.
Qualche minuto dopo l’euforia si abbassò tanto quanto bastava da fargli riacquistare il buon senso: mai, E POI MAI avrebbe lavato la testa al bradipo.
Sbuffò non appena si rese conto, di nuovo lucido, di cosa stesse facendo: ma dov’era Diego quando gli serviva?
 
POV Diego
Immobile.
Tremante nell’albero.
L’alba è appena accennata, l’inizio di un nuovo giorno è lenta a salire, ma dal buco dell’albero posso vedere la luce iniziare a salire, e tutto il panorama illuminarsi di azzurrino.
Shira è stesa a terra, addormentata, un sorriso lieve accennato sul muso costantemente imbronciato, respira regolarmente, sembra i pace con sé stessa.
Non posso dire lo stesso per me.
È stato terribile e allo stesso bellissimo farlo con lei, stringerla a me, baciarla come solo un innamorato può fare, con la foga e la passione che mi avevano animati anche con Enya.
Non posso negarlo, è proprio Enya il problema, ormai è evidente: mi sembra di tradirla a ogni bacio, mi sembra di denigrarla a ogni tocco, mi sembra di frustare la sua memoria a ogni singolo passo che mi avvicino a lei, a sua figlia, alla sua “bambina”, la bambina che dovevamo crescere insieme e che è cresciuta, invece, senza né padre né madre.
Il dolore, ora, è più opprimente e più forte di qualsiasi sensazione che io possa provare: l’eccitazione se n’è andata, la passione si è spenta, e il silenzio mi opprime e mi grava sulle spalle.
Quando Shira non è vicino a me, quando non è abbastanza vicina per farmi fondere il cervello, allora posso ragionare a mente chiara, posso fare distinzioni precise tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
E questo, la nostra storia, la nostra relazione, è decisamente una cosa sbagliata.
Non può essere, non DEVE essere.
Devo lasciarla andare, lasciarla uscire dalla mia vita, magari anche mandarla via con la forza, ma DEVE andarsene.
Non posso stare più con lei.
Non è lei che voglio, è sua madre.
Il ricordo di Enya è ancora dentro di me, la sogno ancora la notte, e non posso ignorare che, in qualche modo, Shira mi ricorda la madre.
Che idiota che sono, diavoli!
Dovevo cacciarla già tanto, tanto tempo fa.
Perché non l’ho fatto?
Non ne ho idea.
Forse sono solo uno stupido indeciso, che non sa che farsene della propria vita, e dunque l’affida nelle mani di altri.
Forse sono solo un codardo che non trova la forza di dire “no” a una femmina, un codardo il cui coraggio è andato perso dall’istante in cui ha incrociato quegli occhi meravigliosi.
Forse sono solo una tigre.
Forse sono solo fragile come ogni tigre.
Magari non abbiamo il coraggio di ammetterlo, ma anche noi abbiamo paura.
E io ne ho ora, in questo momento.
Non può restare, non DEVE restare.
Non con me, non nel mio mondo, no, non con me.
La sua felicità è altrove, e anche la mia.
Glielo dirò quando si sveglierà, sì.
Gli dirò tutto, senza paura e senza vergognarmi di dirle la verità.
Non la amo.
È molto semplice.
Sono sol tre parole, Diego.
Non ti amo.
Rabbrividisco.
Strano come solo tre parole possano essere così potenti.
Sento il suo corpo muoversi vicino a me, e il suo respiro affannarsi leggermente.
Mi volto: si sta svegliando.
“Buongiorno…” sussurra con voce impastata.
Io inghiotto la saliva per non far notare il groppo in gola che ho.
“Buongiorno a te”.
Lei stiracchia lievemente le zampe nel poco spazio che c’è, come un gatto, con una grazia e un movimento così adorabile che le salterei subito addosso per farle le coccole e per accarezzarle la pancia.
DIEGO!!
Vorrei prendermi a schiaffi.
Cavolo, mi fonde il cervello.
Calmo, calmo, calmo…
Devi dirle la verità, DEVI farlo!
Lo merita.
Sì…
È per il suo e il tuo bene.
Avanti…
Su, gatto fifone!
Prendo un respiro, cerco di calmarmi.
“Shira, io…” lei mi blocca prima che possa dire altro, con una domanda che mi ghiaccia.
“Hai mai pensato a dei cuccioli?”
Resto basito.
Cos…
“Cu…” tossicchio, teso come non mai. “Cuccioli, Shira?”
Lei annuisce.
Io vorrei morire.
No, ti prego, no…
“Sai no, piccole copie di me e te, tigrotti zampettanti e allegri, palle di pelo senza controllo…” Alza le spalle.
“Chiamali come più ti piace.”
Sbianco.
Cuccioli?
SERIAMENTE???
Non ci avevo mai pensato nemmeno con Enya, figuriamoci con lei!!
No, no, no, no, no, no.
No.
Deve sapere la verità, se la MERITA.
Penso a tutte le scuse possibili e immaginabili (“Ho una malattia molto rara”, “Non sono ancora pronto”, “Non sarei un buon padre”, “Siamo troppo vecchi per avere figli”, “Sono in fin di vita”) ma nessuna di esse mi soddisfa abbastanza.
No, così non funziona, no!
Mi ero riproposto di dirle la verità, e la verità le dirò: Shira, io non ti amo e non voglio dei cuccioli con te.
Fine.
Punto.
Non c vuole tanto.
Oh, Santo Cielo…
Che situazione assurda!!
“Shira, io…Io non so…”
Mi sento male solo a pensarci.
FIGLI??
No, non sono pronto.
O meglio, potevo essere pronto 18 anni fa.
Ma ora…
Potrei ancora averne, forse, ci sarebbe una possibilità su 10 ma potrebbe andare anche bene.
Ma se io non li volessi dei cuccioli tutti miei?
Tutti NOSTRI?
“Sì, lo so, c’è una possibilità su 100 che funzioni e bla bla bla, ma…” Shira si avvicina lentamente a me.
Sento il petto scaldarsi e una miriade di sensazione pervadermi tutto.
Passione.
Prima di tutto.
Il suo corpo è dannatamente bello, e i suoi occhi stupendi.
Vergogna.
Le gambe cedono lentamente quando lei è a pochi centimetri dalla sua bocca.
Paura.
Più di tutte le sensazioni che riesce a provare, ma in fondo solo un piccolo pensiero in una mente troppo confusa per ragionare.
E poi le che parla.
E la sua voce mi strega totalmente.
“In fondo, abbiamo ancora tempo.”
Arrossisco, o almeno credo di arrossire.
E con scatto felino la mando a terra, bruciante di passione oltre ogni confine.
Ma sì, al diavolo Enya e tutto il mondo!
Al diavolo Manny e i suoi discorsi alla psicologo!
Al diavolo Sbudella e la sua ciurma da strapazzo!
Al diavolo la paura, il rimorso, il rimpianto!
In quell’albero siamo solo noi due, e il mondo non può disturbarci.

Note d'autrice:
E...
Torno con il nuovo capitolo che mi soddisfa MOLTO di più di quello vecchio.
Allora...
Che dire?
Qui entra in scena uno de temi che ci saranno tra non molto nella storia: la paternità.
L'idea di diventare genitori partirà da qui, e all'inizio sarà essenzialmente solo Shira a volere dei cuccioli (sembra strano, vero?) ma alla fine anche Diego si convincerà.
Ma, come accennato anche in questo capitolo, i due non sono più giovanissimi (una trentina d'anni ce li avranno) e il tentativo di avere dei bambini, diciamo che diventerà una sorta di corsa contro il tempo.
Poi c'è naturalmente Diego ancora indeciso sul sentimento che prova per Shira (si tratta di semplice passione o vero amore?) e anche questo sarà un tema importante, che si intreccerà a quello di sopra.
Ma so la domanda che tutti vi porrete ora: alla fine Diego e Shira avranno i tanto sognati cuccioletti?
Bè...
Diciamo che all'inizio ci saranno dei risultati, ma poi qualcosa stravogerà totalmente l'esito dei loro progetti.
Se poi nel finale farò un epilogo in cui li avranno, ancora non l'ho deciso.
Godetevi questo capitolo.
P.S.: Io il 12 torno a scuola, devo fare la prima liceo e sono agitata DA MORIRE!!

 
  
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